Lui non capiva.
Aveva passato la sua intera esistenza ad aiutare - a servire - gli altri, senza mai porsi domande quando vedeva i suoi colleghi andare a casa con le famiglie per le vacanze.
Perchè loro, al contrario di me, hanno qualcuno con cui passare il tempo divertendosi?
Forse hanno qualcosa che io non ho?
Per questo non mi considerano niente di più di un soldier fortissimo da mandare in missioni impossibili?
Anche ora, mentre cadeva in quell'abisso oscuro dopo essere stato trafitto dalla spada - la sua fidata lama - che quel tipo con la testa da chocobo aveva impugnato, non poteva fare a meno di pensare.
Lui era nel giusto.
Voleva liberare la madre che quelle persone avevano imprigionato anni fa.
Voleva ripulire il mondo da tutti coloro che l'avevano sporcato con il loro egoismo.
Eppure perchè tutti loro gli si paravano davanti? Urlando quel nome, con la disperazione nella voce?
Per quale motivo cercavano in ogni modo di fermarlo?
Sephiroth aveva aggrottato la fronte, cercando di trovare risposte a tutte le domande che ora, continuando la sua caduta nel vuoto, si poneva.
« Mi hanno usato. »
Sì, loro erano come tutti gli altri: gli avevano impedito di aiutare sua madre, Jenova.
Non volevano che lui portasse a termine il suo piano.
Lui desiderava solo provare l'emozione di avere qualcuno che gli sorridesse dicendogli un affettuoso " bentornato a casa".
Senza guardarlo come fosse un oggetto.
Senza trattarlo come uno dei tanti esperimenti di Hojo.
Sephiroth non pensava di chiedere tanto, credeva anzi di meritare anche lui un pò di attenzioni in più.
Era anche lui un essere umano, d'altronde.
Un sorriso comparve sulle sue labbra mentre uno scintillio animò i suoi occhi del colore del Mako: già, lui era superiore. Farsi domande del genere era da deboli.
Lui aveva un compito, un desiderio.
Il resto non aveva importanza.
Aveva sempre guardato i suoi colleghi andare a casa con le famiglie per le vacanze.
Era stato a lungo in piedi davanti all'entrata, aspettando invano che qualcuno - chi, se lui non aveva nessuno? - arrivasse.
Ma nessuno l'aveva mai chiamato. Solo Hojo, per le solite cose.
L'unica cosa che desiderava era provare per una volta la gioia di appartenere ad un posto da chiamare casa.
Sephiroth voleva solo questo.
--- Note di Rib ---
Un piccolo capitolo "bonus". Un racconto che esce dal tracciato, dalla raccolta ( che, ricordo, segue dei prompt specifici) senza tuttavia andare a distaccarsi dal corso degli eventi narrati.
Una cosina in più che ho voluto scrivere appositamente per voi, che mi leggete e mi commentate.
Ancora una volta grazie per le vostre continue recensioni. Mi fanno davvero piacere.
Vi anticipo che mentre sto scrivendo queste righe, mi è venuta in mente la struttura dell'ultimo capitolo. Muahahah.