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Autore: Joy    16/05/2011    10 recensioni
"Verrò da voi stanotte." le sussurrò.
E sigillò la promessa posandole le labbra sul collo.
Elijah/Katerina/Klaus.
Partecipa al "The Vampire Geometry Fest".
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Katherine Pierce, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BATISTA, SANGUE E FIORI SECCHI

Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Elijah/Katerina/Klaus “Notte nella dimora di Lord Niklaus.”

 

 

BATISTA, SANGUE E FIORI SECCHI

 

 

-Le vostre mani sono fredde, mio Signore.-

Il frusciare delle foglie, sotto il soffio intenso del vento, coprì la risposta di lui.

Katerina lasciò che la gonna le ondeggiasse intorno alle gambe e che i capelli le ricadessero sulle spalle e sul seno, e intrecciò le dita a quelle di lui, quasi volesse scaldarle.

Klaus le baciò delicatamente, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

-Voi avete il mio cuore…- le sussurrò, portandosi la destra al petto.

-È un tesoro di cui avrò cura.- promise lei dolcemente.

-Oh sì, abbiatene cura, mia adorata.- ribadì lui, sorridendo appena.

Le sue dita le accarezzarono la guancia sensuali e scesero pigramente verso la scollatura del vestito.

Il suo seno si tese sotto il velluto morbido…

-Voi mi riscaldate di passione, Katerina.- le mormorò serio, socchiudendo le labbra in quel modo così inconsueto per un uomo e talmente indecifrabile, che lei si ritrovò ad inarcare le sopracciglia confusa.

Lui per tutta risposta le accarezzò audacemente il seno.

-Mio Signore…- ansimò lei sperduta. –È pieno giorno.-

Klaus rise e le scostò i capelli dal petto, lasciando che le proprie dita vi scorressero in mezzo.

-Il vostro pudore per me è sacro.- la rassicurò, e i suoi occhi, mentre pronunciava quelle parole, brillarono di malizia.

Lo osservò ammaliata e trattenne il fiato quando lui le avvicinò la bocca all’orecchio.

-Verrò da voi stanotte.- le sussurrò.

E sigillò la promessa posandole le labbra sul collo.

Il vento s’insinuò disinvolto sotto le sue vesti, e sfiorandola intimamente la fece fremere di desiderio e paura.

 

 

***

 

Era già sera.

Katerina si accostò al davanzale della finestra e dopo aver scrutato i giardini avvolti dall’oscurità, si sedette sulla pietra gelida circondandosi le ginocchia con le braccia.

L’imposta scricchiolò sinistramente sotto il soffio del vento e lei rabbrividì nella camicia da notte leggera, che lui stesso le aveva fatto confezionare.

-Batista.- aveva scelto per lei. –Siete troppo delicata per il ruvido cotone.- le aveva detto.

-E troppo bella.- aveva aggiunto subito dopo. -Vi voglio eterea come una dea, tra le mie braccia.- e lei si era intrecciata fiori freschi tra i capelli, per compiacerlo.

-Mi prenderò cura di voi.- le aveva promesso infine.

Chiuse gli occhi, turbata dalle sue stesse sensazioni.

Il fascino di Klaus era pari solo all’inquietudine che provava di fronte al suo sorriso. Eppure non era riuscita a rifiutarlo.

Ne era attratta, come dalla notte profumata e impenetrabile.

Una sola volta, prima d’allora, si era concessa ad un uomo: il padre di sua figlia.

Si era sentita al sicuro tra le sue braccia, non aveva provato paura o tensione; ma lui aveva solo sedici anni, come lei, ed era un ragazzo.

L’aveva amata con gesti impacciati, accarezzandola con mani morbide che odoravano d’inchiostro.

-Desidero sposarvi, Katerina.- le aveva sussurrato. Il sorriso dolce disegnato sul volto fanciullesco e il tono serio e profondo da studioso.

Cosa avesse letto di così terribile sui suoi libri, lei ancora non riusciva a immaginarlo.

