Il silenzio regnava
sull’appartamento. Non doveva mancare molto all’alba e i primi tenui bagliori
di luce fendevano il cielo nero della notte. Magornak continuava a rivoltarsi
nel letto, incapace di riprendere sonno. Si era svegliato di colpo da un sogno
che non riusciva a ricordare, ma che gli aveva lasciato dentro un profondo
senso di angoscia. Non era stato un incubo, ne era sicuro, tutta quell’emozione
non era frutto di una qualche spaventosa visione, ma in quel sogno doveva aver
sentito qualcosa che lo aveva turbato. Qualcosa che non riusciva a rammentare.
Ed era proprio quel vuoto che avvertiva nella sua anima a spaventarlo. Era come
se ne mancasse un pezzo, come se avesse perduto qualcosa molto tempo prima.
Scosse il capo. Quei pensieri erano assurdi. Lui non aveva perso un bel niente.
Almeno, non ricordava che gli fosse accaduto.
Alla fine rinunciò a venire a capo di quella strana sensazione e si alzò,
mettendosi a passeggiare per la stanza. Ma continuava a sentirsi inquieto, non
c’era nulla da fare. Sgusciò fuori dalla sua stanza e si infilò in quella di
fronte. Vergil era sdraiato sul suo letto, disteso su un fianco, ancora
addormentato, il codice con le indicazioni riguardanti Kasreyon stretto tra le
braccia. Il demonietto rimase ad osservarlo per qualche attimo. Non sembrava
sereno neanche nel sonno, come se ci fosse qualcosa che lo tormentava
instancabilmente, senza dargli un attimo di pace. Sempre in bilico tra i suoi
desideri e la realtà dei fatti, tra la sua ossessione e la sua natura, conteso
tra Ombra e Luce.
Gli si avvicinò cercando di non far rumore e gli toccò un braccio con un dito.
Il mezzo demone si svegliò all’istante puntando le sue iridi azzurro ghiaccio
su di lui.
“Magornak?”domandò un po’ sorpreso mettendosi a sedere e lanciando un’occhiata
all’orologio. “Come mai sei già sveglio? È successo qualcosa?”.
“No, niente, è solo che…non riuscivo più a dormire”borbottò la creaturina. Non
sapeva neanche lui perché era venuto a svegliare il suo protettore. Forse
perché sperava che la sua presenza potesse fargli dimenticare le sensazioni che
la notte gli aveva lasciato. “Visto che è quasi l’alba, ho pensato che sarebbe
stato meglio venirti a svegliare…”.
“Hai fatto bene. Finalmente vedo che inizi a capire come funziona”commentò
Vergil, quasi soddisfatto. “Va’ a prepararti, poi scendi a fare colazione. Mi
vesto e ti raggiungo. Ieri ho preparato tutto quello che potrebbe servirci”.
Magornak annuì e si affrettò ad uscire. Il giovane si appoggiò al davanzale
della finestra e rimase per qualche attimo a contemplare il paesaggio che
veniva via via inghiottito dalla luce dorata del sole nascente. Era di nuovo ad
un passo dall’ottenere quello che desiderava più di ogni altra cosa. Chiuse gli
occhi. Gli sembrava quasi di percepire il metallo gelido di Kasreyon sotto le
dita, di avvertire il suo immenso potere invadergli corpo e anima. Per un
fugace momento si sentì finalmente in pace, saziato, libero dal tormento che si
era imposto. Si voltò riaprendo gli occhi, le iridi rosso sangue che mandavano
bagliori sinistri nella semi oscurità. Presto, molto presto.
Dante fissava indeciso la cornetta
del telefono. Tormentarsi alle sei del mattino per una stupida telefonata.
Doveva essere proprio scemo. Ma insomma…Che tono avrebbe dovuto usare? Non
aveva nessuna intenzione di lasciarle capire che aveva dovuto ammettere con sé
stesso di essere stato uno stupido a lasciarsi andare in quel modo in balia di
un pessimistico sconforto, ma in fondo voleva in qualche modo farle capire che
le era grato per averlo, ancora una volta, aiutato a capire che sbagliava, per
avergli ridato un po’ di forza. Da un lato voleva farle capire quanto lei fosse
importante per lui, dall’altro il suo orgoglio gli imponeva l’indifferenza e
forse anche un certo risentimento per essere stato piantato senza preavviso il
giorno precedente. Non era proprio in grado di decidersi. E poi perché avrebbe
dovuto chiamare lui? Era lei che se n’era andata. Però gli aveva anche detto di
contattarla una volta calmo. Sbuffò, contrariato. Un autentico dilemma. Alla
fine si dovette rassegnare: avrebbe preso quello stupido telefono e l’avrebbe
chiamata, e al diavolo tutte le sue seghe mentali.
Ma proprio quando stava per sollevare la cornetta, la porta dell’agenzia si
spalancò e Lady entrò in fretta, un ghigno smagliante dipinto sul volto.
“Ehilà! Ciao, scorbutico! Ma come
siamo mattinieri!”lo salutò canzonatoria. “E io che speravo di trovarti ancora
sotto le coperte. Sarebbe stato uno sballo poterti buttare giù dal letto…”.
