Capitolo 2
- Dov'è Cristina?-.
La prima domanda di Riccardo dopo giorni di
silenzio.
Luce l'aveva guardato con occhi disperati,non
sapeva cosa dirgli. Optò per la verità. O per una mezza verità.
-E' spaventata,non ce la fa a vederti in questo
momento-disse,abbassando gli occhi,cercando di essere il più delicata
possibile.
La verità era che Cristina non lo voleva più. Lei,invece,riusciva
a stargli accanto anche in un momento difficile come quello.
-Mi ha mollato,vero?-.
Riccardo non era stupido. Riccardo capiva.
Luce annuì.
Riccardo la guardò.
-Immaginavo- disse.-Me l'ha sempre detto. Prega
Dio che non ti capiti mai nulla di male con quella stupida moto,altrimenti non
mi rivedi mai più-.
Luce non disse nulla. Avrebbe voluto dirgli che
non credeva fosse quello il motivo per cui Cristina l'aveva lasciato,ma non lo
fece.
Rimase in silenzio,come aveva fatto per
giorni,accanto al suo letto.
Si accontentò di presenziare al ritorno di
Riccardo alla vita,che non era più la sua
vita,dal momento che era completamente sconvolta.
Era la sua
vita sconvolta.
Rimaneva solo da capire se Riccardo sarebbe stato
in grado di vivere la sua nuova vita sconvolta.
-E tu,perché sei qui?-chiese ancora lui,con tono
più dolce.
La guardò,con quello sguardo contemplativo,quello
sguardo che sembrava appartenere solo a loro due. Quello sguardo che lui sembrava
riservare solo a lei.
La risposta vera era semplice:perché Luce lo amava.
La risposta che Luce gli diede ebbe risvolti più
complicati.
- Cristina
mi ha chiesto di starti a fianco-ammise Luce e con coraggio si avvicinò
al suo letto.
Cercò la mano di Riccardo,quella mano che per
giorni aveva potuto accarezzare a lungo,senza chiedere il permesso. In quel
momento non sapeva se stava facendo bene o male a prendere quella mano tra le
sue.
Riccardo annuì.-Appena starò meglio la andrò a
cercare e mi scuserò con lei. Le prometterò di non salire più su una moto a
vita. Sistemerò ogni cosa. Ha ragione,ha tutto il diritto di essere arrabbiata
-disse.
No,Riccardo,non sistemerai un bel niente. E di
certo non salirai più su una moto,pensò Luce.
La tua vita è sconvolta.
Non ebbe il coraggio di dirglielo.
Stava aspettando che fosse la famiglia di Riccardo
a comunicargli che non avrebbe più camminato ,che avrebbe passato il resto
della sua vita su una sedia a rotelle.
La sua famiglia stava prendendo tempo. Stavano
aspettando che Riccardo stesse meglio,per comunicarglielo. Luce non era dello
stesso parere,ma chi era lei,per potersi mettere in mezzo?Nessuno. Era già
tanto che la lasciassero passare tanto tempo in ospedale.
Riccardo non era stupido. Riccardo capì.
E lo chiese a Luce.
-Cosa c'è che non va?Mia sorella è strana. Non mi
guarda negli occhi,mi sfugge. Dimmi cosa c'è-la supplicò,una sera,al chiaro di
un debole luce blu.
Lo guardò negli occhi,ma non poteva dargli quello
che voleva.
Voleva dargli tutto,voleva dargli la sua
verità,tutta la sua verità,ma non poteva.
Scosse la testa,chinò il capo,intrecciò le dita.
Cercò di fuggire a quello sguardo che amava e che
voleva sapere.
-Sei l'unica che non mi guarda in quel modo. Nei
loro occhi leggo pietà-disse a Luce.
Io ti guardo con gli occhi dell'amore,pensò lei.
Ti amerei comunque e sempre,aggiunse ai suoi pensieri.
