Videogiochi > Devil May Cry
Segui la storia  |       
Autore: DaughterOfDawn    13/05/2011    8 recensioni
Ambientata 10 anni dopo gli eventi di DMC3 (quello che si vede nel filmato speciale non è mai avvenuto). Dopo aver passato dieci anni chiuso all'Inferno, Vergil viene rimandato da alcuni demoni sulla Terra alla ricerca di una spada leggendaria, che secondo quanto si dice ha il potere di spalancare definitivamente le Porte degli Inferi. Accompagnato da Magornak, uno strano demonietto che lo segue da due anni, una volta nel mondo degli umani si appresta a portare a termine la sua missione il più velocemente possibile, nonostante il rischio di doversi nuovamente scontrare con Dante, ma la situazione si rivelerà più complicata del previsto...
[Avvertimenti: rating per la presenza di scene abbastanza sanguinose, shonen-ai (VergilxDante/DantexVergil), possibili spoiler, i personaggi potrebbero essere un po' OOC, soprattutto Vergil...]
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il silenzio regnava sull’appartamento. Non doveva mancare molto all’alba e i primi tenui bagliori di luce fendevano il cielo nero della notte. Magornak continuava a rivoltarsi nel letto, incapace di riprendere sonno. Si era svegliato di colpo da un sogno che non riusciva a ricordare, ma che gli aveva lasciato dentro un profondo senso di angoscia. Non era stato un incubo, ne era sicuro, tutta quell’emozione non era frutto di una qualche spaventosa visione, ma in quel sogno doveva aver sentito qualcosa che lo aveva turbato. Qualcosa che non riusciva a rammentare. Ed era proprio quel vuoto che avvertiva nella sua anima a spaventarlo. Era come se ne mancasse un pezzo, come se avesse perduto qualcosa molto tempo prima. Scosse il capo. Quei pensieri erano assurdi. Lui non aveva perso un bel niente. Almeno, non ricordava che gli fosse accaduto.
Alla fine rinunciò a venire a capo di quella strana sensazione e si alzò, mettendosi a passeggiare per la stanza. Ma continuava a sentirsi inquieto, non c’era nulla da fare. Sgusciò fuori dalla sua stanza e si infilò in quella di fronte. Vergil era sdraiato sul suo letto, disteso su un fianco, ancora addormentato, il codice con le indicazioni riguardanti Kasreyon stretto tra le braccia. Il demonietto rimase ad osservarlo per qualche attimo. Non sembrava sereno neanche nel sonno, come se ci fosse qualcosa che lo tormentava instancabilmente, senza dargli un attimo di pace. Sempre in bilico tra i suoi desideri e la realtà dei fatti, tra la sua ossessione e la sua natura, conteso tra Ombra e Luce.
Gli si avvicinò cercando di non far rumore e gli toccò un braccio con un dito. Il mezzo demone si svegliò all’istante puntando le sue iridi azzurro ghiaccio su di lui.
“Magornak?”domandò un po’ sorpreso mettendosi a sedere e lanciando un’occhiata all’orologio. “Come mai sei già sveglio? È successo qualcosa?”.
“No, niente, è solo che…non riuscivo più a dormire”borbottò la creaturina. Non sapeva neanche lui perché era venuto a svegliare il suo protettore. Forse perché sperava che la sua presenza potesse fargli dimenticare le sensazioni che la notte gli aveva lasciato. “Visto che è quasi l’alba, ho pensato che sarebbe stato meglio venirti a svegliare…”.
“Hai fatto bene. Finalmente vedo che inizi a capire come funziona”commentò Vergil, quasi soddisfatto. “Va’ a prepararti, poi scendi a fare colazione. Mi vesto e ti raggiungo. Ieri ho preparato tutto quello che potrebbe servirci”.
Magornak annuì e si affrettò ad uscire. Il giovane si appoggiò al davanzale della finestra e rimase per qualche attimo a contemplare il paesaggio che veniva via via inghiottito dalla luce dorata del sole nascente. Era di nuovo ad un passo dall’ottenere quello che desiderava più di ogni altra cosa. Chiuse gli occhi. Gli sembrava quasi di percepire il metallo gelido di Kasreyon sotto le dita, di avvertire il suo immenso potere invadergli corpo e anima. Per un fugace momento si sentì finalmente in pace, saziato, libero dal tormento che si era imposto. Si voltò riaprendo gli occhi, le iridi rosso sangue che mandavano bagliori sinistri nella semi oscurità. Presto, molto presto.

