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Autore: gol d anne    23/05/2011    7 recensioni
Ciao a tutti! *smile* Questa storia è dedicata ai miei due personaggi preferiti in assoluto Ace e Rufy. Ace ti amo! -perdonate l'angolo dello sclero, ma dovevo dirlo!- Dunque,ho cercato di descrivere il rapporto che avevano quando erano bambini, almeno come me li sono immaginati io. Due bambini alle prese con un nonno impiccione e troppo severo. Molto bene, spero vi piaccia. ^.^
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il piccolo bimbo ascolta in preda all'impazienza il suo ritorno. Il ritorno del suo fratellone. Ad un tratto sente il rumore della maniglia di una porta e di passi strascicati. Cerca di scendere dal letto, ma le ferite fanno troppo male; allora rassegnato, con il magone che attanaglia la gola lo chiama.

-Fratellone Ace!- Lo vuole accanto a sé. Vuole il suo fratellone. L'unico che corre sempre in suo aiuto quando cade nelle trappole di quell'invasato marine. Ace entra nella stanza, adagia il suo cappello accanto a quello del fratello minore e si siede sul letto accanto al piccolo Rufy. Ha con sé una piccola cassetta contenente alcuni medicinali. Con attenzione cerca di scostare il candido lenzuolo dal visino del bambino ma l'orgoglio di quest'ultimo gli impedisce di lasciarsi guardare. Non vuole che Ace lo veda così. Lui non può piangere, perché un giorno diventerà il re dei pirati! A questo punto, il bambino più grande incomincia a parlare -Rufy, stai bene?- chiede preoccupato -Scopriti che tanto so già quello che è successo- aggiunge con la speranza di convincere il fratellino a lasciarsi curare le ferite. Rufy scosta il lenzuolo e Ace comincia a medicarlo e cerca di consolare il bambino. -Ora pesterò quel vecchiaccio, vedrai- dice sfoderando un sorriso -Non permetterò che tu ti faccia ancora male- soggiunse tornando alla precedente espressione apprensiva. -Anche tu ti sei fatto male...- sussurra Rufy -...per me- aggiunge avvertendo un vago senso di colpa. E' sempre stato così, anche quella volta. Se non ci fosse stato Ace a tirarlo fuori dai guai a quest'ora chissà che fine avrebbe fatto. Il bambino scruta, con i suoi grandi occhi ancora rossi di pianto, il volto assorto del fratello che armeggia con le bende. Quest'ultimo sorride una volta compiuto il lavoro -Io ti starò sempre accanto e poi l'ho fatto per te. Non importa quanto io debba ferirmi se è per il tuo bene lo farò volentieri e senza rimpianti- dice alzandosi. Rufy si avvicina a lui, lo trattiene, lo abbraccia e si avvinghia a lui. Non vuole che lo lasci solo. Ace scompiglia con una manina i capelli corvini del bambino -Tornerò subito- lo rassicura. Sicuramente le prenderà dal nonno, pensa Rufy preoccupato.

 

La sera, su quel futon, il piccolo Rufy appoggia un cerotto sul nasino spellato di Ace. -Ahi!- sentenzia lui. Come previsto è tornato pieno di lividi, ancora più malconcio di prima. Con un' espressione allarmata Rufy scruta il volto imbronciato del fratello -Ti avevo detto di non andare- lo rimprovera -Ora siamo tutti e due in punizione. Non volevo che ci finissi anche tu- aggiunge.

-Almeno possiamo stare insieme- dice raggiante. Sorride, allora Ace smette di fare il broncio e lo abbraccia. Bastano un po' di coccole per calmare la sua usuale euforia. Il bambino sospira -Ti voglio bene-. Ace dà un leggero bacio sulla fronte del fratellino, che scivola in un dolce sonno. Sul suo volto si dipinge un sorriso sereno. Rufy dorme profondamente sul petto del fratello, che lo stringe fra le sue braccia. Un sussurro -Ti voglio bene anche io. Sei l'unica persona per cui valga la pena di continuare a vivere-

  
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