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Autore: Kat Logan    20/05/2011    4 recensioni
Alcune persone riescono a fermare il rumore che fanno i tuoi pensieri più profondi.
Un'incontro/scontro unirà quattro persone diverse: Cherry, una ragazza dal carattere difficile che se la prende con il mondo. Tiffany un'amica fedele. Gerard,un giovane talentuoso che ha rinunciato all'amore per inseguire i suoi sogni e Frank, l'amico che i sogni li aveva quasi persi dopo la scomparsa della propria ragazza.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New york. La grande mela.
Il traffico quasi irreale della città e i clacson dal suono fastidioso stavano mettendo a dura prova la pazienza e il controllo dei ragazzi.
"Potrei impazzire a vivere qui..." commentò Cherry con sguardo allucinato.
"Useresti il tuo fuoristrada come un panzer, ti ci vedo, considerata la tua pazienza quando guidi!" La prese in giro Tiffany.
"Puoi dirlo forte!"
Gerard era impegnato in un gioco sul telefono, quando il suo I phone vibrò interrompendo l'applicazione.
Il ragazzo lanciò un imprecazione poco chiara e guardo l'sms che gli era arrivato.
Frank. Ma che cazzo...?!
Lanciò un occhiata all'amico assorto nei suoi pensieri, con fare indifferente che guardava fuori dal finestrino.
- Devo parlarti -
Il rosso sbuffò componendo un nuovo messaggio.
- Speravo che mi dicessi di più dato che hai interrotto la mia partita a snake e ho perso grazie a queste due esaurienti parole :P -
La linguaccia a fine messaggio ci sta sempre. Pensò inviando al suo amico l'sms.
"Chi è?" domandò Cherry che aveva visto Frank controllare il cellulare.
"Nessuno."
"Nessuno...ti scrive?"
"Nessuno d'importante!" si corresse il ragazzo.
Cherry lasciò cadere la conversazione stringendosi nella spalle.
Se è una ragazza, caro Frank, ti faccio fuori.
 
 
 
Hotel Millennium Hilton.
New York City.
Ore 14.00 p.m.
 
 
"Bene ragazzi! Ce l'avete fatta! Per un momento ho creduto mentiste a Las Vegas" Commentò in un sorriso il loro produttore.
Mikey si lasciò scappare una risata nervosa. 
Quell'uomo la sapeva lunga.
"Ad ogni modo..." cominciò incrociando le mani e sprofondando nella poltrona blu decisamente kitsch sulla quale sedeva. 
"Oggi avrete la vostra prima intervista, la pubblicheranno su Rolling Stone..."
"FICO!" si lasciò scappare Frank illuminandosi a quelle parole.
Gerard ruotò gli occhi e si scompigliò un pò i capelli.
"In serata avrete la vostra esibizione a central park, i biglietti sono praticamente stati venduti tutti, andate alla grande! Scommetto che per il New Jersey saremo Sold Out! Mi ci gioco le palle!"
"Cavolo deve proprio avere fiducia in noi per giocarsi i suoi gingilli!" commentò Frank torturandosi i Jeans chiari con le mani.
"Lo scusi è un pò fuori..." cercò di rimediare Gerard grattandosi la testa.
"Ehi, ma!"
"E stai un pò zitto Frank!" 
Il tatuato sbuffò sonoramente incrociando le braccia al petto.
Thomson scoppiò in una fragorosa risata.
"Ho fatto consegnare le chiavi delle stanze alle vostre ragazze, spero siano di vostro gradimento! Ah...e tornati a Los Angeles dovrete presentare il vostro cd, vi ho preso un appuntamento proprio oggi! Dopo di che, avrete qualche giorno libero, ma non mettetevi troppo comodi perchè poi cominceremo un tour!"
Gli occhi dei ragazzi brillarono.
"State andando alla grande, vi affiderò un valido manager che vi possa seguire una volta tornati a Los Angeles! Su, ora andate, tra due ore bisogna uscire di qui per andare all'appuntamento con Rolling Stone!"
 
