Titolo:
Mamma,
vuoi entrare nella mia vita? Accomodati.
Autore: __Flipper__
Rating: Giallo?
Generi: Introspettivo e generale
Avvertimenti: One-Shot
Introduzione: Il dialogo tra una madre e sua figlia
può sembrare
inesistente. Ma bastano un paio di domande e una canna per sciogliere
il
ghiaccio.
NdA (facoltativo): Dedico questa storia a Sibilla,
perchè prima che la
conoscessi era peggio, molto peggio della ragazza che ho descritto qui,
quindi
ho preso spunto da lei. Francesco è il suo ragazzo e Marica
la sua sorellina,
anche nella realtà, ma i personaggi ne prendono solo il
nome. Anna e Roberto
invece sono di mia invenzione (anche se lei ha certi tratti vagamente
somiglianti a mia madre. Molto vagamente) e mi appartengono. La droga
dell’amicizia esiste davvero, solo che è a
pasticche, quindi non si fuma...
Just saying. Niente fini di lucro eccetera.
Prompts: Pizza Margherita (Specchio, Mamma, Libro,
Cielo,
Affascinante, L’abito non fa il monaco)
Mamma, vuoi entrare
nella mia
vita? Accomodati.
-Mamma, sono a casa!- la voce di Sibilla
interrompe bruscamente la magia creata da García
Márquez. Anna
poggia il libro sul tavolinetto accanto al divano e prende
un bel
respiro. È ora di fare quello che, in quanto madre con un
briciolo di
autoconservazione, non vorrebbe mai fare: provare a parlare con sua
figlia.
-Sib, sono andata ai ricevimenti con i tuoi
professori- comincia, non sapendo come spiegarsi
-Stupendo, che c’è per cena?
Marica dov’è?-
la ragazza totalmente disinteressata infila la testa verde fluo nel
freezer,
tirando fuori due pizze surgelate -Facciamo
queste?-
Anna
si appoggia allo stipite della porta e sospira –Tua
sorella dorme da nonna...Non sei interessata neanche un po’ a
quello che mi hanno detto?-
-Hey, a scuola ci vado io o ci vai tu? Lo
saprò come vado, no?- Sibilla accende il microonde
e sistema le pizze, i
passi rimbombanti per i pesanti anfibi
-Sib, sono tutti preoccupati- insiste
Anna, sapendo che questo porterà all’ennesima
discussione. La ragazza infatti
si vota di scatto, accompagnata dal tintinnio di decine di catenelle
attaccate
ai passanti degli shorts strappati
-Oddio, ancora con questa storia? Finchè
ho i
voti alti non dovrebbero rompere per come mi vesto! L’abito
non fa il monaco,
non te l’hanno mai detto?-
-Sib, non è solo per questo! Certo, mi
hanno
chiesto in molti se questi capelli verdi fossero proprio necessari, ma
il
problema è che non socializzi! In classe stai sempre da una
parte, mi hanno
detto...- la donna si avvicina cautamente a sua figlia, la
voce preoccupata
-Certo che non socializzo, sono un branco di
mocciosi!- scatta Sibilla –E
non lo
dico solo perchè sono un anno più piccoli,
proprio no! Sono bambini in testa,
non hanno vissuto un solo giorno e...-
-Certo, perchè tu invece hai tutta
l’esperienza del mondo!- la interrompe Anna
adirata. Non la sopporta quando
si atteggia a donna vissuta –Solo
perchè
ti fai le canne e quell’idiota del tuo ragazzo ha
trent’anni non significa che
puoi permetterti di bocciare chi non si comporta come te!-
Sibilla
scoppia in una risata falsa, alzando gli occhi al cielo –Ma ti senti come parli? Sembri una mia amica, non
mia madre. E lascia
Francesco e le canne fuori da questa storia, anche senza di loro mi
troverei in
una classe di mocciosi- aggiunge tirando le pizze fuori dal
microonde.
Madre
e figlia si siedono al tavolo e mangiano in un silenzio carico di
tensione e di
cose non dette. La più giovane riesce solo a pensare che
dopo cena andrà sul
tetto a contare le stelle, magari con un po’ di quel fumo
buono che le ha
regalato Fra prima, l’altra si chiede perchè sua
figlia debba essere così
uguale al padre.
