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Autore: RobyLupin    27/05/2011    14 recensioni
[Spoiler 2x22, anche nell'introduzione]
[Klaine]
Kurt lo fissò sbigottito e Blaine si limitò a sorridere: niente dichiarazioni spettacolari, niente programmazione, eppure non avrebbe potuto trovare un modo o un tempo migliori per chiederglielo come questo, davanti ad una tazza di caffè al loro locale, quando erano semplicemente loro. Come per il loro primo ‘ti amo’. Non era cambiato molto da quando avevano diciassette anni, a quanto pareva.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima storia Klaine che pubblico (la prima di tante, spero). Una scenetta che non riuscivo a togliermi dalla testa dal momento in cui la puntata è andata in onda. Shameless fluff, per sintetizzare, genere a cui non sono esattamente abituata, quindi abbiate pietà di me. XD



Un grazie speciale ad Alex, che ha betato questa storia in tempi record e ha pure affermato che le è piaciuta! I love you, dear *cit. colta*. XD




Storia dedicata a Flavia, perché mi ero detta che la mia prima Klaine sarebbe stata per lei, che è stata la prima a sopportare volontariamente i miei scleri da fangirl su questi due (e dai tempi di ‘Sexy', vorrei far notare, mica dall'altro ieri!) e a capirli davvero, arrivando perfino a progettare rapimenti/avventure random negli States/viaggi all'estero/chissà che altro che ora non mi viene in mente ma sicuramente sciroccato con me.

Ti adoro, Darling, spero tu lo sappia. <3



 

At The Lima Bean (again)

 

Il Lima Bean non era cambiato quasi per niente nel corso degli anni, notò Blaine, sedendosi al tavolo che occupavano sempre lui e Kurt da adolescenti. Il colore delle pareti - ora di un bel color crema- era l'unica cosa veramente differente; perfino i baristi dietro al bancone sembravano gli stessi di sempre, ma dopo dieci anni dubitava seriamente che Kate e Michael fossero ancora nei dintorni, immutati dal tempo. Che avesse già raggiunto quella fase della vita in cui gli adolescenti sconosciuti sembravano tutti uguali?

"Fossi in te smetterei di fissare                quella barista; rischieresti di essere scambiato per uno stalker alla lunga."

Blaine spostò lo sguardo su Kurt, che stava prendendo posto davanti a lui con due tazze in mano, e gli sorrise automaticamente.

"Geloso?" chiese, prendendo un sorso del suo caffè.

"Oh, non ne hai idea," rispose l'altro, volendo suonare sarcastico ma senza riuscire a nascondere del tutto il divertimento. "Castana, occhi azzurri, più alta di te," sottolineò l'ultima parte con un ghigno. "Proprio il tuo tipo. Peccato che difetti in zona seno."

"È piatta?"

"Lo ha è basta, temo. L'ultima volta che ho controllato non era una caratteristica che ti entusiasmasse troppo."

"Oh, come mi conosci bene." Lo prese in giro.

"Ti ho avuto intorno troppo a lungo, Anderson. Ormai sei come un libro aperto per me."

"Detta così sembro noioso e abitudinario."

"Sei un professore, Blaine. Controlla il tuo libretto d'istruzioni, è la prima cosa che vi troverai scritta."

"Così mi ferisci!" ribatté, portandosi una mano al petto con espressione indignata.

"Oh, immagino..."

Si guardarono negli occhi un paio di secondi prima di scoppiare a ridere insieme.

"Sai, mi era mancato il Lima Bean," confessò Kurt una volta calmatosi, guardandosi attorno con nostalgia. "Ci ho passato alcuni dei momenti migliori da ragazzo, mi fa venire nostalgia dell'Ohio. Amo New York, ma forse dovremmo tornare più spesso qui."

"Sì, lo credo anche io." Concordò Blaine, imitandolo.

Passando gli occhi sul locale pieno di clienti, quasi tutti studenti della Dalton probabilmente appena usciti da lezione, la mente lo riportò istintivamente a quando anche lui e Kurt erano due di loro e passavano quasi tutti i loro pomeriggi liberi lì, davanti ad una tazza di caffè. Certo, non erano tutti ricordi esattamente piacevoli - lì avevano litigato davvero per la prima volta (quattro interminabili giorni passati ad evitarsi e con la paura di aver perso il suo migliore amico; Blaine dubitava l'avrebbe mai dimenticato), e sempre lì aveva avuto la prova definitiva di essere un totale imbranato quando si trattava di sentimenti e storie d'amore (se il gigantesco fallimento Gap non fosse già stato un buon indizio) in quel decisamente indimenticabile primo S. Valentino che avevano passato insieme. Il loro unico da amici.

Ma quello era anche il posto in cui aveva portato Kurt il pomeriggio del primo confronto con Karofsky sulle scale del McKinley, dopo aver deciso che non sarebbe cascato il mondo se per un giorno avessero saltato le lezioni entrambi. Dove avevano festeggiato il pareggio alle Sectionals. Dove avevano avuto il loro primo appuntamento dopo il loro primo bacio (Kurt rifiutava di considerare un caffè insieme dopo aver pomiciato per un'ora e mezza il loro primo appuntamento, ma Blaine era deciso a non mollare la sua posizione) - il primo di tanti altri. Era il posto in cui avevano parlato del possibile ritorno di Kurt al McKinley e quello in cui Kurt l'aveva portato l'anno successivo, dopo che Blaine l'aveva sorpreso con il suo di trasferimento. Soprattutto, era quello in cui si erano detti ‘ti amo' la prima volta.