***
 
Cherry navigava in rete sdraiata sul divano col suo cellulare, aveva chiesto alla reception il codice della rete wi - fi e il ragazzo gliel'aveva dato più che volentieri anche se balbettando.
Che sia la scollatura?
Si guardò un momento perplessa, poi alzò le spalle facendo uscire dalle sue labbra un sonoro "Bah" e tornò a prestare attenzione al sito che avevano creato lei e Tiffany.
"Ma guarda questa..."
Inarcò le sopracciglia per poi scorrere lentamente i commenti nel forum del sito, man mano che leggeva il suo sguardo diventava sempre più corrucciato.
"Ste Tro...."
"Ehy piccola!"
Cherry alzò lo sguardo vedendo entrare Frank nella stanza.
"Dov'è Tiff?"
"In stanza da Gerard, doveva cambiarsi..."
Il suo sguardo non abbandonò lo schermo del cellulare, borbottò tra sé e sè per poi poi lasciare che un urlo rabbioso uscisse dalla sua bocca.
"MA GUARDA TE STE GALLINE ISTERICHE!"
"Che è successo?!" Frank sgranò gli occhi.
"Le tue fan mi offendono!"
"Eh?!"
"Le galline che vorrebbero venire a letto con te, mi offendono!" ripetè sempre più nervosa.
Frank assunse uno sguardo divertito ma cercò di non mettersi a ridere o l'uragano Cherry avrebbe investito anche lui senza pietà; e non era certo di poter soppravvivere ad uno scontro del genere. Forse avrebbe steso anche Mike Tyson.
"Che ti hanno scritto?"
La ragazza gli porse con forza il cellulare sotto al naso, facendolo indietreggiare.
- Ciliegia è proprio un cesso. Assomiglia ad una groupie di un gruppo metal scadente, non so cosa ci trovi in lei quel figo di Frank! -
Il tatuato non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere tenendosi gli addominali con le braccia.
"Dai amore ma ti pare?"
Gli occhi scuri della ragazza di fecero ancora più grandi sbarrandosi all'improvviso.
"Mi fai paura, non fare quello sguardo, dai! Lo sai che non è vero..."
"Chissenefotte di quelle."
"Allora che c'è?" domandò in un sorriso Frank.
Il cuore le sbalzò violentemente nel petto. 
Poteva sentirlo come un rimbombo nelle orecchie. 
Il suo battito si era fatto improvvisamente assordante, tanto da non udire più alcun rumore intorno.
"Hai detto..."
Il viso di Frank assunse una smorfia interrogativa mista a curiosità, increspò le labbra e si avvicinò a lei.
"Mi hai chiamata..."
BUM.BUM.BUM.
Amore.
Al posto del battito ora c'era un fastidioso tamburo.
"Ahhh!" il sorriso sul volto del ragazzo si allargò ancora di più "Ti ho chiamata, amore"
Cherry deglutì.
Frank Iero, mi ucciderai.
"E' così, baby..." disse avvicinandosi pericolosamente alla ragazza che era seduta sul letto.
"Sei il mio amore, per quanto tu faccia la dura..." La sua voce era un sussurro caldo che le provocò un brivido.
Le labbra dei due s'incontrarono fameliche. Frank la fece stendere sotto di lui sul letto, mentre Cherry si arrendeva al ragazzo che riusciva a sconvolgerla con una sola parola.
Una sola stupida parola.
Afferrò i suoi capelli corvini, baciandolo con più passione quando all'improvviso il suo fidanzato si staccò come se fosse stato colpito da una scossa.
"Scusa, devo andare!"
Che cazzo, Frank! Fanculo!
Cherry gli diede una pacca sulla spalla e lo allontanò.
"D'accordo."
Sono un coglione.
"E' solo che devo andare, abbiamo l'intervista e..."
"Lo so, vai Frankie."
Il tono era asciutto. Il ragazzo sentì aprire l'acqua del rubinetto nel bagno della stanza.
"Ci vediamo dopo!" 
"uh,uh"
La porta si chiuse alle sue spalle e Cherry si guardò allo specchio.
Probabilmente ho davvero qualcosa che non va, forse le galline hanno ragione.
 