-Lava i piatti- ordina Anna finita la sua
pizza, tornando a leggere il suo libro in salotto. Tra qualche mese
tornerà a
parlare coi professori, che la informeranno di avere una figlia
sociopatica e
le chiederanno il perchè del prossimo taglio o colore
strambo di capelli. E lei
risponderà che è l’adolescenza,
sentendosi invece semplicemente troppo debole
per imporsi anche solo su una ragazzina con la metà dei suoi
anni.
Si
immerge sconsolata tra le aspre parole che Amaranta rivolge alla sua
sorellastra Rebeca, conscia che viaggiare tra i drammi altrui le
farà scordare
almeno per un po’ i propri.
Finisce
un capitolo, poi quello successivo e quello dopo ancora. Ma qualcosa
non va,
non va proprio. Il suo istinto materno vince sulle sue debolezze,
facendole
posare l’adorato libro e conducendola in camera della figlia.
Vuota ovviamente.
Dal lucernaio aperto si vede uno spicchio di cielo puntato di stelle,
annebbiato da una nuvola di fumo denso in via di diradazione.
Il
sospiro di chi ancora una volta ha fallito e pochi passi accompagnano
Anna fino
all’armadio. Presa una coperta di pile, la donna cerca di
arrampicarsi sulla
scala di corda che la porta sul tetto. Eccola qua la sua piccola Sib.
Addormentata sul fianco in posizione fetale, come sempre. Solo quando
dorme
sembra ancora la dolce bambina che in ogni frase aggiungeva
“grazie” e “per
favore”.
Anna
stende la coperta sulla figurina magra della ragazza e si siede accanto
a lei.
Uno sgradevole sentore di rosmarino la avverte che quella sul
posacenere lì
accanto non è una mezza sigaretta fatta a mano. La donna la
spegne stando
attenta a non rovinarla troppo, altrimenti chi la sente Sib domani, e
la sposta
più lontana.
-Tesoro, che devo fare con te?- chiede
alla sua piccola, immersa in un sogno al sapore di oppiacei –non posso farti fare quello che vuoi, sei
ancora una bimba. Ma non riesco nemmeno a contrastarti, come non sono
mai
riuscita con tuo padre. Siete talmente uguali...-
-Non paragonarmi a Roberto- sbadiglia la
ragazza assonnata, aprendo appena un occhio –e
la prossima volta che non vuoi svegliarmi evita di camminare come un
elefante. Grazie per la coperta.- aggiunge girandosi
dall’altra parte
-Sib, non possiamo proprio parlare io e te?
Intendo una conversazione vera, da madre a figlia. Senza litigare-
-Mamma, non solo mi sono appena svegliata, ma
ho pure fumato! Non possiamo rimandare?- protesta la ragazza
senza voltarsi
-No tesoro, dobbiamo parlarne adesso,
altrimenti continuerai a svicolare-
-Ho capito, è una cosa lunga-
sbuffa la
ragazza mettendosi a sedere e passandosi una mano tra i corti capelli
fosforescenti –posso almeno finire
la
canna?- azzarda, venendo però fulminata dallo
sguardo di Anna –Nemmeno? Oddio,
allora è sul serio un
discorso serio!-
-Sibilla! Io vorrei proprio sapere che
c’è di
marcio in te! Sei intelligente, hai voti altissimi e non ti vedo mai
aprire
libro, ha un sacco di amici fuori da scuola...- che io non
sopporto,
vorrebbe aggiungere, ma si trattiene –perchè
non provi ad essere un po’ più...tradizionale?-
esita un attimo facendo
vagare lo sguardo sulla figlia, evitando accuratamente di posarsi sui
capelli
-Mamma...- inizia la ragazza fissando il
cielo –Le vedi quelle stelle
lassù? Sono
tutte bellissime, ma non ne troverai una uguale all’altra. E
quando ci sono le
nuvole? Anche loro sono divertenti da osservare, ma non esiste una
coppia di
nuvole identiche. Perchè dovrei essere uguale a qualcun
altro per andare bene?
Non chiedo di essere una stella, mi basta essere una nuvoletta. Una
nuvoletta
con gli anfibi che si fa le canne, vabbè.-
-Sibilla ascolta...- tenta Anna
-No mamma, ascolta tu: da piccola ero diversa
da così, ero com’è adesso Marica, no?