Dante fissava indeciso la cornetta del telefono. Tormentarsi alle sei del mattino per una stupida telefonata. Doveva essere proprio scemo. Ma insomma…Che tono avrebbe dovuto usare? Non aveva nessuna intenzione di lasciarle capire che aveva dovuto ammettere con sé stesso di essere stato uno stupido a lasciarsi andare in quel modo in balia di un pessimistico sconforto, ma in fondo voleva in qualche modo farle capire che le era grato per averlo, ancora una volta, aiutato a capire che sbagliava, per avergli ridato un po’ di forza. Da un lato voleva farle capire quanto lei fosse importante per lui, dall’altro il suo orgoglio gli imponeva l’indifferenza e forse anche un certo risentimento per essere stato piantato senza preavviso il giorno precedente. Non era proprio in grado di decidersi. E poi perché avrebbe dovuto chiamare lui? Era lei che se n’era andata. Però gli aveva anche detto di contattarla una volta calmo. Sbuffò, contrariato. Un autentico dilemma. Alla fine si dovette rassegnare: avrebbe preso quello stupido telefono e l’avrebbe chiamata, e al diavolo tutte le sue seghe mentali.
Ma proprio quando stava per sollevare la cornetta, la porta dell’agenzia si spalancò e Lady entrò in fretta, un ghigno smagliante dipinto sul volto.

“Ehilà! Ciao, scorbutico! Ma come siamo mattinieri!”lo salutò canzonatoria. “E io che speravo di trovarti ancora sotto le coperte. Sarebbe stato uno sballo poterti buttare giù dal letto…”.
“Spiritosa”fece lui, irritato. “Stavo per chiamarti. Sono pronto per quel tuo caro “confronto civile”. Contenta?”.
“Parecchio. Ma adesso non c’è tempo. Dobbiamo andare sulle rovine di Temen-Ni-Gru. Ti spiego per strada. È importante che ci sbrighiamo”. La ragazza battè le mani. “Muoviti. E porta anche Rebellion oltre alle pistole. Ti servirà di sicuro”.
Dante capì al volo dove voleva arrivare la sua amica: doveva aver scoperto dov’era suo fratello. O, meglio, dove poteva trovarsi in quel momento. Senza fare commenti, si affrettò a fare quello che gli era stato detto e i due uscirono quasi di corsa.
Mentre camminavano la donna gli spiegò quello che aveva scoperto il giorno prima e raccontò del suo incontro con Magornak. Il mezzo demone la guardò alquanto scettico quando lei gli disse di come il demonietto l’aveva salvata dai demoni, ma evitò di esprimersi. Non era il momento di mettersi a litigare. Stava per trovarsi di nuovo faccia a faccia con Vergil e questa volta nulla avrebbe potuto impedire uno scontro sanguinoso tra loro. Dovette ammettere che la cosa lo rendeva un po’ nervoso.
“Come mai non sei venuta subito da me?”domandò, cercando di scacciare l’ansia che aveva iniziato a stringergli lo stomaco. Ci mancava solo che si facesse prendere dalle emozioni. Ma perché diamine Vergil gli faceva sempre quell’effetto?!
“Ho passato tutto il giorno con Magornak, te l’ho detto. Ma mi ascolti quando parlo?!”rispose lei, scocciata. “E poi tu non eri disposto ad avere una conversazione civile, ricordi? Comunque, prima di questa mattina quei due non avrebbero combinato nulla di nuovo. Vergil doveva essere conciato parecchio male dopo la strage di ieri a giudicare dallo stato in cui eri tu”.
“Giusto”borbottò lui, volgendo lo sguardo da un’altra parte. Possibile che quella donna dovesse sempre avere la risposta pronta? Non la sopportava.
“Di un po’, non sarai nervoso, eh, Dante?”lo apostrofò allora lei con un sorrisetto. Il cacciatore di demoni le pareva parecchio a disagio. Capiva che quella non dovesse essere una situazione facile per lui. E capiva altrettanto bene che la prospettiva di doversi nuovamente scontrare con il suo gemello non lo faceva impazzire. Sperava che provocandolo gli avrebbe restituito un po’ di grinta. “Cos’è, non ti va di rivedere il tuo adorato fratellino?”.
“Non dire stronzate. È solo che…sono un po’ preoccupato. Non voglio combattere contro di lui. E non solo per una questione di affetto o quello che vuoi. Il fatto è che Vergil ha passato dieci anni all’Inferno. Potrebbe essere diventato un avversario…al di sopra delle mie capacità”.
“Hai paura di perdere?!”.
“Più o meno. Diciamo che preferirei non rimanerci secco”.
“E tu dici che non c’è possibilità di avere un altro dialogo civile con lui?”.
“Stiamo parlando di Vergil. Per lui siamo solo scocciature. E come tali ci eliminerà”.
“Hai ragione…Però almeno lasciami sperare”.
Si scambiarono un’occhiata complice e anche Dante abbozzò un sorriso. Era contento di averla al suo fianco. Senza di lei sarebbe stato perso. Ma non l’avrebbe mai ammesso, ovviamente.
Raggiunsero in fretta le rovine e, una volta sul posto, rallentarono l’andatura, i sensi all’erta per percepire il minimo segno di vita. Al mezzo demone bastarono pochi attimi per sentirlo.
“Vergil è qui”sussurrò alla sua compagna e le fece cenno di seguirlo.
Avevano fatto pochi metri quando una voce agitata giunse alle loro orecchie.
“Ma…ma, insomma, sei sicuro? E se poi succede di nuovo? Mi spieghi come cavolo faccio a cavarmela se tu…se succede lì sotto?!”si stava lamentando una voce preoccupata che Lady non esitò a riconoscere. Magornak. “Non è che mi interessi tanto di finire ammazzato! Non è la prima volta che corro quel rischio…Ma non ti potrò aiutare, Vergil! Non so se è una buona idea!”.
“Preferiresti restare quassù? In effetti non sarebbe male, mi daresti meno fastidio. Però ho bisogno di te per il rituale”rispose un’altra voce, meditabonda. Vergil.
‘Ci siamo’pensò Dante. ‘È ora di fare i conti. Ti farò sputare fuori tutti i tuoi maledetti piani e te li rovinerò come ho fatto dieci anni fa. Ti farò pentire di aver infangato in questo modo la memoria di nostro padre, di aver tradito tutto quello che nostra madre ha tentato di insegnarci. Ma soprattutto non ti permetterò di lasciarmi da solo un’altra volta!’. Senza aspettare oltre, si precipitò nella direzione da cui provenivano le voci.
“Dante, aspetta!”esclamò Lady tentando di mantenere basso il tono di voce, ma ovviamente lui la ignorò. Testone impulsivo. ‘Maledizione! Perché cazzo deve andarsele a cercare in questo modo ogni volta?’imprecò mentalmente, correndogli dietro. Perfetto. Addio effetto sorpresa e tentativo di evitare un lago di sangue. E lei avrebbe dovuto vedersela con Magornak. Avvertì una stretta al cuore. L’avrebbe odiata con tutta l’anima. Ma come lui doveva aiutare Vergil, lei doveva badare a Dante. Forse il demonietto avrebbe capito le sue ragioni. Erano nella stessa posizione, d’altronde. Dalla parte opposta del campo, certo, ma pur sempre nella stessa, identica posizione.

