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Autore: Ely_91    12/05/2011    2 recensioni
Eccomi quì di nuovo, ormai non psso più resistere. Ho un'altra storia per voi. Un mondo diverso da quello che la cara zia Meyer ci ha donato, qui i vampiri possono avere figli, ma solo UNO. Poichè le donne-vampire al momento della trasformazione avevano un ovulo che si può fecondare.....vi lascio così. Spero ardentemente che vi piaccia
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si sono ancora viva!!

E visto che siete stati veramente pazienti con me, vi porto una bella sorpresa a fine foglio.

Un bacio a tutti

Marta


PS. amicona se sabato sei libera vengo da te per le 4. Ciao XD







CAPITOLO IV


POV ALICE


Erano passati nove giorni. Shion si era quasi ripreso dall'incidente, ed io avevo perdonato ufficialmente Jasper ieri sera.

Nonostante l'idea di farlo sentire ancora uno schifo mi allettasse, mio figlio aveva messo su un'aria perennemente imbronciata sul mio comportamento verso suo padre. E poi, non potevo punirmi anche io, avevo terminato le idee per tenermi occupata la notte.

Adesso mi ritrovavo stesa sul letto, le braccia di Jasper mi stringevano la vita, il suo respiro mi solleticava il collo, e le sue mani scendevano pericolosamente verso il basso.

-La vuoi piantare?-, gli domandai una volta scansate le sue mani, -Ti ricordo che sono le sette del mattino-.

-E con questo?-.

Mi girai dall'altra parte.

-Shion. Scuola. Ti dice niente?-.

-Per un giorno può saltarla- disse stringendomi ancora di più.

Sapevo cosa stava facendo, e lo odiavo profondamente quando usava il suo potere in quel modo.

Si fermò nell'istante in cui avvertii uno spostamento di coperte.

-Si è svegliato-, mormorò.

Mi alzai e mi vestii in fretta, poi andai nella stanza di Shion, il quale ancora sdraiato, si era messo a pancia in sotto, infastidito dalla luce.

-Sveglia amore mio-, urlai.

Lui si rannicchiò ancora di più tra le coperte.

-Non farmelo fare Shion-.

-Vattene-, mormorò mettendo la testa sotto il cuscino.

Andai a prendere i lembi della coperta e poi li tirai via di botto. Lo so che ero una cosa che lo infastidiva, ma era anche l'unica cosa per farlo alzare il più velocemente possibile.

-Mamma-, si lamentò.

-Ti avevo avvertito-.


POV JAZZ


-Papà fai qualcosa-, la voce di Shion mi arrivò forte e chiara. Povero piccolo, essere svegliati da Alice, non era proprio la miglior cosa. Andai in camera sua e lo presi per portarlo giù. Aveva sonno, si strinse a me e chiuse gli occhi. Ma non poteva dormire, sua madre mi avrebbe ammazzato.

-Svegliati amore-, mormorai.

-Non mi va-.

In cucina gli preparai la colazione, tenendolo da un lato.

Latte, cereali, cucchiaio. C'era tutto.

Mi misi seduto e finalmente alzò il viso.

-Buon appetito-. Shion guardò per un attimo la tavola, indeciso.

-Io... non ho fame-. E ci risiamo.

Ogni tanto tendeva a fare i capricci quando si trattava di mangiare. Alice si sedette sulle scale, le sue emozioni erano chiarissime. Era divertita.

-Non puoi digiunare-. Feci possesso di tutta la mia pazienza, sapendo quanto testardo era mio figlio.

-Se mi avessi fatto andare ieri con zio non dovrei mangiare queste schifezze-.

Aveva ragione, ma non potevo farlo andare a caccia dopo quello che era successo.

Alice era stata chiarissima al riguardo e Carlisle le aveva dato manforte, dicendo che la gamba doveva ancora guarire del tutto.

-Shion, quante volte ti ho detto di non chiamare il cibo “schifezza”?-.

-Ma lo è-, protesto lui.

-Non mi importa. Pensa a chi non ce l'ha-. Questa storia del chi-non-ce-l'ha, l'avevo imparata da Esme quando Alex faceva i capricci. Ma Shion non si arrendeva tanto felicemente.

-E con questo?-, ribatté, -Anche se mangio quelli muoiono comunque di fame-.

Alice nascose la testa tra le braccia, ridendo.

Se le cose stavano così, avevo IO il modo per risolverle.

-Perfetto-, decisi. Alice alzò il capo contenta della mia scelta.

-Visto che non vuoi mangiare non mangerai. Nessuno ti obbliga-.

Shion guardava me e poi la madre. Sapeva che Alice non l'avrebbe fatto rimanere a digiuno.