Poi tu e papà avete cominciato a litigare
e tirarvi i piatti, e mi avete costretta a passare le notti fuori-
-Costretta?? Ma se chiamavamo la polizia ogni
volta!- la donna sgrana gli occhi
-Mamma! Costretta in senso lato! Comunque
sia, trascorrendo le notti fuori ho incontrato le persone
più svariate. Non
puoi immaginare quanta gente passi per la stazione dopo il tramonto.
Poi
Roberto è andato via con quella brasiliana, e io potevo
tornare a starmene in
casa-
-Ma non l’hai fatto- sospira Anna
-Non ho pensato mai neanche per un minuto di
farlo. E sai perchè? Perchè la mia
vita...chiamiamola “notturna” mi
affascinava. E tanto!-
-Ti affascinava?? Era spaventosa! Quali sono
gli aspetti positivi del passare una notte su una panchina tra i
barboni e con
il rumore dei treni in sottofondo??- trasalì la
donna, notando una
scintilla di passione negli occhi ancora da rana pazza della figlia
-Mamma, quando cresci con una vita totalmente
piatta com’era la mia, poi qualunque cambiamento diventa
affascinante! Ti
ritrovi a sbirciare le persone, immaginando la loro storia, oppure
progetti di
prendere un treno a caso, cambiare destinazione un paio di volte e
vedere dove
sei arrivato...- Sibilla gesticolava freneticamente, stupendo
ogni secondo
di più Anna. Non la vedeva così entusiasta nel
raccontare qualcosa da tempo
-E poi?- le chiese per spronarla a
continuare. Stava scoprendo cose su sua figlia che mai avrebbe pensato
–Se davvero era tutto
così fantastico perchè
hai smesso? ...Non che mi dispiaccia, ovvio!- si corresse
subito
-Ho smesso perchè un giorno ho incontrato
Francesco. La prima volta che l’ho visto credevo fosse pazzo,
ho saputo poi che
era semplicemente strafatto-
-Cioè?- ecco un’altro
pezzo della vita di
Sib, per mesi tenuto nascosto e che stava per essere rivelato
-Cioè stava seduto sulla prima sedia,
accanto
alla porta, e teneva un pezzo di specchio in mano. Un pezzo piccolo,
quindi non
riusciva a vedersi tutta la faccia. Quando si specchiava la bocca
rideva, come
un matto, ma appena spostava lo specchio e si inquadrava gli occhi
urlava
“PERCHÉ?”- Sibilla raccontava
tutto fissando il cielo, sorridendo
dolcemente. Anna si chiese se lei avesse mai avuto la stessa
espressione
parlando di Roberto. Probabilmente no.
-Mi sono avvicinata e gli ho chiesto che
stava facendo...E lui con tutta la naturalezza del mondo mi ha risposto
che la
sua bocca era felice, ma gli occhi erano sorpresi. Come tu saprai
mà, la
cannabis dà ilarità e dilata le pupille. Mi ha
fatto fare un tiro, e dopo poco
mi sono ritrovata anch’io a ridere o stupirmi davanti a quel
pezzo di specchio.
Per qualche settimana abbiamo continuato ad incontrarci
così, poi una notte Fra
è arrivato e...non aveva fumato. Gli ho chiesto il
perchè e mi ha detto “perchè
volevo capire se eri vera o solo un bellissimo effetto delle
canne” e mi sono
innamorata-
-Vi siete messi insieme quella sera?-
chiede
Anna curiosa, ormai anche un po’ partecipe, se vogliamo quasi
invidiosa. Il suo
matrimonio riparatore di diciassette anni prima le appariva ancor
più squallido
del solito...
-Oh, no, no! La settimana dopo ancora Fra ha
portato un tipo di erba strana chiamata
“dell’amicizia”- e qui Anna
è
costretta a chiedersi quanti tipi di marijuana ci siano e quali abbia
provato
sua figlia. Per curiosità, mica per altro! Tanto ormai...
–e l’effetto è
praticamente di farti dire ogni cosa che pensi. Non puoi
tenere neanche il minimo pensiero per te, nè tantomeno dire
bugie. E sotto
l’effetto di quella roba ci siamo detti che ci amavamo,
quindi dev’essere vero
per forza.- Sibilla si apre in un grande sorriso luminoso,
voltandosi verso
la madre.