***
 
Un Frank Iero sull'orlo di una crisi di nervi bussò violentemente alla porta di Gerard.
Nessuna risposta.
Sbattè nuovamente le nocche sulla porta bianca della stanza.
"Arrivo!"
"Gerard, sono io!"
"Arrivo, cazzo!"
Il ragazzo si appoggiò al muro in attesa. Sentì la voce di Tiffany assumere una sfumatura lamentosa e Gerard che le diceva "E' il coglione!"
Grazie, amico.
La ragazza dai capelli mori aprì.
"Ehy Frankie!"
La frangetta che le copriva in parte gli occhi era un pò più disordinata del solito.
"Oddio, non avrò mica interrotto..."
Tiffany rise di gusto "No, no tranquillo, mi stava aiutando con la cerniera del vestito sulla schiena, è difettosa!"
"mh, capisco..."
"E' tutto ok?" chiese con tono indagatorio.
"Si, uhm, dovrei parlare con Gerard...se..."
"No, tranquillo! Stavo andando dalla tua donna! Mentre sarete impegnati, noi pensavamo di farci un giro..."
Frank annuì, la salutò con un cenno della mano ed entrò come una furia.
"Devo parlarti."
"Ma dai..."
"Gee seriamente!"
"Ti sto ascoltando Frankie! Calmati!"
Il rosso si appoggiò con lo spigolo al bordo della scrivania presente nella camera e fissò l'amico tormentarsi le mani e camminare da una parte all'altra della stanza.
"Allora, qual'è il problema?"
"Io dico, l'hai vista?!" accompagnò la frase mettendosi le mani nei capelli.
"mmh, chi?!"
"Cherry, no?!" disse quasi urlando con un tono di ovvietà.
"Devi essere chiaro amico, Dio che ansia, mi devo accendere una sigaretta! Tu mi fai male alla salute!" Cercò per un momento l'accendino nelle tasche dei suoi jeans scuri e cominciò a fumare senza perdere di vista l'altro ragazzo che nel frattempo si era seduto, sfregandosi le mani sudate.
"Problemi?" lo incalzò Gerard dando una lunga boccata alla sigaretta prima di lasciare uscire una densa nuvola di fumo dalle labbra.
"Quelle scollature sono un problema!" cominciò l'altro "Hai visto vero che scollatura aveva oggi?"
"Amico...non passo il tempo a guardare la scollatura della migliore amica della mia ragazza, non credo sarebbe carino!"
Frank alzò un sopracciglio.
"Aspetta." Lo bloccò il rosso prima che potesse dire qualsiasi cosa "Tu guardi la scollatura della mia donna?!"
Gli occhi verdi sembrarono volergli schizzare fuori dalle orbite, mentre nel dire quella frase cominciò a tossire per il fumo che gli era andato di traverso.
"Per chi mi hai perso?! Non sono un maiale!"
Perchè Frank è qui a parlarmi di tette?
Per un momento si perse in quel pensiero escludendo la voce agitata del suo amico, quando ritornò alla realtà captò le parole "Ho solo paura che sia troppo presto per farlo."
"Eh?!"
"Oh mi ascolti?!" Il tatuato sembrava offeso.
"Mi ero perso..." stava per dire sulle tette, ma cercò di evitare.
"Insomma sono davvero innamorato ma..."
"Dai Frank! sembri una ragazzina in piena crisi adolescenziale! Insomma sei innamorato è una cosa bella, vivila per bene no? Quando sarà il momento lo sarà! non farti troppi problemi sulle tempistiche!"
Dov'è finito Gerard Way?! Gli alieni l'hanno rapito?!
Il moro rimase sorpreso dal consiglio dell'amico. Consiglio che lo fece sorridere. 
Sapeva che poteva sempre contare su di lui.
 
 
 
Hudson Street, New York.
Sturbacks.
Ore 16.30
 
A Tiffany sembrava di non dormire da una vita.
In effetti non avevano ancora toccato un letto, nel senso di averci dormito, da Las Vegas.
Osservò dalla vetrina del locale il passaggio della gente sul marciapiede che camminava chissà diretta dove, con il suo caffè fumante tra le mani.
Cherry agitava nervosamente la cannuccia nel suo frappuccino, come a voler uccidere la panna.
L'amica posò lo sguardo su di lei, provando un pò di pena per quella bevanda che stava venendo torturata ingiustamente.
"Sono incazzata."
"Non si vede tesoro."
Cherry tirò un lungo sorso per poi iniziare a parlare tutta d'un fiato.
Faceva sempre così, prima si esprimeva a monosillabi e grugniti, poi dopo aver ingerito qualcosa di dolce iniziava a tirar fuori fiumi di parole.
"Mi ha chiamata amore, capisci? Mi ha chiamata amore, mi è saltato addosso e poi se ne è andato. Mi ha lasciata lì, sul letto. Insoddisfatta!"
Per un momento Tiffany rischiò di strozzarsi col caffé.
"Ssht parla piano!"
"Hai afferrato la gravità della cosa?!"
La sua amica non le stava prestando attenzione.
"Relax, take it easy!"
Ecco la classica uscita di Tiff.
"E' scappato come un ladro" sbuffò quell'altra sottovoce con il broncio.
Tiffany non poté far a meno di ridere a quella smorfia. La sua amica sembrava una bambina a cui era stato portato via il suo giocattolo nuovo.
"Non cominciare con le pare, di solito sono io quella imparanoiata!" disse divertita.
Cherry cominciò a torturarsi i lunghi capelli mori.
"Perchè fa così?!" sbuffò visibilmente infastidita dalla situazione e iniziando a mordere la cannuccia verde.
"Te lo dico io...ha un'altra! Una delle galline di Las Vegas magari! Hai visto? nemmeno il messaggio mi ha fatto leggere!"
"Ti ha chiamato amore!"
"Si e poi...sedotta e abbandonata! Mi ha fatta quasi collassare e se ne è andato! SENSI DI COLPA IL BASTARDO TE LO DICO IO!"
"Sshhht!" Tiffany le prese una mano per cercare di calmarla.
"Non c'è nessun altra! Andiamo ti è corso dietro e tu nemmeno lo degnavi di uno sguardo! Poi ripeto, ti ha chiamata amore! Non l'ha detto per nulla! Ne sono certa!"
"mmpf" un borbottio indistinto.
Non sia mai che Cherry Ryan si arrenda all'evidenza e mi dia ragione. Ah l'orgoglio!
"E' un ragazzo molto dolce, Cher...e ci tiene. Avrà avuto una buona motivazione!"
"Se...se!" Cherry si alzò in piedi.
"So io cosa ci vuole! Un pò di Shopping!"
"Tu vuoi svuotarmi le tasche ammettilo!"
"No, più che altro voglio svuotarti la mente da pensieri strambi!" sorrise Tiffany prendendola per mano e correndo verso l'uscita.
 