-Ma sia chiaro. Quando tua madre andrà per uno dei suoi acquisti io non resterò con te a casa-.

-Andrò da nonna-, rispose.

-No. Tu andrai con tua madre-.

Shion mi guardò serio.

-Questo si chiama ricatto-.

Esattamente.

-Chiamalo come vuoi-. Shion posò lo sguardo sulla tazza.

-Ti do tre secondi per decidere. Uno-.

-E va bene!-. Prese in mano il cucchiaio ed incominciò a mangiare. Io sorrisi tutto soddisfatto. Alice invece scoccò la lingua e mormorò un “maschi, non capiscono niente della bellezza di un centro commerciale”.


POV SHION


-Ti veniamo a riprendere dopo. Fai il bravo-.

Mamma mi faceva sempre queste raccomandazioni quando mi lasciava a scuola.

Manco se dovessi uccidere qualcuno!

La scuola era noiosa come sempre. Non volevo sprecare il mio tempo la dentro. Volevo stare a casa o nel bosco con Alex o papà. Ed invece ero bloccato ad un banco, annoiandomi a morte e sentendo le frasi stupide e senza senso di quei mocciosi.

Papà mi scostò alcune ciocche da davanti agli occhi.

-Non fare così-.

-Mi annoio. Non ci voglio stare qui-.

Mamma guardò da sotto papà.

-Cerca di fare amicizia-, mi suggerì.

Io scossi la testa. Non avevo niente in comune con loro. Erano rumorosi, si mettevano tutto in bocca e non facevano altro che lamentarsi o piangere.

-Sono piccoli amore, non lo fanno apposta- mi disse papà.

-Non mi interessa. È come se un liceale tornasse all'asilo. È senza senso-.

Mamma mi prese per le braccia facendomi avvicinare a lei.

-Facciamo in questo modo: tu ora vai dentro, e oggi pomeriggio puoi giocare di fuori con Alex-.

Ci pensai su. Infondo non era male come compromesso.

Papà si abbassò e mi diede un bacio sulla testa. Poi lui e mamma andarono via.

Controvoglia entrai in classe trovando i mocciosi sparsi per tutta l'aula. Andai vicino a Caroline che disegnava vicino ad un'altra bambina.

-Guarda Shion, casa di nonno e nonna-. Il disegno era semplice, dopotutto non poteva fare uno dei suoi capolavori, la casa era vista da davanti, aveva le finestre e le piante che la circondavano, c'era tutto.

-Dici che va bene?-.

Lo presi in mano.

-Si, ma non è bello-.

Caroline si imbronciò.

-Si che è bello, vedrai la maestra sarà contenta. Tu quale hai fatto?-.

-Perchè avrei dovuto fare un disegno?-.

-Per oggi dovevamo portare un disegno, non lo sapevi?-.

O cavolo!

Presi un foglio bianco e con una matita presa dall'astuccio di Caroline disegnai....bloccai la mano. Non avevo in mente niente.

-Puoi disegnare il bosco?-.

Si avrei potuto farlo. Ma lo dovevo fare male ed io non ero capace a sbagliare un disegno. Non sapevo neanche come era fatto un disegno di un bambino umano.

-Shion, Caroline mi mancano i vostri disegni- la maestra era una nuova, una supplente, stava seduta alla cattedra accerchiata dagli altri bambini.

-Fai in fretta-, sussurrò mia cugina prima di andare a consegnare il suo lavoro.

Scarabocchiando feci un albero. Il risultato non era un totale schifo. Lo consegnai. Ma la mia tranquillità vacillò quando l'insegnante mi chiese: -L'hai fatto tu Shion?-.

E secondo te chi cavolo lo aveva fatto?

-Si-.

La supplente esitò.

-Guarda che se dici bugie Babbo Natale non ti porta nessun regalo?-.

Molti bambini risero.

Compresa quella stupida della supplente. Preferivo l'altra maestra.

-Primo: non sto dicendo una bugia. Secondo: grande come sei credi ancora a Babbo Natale?-.

Questa volta fui io a sorridere. Ben le sta!

La supplente mandò tutti a posto iniziando a scrivere le lettere sulla lavagna, ma ogni tanto mi lanciava un'occhiata che credeva che io non vedessi. Quando la campanella suonò tutti i bambini si precipitarono in cortile per la ricreazione. Io e Caroline raggiungemmo Alex e Renesmee che giocavano con una palla.

Alex prese la palla con la mano e me la passò. Continuammo a giocare, ma un tiro troppo forte di Renesmee mandò la palla nel giardino.