“Spiritosa”fece lui, irritato. “Stavo per chiamarti. Sono pronto per quel tuo
caro “confronto civile”. Contenta?”.
“Parecchio. Ma adesso non c’è tempo. Dobbiamo andare sulle rovine di
Temen-Ni-Gru. Ti spiego per strada. È importante che ci sbrighiamo”. La ragazza
battè le mani. “Muoviti. E porta anche Rebellion oltre alle pistole. Ti servirà
di sicuro”.
Dante capì al volo dove voleva arrivare la sua amica: doveva aver scoperto
dov’era suo fratello. O, meglio, dove poteva trovarsi in quel momento. Senza
fare commenti, si affrettò a fare quello che gli era stato detto e i due
uscirono quasi di corsa.
Mentre camminavano la donna gli spiegò quello che aveva scoperto il giorno
prima e raccontò del suo incontro con Magornak. Il mezzo demone la guardò
alquanto scettico quando lei gli disse di come il demonietto l’aveva salvata
dai demoni, ma evitò di esprimersi. Non era il momento di mettersi a litigare.
Stava per trovarsi di nuovo faccia a faccia con Vergil e questa volta nulla
avrebbe potuto impedire uno scontro sanguinoso tra loro. Dovette ammettere che
la cosa lo rendeva un po’ nervoso.
“Come mai non sei venuta subito da me?”domandò, cercando di scacciare l’ansia
che aveva iniziato a stringergli lo stomaco. Ci mancava solo che si facesse
prendere dalle emozioni. Ma perché diamine Vergil gli faceva sempre
quell’effetto?!
“Ho passato tutto il giorno con Magornak, te l’ho detto. Ma mi ascolti quando
parlo?!”rispose lei, scocciata. “E poi tu non eri disposto ad avere una
conversazione civile, ricordi? Comunque, prima di questa mattina quei due non
avrebbero combinato nulla di nuovo. Vergil doveva essere conciato parecchio
male dopo la strage di ieri a giudicare dallo stato in cui eri tu”.
“Giusto”borbottò lui, volgendo lo sguardo da un’altra parte. Possibile che
quella donna dovesse sempre avere la risposta pronta? Non la sopportava.
“Di un po’, non sarai nervoso, eh, Dante?”lo apostrofò allora lei con un
sorrisetto. Il cacciatore di demoni le pareva parecchio a disagio. Capiva che
quella non dovesse essere una situazione facile per lui. E capiva altrettanto
bene che la prospettiva di doversi nuovamente scontrare con il suo gemello non
lo faceva impazzire. Sperava che provocandolo gli avrebbe restituito un po’ di
grinta. “Cos’è, non ti va di rivedere il tuo adorato fratellino?”.
“Non dire stronzate. È solo che…sono un po’ preoccupato. Non voglio combattere
contro di lui. E non solo per una questione di affetto o quello che vuoi. Il
fatto è che Vergil ha passato dieci anni all’Inferno. Potrebbe essere diventato
un avversario…al di sopra delle mie capacità”.
“Hai paura di perdere?!”.
“Più o meno. Diciamo che preferirei non rimanerci secco”.
“E tu dici che non c’è possibilità di avere un altro dialogo civile con lui?”.
“Stiamo parlando di Vergil. Per lui siamo solo scocciature. E come tali ci
eliminerà”.
“Hai ragione…Però almeno lasciami sperare”.
Si scambiarono un’occhiata complice e anche Dante abbozzò un sorriso. Era
contento di averla al suo fianco. Senza di lei sarebbe stato perso. Ma non
l’avrebbe mai ammesso, ovviamente.
Raggiunsero in fretta le rovine e, una volta sul posto, rallentarono
l’andatura, i sensi all’erta per percepire il minimo segno di vita. Al mezzo
demone bastarono pochi attimi per sentirlo.
“Vergil è qui”sussurrò alla sua compagna e le fece cenno di seguirlo.
Avevano fatto pochi metri quando una voce agitata giunse alle loro orecchie.
“Ma…ma, insomma, sei sicuro? E se poi succede di nuovo? Mi spieghi come cavolo
faccio a cavarmela se tu…se succede lì sotto?!”si stava lamentando una voce preoccupata
che Lady non esitò a riconoscere. Magornak. “Non è che mi interessi tanto di
finire ammazzato! Non è la prima volta che corro quel rischio…Ma non ti potrò
aiutare, Vergil! Non so se è una buona idea!”.
“Preferiresti restare quassù? In effetti non sarebbe male, mi daresti meno
fastidio. Però ho bisogno di te per il rituale”rispose un’altra voce,
meditabonda. Vergil.
‘Ci siamo’pensò Dante. ‘È ora di fare i conti. Ti farò sputare fuori tutti i
tuoi maledetti piani e te li rovinerò come ho fatto dieci anni fa. Ti farò
pentire di aver infangato in questo modo la memoria di nostro padre, di aver
tradito tutto quello che nostra madre ha tentato di insegnarci. Ma soprattutto
non ti permetterò di lasciarmi da solo un’altra volta!’. Senza aspettare oltre,
si precipitò nella direzione da cui provenivano le voci.
