L’avete atteso, sperato (?) e qualcuno mi ha pure urlato contro se
non scrivevo (*coff* chloe *coff*), ma dopo due mesi, in una domenica mattina, con 4 preferiti, 23
seguiti e una segnalazione nel Programma Recensioni (grazie ancora, Joy ♥) posso finalmente dire… bentornati, Hayley e Damon. ♥
- Capitolo 4 -
«A
proposito di Elena…»
«Elena
chi?» domandò Damon tranquillamente, «Io preferirei parlare
dei tuoi capelli… sul serio, bionda sei più carina! E poi chi te
li ha tagliati?»
«Da quando
sei passato all’altra sponda?» sospirò stancamente Hayley.
L’occhiataccia e la smorfia che Damon le rivolse in risposta furono uno
stimolo a continuare a prenderlo in
giro, «Neanche le mie amiche parlano dei miei capelli come fai tu…
se lo avessi saputo mi sarei vantata di avere un amico gay.»
«Tutti
vogliono parlare di Elena.» la interruppe, roteando gli occhi azzurri
esasperato. Un'ombra stanca gli attraversò lo sguardo, ma Hayley
giurò che fosse durata solo un attimo, «Io invece preferirei farne
a meno, considerato che mi odia, nel vero senso della parola.»
«Scusa…
ma ti ho chiesto di raccontarmi i tuoi problemi sentimentali?»
Si fermò
in mezzo al marciapiede, dove stavano camminando l’uno di fianco
all’altra, rammentando vecchi episodi della loro amicizia: o meglio,
Hayley continuava a ricordargli fatti imbarazzanti, Damon la guardava male e le
rendeva pan per focaccia con altrettanti episodi dove era lei la protagonista.
Incatenò
i loro sguardi, entrambi decisi, «Non ho problemi sentimentali.»
«Certo che
come attore sei pessimo.» Hayley sbuffò e si aggrappò al
braccio di Damon, riprendendo a camminare, «Mi chiedo perché
continui a mentirmi… sono l’ultima persona a cui dovresti dire
bugie.»
«Smettila.»
cercò di persuaderla Damon. Iniziava a perdere la pazienza..
L’amica
smise immediatamente di parlare, sapendo che non era opportuno continuare a
stuzzicarlo in quel modo: ne avrebbe pagato le conseguenze, questo era certo.
Camminarono in direzione della macchina e quando furono a pochi passi di
distanza da essa, Hayley strattonò il braccio di lui, bloccandolo
immediatamente sul posto.
«Dovrai
rifarti la maincure quando mi lascerai il braccio.» fece notare, visto
che Hayley aveva affondato le unghie nella sua pelle, così forte da
ferirlo. Hayley si staccò e si guardò subito le unghie smaltate
di un accecante verde.
«L’ho
detto che sei gay.» fu la sua risposta.
«Cosa vuoi
ancora, Hayley?»
La vampira
sospirò e abbassò le braccia, guardandolo negli occhi,
«Volevo sapere se hai davvero intenzione di difendere Elena, contro
Klaus.»
«Non ho
mai detto che l’avrei fatto, ma potrebbe essere divertente.»
ammiccò Damon.
«Non
scherzare.» lo ammonì Hayley, «Sono la prima a voler
divertirmi… ma Klaus è l’inferno in persona. È
Katherine al maschile, ma molto più potente.»
«Perfetto,
allora ucciderlo sarà la mia priorità.» replicò
tranquillamente Damon, «Perché vuol dire che sarò
abbastanza forte da far sparire Katherine dalla circolazione. Ha vissuto
abbastanza.»
«Non lo
faresti neanche se te lo chiedesse.» sospirò Hayley; alzò
una mano, ad interrompere sul nascere la replica di lui, «E non dirmi che
ci hai provato e ci eri quasi riuscito… hai vissuto un’intera vita
cercando di stare con lei.»