Corsi a prenderla ma prima che la raggiungessi un bambino gli diede un calcio mandandola più lontano.

Alzai lo sguardo: era Colin McCorner. Era un compagno di classe di Alex, visto una volta soltanto, ma impossibile da dimenticare. Soprattutto da quando Alex, tranquillamente sdraiato sul tappeto a fare i compiti con tutti presenti si era lasciato sfuggire il soprannome che gli avevano affibbiato a scuola : -Chi Colin McCorner? L'idiota?-.

Ecco, in quel momento la faccia di Esme era impagabile. Mentre zio Ed, papà, mamma e le zie avevano un espressione stupita, lo zio Emmett si era completamente piegato in due sul divano.

Ed ora l'idiota era di fronte a me con quel sorrisetto strafottente.

-È lui Mack?-. Un bambino più piccolo si avvicinò, compiaciuto. La rabbia mi salii al petto riconoscendolo immediatamente.

Ad un cenno del bambino, il più grande continuò.

-Avevi ragione fratellino?-.

Ora si spiega, l'idiozia doveva essere un tratto di famiglia pensai.

-Allora sei tu lo Sbaglio!-.

Quella singola parola detta ad alta voce fece girare molti bambini verso di noi.

L'Idiota si avvicinò strafottente, non capendo la stupidaggine che commetteva nel farlo.

-Che c'è non parli? Forse è muto?-. E si mise a ridere, tirando a ruota gli altri.

-Smettila Colin-, Alexander si mise vicino a me.

-Perchè Cullen?-.

La doveva finire.

-Tuo cugino è così stupido da non rispondere?-.

Non un altra parola.

-Ma deve esserlo, se viene da una stupida come sua madre-.

Quelle parole non erano in aria nemmeno da un secondo.

Gli afferrai il polso e usai tutti i ricordi negativi che avevo. Quelli così terribili che un singolo bambino non poteva nemmeno immaginare.

Nel giro di cinque secondi Colin McCorner era piegato in ginocchio e urlava.

Alex tirò via la mia mano, spingendomi lontano da lì e guardando spaventato le maestre accorrere.

Io osservavo Colin tenersi la testa tra le mani.

-Che cosa succede qui?-. Uno degli insegnanti si avvicinò a Colin prendendogli le braccia e cercare di scuoterlo dallo stato di shock in cui era. Alex cercò di dare una spiegazione, ma alla fine non disse niente, quando si girò verso di me ero già sparito.


Ero seduto nei bagni con la porta chiusa, avevo già dato un calcio al muro rischiando di farlo andare in pezzi, stringendo per la rabbia le mani sentendo l'odore del sangue che usciva leggermente dai palmi.

Non doveva finire così!

Se solo si fosse stato zitto!

Qualcuno entrò nel bagno. Non volevo incontrare il suo sguardo, non volevo incontrare la delusione nei suoi occhi, sapevo di aver compromesso la sicurezza della famiglia, ma non ci avevo potuto fare niente.

Mi presi le ginocchia e me le strinsi nascondendo la testa.

La porta del bagno si aprii.

Non voglio vederti!

Non così!

Sentii una mano accarezzarmi la testa.

Non volevo!

-Lo so-, mormorò papà prendendomi in braccio.

-Ma adesso devi venire di la-.

No!

-Non ti lascerò li da solo tranquillo-.

Mi strinsi mettendogli le braccia al petto.


Avrei voluto non capire nulla di quello che dicevano, avrei voluto fare finta di avere veramente sei anni.

Ma non potevo.

Non ero così.

-Che cosa è successo Shion?-. Un uomo mi ripeteva quella domanda, cercando di dare una spiegazione plausibile al comportamento di Colin.

Io non sapevo che rispondere. Per la prima volta non avevo la minima idea di cosa dire.

Alla fine mormorai un “Non lo so”, sperando che questo bastasse all'uomo.

Ma non gli bastava, glielo leggevo negli occhi.

I miei genitori erano in piedi dietro di me.

Sapevo di averli delusi.

-Perchè Colin ha urlato?-.

-NON LO SO-, urlai.

Questa volta l'uomo si spaventò.

Sentii una mano sulla mia spalla ed insieme, una leggera aura di serenità che mi avvolgeva.

Non potevo dirgli la verità.

O non mi avrebbe creduto oppure mi avrebbe dato per pazzo.

Era stato un incidente, solamente uno stupido incidente.

 disegno Shion 


HO FINALMENTE TROVATO LE FOTO GIUSTE PER I BIMBI




SHION

ALEXANDER



RENESMEE

QUELLA IN MEZZO E' CAROLINE


spero vi piacciono


Marta




  
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