-Sai che se fossi una madre come tutte le
altre a quest’ora non usciresti di casa per...minimo tutta la
vita?- chiede
Anna ancora un po’ scombussolata dalla facilità
con cui la figlia le ha
raccontato tutto
–Ma tu non sei una madre come tutte le altre!-
risponde Sib, allungandosi verso il posacenere e riaccendendo la mezza
canna
rimasta –vuoi?-
-Mi prendi in giro ragazzina?-
-Mamma! È come fosse un calumet indiano!
Un
segno di pace!-
-Spegni quell’affare, senti che puzza di
rosmarino! E vai a letto che domani c’è scuola-
-Non ci vado- alza le spalle Sibilla
-E perchè, di grazia?-
-Perchè domattina vado dal parrucchiere.
Voglio tornare mora. E poi mi accompagni a comprare qualcosa. Tipo un
paio di
scarpe da ginnastica, una maglietta rosa, pantaloni senza catene...-
-Wow, a cosa devo questo cambiamento così
drastico??- si stupisce Anna. Sarà
l’effetto della canna, di sicuro!
-Oh andiamo, l’hai detto prima! Qualunque
altro genitore mi avrebbe ucciso dopo tutto quello che ti ho
raccontato, tu
invece ti sei limitata a venirmi incontro... Ora tocca a me.-
Quarto
posto: Mamma,
vuoi entrare
nella mia vita? Accomodati.
Grammatica: 9/10
Non ho notato particolari errori di grammatica, la storia mi sembra
scorrevole
e senza nessun “intoppo”. Ti ho tolto un punto solo
per la punteggiatura. Il
doppio punto interrogativo non si utilizza. Se vuoi esprimere una
domanda di
autentico stupore si usa ?!
Al
termine di alcune frasi manca il punto e in certi casi, la virgola.
Lessico:
10/10
Lessico ampio, ma allo stesso tempo giovanile e vitale, che rende
particolarmente piacevole la narrazione. Punteggio pieno!
Stile: 9/10
il tuo stile mi è piaciuto davvero, davvero molto. Come ho
detto per il
lessico, hai uno stile molto giovanile, quindi attuale e familiare che
ho
apprezzato molto. Ti ho tolto un punto solo a causa di come hai
impostato la
narrazione. Il fatto di mettere in corsivo i dialoghi, di attaccare il
tutto
anche al limite della pagina, è stata una cosa un
po’ disordinata, che
effettivamente mi ha un po’ confuso le idee.
Originalità:
8.5/10
Ad essere originale, è originale, ma forse avresti potuto
dare di più.
Interessante, si può dire. Nella nostra società
abbiamo quasi vergogna, timore
di parlare con i nostri genitori. Per di più se siamo
“diversi” come Sibilla,
che a mio parere è caratterizzata molto bene, insieme alla
madre. Ma la trama
ha qualcosa di già visto, non so. L’8.5, comunque
te lo meriti appieno, per
tutto il resto della storia.
Caratterizzazione
dei
personaggi: 9.5/10 Come ho
già detto sopra, sia Sibilla che
Anna sono caratterizzate benissimo, non ho nulla da aggiungere. Forse
solo,
avrei voluto qualche sfaccettatura in più del carattere di
entrambe. Comunque,
brava!
Utilizzo
dei Prompts: 8/10
Per lo più sono stati utilizzati bene. Ora ti spiego il
perché dell' 8:
Specchio: il
modo in cui l’hai utilizzato è stato carino,
divertente. Ma a livello di
significato poteva decisamente avere più spessore.
Mamma: Su
questo prompt non ho alcun dubbio. Ovviamente, utilizzato egregiamente.
Libro: e qui
è
il problema. Non vedo il significato di rilievo, purtroppo.
Cielo: qui
l’utilizzo è ottimo.
Affascinante:
utilizzato
molto bene, poiché riguarda la vita notturna di Sibilla.
L’abito
non fa il monaco: Anche
se il proverbio non era obbligatorio, è stato
l’elemento nella storia che mi è
piaciuto di più nel modo in cui l’hai inserito.
Ottimo!
Gradimento
personale: 8/10
Certo, la storia mi è piaciuta, ma secondo me ci manca quel qualcosa che
l’avrebbe
fatta volare in alto. Comunque 8 è un buon voto, meritato
appieno.
Giudizio
complessivo: 62/70
Non ho niente da ridire. Complimenti.