Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Kuchiki Chan    20/05/2011    7 recensioni
C’era stato un tempo, prima della fondazione dei Deathberries, in cui per Kurosaki Ichigo il momento migliore della giornata consisteva nel prendere in mano la sua chitarra.
Ora, le cose erano cambiate.
O almeno, si erano modificate.
Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo solo quando poteva suonare accompagnando la voce di Kuchiki Rukia, e quando cantava mescolando la propria voce a quella di lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno, nemmeno sotto tortura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Deathberries...Live in Karakura!



4) Every breath we take


- …E poi sono stata in sala prove con Kurosaki-kun, Kuchiki-san e gli altri. E’ stato davvero fantastico, fratellino! La loro musica è qualcosa di speciale, ti entra dentro e lascia davvero una traccia nella tua anima. E la voce di Kuchiki-san è così bella…Sembra che stia mettendo tutti i suoi sentimenti e le sue energie in quel canto! Per non parlare di Kurosaki-kun! Lui è sempre…Oh, un messaggio!-

Inoue Orihime interruppe di colpo il suo monologo davanti alla foto del fratello, frugando nelle tasche dell’ampia giacca. Era inginocchiata su un cuscino, di fronte a quell’improvvisato altare casalingo che aveva allestito per  Sora Inoue, deceduto otto anni prima in un cruento incidente stradale.

Dopo la morte del fratello, che era la sua unica famiglia, Orihime si era trovata sola di colpo. Ma aveva resistito. Pur essendo una ragazza emotiva, maldestra e in certi casi un po’ tonta, aveva tirato avanti con determinazione, nascondendo con luminosi sorrisi la ferita profonda che provava dentro di sé.
Raccontare al fratello la propria giornata era quasi un rituale, per Orihime. Un modo per riassumere quello che era accaduto e prenderne coscienza, ma che le serviva  soprattutto per riuscire a sentirlo ancora vicino. Era un modo come un altro per aiutare sé stessa, anche se per lei aveva una grande importanza.

La ragazza estrasse con delicatezza il cellulare dalla tasca, con un sorriso soddisfatto. Era da un po’ che aspettava quel messaggio, ma come al solito la persona che glielo aveva mandato si faceva attendere.

Andò sull’icona dei messaggi ricevuti e lo aprì, curiosa.

Ciao Orihime.
Non preoccuparti per la chiamata, può succedere a tutti. Si, certo che mi ricordo dei Deathberries, dopotutto non fai altro che parlare di loro e di quanto siano fantastici. Vorrei tanto farti sentire il mio, di gruppo. Spero tu ti decida presto ad accettare di venire alle nostre prove.
La mia giornata non è stata niente di che, mi sono solo esercitato con il basso e ho cercato di sopravvivere ad un’altra giornata senza uccidere Grimmjow, il mio coinquilino. Come vedi, tutto normale. Scusa per il ritardo con cui ti sto rispondendo.

Ulquiorra.

Orihime rise di cuore. Certo che era ben poco normale, la normalità di quel ragazzo.

Nel messaggio non c’era scritto niente di così spiritoso, ma Inoue non poteva fare a meno di trovare quel ragazzo…buffo. La sua apparente apatia, che normalmente scoraggiava le persone che tentavano di legare con lui, per la ragazza era stranamente interessante.

Ulquiorra, seppur a modo suo, riusciva a divertirla e a farla sentire meglio.
E soprattutto, anche se Orihime faticava ad ammetterlo, la aiutava a distogliere per un po’ i pensieri dal suo amato Kurosaki-kun.

Guardò fuori dalla finestra. Una bella giornata primaverile, soleggiata e fresca. Insomma, la sua giornata ideale.
I suoi pensieri andarono ad una giornata molto simile a quella, di quasi un anno prima.

Il giorno in cui aveva conosciuto quel ragazzo all’apparenza freddo e apatico di nome Ulquiorra Shiffer.