“Dante, aspetta!”esclamò Lady tentando di mantenere basso il tono di voce, ma
ovviamente lui la ignorò. Testone impulsivo. ‘Maledizione! Perché cazzo deve
andarsele a cercare in questo modo ogni volta?’imprecò mentalmente, correndogli
dietro. Perfetto. Addio effetto sorpresa e tentativo di evitare un lago di
sangue. E lei avrebbe dovuto vedersela con Magornak. Avvertì una stretta al
cuore. L’avrebbe odiata con tutta l’anima. Ma come lui doveva aiutare Vergil,
lei doveva badare a Dante. Forse il demonietto avrebbe capito le sue ragioni.
Erano nella stessa posizione, d’altronde. Dalla parte opposta del campo, certo,
ma pur sempre nella stessa, identica posizione.
L’aria era davvero fredda quella
mattina e il sole era coperto da un fitto banco di nuvole. Man mano che si
avvicinavano alla meta, la decisione di Magornak si era affievolita
trasformandosi in timore. Non pensava più al sogno che aveva fatto, ma tutti i
suoi pensieri erano assorbiti dall’aura minacciosa
di Kasreyon che si sentiva addosso, quasi fosse già davanti a loro. Quella
storia gli piaceva, per qualche motivo assurdo, sempre di meno. Vergil invece
era freddo e deciso come al solito. Il volto inespressivo non tradiva alcuna
emozione, ma i suoi occhi azzurri sembravano scintillare più del solito. Uno
scintillio decisamente inquietante, ossessivo.
Nel giro di qualche minuto i due furono di nuovo all’ingresso dei sotterranei.
La scala si immergeva come il giorno precedente nell’oscurità più totale e
pareva volerli risucchiare nelle profondità labirintiche della torre. Il
ricordo di quello che era avvenuto al loro primo tentativo li fece bloccare. Il
mezzo demone indugiò un attimo, poi si mise a frugare nello zaino che aveva con
sé e ne estrasse due torce elettriche. “Muoviamoci”ordinò tendendone una al suo
protetto e cercando di nascondere il leggero tremito di insicurezza che aveva
incrinato il suo tono. Temeva di udire ancora quella maledetta voce, di perdere
un’altra volta il controllo, di rovinare di nuovo tutto.
Il demonietto esitò, preso dalla stessa paura. “Vergil, sei sicuro di volerlo
fare?”chiese incerto.
“Non ho altra scelta, Magornak. Lo sai. Tutto ciò per cui ho sopportato
l’umiliazione della sconfitta e l’esilio tra le tenebre infernali è là sotto
che aspetta solo che io lo prenda. È là per me, è l’antidoto alla mia
disperazione, è il coronamento della mia ossessione, è il fine della mia
esistenza”. Gli occhi del giovane scintillavano e la sua voce aveva preso un
tono appassionato che non aveva mai avuto. “Io non posso rinunciare proprio
adesso. No, tanto varrebbe spalancare le braccia alla morte”.
“Ma…ma, insomma, sei sicuro? E se poi succede di nuovo? Mi spieghi come cavolo
faccio a cavarmela se tu…se succede lì sotto?!”protestò la creaturina ansiosa.
Capiva quello che stava dicendo il suo protettore, ma era anche tutta quella
passione ossessiva a spaventarlo. Temeva che lo avrebbe condotto alla
perdizione. Per sempre ed irrimediabilmente. “Non è che mi interessi tanto di
finire ammazzato! Non è la prima volta che corro quel rischio…Ma non ti potrò
aiutare, Vergil! Non so se è una buona idea!”.
“Preferiresti restare quassù?”chiese Vergil, pensoso. “In effetti non sarebbe
male, mi daresti meno fastidio. Però ho bisogno di te per il rituale”.
“Infatti! Non se ne parla nemmeno! Io non ti lascio da solo un’altra volta
contro l’ignoto! Dovrai uccidermi se proprio ci tieni”sentenziò Magornak,
deciso. “E poi…”.
“Zitto”lo interruppe bruscamente il mezzo demone. La sua mano corse all’elsa si
Yamato e lui la estrasse dal fodero. “Mio fratello è qui”.
“COSA?!”.
“Sta’ dietro di me e proteggi il libro a costo della vita”.
Il demonietto non se lo fece ripetere anche se si prese un attimo per scoccare
al suo protettore un’occhiataccia. ‘Proteggi il libro a costo della vita’.
Ovvio, lui contava meno di quel volume pieno di muffa. Ci mancava solo il
gemello “buono” adesso. Come se non avessero già abbastanza problemi per conto
loro. Come diamine aveva fatto poi Dante a trovarli?! Che pasticcio. Ora i due
figli di Sparda si sarebbero scontrati nel tentativo di ammazzarsi a vicenda.