 
Hotel Millennium Hilton.
New York City.
Ore 19.00 p.m
 
 
Gerard entrò nella camera 32, tirando un sospiro.
Doveva far arrivare aria al cervello. Per tutto il tempo dell'intervista era come rimasto in apnea per paura di dire qualcosa di sbagliato, per calibrare le sue parole, i suoi pensieri.
Non voleva che la band partisse con una brutta fama per qualche stupida parola male interpretata.
Abbandonò la giacca sulla sedia imbottita per poi buttarsi letteralmente sul letto.
Un materasso.
Da quanto non si stendeva su un letto e dormiva? Troppe ore, era riuscito a chiudere occhio solo in aereo.
Guardò il soffitto bianco. Per un momento gli sembrò di tornare indietro, nella sua stanza, a quando ancora Tiffany non era entrata nella sua vita portando con se i colori.
Era come vivere in bianco e nero prima.
Si ricordò la sensazione di non essere completo, la sensazione che qualcosa mancasse.
Era completamente sparita.
Per fortuna.
Le labbra si tirarono in largo sorriso che lasciò scoperti i denti bianchi, mise le braccia sotto al capo, sopra al cuscino e sospirò ancora una volta.
La porta del bagno si aprì lasciando uscire una nuvola di vapore.
"Oh sei qui!"
Tiffany avvolta nell'accappatoio dell'hotel si stava asciugando i capelli.
Gerard si alzò piano, puntando i gomiti sul letto.
Le guance della ragazza si colorarono leggermente.
Non era abituata a quell'initimità con lui. Non avevano mai diviso una stanza, ne tanto meno era uscita dalla doccia e si era presentata così davanti a lui.
"Come è andata?" chiese per cercare di non pensare al suo cuore che ora pompava il sangue al doppio della velocità normale.
"Bene, credo."
La ragazza sorrise "Sarà andata bene, vedrai! Ah io ne voglio una copia eh?!"
"Mi sei mancata."
L'aria le venne a mancare di colpo a quelle tre parole.
Gerard la raggiunse, le tolse l'asciugamano che aveva in testa e liberò i capelli bagnati sulle sue spalle.
L'abbracciò da dietro, cingendole i fianchi e le baciò il collo.
Tiffany si lasciò sfuggire un piccolo gemito al tocco delle sue labbra calde sulla pelle. Leggero.
Leggero come il tocco di Gerard che la stava accarezzando.
"Che tortura." Disse lui in un sussurro.
"C...cosa?"
La voce della ragazza tremava, come le sue gambe del resto.
"Questi vestiti e soprattutto quello che hai addosso tu sono una tortura!" Il timbro della voce era basso e caldo.  Un sussurro che la stava incendiando.
Gerard non credeva di aver detto davvero quelle parole, ma il desiderio di averla, di farla sua era più forte della timidezza, più forte di qualsiasi cosa.
Tiffany si voltò verso di lui baciandolo con passione, stringendo le braccia al suo collo mentre lui infilava le mani sotto quello che al momento era il suo abito.
Le dita esploravano ogni centimetro della sua pelle e le labbra avrebbero fatto una ricognizione più approffondita poco dopo.
Così ad occhi chiusi, pelle contro pelle, con il respiro caldo e affannato consumarono quell'amore che era nato da poco sul letto che da troppe ore non toccavano.
 