 

L’aria era davvero fredda quella mattina e il sole era coperto da un fitto banco di nuvole. Man mano che si avvicinavano alla meta, la decisione di Magornak si era affievolita trasformandosi in timore. Non pensava più al sogno che aveva fatto, ma tutti i suoi pensieri erano assorbiti dall’aura  minacciosa di Kasreyon che si sentiva addosso, quasi fosse già davanti a loro. Quella storia gli piaceva, per qualche motivo assurdo, sempre di meno. Vergil invece era freddo e deciso come al solito. Il volto inespressivo non tradiva alcuna emozione, ma i suoi occhi azzurri sembravano scintillare più del solito. Uno scintillio decisamente inquietante, ossessivo.
Nel giro di qualche minuto i due furono di nuovo all’ingresso dei sotterranei. La scala si immergeva come il giorno precedente nell’oscurità più totale e pareva volerli risucchiare nelle profondità labirintiche della torre. Il ricordo di quello che era avvenuto al loro primo tentativo li fece bloccare. Il mezzo demone indugiò un attimo, poi si mise a frugare nello zaino che aveva con sé e ne estrasse due torce elettriche. “Muoviamoci”ordinò tendendone una al suo protetto e cercando di nascondere il leggero tremito di insicurezza che aveva incrinato il suo tono. Temeva di udire ancora quella maledetta voce, di perdere un’altra volta il controllo, di rovinare di nuovo tutto.
Il demonietto esitò, preso dalla stessa paura. “Vergil, sei sicuro di volerlo fare?”chiese incerto.
“Non ho altra scelta, Magornak. Lo sai. Tutto ciò per cui ho sopportato l’umiliazione della sconfitta e l’esilio tra le tenebre infernali è là sotto che aspetta solo che io lo prenda. È là per me, è l’antidoto alla mia disperazione, è il coronamento della mia ossessione, è il fine della mia esistenza”. Gli occhi del giovane scintillavano e la sua voce aveva preso un tono appassionato che non aveva mai avuto. “Io non posso rinunciare proprio adesso. No, tanto varrebbe spalancare le braccia alla morte”.
“Ma…ma, insomma, sei sicuro? E se poi succede di nuovo? Mi spieghi come cavolo faccio a cavarmela se tu…se succede lì sotto?!”protestò la creaturina ansiosa. Capiva quello che stava dicendo il suo protettore, ma era anche tutta quella passione ossessiva a spaventarlo. Temeva che lo avrebbe condotto alla perdizione. Per sempre ed irrimediabilmente. “Non è che mi interessi tanto di finire ammazzato! Non è la prima volta che corro quel rischio…Ma non ti potrò aiutare, Vergil! Non so se è una buona idea!”.
“Preferiresti restare quassù?”chiese Vergil, pensoso. “In effetti non sarebbe male, mi daresti meno fastidio. Però ho bisogno di te per il rituale”.
“Infatti! Non se ne parla nemmeno! Io non ti lascio da solo un’altra volta contro l’ignoto! Dovrai uccidermi se proprio ci tieni”sentenziò Magornak, deciso. “E poi…”.
“Zitto”lo interruppe bruscamente il mezzo demone. La sua mano corse all’elsa si Yamato e lui la estrasse dal fodero. “Mio fratello è qui”.
“COSA?!”.
“Sta’ dietro di me e proteggi il libro a costo della vita”.
Il demonietto non se lo fece ripetere anche se si prese un attimo per scoccare al suo protettore un’occhiataccia. ‘Proteggi il libro a costo della vita’. Ovvio, lui contava meno di quel volume pieno di muffa. Ci mancava solo il gemello “buono” adesso. Come se non avessero già abbastanza problemi per conto loro. Come diamine aveva fatto poi Dante a trovarli?! Che pasticcio. Ora i due figli di Sparda si sarebbero scontrati nel tentativo di ammazzarsi a vicenda. Pessimo affare. ‘Te lo chiedo per l’ennesima volta, scusami se sono ripetitivo…Ma si può sapere come diavolo hai educato i tuoi figli?! Va bene, dovevano conoscere anche i costumi di vita dei demoni, ma potevi evitare che ci si affezionassero così tanto! O forse ti sei trovato anche tu a fronteggiare senza speranza questa loro passione? Mi sa tanto! Ripeto, ti compatisco, Sparda!’.
Non dovettero attendere molto. Nel giro di qualche attimo, Dante spuntò da dietro un cumulo di macerie, Rebellion stretta in mano. I due gemelli si fissarono negli occhi senza proferire parola, poi sul volto del minore comparve un ghignetto divertito.
“Ma bene, ci incontriamo per la seconda volta, fratellino”fece, provocatorio.
“A quanto pare non hai perso la tua brutta abitudine di mettermi i bastoni tra le ruote”rispose Vergil glaciale. “Mi pareva di averti detto di farti gli affari tuoi”.
“E a me sembrava di averti risposto che non avevo intenzione di farlo”.
“Dante, maledizione!”gridò una voce da dietro il cacciatore di demoni e Lady apparve al suo fianco, irritata. “Sei una testa di cazzo!”. Poi rivolta all’altro gemello: “Ma guarda chi c’è! Stronzo! Sei tornato a fare casino un’altra volta? Be’, mi spiace per te, Vergil, ma ti andrà male anche questa volta. E non pensare di tornartene all’Inferno! Col cavolo che te lo faccio fare!”.