Pessimo affare. ‘Te lo chiedo per l’ennesima volta, scusami se sono
ripetitivo…Ma si può sapere come diavolo hai educato i tuoi figli?! Va bene,
dovevano conoscere anche i costumi di vita dei demoni, ma potevi evitare che ci
si affezionassero così tanto! O forse ti sei trovato anche tu a fronteggiare
senza speranza questa loro passione? Mi sa tanto! Ripeto, ti compatisco,
Sparda!’.
Non dovettero attendere molto. Nel giro di qualche attimo, Dante spuntò da
dietro un cumulo di macerie, Rebellion stretta in mano. I due gemelli si
fissarono negli occhi senza proferire parola, poi sul volto del minore comparve
un ghignetto divertito.
“Ma bene, ci incontriamo per la seconda volta, fratellino”fece, provocatorio.
“A quanto pare non hai perso la tua brutta abitudine di mettermi i bastoni tra
le ruote”rispose Vergil glaciale. “Mi pareva di averti detto di farti gli
affari tuoi”.
“E a me sembrava di averti risposto che non avevo intenzione di farlo”.
“Dante, maledizione!”gridò una voce da dietro il cacciatore di demoni e Lady
apparve al suo fianco, irritata. “Sei una testa di cazzo!”. Poi rivolta
all’altro gemello: “Ma guarda chi c’è! Stronzo! Sei tornato a fare casino
un’altra volta? Be’, mi spiace per te, Vergil, ma ti andrà male anche questa
volta. E non pensare di tornartene all’Inferno! Col cavolo che te lo faccio
fare!”.
“Ah, Lady. La figlia di Arkham. Uguale a tuo padre: un’inutile
scocciatura”rispose lui, senza scomporsi. “Formate proprio una bella coppia, tu
e mio fratello”.
Da dietro Vergil, Magornak fissava la ragazza, che evitava accuratamente di
guardarlo, congelato. Non era possibile. Mary era un’amica di Dante?! La figlia
di Arkham?! Lo aveva preso in giro. Non poteva crederci. E lui c’era cascato in
pieno, senza sospettare nulla. Avvertì una rabbia violenta esplodergli dentro.
Si sentiva tradito, ferito nel profondo. Quell’umana aveva approfittato della
sua ingenuità per arrivare a Vergil. E lui, con la sua stupidità, aveva involontariamente
tradito la persona che gli aveva salvato la vita. Strinse i pugni fino a far
sbiancare le nocche, conficcandosi le unghie nella carne.
“Mary!”urlò, facendo sobbalzare tutti. Le sue iridi viola erano come infuocate.
“Mi hai preso in giro! Brutta stronza, hai giocato con la fiducia che ti ho
dato! Io ti ammazzo, fosse anche l’ultima cosa che farò, ma stanne certa! Umana
schifosa! Siete uguali ai demoni! Anzi, peggio! Ipocriti ingannatori, privi di
rispetto per tutto e tutti, sporchi egoisti!”.
Il suo protettore gli lanciò un’occhiataccia. “Era lei la tua amica umana? Ma
complimenti, non sei proprio capace di badare a te stesso, idiota che non sei
altro”lo rimproverò tagliente. “Dovrei ammazzarti per aver rovinato i miei
piani, lo sai? Ma diciamo che se tu ammazzi lei potrei anche decidere di
perdonarti”.
“Che la ammazzo ci puoi giurare!”esclamò il demonietto. Poi, contrito: “Mi
spiace, Vergil. Sono un danno. Non capisco niente”.
“Magornak, io…Mi dispiace!”intervenne la ragazza, disperata. “È vero, all’inizio
ti ho avvicinato con il solo proposito di ingannarti, però poi, conoscendoti,
mi sono affezionata a te! Devi credermi, mi sono tormentata moltissimo per
quello che ti stavo facendo! Ma non potevo fare altro”. Abbassò lo sguardo,
frustrata. “Io dovevo farlo per Dante, capisci? Tu avresti fatto lo stesso per
Vergil. Io ho giurato che avrei rimesso insieme la famiglia Sparda e lo farò!
Perché Dante è mio amico e senza suo fratello non riesce ad essere felice e se
non è felice lui non posso esserlo neanche io! Dovevo farlo per lui e se
potessi tornare indietro lo rifarei senza esitazione!”.
“Ehi, non sparare boiate sul mio conto, Lady!”esclamò Dante, voltandosi a
guardarla, preso alla sprovvista. Che cazzo faceva quella donna?! Come poteva
dire quelle cose di lui di fronte a Vergil? Lanciò un’occhiata a suo fratello e
gli parve di scorgere un lampo divertito nel suo sguardo. Perfetto. Ora quello
stronzo si prendeva anche gioco di lui? Lady gliela avrebbe pagata.
La sua amica lo ignorò, concentrando tutta la sua attenzione su Magornak. Lui
sentì la sua rabbia vacillare: capiva quello che provava la ragazza. Lo faceva
per Dante, per la persona più cara che aveva. Era la stessa cosa che lui
provava per Vergil e quindi lei aveva i suoi stessi obblighi verso l’altro
gemello. Contro tutto e tutti. Anche contro i suoi desideri, le sue
convinzioni, i suoi ideali, a costo di nuocere alle altre persone a cui teneva.