«Ma per
lei non era lo stesso, te l’ho già detto.» concluse Damon,
infilando le mani nelle tasche della giacca di pelle. Hayley si avvicinò
di un passo, appoggiando una mano sul petto del vampiro. Lui rimase impassibile
a guardarla stringere la maglietta nel pugno.
«Non
è nella tua etica preoccuparti.» mormorò.
«Non
voglio che la storia si ripeta, tutto qui.»
«Parli
come Stefan.»
«Vuol dire
che sono diventata noiosa?» si allarmò subito, sgranando gli
occhi. Damon non resistette e si lasciò andare ad una lunga risata
liberatoria.
«Invecchiando
diventi sempre più antipatico.» borbottò tra i denti,
dandogli una leggera spinta sul petto per allontanarlo da sé.
Camminò verso la macchina, ma Damon fu più veloce e le
aprì la portiera con il suo classico e usuale sorriso da so-tutto-io in volto.
«Le buone
maniere non ti salveranno, oggi mi hai trattata così male che non ti
meriti neanche di ricevere il mio regalo!»
«Cosa mi
hai regalato quest’anno?» si appoggiò alla portiera aperta
con il braccio e mise su un broncio che la costringesse a parlare; tutti gli
anni trovava sempre gli oggetti più buffi del pianeta, che puntualmente
Damon rompeva o scordava da qualche parte, oppure avvenimenti e circostanze
totalmente strambe. A Hayley piacevano solo i commenti che faceva sul regalo,
non che lui lo tenesse per l’eternità; era un tempo troppo lungo
per un vampiro il cui unico bagaglio erano una giacca di pelle e un paio di
occhiali da sole nuovi di zecca.
Hayley sorrise e
avvicinò i loro volti, «Segreto.» sussurrò per poi
posargli un rapido bacio a stampo sulla guancia e salire in macchina.
San Francisco, 1967
Pizzicò
le corde della chitarra, totalmente a casaccio. Le ciocche bionde dei capelli
erano sfuggite alla fascia che portava intorno al capo e le cadevano davanti
alla fronte disordinatamente. Damon, seduto sul prato insieme a lei con una
bottiglia di birra tra le mani, scosse la testa, «In duecento anni non
hai ancora imparato a suonare la chitarra? »
«Duecentoventisei.»
lo corresse prontamente Hayley con un sorrisetto, «Porta rispetto.»
«Le
corde chiedono pietà, sembrano il tuo pranzo.» la ignorò Damon, i capelli lasciarti disordinati sul
capo, nonostante fossero molto corti rispetto ad anni prima.
Hayley
appoggiò la chitarra sul prato, con uno sbuffo stanco,
«Perché continui a rompere le scatole? Fra poco ti do il mio
regalo di compleanno, dovresti esserne felice!»
«Sei
in ritardo di mesi.» fece notare Damon, sollevando un sopracciglio
scettico.
«Quel
giorno ero troppo incazzata con te, per farti un regalo.» scrollò
le spalle lei, noncurante, ricordando perfettamente come aveva tenuto per
sé tutto il divertimento di una rissa in un bar. Damon avevo scosso la
testa, sconcertato ancora una volta di essere riuscito a trovare una vampira
come lei, tra tutte quelle che c’erano. Di certo solo lei poteva
arrabbiarsi per non aver partecipato ad una rissa, invece di sgridarlo per
essersi messo così in mostra.
«Tu
non sei normale.» asserì infatti.
Hayley
si avvicinò, mettendosi di fronte a lui in ginocchio. Con le mani sulle
ginocchia incrociate dell’amico, sorrise apertamente, «Me
l’hai già detto, me lo dirai quando vedrai il tuo regalo e me lo
dirai anche in futuro.»
«Vuol
dire che ti avrò come palla al piede anche nei prossimi secoli?»
la prese in giro Damon, con un sorrisetto obliquo sulle labbra.
La
vampira sorrise raggiante, appoggiandosi con un braccio alla spalla
dell’amico, «Per molto di più, Damon.»
