Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: SunlitDays    14/05/2011    2 recensioni
Piccola raccolta di missing moment su Ginny Weasley.
Da "La Pietra Filosofale" a "I Doni della Morte"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo:  Sunlit Days
Pairing:  
Harry Potter/Ginny Weasley
Genere: Romantico, introspettivo, missing moments
Rating: PG13
Note dell'Autrice:  
raccolta di 5 drabble originariamente scritta per il contest "Happy Drabble To You - Once Again" indetto da Erica Weasley, ma rendendomi conto della poca originalità ho deciso di scriverne un'altra. Mi dispiaceva però doverla cestinare, così ho deciso di postarla lo stesso.


Il treno si mosse. Harry vide la madre salutare i ragazzi con la mano e la sorellina, tra il riso e le lacrime, rincorrere il treno, ma quello guadagnò velocità e lei rimase indietro, e allora continuò a salutare con la mano.
( Harry Potter e La Pietra Filosofale – capitolo 6 )

Il treno sfrecciava via e ormai era solo una lunga figura sfocata per Ginny, ma lei continuò a guardarlo e salutare finchè non svoltò una curva e scomparve dalla sua vista.

Sentì sua madre chiamarla, ma lei rimase ferma sul posto, continuando a pensare “sola, rimarrò sola”.

Ci era passata con tutti i suoi fratelli. Sapeva cosa sarebbe successo ora.

Ron si sarebbe fatto degli amici, sarebbe tornato a casa cambiato, cantando la gloria di Hogwarts.

Tra il velo di lacrime, rivide un ragazzino nervoso, con gli occhiali e la zazzera spettinata.

Il treno era sfrecciato via e Ginny era rimasta ancora una volta indietro.


E' Ginny”, disse Ron, “E' strano che sia così timida. Di solito non sta mai zitta...” ( Harry Potter e La Camera Dei Segreti – capitolo 3 )

La porta si chiuse con un scatto e Ginny ci si appoggiò contro.

E' Ginny”, sentì Ron dire, “E' strano che sia così timida. Di solito non sta mai zitta...”

Si maledì per la sua stupidità. Non aveva promesso a se stessa che sarebbe diventata amica di Harry Potter? Ma quando era entrata in cucina ed aveva visto due occhi verdi osserlarla, Ginny non era riuscita a pensare ad altro che: è qui! Indosso una stupida e vecchia camicia da notte!

Non aveva dimenticato le parole che Ron le aveva detto di ritorno alla Tana.

Smettila di fare tutte queste domande! Harry non ti vorrà mai come amica”.



 Hem, hem”, intervenne Ginny, in un'imitazione così fedele della professoressa Umbridge che molti si guardarono intorno allarmati prima di ridere. “Non dovevamo decidere con quale frequenza incontrarci?” ( Harry Potter e L'Ordine della Fenice – capitolo 16 )

Hem, hem”, intervenne Ginny, imitando alla perfezione la Umbridge.

Non dovevamo decidere con quale frequenza incontrarci?”, proseguì.

Tra le risate generali, Ginny notò Harry guardarla con ammirazione.

Cacciò il pensiero dalla mente e si concentrò sui suggerimenti dei suoi amici.

Ricordò le parole di Hermione: vivi la tua vita, esci con altri ragazzi.

Non era più la ragazzina ingenua che, desiderosa di un amico, di venire accettata, aveva aperto il suo cuore a Tom Riddle; non avrebbe lasciato che una stupida cottarella dettasse la sua vita.

Harry era suo amico e Ginny avrebbe combattuto al suo fianco.

Ma non hai mai davvero rinunciato a lui, una vocina impertinente le sussurrò.


Una sera ( Ginny ) si ritirò in biblioteca e Harry si sistemò accanto alla finestra nella sala comune, in teoria per finire il compito di Erbologia ma in realtà a rivivere un'ora particolarmente felice passata con Ginny sulla riva del lago. ( Harry Potter e Il Principe Mezzosangue – capitolo 25 )

Senza fiato, Harry e Ginny si separarono.

Il sole era caldo sulla sua pelle accaldata e lei con riluttanza si abbottonò la camicetta.

Harry allungò un braccio e l'attirò a sé. Risero senza motivo, felici e rilassati nella calda brezza primaverile.

Ginny ignorò la persistente sensazione che le suggeriva che non sarebbe durata, che Harry l'avrebbe lasciata per qualche stupido, nobile motivo.

Devo farti una confessione”, le disse.

Cosa”, rispose nel suo petto.

Quel giorno, sai, quando tu e Dean vi siete lasciati. Ero io. Voglio dire, sono stato io a spingerti”.

Le ci vollero parecchi secondi per capire di cosa stesse parlando.

Non sarebbe cambiato niente”.


 Con uno sforzo enorme, Harry si costrinse a proseguire. Gli parve di vedere Ginny voltarsi al suo passaggio: forse aveva avvertito la sua presenza? Ma non parlò e non la guardò. ( Harry Potter e I Doni Della Morte – capitolo 34 )

Ginny stringeva la mano della ragazza, sussurrandole parole di conforto, ripetendole che sarebbe andato tutto bene.

L'odore di fumo permaeva l'aria; da lontano, pianti disperati fluttuavano nella notte e le entravano nella pelle.

Ginny si concentrò sulla ragazza ferita. Non avrebbe pensato a Fred, non avrebbe pensato a Remus, Tonks, Colin... non avrebbe pensato affatto.

Agire e non pensare.

Uno spostamento d'aria la vece voltare. Guardò nel buio della notte verso la foresta, dove sapeva si nascondeva Voldemort con i suoi Mangiamorte e un freddo gelido strinsciò nelle sue ossa.

Harry. Non lasciarmi, Harry.

Ginny chiuse gli occhi e strinse le labbra.

Agire e non pensare.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SunlitDays