Ma appunto in nome di questa fedeltà che entrambi avevano lui avrebbe dovuto
ucciderla. Era un ostacolo per Vergil. Quindi andava eliminata. “Capisco fin
troppo bene, Mary”disse piano. “E proprio per questo motivo anche tu
comprenderai perché ti devo uccidere. Anche se desidero con tutta l’anima di
non doverlo fare”.
“Sì, lo so, Magornak. Ma per la stessa ragione saprai che io non posso
lasciartelo fare”rispose Lady, sollevando il suo bazooka. “Non avrei mai
pensato di dover combattere contro di te”.
I due si fissarono intensamente per qualche attimo, ma prima che uno di loro
potesse dare inizio al combattimento i due gemelli si misero davanti a loro.
“Magornak, ti ho detto di stare dietro di me. Datti una calmata. Quando avrò
sistemato mio fratello, potrai vendicarti, ma adesso sta’ fuori dai
piedi”ordinò Vergil senza però guardarlo, lo sguardo fisso in quello di suo
fratello.
“Anche tu, Lady, sta’ buona. È una cosa tra me e Vergil. Non voglio che ti
batti per me contro una persona a cui tieni. Quando avrò fatto il culo a quel
presuntuoso, tu e il demonietto avrete tutto il tempo per trovare un accordo
pacifico”disse Dante alla sua amica senza però staccare gli occhi da quelli
identici dell’altro mezzo demone.
I figli di Sparda si squadrarono, pronti a uno scontro all’ultimo sangue come
dieci anni prima, mentre gli altri due, seppur riluttanti, si facevano da
parte. Erano di nuovo uno contro l’altro, volenti o nolenti. E questa volta
l’arbitra della partita sarebbe stata la morte. Solo lei avrebbe potuto porre
fine alla battaglia, incoronando il vincitore e accogliendo tra le sue spire lo
sconfitto.
Dante desiderò che si mettesse a piovere come quella volta sulla cima di
Temen-Ni-Gru. Sarebbe stato tutto come allora. Tutto tranne l’esito. ‘Vergil.
Per quanto io sia attaccato a te, niente e nessuno potranno impedirmi di
fermarti. Ad ogni costo. Anche se questo mi costerà molto più che la vita.
Perderò metà della mia anima’pensò, avvertendo al tempo stesso una profonda
tristezza. Molto probabilmente neanche quella volta sarebbe riuscito a riavere
suo fratello, per quanto impegno ci mettesse. E non ci sarebbe stata una terza
possibilità.
Vergil strinse con forza l’elsa di Yamato. Si sarebbe ripreso la rivincita che
aspettava da dieci anni. Avrebbe mostrato al suo gemello chi era il legittimo
erede di Sparda. Una volta per tutte. Non poteva permettergli di rovinare i
suoi piani. E lo avrebbe fermato, nell’unico, estremo modo che gli rimaneva.
Non potè impedirsi però di provare una certa amarezza. ‘Dante. Se solo ti fossi
unito a me, se solo tu volessi capire. Non mi resta che cancellarti per sempre.
Anche se questo mi farà soffrire più di ogni altra cosa. Resti pur sempre la
metà della mia anima’. O il sangue caldo di suo fratello o un nuovo, questa
volta eterno esilio nella solitudine del peggiore degli inferni. Il nero vuoto
della morte.
I due scattarono in avanti nello stesso istante e le loro lame cozzarono con
violenza, sprigionando una pioggia di scintille tutto intorno. Non fecero in
tempo a separarsi che Vergil ripartì di nuovo all’attacco con più forza di
prima. Dante riuscì a stento a bloccare la lama di Yamato prima che gli
tagliasse il petto. Suo fratello era decisamente più veloce di dieci anni
prima. E i suoi attacchi erano molto più potenti. Non sarebbe stata una lotta
facile. Strinse Rebellion con entrambe le mani e si gettò sull’altro che parò
il colpo senza troppi problemi con uno dei suoi soliti movimenti fluidi.
Si separarono, mettendo qualche metro di distanza tra loro.
“Però, sei migliorato, fratellino”commentò il cacciatore di demoni, cercando di
nascondere dietro la sua spavalderia il fatto che si trovava in difficoltà.
Doveva elaborare una strategia. E doveva farlo in fretta.
“Anche tu sei rimasto in forma”gli rispose suo fratello. “Ma mi sa che questa
volta tutta la tua abilità non basterà a battermi. Mi spiace: il tuo destino è
già scritto”.
“Questo è tutto da vedere!”gridò lui allora, slanciandosi senza preavviso in
avanti.
Il suo fendente incontrò la lama della katana, ma Vergil fu costretto a fare un
passo indietro, sorpreso dalla violenza del colpo. Dante non gli lasciò spazio
per riprendersi e cominciò a tempestarlo di attacchi, costringendolo in difesa
e impedendogli in qualunque modo di contrattaccare.
‘Bastardo’pensò il maggiore dei figli di Sparda, parando l’ennesimo assalto.