Ricordava ancora distintamente la naturalezza con cui l'aveva detto, forte della sicurezza che anche Kurt provasse la stessa identica cosa. Non aveva nemmeno bisogno che gli rispondesse, davvero. Avrebbe potuto restare in silenzio, continuando a guardarlo sbigottito (dal fatto che l'avesse detto ad alta voce così, da nulla, aveva specificato poi Kurt, non che l'amasse. Quello era sempre stato sottinteso tra loro) che lui l'avrebbe saputo comunque. Lo sapeva da sempre, così come da sempre sapeva di amare quel ragazzo incontrato per caso sulla scalinata della Dalton (che poi ci avesse messo mesi per capire in che modo era tutto un altro discorso; d'altronde, come già detto Blaine faceva schifo nelle storie d'amore). Era più o meno la stessa consapevolezza che aveva quando pensava al loro futuro: semplicemente, sapeva che sarebbero rimasti insieme. Certo, ci sarebbe stati problemi e discussioni - diavolo, già li avevano! Come quando Kurt aveva dovuto cancellare all'ultimo minuto i festeggiamenti per il loro decimo anniversario, qualche mese prima, perché le prove per il suo prossimo musical erano durate più del previsto. Blaine sapeva di essere stato irragionevole e che era lavoro, e normalmente non se la sarebbe presa ma diamine!, era il loro decimo anniversario. Avevano programmato quella serata da settimane. Ed era stata una giornata schifosa a scuola. Per questo il lato più infantile di lui era riuscito a prendere piede e non era riuscito a bloccare quel commento sul fatto che, probabilmente, Kurt si sarebbe di certo divertito di più con Jason, il suo co-protagonista. Che Blaine conosceva.  E che era sposato. Ed etero. Non l'uscita più felice di questo mondo, diciamo. Stava già per aprire la bocca e scusarsi perché, ammettiamolo, accusare il suo ragazzo di tradirlo non era esattamente il modo migliore di passare il loro anniversario, no? Peccato che Kurt non fosse d'accordo. La discussione che ne era nata era presto degenerata in lite, e c'erano voluti tre giorni di tensione palpabile in casa prima che Kurt si presentasse da lui con un mazzo di rose chiedendogli scusa, promettendogli di uscire prima dalle prove nelle occasioni importanti - non importava quanto gli altri insistessero - e informandolo della prenotazione al ristorante messicano che lui tanto amava (e che Kurt odiava perché, ew, messicano) per quella sera. Blaine si era limitato a passargli una mano dietro la nuca e a trascinarlo in avanti, baciandolo e scusandosi a sua volta di essersi comportato come un marmocchio viziato, i fiori dimenticati da qualche parte sul pavimento mentre raggiungevano la camera da letto alla cieca. Inutile dire che anche la prenotazione era stata ignorata in favore di passatempi più piacevoli.

E ce n'erano state altre di discussioni negli anni, alcune più stupide, altre più serie, ma erano sempre riusciti a superarle perché sapevano.

Sapevano che loro erano i classici ‘per sempre' dei film Disney, i Monica e Chandler di FRIENDS, quelli che rimarranno insieme indipendentemente da quel che potrebbe accadere, semplicemente perché sono loro e quello che hanno è l'amore che dopo dieci, venti, cinquant'anni ancora ti fa tremare le ginocchia con un semplice sguardo dell'altro.

Era bello avere quella sicurezza.

"Blaine? Blaine, mi stai ascoltando?"

Si riscosse, guardando confuso il suo compagno che lo fissava divertito.

"Scusa," rispose, coprendogli la mano con la sua sul tavolo. "Sovrappensiero."

"A che pensavi?"

"A noi," rispose, sinceramente, stringendogli appena la mano; Kurt sorrise. "Dicevi?"

"Che Carole e papà ci staranno aspettando per cena, e Finn mi ha mandato un messaggio per informarmi che è già affamato, e che se non arriveremo per le sette si sentirà libero di mang-"

"Sposami."

Kurt lo fissò sbigottito e Blaine si limitò a sorridere: niente dichiarazioni spettacolari, niente programmazione, eppure non avrebbe potuto trovare un modo o un tempo migliori per chiederglielo come questo, davanti ad una tazza di caffè al loro locale, quando erano semplicemente loro. Come per il loro primo ‘ti amo'. Non era cambiato molto da quando avevano diciassette anni, a quanto pareva.

"Prendermi in contropiede quando siamo in questo locale è un vizio che non ti toglierai mai, eh?"

Inclinò la testa di lato.

"Mai."

Kurt ricambiò il sorriso e gli prese la mano tra le sue, stringendogliela forte.

"Perfetto." Fu l'unica cosa che disse prima di sporgersi sul tavolo per baciarlo.

 

  
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