 
***
 
 
Le parole del suo amico ancora gli giravano in testa.
- Sei innamorato è una cosa bella - Sì Gee lo sono, sono cotto!
Passò la chiave magnetica nella fotocellula ed entrò nella camera dell'hotel che avrebbe diviso con Cherry.
La ragazza era lì, seduta sul letto che s'infilava un paio di scarpe nere con il tacco alto, i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle lasciate nude da un vestito nero che le arrivava sopra le ginocchia.
Frank era senza fiato.
"Wow!"
"Ciao."
"A cosa devo quest'eleganza?"
"Così nessuna potrà dire che sembro una groupie!"
"Ancora con quella storia?"
Cherry fece spallucce, poi diede nuovamente attenzione alle sue scarpe sbiascicando un "Fanculo" appena udibile.
Vivila per bene no? ancora una volta le parole del suo amico.
"Sei bellissima..." la voce gli si spezzò in gola, per un momento pensò fosse troppo bella per lui e che tutte le ragazze fossero decisamente solo invidiose.
"Grazie..."
Ci fu un attimo di silenzio. Un silenzio che tra loro non c'era mai stato prima.
"Qualcosa non va?"
Cretino, certo che non va, oggi sei scappato! IDIOTA.
"Ti pregherei...di dirmelo subito se c'è un'altra."
Frank si fece scuro in viso. Era confuso, si aspettava tutto meno che quella frase.
Le si avvicinò piano, come se il rumore dei passi potesse turbarla ulteriormente di quanto lo era già. Glielo leggeva in viso.
"Non c'è nessun'altra...ma cosa dici?!"
Le baciò le scapole nude, per darle un pò di conforto.
"Non prendermi in giro Frankie, non lo fare...messaggini sul cellulare, tu che scappi come una furia senza dire nulla..."
La voce di Cherry era incrinata. A stento trattenne le lacrime, il pensiero di un'altra ragazza o che lei non andasse bene per lui, che magari la pensasse come le sue fan, l'aveva turbata nel profondo.
I suoi occhi divennero lucidi, ma la sua determinazione nel non lasciarsi sfuggire le lacrime fu più forte.
Fece per andarsene verso la porta, aveva bisogno di aria, quando si sentì tirare per i polsi.
- Quando sarà il momento lo sarà! - Lo è adesso.
La presa di Frank non diminuì. 
La costrinse a girarsi verso di lui, verso i suoi occhi di quel verde - marrone che anche la prima volta l'avevano ipnotizzata come se fosse stata vittima di un incantesimo.
"Non pensare ad assurdità. Io sono stato uno stupido, è vero. Non c'è nessuna che non sia tu."
"Non..." la volontà di Cherry si sbriciolò in quegli occhi che la stavano incatenando a loro senza chiedere il permesso. Avrebbe voluto dire un non provarci, un non mentirmi, un non fare così... mentre tutto quello che riuscì a dire fu un "non andartene più".
Stava giocando a carte scoperte, stava mostrando il lato più fragile e debole che teneva nascosto a tutti.
Frank non potè più trattenersi. La strinse in quelle braccia forti e tatuate come quando l'afferrò la notte che si conobbero, la baciò intensamente, con una passione tale che Cherry si trovò ad aderire completamente al suo corpo e poi spinta contro al muro.
Era intrappolata.
La prigionia più dolce e bella che un condannato potesse avere.
Era condannata all'amore, quello forte e potente che anche se vestita la rendeva fragile come se fosse nuda.
"Voglio fare l'amore" il ragazzo sorrise, staccandosi appena da lei.
E Cherry per tutta risposta si spinse contro di lui, continuando a baciarlo, sfilandogli la magietta e spingendolo piano sul letto, perchè  non poteva più aspettare. Entrambi non potevano aspettare oltre, perchè era una tortura troppo crudele stare ancora così lontani.
Il bisogno di appartenersi una volta per tutte era impellente.
 
Frank Iero, ti sto dando anche l'anima.
 
 
Note dell'autrice:
 
Bisognerebbe festeggiare. Il capitolo più lungo che io abbia mai scritto! Oggi l'ispirazione mi ha proprio graziata! Spero vi piaccia perchè in tutta sincerità io ne sono soddisfatta!
Se volete dirmi la vostra è sempre un piacere sapere la vostra opinione :D
Ricordo a chi è interessato e vuole tenersi in contatto con me o aggiornato, la mia pagina su fb Eccola qui!
Buon weekend mie care Killjoys! :D
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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