In
quel momento voci e clacson di piccoli furgoncini colorati fecero la loro
comparsa, facendo voltare entrambi verso il movimento unico di persone vestite
con larghi abiti floreali e jeans a vita alta. Uno dei primi raduni giovanili
della cultura hippie.
Lo
afferrò per il gilet che portava sopra alla camicia leggermente
sbottonata e gli stampò un bacio sulle labbra chiuse, «Per molto
di più.» ripeté facendolo sorridere in modo così
spontaneo da stupirla e renderla felice.
«Ci siamo
quasi, avanti.»
Damon
scavalcò le rocce, afferrando poi la mano che Hayley gli tendeva. La
strinse e l’attirò a sé, caricandosela sulle spalle.
«Si
può sapere dove stiamo andando?» domandò mentre la
trasportava verso la cima della ripida collina. Uno spiazzo decisamente
più rialzato, non molto lontano da dove erano stati, e che Hayley aveva
insistito affinché non lo raggiungessero con la loro velocità.
«Vedrai.»
rise Hayley allegramente, appoggiando il mento sulla spalla del ragazzo. Pochi
minuti dopo furono in cima e la vampira gli assestò una sonora pacca sul
fianco, facendogli capire che doveva farla scendere.
Si
allontanò da lui rivolgendo lo sguardo verso l’orizzonte, che si
estendeva su città e paesi circostanti. Damon la raggiunse,
affiancandola, e sospirò, «La vista? È questo il mio
regalo?»
Hayley
passò le braccia attorno alla vita di lui, «Il mondo.»
ribatté sicura, sentendolo poi cingerle le spalle e stringerla a
sé in un abbraccio. Per un momento Damon si ricordò di quel bacio
a stampo, così occasionale, così ripetuto nel tempo. Hayley era
solita sorprenderlo il giorno del suo compleanno, con quei brevi contatti senza
alcun significato se non quello di dimostrargli il suo affetto.
«Dovresti
rimanere qui in giro, Hayley.» disse ad un certo punto, quando ormai il
silenzio era diventato troppo opprimenti e i pensieri rivolti a ciò che
aveva lasciato a Mystic Falls tornavano a farsi strada.
«Ammettilo,
ti annoi troppo senza di me.» scoppiarono a ridere entrambi, quando fu Damon
a sorprenderla stampandogli un leggero, quanto veloce bacio sui capelli scuri,
«Comunque tranquillo… non ho intenzione di sparire dalla tua vita e
rendertela in questo modo decisamente monotona.»
«Vuol dire
che ti avrò come palla al piede anche nei prossimi secoli?»
Hayley
annuì con convinzione, «Per molto di più, Damon.» gli
diede un pizzicotto sul fianco, sollevata di vederlo ridere come tanti anni
prima quando erano solo loro due e il mondo, «Per molto di
più.»
• • •
*Il flashback si riferisce a una
delle prime riunioni giovanili hippie, a San Francisco.
Penso che tutto ciò che
c’era da dire, l’ho detto all’inizio del capitolo xD Mi scuso
immensamente per il ritardo, ma ho avuto diverse grane per la testa e sono
rimasta indietro con altrettanti racconti, quindi ho dovuto rispettare delle
priorità.
In questo capitolo si vede
finalmente quanto il legame tra Damon ed Hayley sia stretto, quanto il giorno
del compleanno di Damon sia importante per entrambi. C’è ancora un
flashback, che ho amato scrivere lo ammetto xD
Mi auguro come al solito che vi sia
piaciuto, se volete recensire sapete come fare ;) da parte mia cercherò
di essere un pochino più veloce, soprattutto perché essendo di
pochi capitoli non dovrei metterci secoli a finire di scriverla xD
Grazie ancora a tutti coloro che
hanno letto/recensito/preferizzato/seguito/ricordato “Sunday
Morning”. Ci tengo davvero molto.
Fiery. ♥