“Ah, Lady. La figlia di Arkham. Uguale a tuo padre: un’inutile scocciatura”rispose lui, senza scomporsi. “Formate proprio una bella coppia, tu e mio fratello”.
Da dietro Vergil, Magornak fissava la ragazza, che evitava accuratamente di guardarlo, congelato. Non era possibile. Mary era un’amica di Dante?! La figlia di Arkham?! Lo aveva preso in giro. Non poteva crederci. E lui c’era cascato in pieno, senza sospettare nulla. Avvertì una rabbia violenta esplodergli dentro. Si sentiva tradito, ferito nel profondo. Quell’umana aveva approfittato della sua ingenuità per arrivare a Vergil. E lui, con la sua stupidità, aveva involontariamente tradito la persona che gli aveva salvato la vita. Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, conficcandosi le unghie nella carne.
“Mary!”urlò, facendo sobbalzare tutti. Le sue iridi viola erano come infuocate. “Mi hai preso in giro! Brutta stronza, hai giocato con la fiducia che ti ho dato! Io ti ammazzo, fosse anche l’ultima cosa che farò, ma stanne certa! Umana schifosa! Siete uguali ai demoni! Anzi, peggio! Ipocriti ingannatori, privi di rispetto per tutto e tutti, sporchi egoisti!”.
Il suo protettore gli lanciò un’occhiataccia. “Era lei la tua amica umana? Ma complimenti, non sei proprio capace di badare a te stesso, idiota che non sei altro”lo rimproverò tagliente. “Dovrei ammazzarti per aver rovinato i miei piani, lo sai? Ma diciamo che se tu ammazzi lei potrei anche decidere di perdonarti”.
“Che la ammazzo ci puoi giurare!”esclamò il demonietto. Poi, contrito: “Mi spiace, Vergil. Sono un danno. Non capisco niente”.
“Magornak, io…Mi dispiace!”intervenne la ragazza, disperata. “È vero, all’inizio ti ho avvicinato con il solo proposito di ingannarti, però poi, conoscendoti, mi sono affezionata a te! Devi credermi, mi sono tormentata moltissimo per quello che ti stavo facendo! Ma non potevo fare altro”. Abbassò lo sguardo, frustrata. “Io dovevo farlo per Dante, capisci? Tu avresti fatto lo stesso per Vergil. Io ho giurato che avrei rimesso insieme la famiglia Sparda e lo farò! Perché Dante è mio amico e senza suo fratello non riesce ad essere felice e se non è felice lui non posso esserlo neanche io! Dovevo farlo per lui e se potessi tornare indietro lo rifarei senza esitazione!”.
“Ehi, non sparare boiate sul mio conto, Lady!”esclamò Dante, voltandosi a guardarla, preso alla sprovvista. Che cazzo faceva quella donna?! Come poteva dire quelle cose di lui di fronte a Vergil? Lanciò un’occhiata a suo fratello e gli parve di scorgere un lampo divertito nel suo sguardo. Perfetto. Ora quello stronzo si prendeva anche gioco di lui? Lady gliela avrebbe pagata.
La sua amica lo ignorò, concentrando tutta la sua attenzione su Magornak. Lui sentì la sua rabbia vacillare: capiva quello che provava la ragazza. Lo faceva per Dante, per la persona più cara che aveva. Era la stessa cosa che lui provava per Vergil e quindi lei aveva i suoi stessi obblighi verso l’altro gemello. Contro tutto e tutti. Anche contro i suoi desideri, le sue convinzioni, i suoi ideali, a costo di nuocere alle altre persone a cui teneva. Ma appunto in nome di questa fedeltà che entrambi avevano lui avrebbe dovuto ucciderla. Era un ostacolo per Vergil. Quindi andava eliminata. “Capisco fin troppo bene, Mary”disse piano. “E proprio per questo motivo anche tu comprenderai perché ti devo uccidere. Anche se desidero con tutta l’anima di non doverlo fare”.
“Sì, lo so, Magornak. Ma per la stessa ragione saprai che io non posso lasciartelo fare”rispose Lady, sollevando il suo bazooka. “Non avrei mai pensato di dover combattere contro di te”.
I due si fissarono intensamente per qualche attimo, ma prima che uno di loro potesse dare inizio al combattimento i due gemelli si misero davanti a loro.
“Magornak, ti ho detto di stare dietro di me. Datti una calmata. Quando avrò sistemato mio fratello, potrai vendicarti, ma adesso sta’ fuori dai piedi”ordinò Vergil senza però guardarlo, lo sguardo fisso in quello di suo fratello.
“Anche tu, Lady, sta’ buona. È una cosa tra me e Vergil. Non voglio che ti batti per me contro una persona a cui tieni. Quando avrò fatto il culo a quel presuntuoso, tu e il demonietto avrete tutto il tempo per trovare un accordo pacifico”disse Dante alla sua amica senza però staccare gli occhi da quelli identici dell’altro mezzo demone.
I figli di Sparda si squadrarono, pronti a uno scontro all’ultimo sangue come dieci anni prima, mentre gli altri due, seppur riluttanti, si facevano da parte. Erano di nuovo uno contro l’altro, volenti o nolenti. E questa volta l’arbitra della partita sarebbe stata la morte. Solo lei avrebbe potuto porre fine alla battaglia, incoronando il vincitore e accogliendo tra le sue spire lo sconfitto.