‘Se stai cercando di sfiancarmi, ti sbagli. Sarai tu a mollare per primo’. Però
dovette ammettere che tutta quella situazione lo irritava. Possibile che dopo
dieci anni passati a scontrarsi con demoni di ogni tipo fosse ancora in
difficoltà contro suo fratello? Era proprio debole.
Posso offrirti io la soluzione a tutto
ciò. Lo sai, Vergil, te l’ho già detto.
Il mezzo demone inciampò preso alla sprovvista, mentre l’ansia lo prendeva alla
gola. No, per favore, non di nuovo. Non ora. La lama di Rebellion gli passò a
pochi millimetri dal viso e lui fu costretto a saltare indietro.
Perché non vuoi che concederti a me,
Vergil? Io sono qui per te, solo per te. Esisto per soddisfarti, per calmare la
tua insaziabile sete. Accettami, Vergil. Dà senso alla mia esistenza.
Dante gli si scagliò contro per l’ennesima volta. Vergil riuscì a evitare
il colpo all’ultimo momento, ma perse l’equilibrio e cadde a terra. Aveva
completamente perso la concentrazione. La sua mente era sconvolta dal potere di
quella voce e la sua parte demoniaca stava nuovamente tentando di sopraffarlo.
Si rimise in piedi, ansimante. Non avrebbe resistito a lungo. Ma non poteva
fare nulla per contrastare la devastazione che stava abbattendo una a una le
barriere del suo autocontrollo. Sarebbe di nuovo sprofondato nel buio, preda di
quella maledetta brama infinita.
Vergil. Lasciati andare. Dammi la tua
anima. Insieme noi possiamo tutto. VERGIL!
Magornak capì all’istante cosa stava accadendo. Lo comprese nello stesso
momento in cui vide il suo compagno incespicare la prima volta. La voce era
tornata. Panico. La paura lo paralizzò. Avrebbe voluto gridare, ma qualcosa
glielo impediva. Non riusciva neanche a muoversi e il suo respiro si era fatto
affannoso. Lady si voltò verso di lui, preoccupata.
“Magornak. Che succede? Cosa ti prende?”si affrettò a chiedere.
“Sta…sta per accadere di nuovo”balbettò lui, guardandola negli occhi. Le sue
iridi viola erano piene di angoscia frustrata e timore.
La ragazza si sentì a sua volta
invadere da quegli stessi sentimenti, intuendo a cosa si riferiva il suo amico,
spostando lo sguardo su Vergil. Doveva avvertire Dante. Ma la voce non le
veniva.
Intanto anche il cacciatore di demoni parve accorgersi dello stato del suo
gemello perché si bloccò interdetto. Che cavolo stava succedendo? Perché
diamine tutto ad un tratto Vergil era così in difficoltà? A momenti non
riusciva neanche a parare i suoi attacchi. E poi nei suoi occhi c’era qualcosa
di strano. Era scoppiato un caos di emozioni. “Che cazzo ti prende?!”esclamò
nervoso. “Perché diamine non combatti come si deve?! Non puoi essere già
stanco!”.
L’altro mezzo demone alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo e Dante si
accorse con orrore che le sue iridi si stavano lentamente tingendo di rosso.
Fece istintivamente un passo verso di lui. “Ma che cazzo…?!”.
Vergil cadde in ginocchio, incapace di sostenersi, e si portò le mani alle
tempie, urlando mentre le tenebre iniziavano a divorargli velocemente l’anima.
“Vergil!”strillò Magornak ritrovando finalmente le parole e si precipitò al suo
fianco, stringendogli un braccio, completamente sconvolto. “Vergil, Vergil, ti
prego, devi reagire! Non puoi lasciare che ti prenda di nuovo, ti prego,
Vergil, ti scongiuro!”. Ma il suo compagno si dibattè liberandosi dalla sua
stretta, in preda alle convulsioni. Allora il demonietto alzò il suo sguardo
sull’altro figlio di Sparda che era rimasto impietrito a un paio di metri da
loro. “Dante, Dante, ti prego!!”disse disperato. “Fa’ qualcosa! Per Sparda!!!
Aiuta Vergil, ti supplico!”.
Dante scosse il capo incapace di proferire parola. Cosa poteva fare lui che non
sapeva neanche cosa stava accadendo? Suo fratello stava dando fuori di matto,
questo era ovvio, ma lui era impotente quanto gli altri due a questo proposito.
Però l’angosciata richiesta di aiuto che leggeva in quelle iridi viola lo
faceva stare male. Come poteva pretendere di voler riportare a casa suo
fratello se non sapeva neanche proteggerlo da sé stesso? Aveva l’impressione
che tra lui e il suo gemello si stesse aprendo un baratro sempre più largo. E
presto sarebbe diventato incolmabile. Senza riflettere si protese in avanti.
“Vergil…”bisbigliò in un soffio.
