Premessa: questa ff nasce per un concorso all'interno di un sito ed è in realtà la prima che scrivo sull'universo Harry Potter nonostante io lo adori da tempo, il personaggio di Katleen è, ovviamente, fittizio, spero la gradirete.


<< Io rimango >> le era uscito dalle labbra appena i professori avevano posto la domanda, automaticamente, incontrollatamente, un passo avanti bacchetta alla mano e sguardo deciso.
Ogni studente maggiorenne avrebbe potuto, se voleva, partecipare alla battaglia e cercare di difendere la scuola dall'orda di mangiamorte, e chissà quali altre creature, che stava per attaccare.
La paura l'attanagliava, ma lei aveva deciso di rimanere.
Quell'eccezionale in difesa, quell'oltre ogni previsione in incantesimi a cosa potevano servire di fronte a spietati maghi oscuri, di fronte a colui che rappresentava il male personificato?
Lì, di fronte al passaggio segreto che dovevano difendere stringe la bacchetta più forte.
<< Katleen tutto bene? >> la voce sottile e bassa della sua migliore amica la riscuote da quel torpore terrificante e la grifondoro sorride, seppur forzatamente, annuendo incoraggiante.

Non ci mettono molto ad arrivare, terribili sfondano le protezioni, evitano gli incanti scagliati dalle torri e raggiungono loro, lì, decisi ma tremanti.

Gli incanti cominciano a volare, le urla riempono quei corridoi altrimenti pieni delle chiacchiere e delle risa di giorno e del silenzio ininterrotto di notte.
Katleen muove la sua bacchetta con furia, mentre corre e si accovaccia nel disperato tentativo di scampare agli attacchi ripetuti, incessanti.
Ha una paura tremenda, i suoi muscoli scattano, la sua mente è però incomprensibilmente lucida e la morsa che le attanaglia lo stomaco non cala.
La paura accende quell'istinto di sopravvivenza che, grazie al cielo, non le impone di fuggire, ma di combattere, fino alla fine, per la vita.

Finalmente una tregua, un'ora di calma per decidere se arrendersi o farsi uccidere.
Katleen si siede contro il muro ansante, le gambe strette al petto, una ferita alla spalla che sporca la sua bella divisa.
Riacquista gradualmente un ritmo cardiaco più regolare, pensando, come i suoi compagni, che non si sarebbe arresa.
Anche se i volti dei primi caduti la osservano con macabro presagio Katleen ha una qualche speranza nel cuore.

La notizia giunge come acqua gelata, sembra tutto perduto, ma c'è chi non lo accetta e prende in mano la situazione.
Il putiferio scatta all'improvviso, di nuovo urla e grida, di nuovo incanti lanciati.
Ma Katleen non si muove, troppo repentino è stato il riprendere dell'azione, troppo a lungo si è crogiolata, complice la perdita di sangue, in pensieri di vittoria e rivincita, mentre i sensi le si attutivano.

Lo stupore è tanto mentre un grosso pezzo di legno, scagliato da chissà dove, le procura una seconda ferita, troppo profonda, troppo grave.
<< Katleen per carità resisti sono arrivati i rinforzi! >> le urla della sua migliore amica le rimbombano isteriche nelle orecchie, sempre più attutite.
Gli occhi le si fanno pesanti mentre dal nulla appare qualcuno come un salvatore, mentre la battaglia finisce con la vittoria tanto sognata.
Ma Katleen ormai non sente più nulla, gli occhi ancora semiaperti non vedono più, il sangue sporca abbondantemente la sua divisa che ora risplende completamente di rosso alle luci delle candele.

Un nome pronunciato in ricordo e segno di riconoscenza, fino ad allora un' esistenza piccola e comune, un coraggio senza voce, senza pretese.
Una vita data per una causa.
Un nome che non verrà più dimenticato.
Katleen Rose Pierson.