Dante desiderò che si mettesse a piovere come quella volta sulla cima di Temen-Ni-Gru. Sarebbe stato tutto come allora. Tutto tranne l’esito. ‘Vergil. Per quanto io sia attaccato a te, niente e nessuno potranno impedirmi di fermarti. Ad ogni costo. Anche se questo mi costerà molto più che la vita. Perderò metà della mia anima’pensò, avvertendo al tempo stesso una profonda tristezza. Molto probabilmente neanche quella volta sarebbe riuscito a riavere suo fratello, per quanto impegno ci mettesse. E non ci sarebbe stata una terza possibilità.
Vergil strinse con forza l’elsa di Yamato. Si sarebbe ripreso la rivincita che aspettava da dieci anni. Avrebbe mostrato al suo gemello chi era il legittimo erede di Sparda. Una volta per tutte. Non poteva permettergli di rovinare i suoi piani. E lo avrebbe fermato, nell’unico, estremo modo che gli rimaneva. Non potè impedirsi però di provare una certa amarezza. ‘Dante. Se solo ti fossi unito a me, se solo tu volessi capire. Non mi resta che cancellarti per sempre. Anche se questo mi farà soffrire più di ogni altra cosa. Resti pur sempre la metà della mia anima’. O il sangue caldo di suo fratello o un nuovo, questa volta eterno esilio nella solitudine del peggiore degli inferni. Il nero vuoto della morte.
I due scattarono in avanti nello stesso istante e le loro lame cozzarono con violenza, sprigionando una pioggia di scintille tutto intorno. Non fecero in tempo a separarsi che Vergil ripartì di nuovo all’attacco con più forza di prima. Dante riuscì a stento a bloccare la lama di Yamato prima che gli tagliasse il petto. Suo fratello era decisamente più veloce di dieci anni prima. E i suoi attacchi erano molto più potenti. Non sarebbe stata una lotta facile. Strinse Rebellion con entrambe le mani e si gettò sull’altro che parò il colpo senza troppi problemi con uno dei suoi soliti movimenti fluidi.
Si separarono, mettendo qualche metro di distanza tra loro.
“Però, sei migliorato, fratellino”commentò il cacciatore di demoni, cercando di nascondere dietro la sua spavalderia il fatto che si trovava in difficoltà. Doveva elaborare una strategia. E doveva farlo in fretta.
“Anche tu sei rimasto in forma”gli rispose suo fratello. “Ma mi sa che questa volta tutta la tua abilità non basterà a battermi. Mi spiace: il tuo destino è già scritto”.
“Questo è tutto da vedere!”gridò lui allora, slanciandosi senza preavviso in avanti.
Il suo fendente incontrò la lama della katana, ma Vergil fu costretto a fare un passo indietro, sorpreso dalla violenza del colpo. Dante non gli lasciò spazio per riprendersi e cominciò a tempestarlo di attacchi, costringendolo in difesa e impedendogli in qualunque modo di contrattaccare.
‘Bastardo’pensò il maggiore dei figli di Sparda, parando l’ennesimo assalto. ‘Se stai cercando di sfiancarmi, ti sbagli. Sarai tu a mollare per primo’. Però dovette ammettere che tutta quella situazione lo irritava. Possibile che dopo dieci anni passati a scontrarsi con demoni di ogni tipo fosse ancora in difficoltà contro suo fratello? Era proprio debole.
Posso offrirti io la soluzione a tutto ciò. Lo sai, Vergil, te l’ho già detto.
Il mezzo demone inciampò preso alla sprovvista, mentre l’ansia lo prendeva alla gola. No, per favore, non di nuovo. Non ora. La lama di Rebellion gli passò a pochi millimetri dal viso e lui fu costretto a saltare indietro.
Perché non vuoi che concederti a me, Vergil? Io sono qui per te, solo per te. Esisto per soddisfarti, per calmare la tua insaziabile sete. Accettami, Vergil. Dà senso alla mia esistenza.
Dante gli si scagliò contro per l’ennesima volta. Vergil riuscì a evitare il colpo all’ultimo momento, ma perse l’equilibrio e cadde a terra. Aveva completamente perso la concentrazione. La sua mente era sconvolta dal potere di quella voce e la sua parte demoniaca stava nuovamente tentando di sopraffarlo. Si rimise in piedi, ansimante. Non avrebbe resistito a lungo. Ma non poteva fare nulla per contrastare la devastazione che stava abbattendo una a una le barriere del suo autocontrollo. Sarebbe di nuovo sprofondato nel buio, preda di quella maledetta brama infinita.
Vergil. Lasciati andare. Dammi la tua anima. Insieme noi possiamo tutto. VERGIL!
Magornak capì all’istante cosa stava accadendo. Lo comprese nello stesso momento in cui vide il suo compagno incespicare la prima volta. La voce era tornata. Panico. La paura lo paralizzò. Avrebbe voluto gridare, ma qualcosa glielo impediva. Non riusciva neanche a muoversi e il suo respiro si era fatto affannoso. Lady si voltò verso di lui, preoccupata.
“Magornak. Che succede? Cosa ti prende?”si affrettò a chiedere.
“Sta…sta per accadere di nuovo”balbettò lui, guardandola negli occhi. Le sue iridi viola erano piene di angoscia frustrata e timore.

