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Autore: My_Lord    15/05/2011    5 recensioni
Rialzò la testa di scatto ,ma gli occhi erano rossi. Il pelo si era drizzato ,diventando tutto nero. I suoi denti, consumati dalle polpette di topo , si erano allungati improvvisamente e puntavano alla mia gola . Anche il fisico era di colpo cambiato : le zampe si erano irrobustite e il ventre era dimagrito .
- Sfruscio !!!-
- GRRRRR-
-AHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Spero di avervi incuriosito . Ciaooooo :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Elena Patata, Zick Barrymore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Zick……
 
Mio padre aveva chiuso il giornale e lo aveva steso sul manico della poltrona. I gomiti erano appoggiati sulle ginocchia e la testa sui palmi delle mani. Lasciai la forchetta ,con ancora la carne infilzata, nel piatto. La mamma si stava asciugando le mani con uno straccio bianco. Aspettava anche lei che papà parlasse,ma secondo me lei sapeva già tutto. Elena,cosa può esserle successo di nuovo ?
-Zick-
Papà era scuro in volto . Guardava fisso a terra. Ma cosa era successo ?
-Zob,dobbiamo  dirglielo-
-Sì,lo so-
La paura mi assale. Che Elena sia morta ? No,non può essere !
-Zick…Elena…Elena è ….-
-NO !-
Mi alzai da tavola,rovesciando la sedia. Aprii la porta e uscii di casa. Elena non può essere morta! Corsi davanti a casa di Elena. Era tutta così silenziosa.  Scavalcai il cancello chiuso e corsi davanti alla porta. Suonai violentemente per due , tre volte . Silenzio. Elena ti prego rispondi .Ti prego .
La porta si aprii . La mia mano destra si illuminò di un azzurro chiaro. Ero pronto a sferrare un raggio nel caso ce ne fosse stato bisogno. Fortunatamente chi trovai davanti aveva capelli arancioni e due occhi color nocciola . La mano ritornò normale, così come i battiti del mio cuore.
-E tu cosa ci fai qui ?-
E adesso che le dico ?
-Beh,ecco io …-
Annusai l’aria. C’era uno strano odore,quasi come se stesse bruciando qualche cosa.
-Elena, non sta bruciando qualcosa?-
-La frittata-
Lei corse dentro e io la seguii. Elena spense i fornelli,ma la frittata si era ormai carbonizzata.
-Porca bomba,la mia frittata ! E io adesso cosa mangio ? Tutta colpa tua Zick !-
Oh cavolo, questa volta ha ragione.
-Mi dispiace-
-Sì sì,ti dispiace ,ma io adesso come mangio ?!? E poi,si può sapere perché sei venuto a casa mia ?-
Elena era bellissima quando si arrabbiava. I  suoi occhi erano attraversati da lampi di rabbia e orgoglio. Io e lei ci arrabbiavamo spesso,ma dopo facevamo sempre pace. Sorrisi un poco ,ma lei si incavolò ancora di più .
-Ah, ridi anche  ! Bravo,complimenti! Mi hai fatto bruciare la frittata e ridi anche .-
DRIIIIIN
-E adesso chi è ? E’ un altro che mi vuole far bruciare la frittata già abbrustolita?-
-Ciao Elena , sono Greta. E’ qui Zick ?-
-Sì,è qui. Se lo porti via! –
-Che cosa è successo ?-
-Ciao ,mamma .Ehm….io… le ho fatto bruciare la frittata-
-Ah…ok. E adesso Elena cosa mangi?-
-Non,lo so . Andrò da qualche parte a mangiare .-
Uscii dalla casa della mia migliore amica, seguito da mia madre.
-Dai Elena , vieni a mangiare da noi-
-No,la ringrazio Greta,ma andrò da Wolly-
 -Sicura?-
-Sicura,la ringrazio-
Elena rivolse a mia madre un sorriso a trentadue denti,mentre a me una occhiata di ghiaccio. Ritornai a casa.
-Zick ,si può sapere perché sei scappato a casa di Elena ?-
-Pensavo che papà mi volesse dire che Elena era …era morta.-
-No, Zick, non è quello che papà ti voleva dire.-
-E allora cosa? –
-Adesso lo saprai.-
 