*

Orihime correva per il corridoio della scuola, cercando con tutte le sue forze di trattenere le lacrime che minacciavano di assalirla.
Aveva voglia di sbattere la testa contro il muro, di prendere a pugni quel suo stupido cervello finché non l’avesse smessa di sommergerla a tradimento con pensieri così crudeli ed egoisti.

Era stato solo un sguardo.

Kuchiki era inciampata mentre correva durante la lezione di educazione fisica, e si era sbucciata un ginocchio. Orihime era inginocchiata accanto all’amica, quando aveva visto Kurosaki accorrere a rotta di collo con una bottiglia di disinfettante tra le mani. Aveva negli occhi uno sguardo così sinceramente preoccupato che Inoue aveva sentito qualcosa spezzarsi dentro di sé.

Non era il solito sguardo apprensivo di Kurosaki, la solita faccia che assumeva quando si sentiva in colpa per non essere riuscito a proteggere qualcuno.
No, Kurosaki stava male perché lei si era ferita.
Orihime non aveva alcun dubbio, su questo.

Il ragazzo dai capelli arancioni si era inginocchiato accanto a lei, e aveva iniziato a versare il disinfettante sul ginocchio di Kuchiki e a pulire la ferita con il cotone idrofilo. La ragazza aveva protestato, dicendogli che non aveva bisogno di essere medicata come una bambina di tre anni, ma lui non le aveva risposto, né si era fermato. Aveva continuato a curarla, mettendo un tale affetto in quei gesti ed esternando una tale preoccupazione che Orihime aveva sentito la gola seccarsi di colpo e qualcosa di arroventato e doloroso scenderle nello stomaco.

Non avrebbe dovuto sentirsi così, non avrebbe dovuto essere così gelosa del rapporto tra Kuchiki e Kurosaki. Kuchiki era una delle sue migliori amiche, sentiva di farle un torto anche solo provando quei sentimenti.
Si sentiva una persona schifosamente e egoista.

Non era riuscita ad assistere oltre. Si era alzata in piedi di scatto, dicendo ai suoi compagni che andava semplicemente in bagno.
Ma mentre camminava per la scuola aveva sentito il sapore salato delle lacrime in fondo alla gola e si era messa a correre a rotta di collo per raggiungere il bagno prima di scoppiare a piangere.

Non ce l’aveva con Kurosaki, né con Kuchiki. L’unica persona che odiava era sé stessa, e quei sentimenti così egoisti e dolorosi che la avvolgevano di punto in bianco.
Avrebbe voluto essere una persona migliore più di qualsiasi altra cosa al mondo.

All’improvviso, poggiò il piede su una mattonella instabile e inciampò, storcendosi la caviglia e sbattendo violentemente il gomito sul pavimento. Successe tutto così in fretta, che non si rese nemmeno conto di essere caduta. Non provò nemmeno dolore, all’inizio. Rimase carponi sul pavimento della scuola, intontita.

- Ehi, stai bene?-

Una voce la aiutò a ritrovare contatto con la realtà.
Alzò lo sguardo, e si ritrovò a guardare un ragazzo pallido con i capelli neri e gli occhi verdi chinato su di lei, vicinissimo al suo volto. Il tono di quella voce era stato piatto, senza apparente preoccupazione, ma riuscì a scorgere un grande fermento negli occhi del ragazzo.
Qualcosa di così genuino e spontaneo che Orihime sentì le lacrime pungerle gli occhi.

Il dolore fisico, la sofferenza che aveva provato poco prima e ora quello. L’instabile equilibrio emotivo della ragazza di ruppe di colpo, e Inoue scoppiò in un pianto disperato, gettando le braccia al collo dello sconosciuto  e rifugiando il viso nel suo petto, bagnandogli la camicia con le sue lacrime.

Se il ragazzo dagli occhi verdi ne fu sorpreso, non lo diede di certo a vedere. Anzi, non fece assolutamente niente. Non l’allontanò, come avrebbe fatto una persona normale con qualsiasi stramba sconosciuta, né la strinse a sé per consolarla. Le posò gentilmente una mano sulla schiena e le offrì una spalla su cui piangere, senza dire una parola.