Tutto intorno a lui calarono improvvise le tenebre. Basso e alto, destra e
sinistra, tutte le dimensioni spaziali smisero di esistere in un attimo e
rimase solo un buio uniforme. Il cacciatore di demoni si guardò intorno,
sorpreso. Dove diavolo era finito adesso? Non ebbe però il tempo di
interrogarsi oltre. Il suo sguardo così come tutti i suoi pensieri furono
calamitati da quello che aveva davanti a sé: Vergil era quasi completamente
avvolto in quelle ombre informi che lo stavano lentamente inghiottendo. I loro
occhi si incontrarono, azzurri in rossi, e suo fratello tese un braccio verso
di lui, in una muta richiesta di soccorso. Lui non attese un secondo e si gettò
in avanti. Tutta quella situazione gli ricordava maledettamente il momento in
cui Vergil si era lasciato cadere nel baratro infernale. Le immagini delle loro
mani che si sfioravano riempirono la sua mente insieme alla sensazione di vuoto
tra le dita. Non poteva permettere che succedesse di nuovo.
Le tenebre arrivarono a coprire il viso di Vergil, gelide. Sarebbe di nuovo
andato fuori controllo. E non osava immaginare a cosa l’avrebbe condotto la sua
follia questa volta. Quanto sangue avrebbe sparso. Quante vite avrebbe rubato.
Solo, nella sua cieca furia, nella sua insaziabile sete di potere. Ma proprio
quando si apprestava a rinunciare ad ogni ulteriore resistenza, avvertì
qualcosa di caldo afferrargli la mano e tirarlo faticosamente fuori dal buio. E
dopo pochi istanti di lotta si ritrovò stretto tra le braccia del suo gemello.
Dante ansimava vistosamente, incredulo. Suo fratello era lì, attaccato a lui.
Percepiva le sue dita stringersi convulsamente alla sua giacca, il suo viso
affondato nella sua spalla. L’aveva salvato. Questa volta era riuscito a non
ripetere l’errore compiuto dieci anni prima. Avvertì le lacrime pungergli gli
occhi. Li chiuse, stringendosi ancora di più al corpo di Vergil. Temeva che
fosse solo un’illusione, uno stupido scherzo della sua mente che voleva
prendersi gioco della sua incapacità.
Quando li riaprì era di nuovo tra le rovine di Temen-Ni-Gru, inginocchiato di
fianco a Magornak. Non aveva la più pallida idea di come ci fosse arrivato, ma
non gli importava. L’unica cosa che gli interessava in quel momento era che
Vergil fosse lì tra le sue braccia, sano e salvo. Quest’ultimo alzò gli occhi
su di lui e le sue iridi tornarono di nuovo del loro colore naturale. Poi il
mezzo demone perse i sensi, sfiancato dalla lotta contro la sua parte
demoniaca.
Il cacciatore di demoni nascose a stento un sorriso quando il suo sguardo
incontrò quello sollevato ed adorante di Magornak.
“Grazie, Dante Sparda. Ti sono debitore. Non puoi immaginare quanto”mormorò il
demonietto praticamente in lacrime, stringendo a sé lo zaino del suo
protettore.
“L’ho fatto volentieri, Magornak”rispose lui tornando a guardare il suo
gemello. “Vergil è mio fratello, niente e nessuno potranno mai separarci del
tutto. E lui lo sa, anche se testardamente fa finta che non sia così…”.
Lady li raggiunse in silenzio e si inginocchiò di fianco al demonietto,
abbracciandolo. “Ti senti meglio adesso?”gli chiese a bassa voce.
Lui annuì, un po’ sorpreso da quella dimostrazione di affetto. La ragazza
dovette notarlo perché ridacchiò e gli sussurrò: “Non faccio mai cose di questo
genere, ma con te mi sento troppo in colpa e ci tengo a farmi perdonare a tutti
i costi”.
“Non riesco ad odiarti, Mary. Nonostante tutto non riesco nemmeno a restare
arrabbiato. Mi spiace di aver detto tutte quelle brutte cose prima. Non le
pensavo”rispose Magornak imbarazzato.
“Non ti preoccupare. Me le meritavo. E comunque è tutta colpa di questi due”.
La giovane indicò con lo sguardo i due gemelli. “Sono dei gran casinisti”.
“Sì, ma, se non fossero stati tali, noi non ci saremmo mai incontrati”obiettò
la creaturina con l’aria di chi la sa lunga e un sorrisetto furbo stampato sul
volto.
“Giusta osservazione. Però voglio farti vedere quanto poco ci vuole a farli
arrabbiare”. Lady si schiarì la gola e disse ad alta voce, rivolta al
cacciatore di demoni: “Ehm, Dante, non per rompere questo tuo idillio con Vergil…Ma perché, visto che
sei lì con quell’aria sognante, non te lo baci pure e poi ce ne andiamo? Non
vorrei che arrivasse qualche banda di demoni, sai com’è…”.
Magornak si premette una mano sulla bocca per non ridere, mentre Dante alzava
la testa di scatto lanciando un’occhiata assassina al sorriso malizioso della
sua amica.