-Non posso legarmi a una Petrova.- aveva dichiarato con lo sguardo basso, quando lei gli aveva confidato di aspettare un figlio.

Katerina sospirò, posando il mento sulle ginocchia.

Aveva rimpianto quell’amore innocente e dopo l’aveva odiato.

Poi aveva conosciuto Lord Niklaus.

L’uomo dagl’occhi pieni di magia e dalla voce ipnotica.

Non un ragazzo.

I cardini della porta cigolarono piano e lei fece appena in tempo ad alzarsi che Klaus comparve sulla soglia.

-Zdravei, Katerina.- le sorrise.

-Mio Signore.- rispose lei, con un breve inchino.

Quello la scrutò con aperto interesse e annuì compiaciuto.

-La trasparenza vi dona, mio tesoro.- le disse lascivo, senza distogliere lo sguardo dal suo corpo appena velato.

Lei incrociò istintivamente le braccia al seno e indietreggiò a disagio, ma lui le fu addosso con una rapidità che le strappò un sussulto.

-Non abbiate paura.- le sussurrò, scostandole il tessuto dalle spalle. –Sarò dolce con voi.-

Le accarezzò il collo con lentezza esasperante e scese verso il seno.

-Non potete privarmi di questa vista meravigliosa.- mormorò con voce roca, allontanandole le mani dal petto.

Poi con un gesto deciso lacerò la camicia da notte.

Katerina si lasciò sfuggire un gemito strozzato e chiuse gli occhi.

-Klaus vive solo secondo le sue regole.- le aveva detto Elijah qualche giorno prima.

E improvvisamente quelle parole assunsero un significato terrificante.

Nessuna regola, nessun rispetto.

Cercò di raggiungere la porta, ma quando allungò la mano per afferrare il chiavistello si ritrovò di fronte la figura massiccia da cui aveva appena cercato di fuggire.

-Come avete fatto?- balbettò terrorizzata.

Lui le posò entrambe le mani sul viso e lasciò che i pollici scorressero sulle sue guance.

-Velocemente, mia cara.- le rispose, con un sorriso sardonico. –Velocemente.-

Poi fissò intensamente i suoi occhi.

-Non ve ne andrete da questa stanza fino a quando sorgerà il sole.- le ordinò, e lei annuì debole e spaventata.

-Ed ora, tesoro mio.- sibilò. –Ci divertiremo insieme.-

 

 

***

 

Quando Katerina se ne accorse, era già troppo tardi.

Lui aveva mani troppo grandi.

Le sentiva premere sul suo collo fragile…

-Ricordate, Katerina.-

Aveva braccia forti che le impedivano di muoversi.

Catene gelide e impietose.

-Voi avete…-

E una voce roca e intensa, che le scorreva fin sotto la pelle, facendola tremare.

-… il mio cuore.-

Aveva uno sguardo derisorio e crudele che la terrorizzava e ne era conscio.

Lo sapeva e ne rideva.

-Ricordatelo sempre.-

Polvere.

Lui non aveva un cuore.

-Io non credo nell’amore, Katerina.- ricordò improvvisamente.

Forse avrebbe dovuto fare altrettanto.

E quando lui la prese con la forza, iniziò a piangere sommessamente.

-Io non credo nell’amore.-

 

 

***

 

Klaus uscì dalla stanza, si sbatté la porta alle spalle e attraversò baldanzoso il corridoio buio.

-Era proprio necessario?- gli domandò una voce che proveniva dall’ombra

Quello sbuffò incrociando le braccia al petto e si appoggiò con noncuranza alla colonna.

-Adesso mi spii, fratello?- commentò ironico. –Nostra madre sarebbe indignata da una tale mancanza di buone maniere.-

Elijah uscì dall’ombra e gli si parò davanti.

-Nostra madre sarebbe indignata da ciò che stanotte hai fatto a quella ragazza.- replicò duro. –Si udivano i suoi pianti ovunque nel castello.-

Klaus rise, scrollando le spalle. –Questo solo perché hai un udito soprannaturale, fratello.-

Ma quello non accennò a scomporsi.