Orihime pianse come non faceva da mesi. Ormai l’argine era stato rotto e voleva solo esternare tutto il dolore che si era tenuta dentro, voleva sfogarsi fino a sfinirsi. La mano del ragazzo sulla propria schiena le dava un senso di calore protettivo, non era né un invito a restare né esprimeva fastidio. Era assolutamente neutrale, come il ragazzo che le stava di fronte.
Il ragazzo che non si era sottratto al suo goffo abbraccio e che la stava aiutando anche senza conoscerla.

Dopo qualche minuto, i singhiozzi e le lacrime di Orihime si placarono.
La ragazza rimase in quella posizione, con il viso affondato nel petto dello sconosciuto e le braccia attorno al suo collo. Si sentiva bene, finalmente. Era la prima volta, che provava un senso di pace così profondo.

Tuttavia,  all’improvviso si rese conto che stava importunando una persona che non conosceva, che il suo gesto aveva sicuramente messo in imbarazzo lo strano ragazzo o che lui doveva averla presa per pazza.
Si staccò di scatto da lui e arrossì, imbarazzatissima.

- Devi scusarmi, non riesco davvero a spiegarmi cosa mi sia preso! Mettermi a piangere in quel modo…assurdo! Mi dispiace di averti importunato!- disse, parlando velocemente per l’eccessivo imbarazzo.

Il ragazzo continuò a guardarla impassibile, passandosi lentamente una mano tra i capelli.

- Non c’è bisogno di scusarsi, non mi hai recato nessun disturbo. Le persone sono come grandi contenitori pieni di sentimenti, con un limite oltre il quale non possono essere più caricate. Allora le emozioni straripano dal recipiente e ci rodono l’anima. Piangere fa bene, ogni tanto-.

Quelle parole colpirono profondamente la ragazza. Erano troppo adatte per descrivere il suo stato d’animo.

- Come ti chiami? - chiese d’impulso, guardandolo imbambolata.

- Ulquiorra Shiffer- disse il ragazzo, tendendole la mano.
Il suo volto rimase impassibile, rendendolo quasi un gesto automatico di cortesia.

Ma Orihime ormai aveva intuito che c’era qualcosa di speciale, dietro a quella strana maschera che si ostinava a portare.

Strinse quella mano pallida con delicatezza, quasi fosse un fiore di vetro che avrebbe potuto spezzarsi con un minima pressione.

Ulquiorra. Anche il suo stesso nome, era pregno di fragilità.

*****


Kuchiki Byakuya si buttò a peso morto sul letto, sospirando. La tranquillità della propria stanza lo invase, cancellando tutta la stanchezza e lo stress accumulato quel giorno, e il ragazzo si sentì subito meglio.

Cambiò posizione, distendendosi per lungo con le mani dietro la testa, rivolgendo gli occhi al soffitto immacolato di casa sua. Cercò a tastoni il pacco di sigarette sul comodino accanto al letto e se ne accese una.

Niente meglio del proprio letto e di una sigaretta, per cancellare le fatiche della giornata. Byakuya era una persona laboriosa e ligia al dovere, riusciva a cavarsela in ogni situazione e i suoi tempi di recupero erano veramente brevi. Ma tutto quello che doveva fare in quel periodo stava mettendo seriamente a dura prova persino un uomo di ferro come lui: le fatiche dell’ultimo anno di liceo, il lavoro nel pomeriggio negli studi legali gestiti dal signor Yamamoto, e ora pure i Deathberries.

E stranamente, era proprio per la sua band che doveva spendere più energie.

Era il leader del gruppo e da mesi tentava di farli suonare in qualche locale, ma senza successo. I proprietari erano persona avide e diffidenti e non se la sentivano di lanciare una band senza avere prove del successo che avrebbero riscosso e del prestigio che avrebbero donato al proprio locale. Un gruppo sconosciuto formato da ragazzini del liceo: chi avrebbe mai voluto farli suonare?