La ragazza si sentì a sua volta invadere da quegli stessi sentimenti, intuendo a cosa si riferiva il suo amico, spostando lo sguardo su Vergil. Doveva avvertire Dante. Ma la voce non le veniva.
Intanto anche il cacciatore di demoni parve accorgersi dello stato del suo gemello perché si bloccò interdetto. Che cavolo stava succedendo? Perché diamine tutto ad un tratto Vergil era così in difficoltà? A momenti non riusciva neanche a parare i suoi attacchi. E poi nei suoi occhi c’era qualcosa di strano. Era scoppiato un caos di emozioni. “Che cazzo ti prende?!”esclamò nervoso. “Perché diamine non combatti come si deve?! Non puoi essere già stanco!”.
L’altro mezzo demone alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo e Dante si accorse con orrore che le sue iridi si stavano lentamente tingendo di rosso. Fece istintivamente un passo verso di lui. “Ma che cazzo…?!”.
Vergil cadde in ginocchio, incapace di sostenersi, e si portò le mani alle tempie, urlando mentre le tenebre iniziavano a divorargli velocemente l’anima.
“Vergil!”strillò Magornak ritrovando finalmente le parole e si precipitò al suo fianco, stringendogli un braccio, completamente sconvolto. “Vergil, Vergil, ti prego, devi reagire! Non puoi lasciare che ti prenda di nuovo, ti prego, Vergil, ti scongiuro!”. Ma il suo compagno si dibattè liberandosi dalla sua stretta, in preda alle convulsioni. Allora il demonietto alzò il suo sguardo sull’altro figlio di Sparda che era rimasto impietrito a un paio di metri da loro. “Dante, Dante, ti prego!!”disse disperato. “Fa’ qualcosa! Per Sparda!!! Aiuta Vergil, ti supplico!”.
Dante scosse il capo incapace di proferire parola. Cosa poteva fare lui che non sapeva neanche cosa stava accadendo? Suo fratello stava dando fuori di matto, questo era ovvio, ma lui era impotente quanto gli altri due a questo proposito. Però l’angosciata richiesta di aiuto che leggeva in quelle iridi viola lo faceva stare male. Come poteva pretendere di voler riportare a casa suo fratello se non sapeva neanche proteggerlo da sé stesso? Aveva l’impressione che tra lui e il suo gemello si stesse aprendo un baratro sempre più largo. E presto sarebbe diventato incolmabile. Senza riflettere si protese in avanti. “Vergil…”bisbigliò in un soffio.
Tutto intorno a lui calarono improvvise le tenebre. Basso e alto, destra e sinistra, tutte le dimensioni spaziali smisero di esistere in un attimo e rimase solo un buio uniforme. Il cacciatore di demoni si guardò intorno, sorpreso. Dove diavolo era finito adesso? Non ebbe però il tempo di interrogarsi oltre. Il suo sguardo così come tutti i suoi pensieri furono calamitati da quello che aveva davanti a sé: Vergil era quasi completamente avvolto in quelle ombre informi che lo stavano lentamente inghiottendo. I loro occhi si incontrarono, azzurri in rossi, e suo fratello tese un braccio verso di lui, in una muta richiesta di soccorso. Lui non attese un secondo e si gettò in avanti. Tutta quella situazione gli ricordava maledettamente il momento in cui Vergil si era lasciato cadere nel baratro infernale. Le immagini delle loro mani che si sfioravano riempirono la sua mente insieme alla sensazione di vuoto tra le dita. Non poteva permettere che succedesse di nuovo.
Le tenebre arrivarono a coprire il viso di Vergil, gelide. Sarebbe di nuovo andato fuori controllo. E non osava immaginare a cosa l’avrebbe condotto la sua follia questa volta. Quanto sangue avrebbe sparso. Quante vite avrebbe rubato. Solo, nella sua cieca furia, nella sua insaziabile sete di potere. Ma proprio quando si apprestava a rinunciare ad ogni ulteriore resistenza, avvertì qualcosa di caldo afferrargli la mano e tirarlo faticosamente fuori dal buio. E dopo pochi istanti di lotta si ritrovò stretto tra le braccia del suo gemello.