“Non dire stronzate, Lady!”esclamò avvampando. Aveva già avuto un’esperienza di
quel genere e per un po’ preferiva farne a meno. ‘Non che fosse stato male,
anzi…’. Si irrigidì a quel pensiero, scuotendo il capo. Ma che cavolo andava
vagheggiando?!
“Va bene, Mr. Semaforo”ridacchiò lei.
Lui sbuffò esasperato, troppo imbarazzato per ribattere, ma volse gli occhi da
un’altra parte. Non poteva farsi pigliare per il culo in quel modo. E perché
diamine era così a disagio?! Meglio non saperlo, si disse, alzandosi e
caricandosi Vergil in spalla. “Forza, muovete il culo, idioti. Ha ragione mio
fratello, vuoi due siete proprio una bella accoppiata”ringhiò avviandosi.
“Anche tu e tuo fratello siete una splendida coppia, sai Dante?”lo rimbeccò ancora la sua amica.
“Fanculo, Lady!”le gridò lui senza neanche voltarsi, accelerando il passo.
Lady e Magornak si scambiarono
un’occhiata divertita e poi si affrettarono a corrergli ridacchiando.
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I’m late, really late, I know!! Sorry, ragazze!! Ma guardate è stato l’ennesimo periodo incasinato, forse peggio del solito. Sono riuscita a perdere un aereo, fate un po’ voi (è anche colpa della compagnia aerea però, non solo mia!!) -.-“ Va be’, ma stendiamo un velo pietoso sulla mia vita e parliamo della storia.
So, capitolo di sole due scene (incredibile, questa volta non ho messo mille piccole azioni diverse tutte insieme!!), anche se considerata la brevitas della prima potremmo anche dire che è una scena unica. Magornak che sogna (sogno premonitore?? Magari sì visto quello che ha rischiato di accadere…O forse qualcos’altro che se lui riuscisse a rammentare sarebbe la soluzione a molti problemi?), Vergil che a momenti va in estasi pensando a cosa succederebbe se per una volta andasse tutto come vuole lui. E poi, da questa visione di un cattivo di quelli che ti fanno seriamente proccupare, passiamo a un Dante che come al solito sta facendo l’idiota! XD Me lo immagino, lì che fissa il telefono tutto corrucciato e impreca contro tutti i santi!! Per fortuna Lady sembra captare i suoi guai a distanza visto che il suo tempismo non si smentisce mai!!
Incontro scontro (e voi direte “era ora!!”)…doppio!! Vergil
vs Dante e, a momenti, Magornak vs Lady!! Ma ovviamente Magornak fa troppa tenerezza
per poter anche solo pensare di fargli del male. Anche se si è mostrato
piuttosto demoniaco con la sua reazione al tradimento di quella che lui
reputava la sua migliore amica…ma per fortuna è finito tutto bene. Per Vergil e
Dante un po’ meno…Povero Vergil, non gli bastava quel rompiscatole e
guastafeste di suo fratello, no, doveva mettercisi anche quella maledetta
voce che io sto sinceramente iniziando ad odiare!! L’Autrice di questa
storia è una sadica!! Sono d’accordo!! XD
Prossimo chappy. Allora, immagino che anche quello non conterrà
più di due scene, forse anche direttamente una sola. Vergil è finito tra le
grinfie dei suoi avversari. Riusciranno lui e Magornak a sfuggire e a ritentare
per l’ennesima volta a prendersi Kasreyon?? Sarà quella buona? Lo spero per
loro…I due gemellini saranno di nuovo faccia a faccia…Dante riuscirà a fare
quel benedetto discorso che sono anni che vuole fare a Vergil e che da
altrettanto tempo prova davanti allo specchio facendo finta che il suo riflesso
sia suo fratello?? Ma soprattutto, ci sarà di nuovo tra i due quella indesiderata
attrazione fatale che li aveva presi durante il loro primo incontro?? Ma
è ovv…Ehm, cioè, chi lo sa!! Lo scoprirete nella prossima puntata!!
Basta con le idiozie. Vado a sotterrarmi!! Alle mie recensitrici (su EFP e su
Messanger! XD) doc11, Bloody Wolf, Xeira__ , Kuromi_, LadyVergil e Alice
Mudgarden: Ragazze siete le mie costellazioni nella buia notte infernale
dell’ispirazione!! Vi adoro! Mille grazie anche a chi legge/segue senza
commentare le peripezie di questa pazza!!
Vostra per sempre, direttamente dalla quarta bocca di Lucifero,
MysticAster
Ps1: Come al solito vi invito a farmi notare gli OOC!
Ps2: Avevo detto che lo avrei fatto via mex privati ma mi sembrava di venirvi a rompere troppo…qualcuna di voi mi ha già detto che pensa quindi ok. Alle altre: stavo pensando che ovviamente a tutte noi piace vedere Dante e Vergil come dire…vicini. Ma il punto è vicini quanto?? Be’, questo spetta a voi deciderlo!! Io non sono brava a scrivere scene esplicite, quindi non chiedetemi un manuale di anatomia, però una scena velata e raccontata da l punto di vista sentimentali ve la scrivo volentieri…Fatemi sapere cosa preferite!!