Byakuya si passò la mano sul viso, scoraggiato. Aveva impiegato tutte le sue energie in quel progetto, ma i continui fallimenti lo stavano letteralmente demotivando.

Non riusciva a capire perché tenesse tanto al successo di quel gruppo di mocciosi. Tentava di convincere sé stesso che la motivazione principale era rendere felice sua sorella: Rukia teneva molto ai Deathberries e lui non poteva assolutamente tirarsi indietro.

Ma c’era anche qualcos’altro. Una sensazione strana, un ambiguo sentimento che lo spingeva a preoccuparsi tanto per il futuro di quella band da quattro soldi. Forse, era orgoglio personale: in fondo, ne faceva parte anche lui. O forse, in fondo aveva finito per essere contagiato dall’entusiasmo dei propri compagni e a prendere a cuore quel progetto.
Nemmeno lui stesso, avrebbe saputo spiegarlo.

God save the queen 
The fascist regime 
They made you a moron 
Potential H-bomb!


I pensieri di Byakuya vennero bruscamente interrotti dallo squillare del proprio cellulare. Il ragazzo lo estrasse con fare scocciato dalla tasca dei pantaloni, mentre la voce di Sid Vicious spezzava letteralmente in due la tranquillità della sua stanza.

- Pronto? - disse Byakuya, cercando di apparire cordiale.

- Parlo con Kuchiki Byakuya? - disse una voce maschile dall’altro lato del telefono.

- In persona - rispose il ragazzo - Con chi parlo? -.

- Parli con Kyoraku Shunsui, il proprietario del Black Moon. Ti ricordi di me? Eri venuto a cercarmi qualche settimana fa, chiedendomi di far debuttare il tuo gruppo nel mio locale -.

- Si, ricordo benissimo - disse seccamente il ragazzo - E se non ricordo male, lei me l’aveva vietato. Cosa vuole ancora da me? -.

- Perché questo tono così freddo, Byakuya-kun? E pensare che ti avevo chiamato per darti una bella notizia. Ebbene, ho cambiato idea! Tu e il tuo gruppo avrete il vostro debutto sabato prossimo! Non è fantastico, Byakuya-kun? - disse Kyoraku, con fare gioioso.

Il ragazzo non rispose immediatamente, dovette aspettare qualche secondo per assimilare la notizia.
Ce l’aveva fatta.
Per qualche ragione sulla quale non avrebbe certo indagato, il signor Kyoraku li avrebbe aiutati a realizzare il proprio sogno. Chissà gli altri come sarebbero stati contenti!

- Si, Kyoraku-san. La ringrazio davvero moltissimo - disse, cercando di contenere la sua soddisfazione e di essere neutrale - Ora, può spiegarmi bene i dettagli?-.  

Poche cose erano in grado di suscitare emozioni nell’animo impenetrabile di Kuchiki Byakuya.

Subito dopo sua sorella Rukia e la sua ragazza Hisana, venivano i Deathberries.

 


 Angolo dell'autrice: 

Vedere la sezione Bleach deserta mi metteva una tale tristezza che ho deciso di aggiornare prima, questa volta xD
Spero che vi sia piaciuto l'incontro tra Ulquiorra e Orihime *_* E soprattutto, la scena di Ichigo che medica Rukia (ho preso spunto dalla scena del manga dove Orihime cura Rukia ferita da Grimmjow e Ichigo la guarda in quel modo dolcissimo *-*)
Che bello, i nostri Deathberries finalmente suoneranno! Riusciranno a fare bella figura? E quali saranno i paring che si formeranno alla fine?
Spero che continuerete a seguirmi, per scoprirlo :D

NOTA: La suoneria di Byakuya è God Save The Queen, dei Sex Pistols. Visto che bei gusti che ha il nostro Oni-sama? xD

Ringrazio di cuore Sarugaki145 per aver recensito :') 

Un grazie anche a: Momiji, byebye 00, kira988, LindaJSixx, smile989 per aver inserito la storia tra le preferite e le seguite.

Alla prossima! :D

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Kuchiki Chan