-Perché non l’hai trattata con cura?- gli domandò invece, gelido. –Perché non le hai tolto la paura?-

-Oh andiamo, Elijah.- tubò in risposta. –Non era poi così innocente. Non era nemmeno la prima volta, per lei.-

Suo fratello lo fissò gravemente.

-Tu non hai rispetto.- decretò infine.

E si diresse verso la porta dalla quale lui era uscito.

 

 

***

 

 

Lei giaceva riversa sul letto, come una bambola di porcellana rotta.

I capelli, adorni di fiori ormai secchi, le coprivano appena la pelle pallida della schiena e delle braccia.

Un lenzuolo, chiazzato di sangue, pendeva lugubre dal letto, sfiorando il pavimento.

Elijah si avvicinò a lei come ad un altare sacrificale: con devozione e pietà, e cercando di non soffermarsi sui lineamenti del suo volto, la coprì pudicamente.

Poi si sedette sul letto, gettando a terra il lenzuolo macchiato, e dopo essersi tagliato un polso, lasciò cadere qualche goccia tra le sue labbra.

Osservò le sue ferite che si rimarginavano e il respiro che tornava lentamente regolare.

-Sareste così gentile da cogliere dei fiori per me, mio Signore?- gli aveva chiesto quella stessa mattina.

E lui le aveva donato quelli più profumati dell’intera tenuta.

Le accarezzò i capelli, sfilando adesso ciò che ne rimaneva: petali aridi che si frantumavano tra le sue dita.

Li liberò dalle sue ciocche uno alla volta delicatamente e quando ebbe finito, li lasciò cadere sul pavimento, aprendo la mano in silenzio.

Piovvero sul lenzuolo tinto di rosso.

Il candore innocente immolato ad un inferno di sangue…

Katerina mugolò appena e aprì gli occhi.

-Mio Signore?- balbettò sorpresa e impaurita, quando lo riconobbe.

Lui le posò una mano sul viso.

-Dimenticherete tutto.- le ordinò senza esitare, fissandola intensamente.

Le accarezzò la guancia e i capelli scomposti. –Domani ricorderete solo di aver fatto un brutto sogno.-

La sentì calmarsi sotto il suo tocco e dopo un istante scivolò tra le sue braccia addormentata.

Sarebbe stato meglio per lei lasciare intatti i ricordi spaventosi di quella notte, rifletté dopo che l’ebbe adagiata tra i cuscini, così che al mattino lei fosse stata libera di fuggire terrorizzata, andarsene lontano e sopravvivere.

Ma se Klaus la voleva per il sacrificio, non ci sarebbe stato posto sicuro al mondo per nascondersi da lui.

Osservò il suo volto innocente e addormentato e permise alla nostalgia di stringergli le viscere in una morsa impietosa.

-Se smettiamo di credere nell’amore, per cosa dovremmo vivere?- gli aveva chiesto lei con occhi brillanti di aspettativa.

-È sbagliato volere di più?-

Elijah respirò profondamente, le lanciò un ultimo sguardo e si scrollò di dosso quei pensieri.

Si alzò dal letto e dopo essersi chinato brevemente per raggiungere il pavimento, uscì dalla stanza.

Tra le mani un lenzuolo sporco di sangue, una manciata di fiori secchi e una camicia da notte di lieve batista, lacerata.

 

 

FINE.

 

 

Angolino dell’autrice: ^_^

 

Sinceramente, sono stata male a scrivere questa “cosa”.

In primis, perché l’idea originale era completamente diversa -e prevedeva molta sensualità e molto meno horror-, in secondo luogo perché non avrei voluto vedere nessun personaggio in una situazione come questa, men che meno Katerina in veste umana.

Poi è arrivato l’ultimo episodio e Klaus mi è parso talmente perverso, cattivo e sadico che mi sono ritrovata costretta a modificare i miei piani iniziali.

Per cui, bò.

Perdonatemi, come al solito. -_-

 

 

  
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