Dante ansimava vistosamente, incredulo. Suo fratello era lì, attaccato a lui. Percepiva le sue dita stringersi convulsamente alla sua giacca, il suo viso affondato nella sua spalla. L’aveva salvato. Questa volta era riuscito a non ripetere l’errore compiuto dieci anni prima. Avvertì le lacrime pungergli gli occhi. Li chiuse, stringendosi ancora di più al corpo di Vergil. Temeva che fosse solo un’illusione, uno stupido scherzo della sua mente che voleva prendersi gioco della sua incapacità.
Quando li riaprì era di nuovo tra le rovine di Temen-Ni-Gru, inginocchiato di fianco a Magornak. Non aveva la più pallida idea di come ci fosse arrivato, ma non gli importava. L’unica cosa che gli interessava in quel momento era che Vergil fosse lì tra le sue braccia, sano e salvo. Quest’ultimo alzò gli occhi su di lui e le sue iridi tornarono di nuovo del loro colore naturale. Poi il mezzo demone perse i sensi, sfiancato dalla lotta contro la sua parte demoniaca.
Il cacciatore di demoni nascose a stento un sorriso quando il suo sguardo incontrò quello sollevato ed adorante di Magornak.
“Grazie, Dante Sparda. Ti sono debitore. Non puoi immaginare quanto”mormorò il demonietto praticamente in lacrime, stringendo a sé lo zaino del suo protettore.
“L’ho fatto volentieri, Magornak”rispose lui tornando a guardare il suo gemello. “Vergil è mio fratello, niente e nessuno potranno mai separarci del tutto. E lui lo sa, anche se testardamente fa finta che non sia così…”.
Lady li raggiunse in silenzio e si inginocchiò di fianco al demonietto, abbracciandolo. “Ti senti meglio adesso?”gli chiese a bassa voce.
Lui annuì, un po’ sorpreso da quella dimostrazione di affetto. La ragazza dovette notarlo perché ridacchiò e gli sussurrò: “Non faccio mai cose di questo genere, ma con te mi sento troppo in colpa e ci tengo a farmi perdonare a tutti i costi”.
“Non riesco ad odiarti, Mary. Nonostante tutto non riesco nemmeno a restare arrabbiato. Mi spiace di aver detto tutte quelle brutte cose prima. Non le pensavo”rispose Magornak imbarazzato.
“Non ti preoccupare. Me le meritavo. E comunque è tutta colpa di questi due”. La giovane indicò con lo sguardo i due gemelli. “Sono dei gran casinisti”.
“Sì, ma, se non fossero stati tali, noi non ci saremmo mai incontrati”obiettò la creaturina con l’aria di chi la sa lunga e un sorrisetto furbo stampato sul volto.
“Giusta osservazione. Però voglio farti vedere quanto poco ci vuole a farli arrabbiare”. Lady si schiarì la gola e disse ad alta voce, rivolta al cacciatore di demoni: “Ehm, Dante, non per rompere questo tuo idillio con Vergil…Ma perché, visto che sei lì con quell’aria sognante, non te lo baci pure e poi ce ne andiamo? Non vorrei che arrivasse qualche banda di demoni, sai com’è…”.
Magornak si premette una mano sulla bocca per non ridere, mentre Dante alzava la testa di scatto lanciando un’occhiata assassina al sorriso malizioso della sua amica.
“Non dire stronzate, Lady!”esclamò avvampando. Aveva già avuto un’esperienza di quel genere e per un po’ preferiva farne a meno. ‘Non che fosse stato male, anzi…’. Si irrigidì a quel pensiero, scuotendo il capo. Ma che cavolo andava vagheggiando?!
“Va bene, Mr. Semaforo”ridacchiò lei.
Lui sbuffò esasperato, troppo imbarazzato per ribattere, ma volse gli occhi da un’altra parte. Non poteva farsi pigliare per il culo in quel modo. E perché diamine era così a disagio?! Meglio non saperlo, si disse, alzandosi e caricandosi Vergil in spalla. “Forza, muovete il culo, idioti. Ha ragione mio fratello, vuoi due siete proprio una bella accoppiata”ringhiò avviandosi.
“Anche tu e tuo fratello siete una splendida coppia, sai Dante?”lo rimbeccò ancora la sua amica.
“Fanculo, Lady!”le gridò lui senza neanche voltarsi, accelerando il passo.