-Devi chiedere alla tua famiglia. L'onestà la
devi pretendere da loro -mormorò Luce a bassa voce,incapace di incatenare gli
occhi dell'uomo che amava ai suoi.
Riccardo non chiese più nulla. Non chiese più
nulla a Luce.
Pretese la verità dalla sorella,che gliela diede.
E Riccardo si arrabbiò. Si arrabbiò con la
moto,con il destino,con Dio e infine con se stesso.
Sprecò energie,invano,cercando di trovare una
spiegazione,un motivo per giustificare la sua infermità.
Ma non lo trovò. Non nella sua vita sconvolta.
Luce si avvicinò,quando la rabbia di Riccardo
lentamente sfumò.
Gli prese con timidezza la mano,lo accarezzò.
Sperò di bastare. Sperò di dargli un motivo per continuare a sperare e a
credere della sua vita.
Ma gli occhi colmi di lacrime arrabbiate che si ritrovò ad affrontare le fecero capire
che la sua luce non sarebbe bastata. Non in quel momento.
-Ho rovinato tutto. Sono senza vita. Mi stavo per
sposare con la donna che amavo,capisci?Se stessi bene,farei di tutto per
provare a riconquistarla,ma in questo stato...con che coraggio vado da lei in
questo stato?Con che coraggio le chiedo di ritrovare e rinnovare i sentimenti
che provava nei miei confronti. Non sono più un uomo,non sono niente. La mia vita
non è più niente. Cristina presto si scorderà di me,si rifarà una vita,senza di
me-.
Luce avrebbe voluto piangere. Avrebbe voluto
stringerlo a sé. Avrebbe voluto pregarlo di affidare la sua vita sconvolta
nelle sue mani,ma non lo fece.
Non voleva che Riccardo si accontentasse di lei.
Voleva che Riccardo tornasse con la donna che diceva di amare.
-Non dire così-lo ammonì Luce,con una forza e una
durezza che non credeva le appartenessero.-Ti risolleverai,cercherai di fare il
possibile per tornare in forze e sistemarti al meglio. Sei fortunato:hai ancora
una vita. Quindi smettila di piangerti addosso e usa quell'energia,quella che
poco prima hai trasformato in rabbia,per riappropriarti della tua vita. Ti
aiuterò. Farò di tutto affinché tu riesca a riconquistare Cristina. E' solo
spaventata. Falle vedere che sei forte,e sono certa che tornerà. E il vostro
rapporto diventerà più forte di prima-.
Le gambe di Luce tremavano. Il cuore di Luce
tremava.
Ma la voce e le mani...quelle no. Quelle erano
forti per Riccardo.
Tutto per il suo primo amore.
-Lo credi davvero?-chiese lui,cercando la verità
nei suoi occhi.
No,non lo pensava. Ma voleva e doveva farglielo
credere affinché lui ritrovasse la forza e se stesso. In quel momento,più che
mai,Riccardo doveva credere che la sua vita sconvolta,sarebbe ritornata normale.
Non poteva dirgli che non sarebbe mai accaduto.
La sua vita sconvolta non sarebbe mai ritornare normale. L'unico modo per
ricominciare,per risollevarsi da quell'asfalto che gli aveva rubato la capacità
di usare le gambe,era tramutare la sua vita sconvolta in vita normale.
Non poteva sperare in un ritorno. Era la sua
mente che doveva cambiare. La concezione che lui aveva della sua vita.
Luce,con mano ferma,gli accarezzò il viso. E
mentì. Mentì con il cuore,con l'anima.
Mentì in nome di tutto l'amore che provava per
lui.
-Certo che tornerà da te. Sei il suo primo
amore?-gli chiese Luce.
- Cristina diceva di sì- le ripose Riccardo.
-Allora sarà impossibile che si scordi di te-.
Un
grande grazie a tutte quelli che hanno letto,inserito nei preferiti e nei
seguiti questo mio nuovo,piccolo delirio. E' solo un piccolo esperimento. Spero
vi piaccia.
Un
bacio,Silvia