Elena……
 
Ma guarda te. Mi ha fatto bruciare la frittata!!!!!!!! PORCA BOMBA ZICK !!!! Come ho fatto prima ad essere triste per un idiota come te ?
Guardai la padella dove c’erano ancora i resti nerognoli delle due uova e del prosciutto.
 Brutto idiota!!!! Questa me la paghi !!!!!
Presi il  giubbotto e uscii di casa. Una leggera brezza scuoteva le foglie degli alberi e i miei capelli. Alcune nuvole bianche giocavano a fare le forme più strane e piano piano , correvano per il cielo azzurro. Tastai la tasca del giubbotto. Sentii qualcosa di forma rettangolare e morbido. Bene ,ho il portafoglio,ma quanti soldi ho ?
Sfilai dalla tasca il portafoglio nero e controllai.
Beh dai, mi bastano per un pasto .
Wolly era un ristorante non molto lontano da casa mia. Da piccola ci andavo tutti i week-end con mio padre e quindi avevamo conosciuto i proprietari. Due persone fantastiche,un po’ vecchiotte,ma ancora piene di vita. Loro ,oltre a dar da mangiare a mio padre,mi prendevano spesso in braccio e mi facevano fare il giro del ristorante. Con loro mi divertivo un mondo da bambina e per questo li chiamavo sempre nonni…dato che i miei veri nonni ormai non esistono più. Si chiamavano Francesco e Francesca. Che strana coincidenza. Mi ricordo che una volta ci portai anche Zick. Che risate quel giorno. Me lo ricordo come se fosse ieri.. Era Agosto e  quando io e Zick arrivammo il locale era chiuso. Guardammo dentro  e vedemmo tutti i tavoli rovesciati. La paura ci assalse. Notammo un uscio aperto nel retro del ristorante. Pensavamo che ci fossero dei mostri . Zick preparò il Dom nella mano ed entrammo. I corridoi erano bui . Arrivammo nella cucina , dalla quale ci sembrava provenissero dei rumori .Ad un certo punto le luci si accesero e tutti i clienti assieme ai proprietari e ai nostri genitori spuntarono fuori da dietro i fornelli gridando: “TANTI AUGURI ELENA !!”  . Il più bel compleanno della mia vita.   
Camminai per 10 minuti e arrivai davanti a Wolly. Non c’era mai tanta gente,ma i clienti erano tutti amici. Un bel posto insomma.
Appena entrai Francesca,che stava alla cassa, mi venne incontro abbracciandomi e baciandomi su tutta la faccia.
-Ma guarda chi si rivede dopo tanto tempo-
-Ciao Francesca-
-Pensavamo che ti fossi dimenticata dei tuoi nonni-
Francesco  era appena spuntato dalla cucina .
-Ciao Francesco. –
-Lo sai che non ci devi mai chiamare per nome-
-Hai ragione nonno-
-Hai fame cara?-
-Sì un po’ nonna. –
-Siediti,siediti che adesso ti porto il tuo piatto preferito : Risotto ai gamberi-
-Tu sì nonno che mi conosci bene-
- Sarò pure vecchio,ma ho ancora una buona memoria,sai ?-
Risi un po’ . Che persone fantastiche. Mi piace stare qui. Il camino era acceso e nella stanza c’era un tepido calore . Sui muri erano appese le foto che raccontavano la storia del ristorante .Una addirittura mostrava il ristorante stracolmo di gente,con la fila che usciva fuori dalla porta. Ora però gli affari non vanno molto bene. Il ristorante è quasi sempre vuoto e nei giorni in festivi, giorni dove il ristorante si riempiva di più, gli unici camerieri erano loro due. Chissà che fatica dovevano fare. Dopotutto a 70 anni la fatica si sente.
-Ecco cara , il tuo piatto.-
-Grazie nonna.-
Francesca mi posò il piatto davanti e mi portò anche una bottiglia di acqua . Infilai la forchetta nel riso e lo mangiai con foga. Avevo una fame! Come al solito era squisito. Era un peccato che dei piatti così buoni fossero gustati solo da poche palati.
Quando ebbi finito andai alla cassa per pagare.
-Dimmi cara,cosa c’è?-
-Devo pagare nonna-
-Pagare? Ma secondo te io faccio pagare la mia nipotina?-
-Ma nonna,io …?-
-Non si disubbedisce alla nonna. Ora bella vai a divertirti , che sei ancora giovane.-
-Ma,nonna non è giusto che io non paghi.-
-Ti ho detto di andare. –
Inutile discutere con lei. Rinfilai il portafoglio nella tasca e mi riguardai attorno. C’era troppa poca gente. Cosa potevo fare? Loro sono sempre così gentili con me. Mi è venuta un’idea.
-Ehi nonna ,ho un’idea.-
-Dimmi cara-
-Che ne dici se venissi a fare la cameriera qui da voi ? –
-Ma tesoro e con la scuola come faresti ? –
-Per quello non ti devi preoccupare. Farò prima i compiti prima di venire e poi vi aiuterò.-
-Dovrei parlarne prima con i tuoi-
-Tanto accetterebbero.-
- Mmmmm….-
Dovevo convincerla.
-Così potrò rimanere di più con voi, vi vedrei tutti i giorni.-
-Va bene cara . Allora faremo così . Lavorerai quando hai tempo e ti pagheremo ad ogni turno-
-No, nonna . Voi non mi dovrete pagare. Dopotutto non si deve pagare il proprio nipote . Io lavoro solo perché vi voglio bene e perchè vi voglio dare una mano !-
La nonna mi abbracciò ancora e sentivo che i suoi occhi si erano inumiditi.
-Inizierò da domani –
-Va bene cara, ora vai-
Uscii dal locale,felice per poter dare una mano ai miei nonni. Si può voler così bene a delle persone che non sono nemmeno tuoi parenti ?
Il cielo si era nuovamente scurito .
Sarà meglio tornare a casa.
Dopo pochi minuti ritornai nella mia solita via. Aprii il cancello e mi avvicinai alla porta. Quest’ultima però era aperta.
Io  mi ricordo di averla chiusa. Che ci siano i ladri ?
Aprii un poco la porta per vedere se ci fosse qualcuno,ma la casa sembrava deserta.
Aspettai un poco e nel piano di sopra sentii degli strani rumori , quasi come dei passi ,  che stavano scendendo le scale. Tra me e la fine delle scale c’erano solo pochi metri. Tra poco avrei visto il ladro.
 
 
  

  
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