Lady e Magornak si scambiarono un’occhiata divertita e poi si affrettarono a corrergli ridacchiando.

 

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

I’m late, really late, I know!! Sorry, ragazze!! Ma guardate è stato l’ennesimo periodo incasinato, forse peggio del solito. Sono riuscita a perdere un aereo, fate un po’ voi (è anche colpa della compagnia aerea però, non solo mia!!) -.-“ Va be’, ma stendiamo un velo pietoso sulla mia vita e parliamo della storia.

So, capitolo di sole due scene (incredibile, questa volta non ho messo mille piccole azioni diverse tutte insieme!!), anche se considerata la brevitas della prima potremmo anche dire che è una scena unica. Magornak che sogna (sogno premonitore?? Magari sì visto quello che ha rischiato di accadere…O forse qualcos’altro che se lui riuscisse a rammentare sarebbe la soluzione a molti problemi?), Vergil che a momenti va in estasi pensando a cosa succederebbe se per una volta andasse tutto come vuole lui. E poi, da questa visione di un cattivo di quelli che ti fanno seriamente proccupare, passiamo a un Dante che come al solito sta facendo l’idiota! XD Me lo immagino, lì che fissa il telefono tutto corrucciato e impreca contro tutti i santi!! Per fortuna Lady sembra captare i suoi guai a distanza visto che il suo tempismo non si smentisce mai!!

Incontro scontro (e voi direte “era ora!!”)…doppio!! Vergil vs Dante e, a momenti, Magornak vs Lady!!  Ma ovviamente Magornak fa troppa tenerezza per poter anche solo pensare di fargli del male. Anche se si è mostrato piuttosto demoniaco con la sua reazione al tradimento di quella che lui reputava la sua migliore amica…ma per fortuna è finito tutto bene. Per Vergil e Dante un po’ meno…Povero Vergil, non gli bastava quel rompiscatole e guastafeste di suo fratello, no, doveva mettercisi anche quella maledetta voce che io sto sinceramente iniziando ad odiare!! L’Autrice di questa storia è una sadica!! Sono d’accordo!! XD

Prossimo chappy. Allora, immagino che anche quello non conterrà più di due scene, forse anche direttamente una sola. Vergil è finito tra le grinfie dei suoi avversari. Riusciranno lui e Magornak a sfuggire e a ritentare per l’ennesima volta a prendersi Kasreyon?? Sarà quella buona? Lo spero per loro…I due gemellini saranno di nuovo faccia a faccia…Dante riuscirà a fare quel benedetto discorso che sono anni che vuole fare a Vergil e che da altrettanto tempo prova davanti allo specchio facendo finta che il suo riflesso sia suo fratello?? Ma soprattutto, ci sarà di nuovo tra i due quella indesiderata attrazione fatale che li aveva presi durante il loro primo incontro?? Ma è ovv…Ehm, cioè, chi lo sa!! Lo scoprirete nella prossima puntata!!
Basta con le idiozie. Vado a sotterrarmi!! Alle mie recensitrici (su EFP e su Messanger! XD) doc11, Bloody Wolf, Xeira__ , Kuromi_, LadyVergil e Alice Mudgarden: Ragazze siete le mie costellazioni nella buia notte infernale dell’ispirazione!! Vi adoro! Mille grazie anche a chi legge/segue senza commentare le peripezie di questa pazza!!

Vostra per sempre, direttamente dalla quarta bocca di Lucifero,

MysticAster

 

Ps1: Come al solito vi invito a farmi notare gli OOC!

Ps2: Avevo detto che lo avrei fatto via mex privati ma mi sembrava di venirvi a rompere troppo…qualcuna di voi mi ha già detto che pensa quindi ok. Alle altre: stavo pensando che ovviamente a tutte noi piace vedere Dante e Vergil come dire…vicini. Ma il punto è vicini quanto?? Be’, questo spetta a voi deciderlo!! Io non sono brava a scrivere scene esplicite, quindi non chiedetemi un manuale di anatomia, però una scena velata e raccontata da l punto di vista sentimentali ve la scrivo volentieri…Fatemi sapere cosa preferite!!

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Devil May Cry / Vai alla pagina dell'autore: DaughterOfDawn