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Autore: 1rebeccam    27/05/2011    11 recensioni
"Sono tornato...sono tornato solo per te Katy!"
E' una dichiarazione o una minaccia per la nostra bella detective?
Vincitrice 9° turno CSA: 2° posto categoria What if...
Vincitrice 11° turno CSA: 2° posto categoria Special Turn "Cattivo" - 3° posto categoria Suspance
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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“…E’ lui, se è questo che vuole sapere.
Il killer del narciso bianco,
l’uomo che ha ucciso le 2 prostitute negli ultimi due giorni
è Julius…ha ricominciato!”




Nella stanza cala un gelo tagliente.
Nessuno dei presenti riesce a proferire parola.
Fino a quel momento sono state fatte congetture e ognuno ha pensato, in un angolino remoto della mente, che potesse essere vero.
Ma sentire suo padre dire con certezza che Julius Garreth è vivo, li lascia di sasso!
 Montgomery rompe il silenzio.
“Signor Garreth, vuole per favore spiegarci di cosa parla? Suo figlio è morto in ospedale 3 anni fa, noi eravamo li, lo abbiamo visto tutti…”
“No. Non è morto, riprende Garreth. Quando l’ho visto su quel letto, ustionato, irriconoscibile e il medico mi ha detto che non dovevo farmi illusioni, ho capito quanto io fossi colpevole per quegli omicidi quanto lui.
Io l’ho fatto diventare quello che era.
Non si è mai sentito amato, o comunque l’ho fatto a modo mio, non gli ho mai dato fiducia, l’ho sempre deriso per quella sua aria da femminuccia, figuriamoci se avessi potuto accettare che fosse una checca.
Volevo un uomo, un maschio, come me! E ho rovinato la sua mente debole per sempre.
Così mi è balenata un’idea improvvisa. Era ancora vivo e io avevo la possibilità di rimediare. Essendo a capo di un’industria farmaceutica, posso accedere a qualunque tipo di sostanza naturale o chimica. Non mi è stato difficile procurarmi immediatamente del curaro.
E’ un farmaco che si estrae da piante tropicali e agisce sulla muscolatura volontaria, con effetti paralizzanti a livello neurologico. Secondo le dosi, può essere letale o usato come anestetico. La dose giusta provoca la diminuzione delle funzioni vitali, blocco respiratorio e cardiaco, fino ad uno stato di morte apparente.
L’ho iniettato a Julius attraverso la flebo, quando mi avete permesso di entrare da lui per un paio di minuti.
Ero già pronto a corrompere il medico nel caso avesse richiesto l’autopsia, ma aveva l’85% del corpo bruciato…e il chirurgo che ha constatato la morte non l’ha ritenuta necessaria.
In fin dei conti, anche voi poliziotti volevate che questa storia finisse e quando lo avete creduto morto, avete fatto un sospiro di sollievo. Il caso del killer del narciso bianco era finalmente chiuso!
Dopo il funerale l’ho portato nella mia villa sulle colline di Manhattan. Non abbiamo più vissuto lì da quando è morta mia moglie. E’ in una zona isolata e lì non ci avrebbe disturbato nessuno e nessuno avrebbe fatto caso a noi.
Ho fatto allestire una stanza sterile nei sotterranei, macchinari ospedalieri e tutto quello che serviva per aiutarlo e proteggerlo, finchè la morte non se lo fosse preso.”
Beckett è basita. Lo ascolta in silenzio come se stesse ascoltando la trama di un libro di Castle, ma perfino lui forse, non avrebbe saputo mettere insieme una storia così.
“Perché tutto questo signor Garreth?!”
“Volevo che prima di morire si sentisse al sicuro, che capisse che lo amavo. E miracolosamente…”
“Miracolosamente?” lo incalza Beckett.
“Julius ha cominciato a migliorare, le ustioni lo hanno deturpato, ma ha reagito alle cure. Prima ha ricominciato a respirare autonomamente, poi a parlare anche se in un sussurro. Un anno dopo ha ricominciato perfino a muovere qualche passo, deglutire e mangiare. Ha patito tante sofferenze mi creda, ma ogni tanto mi sorrideva, come se capisse finalmente il mio affetto.
“Come ha fatto in tutto questo tempo? Avrà avuto bisogno di cure particolari!”
“Sono un uomo ricco detective, ho pagato degli specialisti che si sono occupati di lui.”
Beckett fa segno ad Esposito di controllare, ma Garreth continua.
“Se cerca delle tracce non le troverà. Ho pagato ogni cosa in contanti. E i medici non li rintraccerete…questa è la prerogativa di chi si può permettere di pagare qualsiasi cosa!”
“Qualsiasi cosa? Anche la vita di quelle ragazze? la voce di Beckett suona metallica, continui per favore.”
“Come ho detto, Julius si è ripreso lentamente, stava sempre rinchiuso nei sotterranei della villa. Le sue uniche distrazioni sono state la tv e la lettura. Quando i dolori glielo permettevano disegnava. Un giorno l’ha vista al telegiornale, avevate chiuso un caso di omicidio e lui l’ha riconosciuta. E’ la poliziotta che voleva salvarmi! queste sole parole ha detto.
Io ho continuato la mia vita in città, nell’appartamento vicino al mio ufficio. Nessuno ha mai saputo nulla. Circa 10 giorni fa, quando sono andato a trovarlo, lui non c’era. L’ho cercato ovunque nella villa e nel parco circostante. Niente se ne era andato…”
Si ferma un istante come se quella confessione lo avesse sfinito, poi sospirando continua.
“…E ho capito. Ho capito che la sua vendetta anche verso di me, non era ancora finita!”
Castle si rivolge all’uomo con tono furente.
“Lei…ha capito? E non le è venuto in mente di avvertire la polizia? Sa cosa è stato capace di fare tre anni fa e in due giorni ha già ucciso tre ragazze…si tre, l’ultima l’abbiamo ritrovata neanche un’ora fa…e non solo, ora ha preso di mira anche il detective Beckett…”
Kate lo prende per il braccio.
“Basta Castle. Per favore!”
Esce dalla stanza e si appoggia vicino alla porta.
Un uomo vestito in maniera troppo elegante e con una ventiquattrore in mano, gli fa un saluto con il capo ed entra nell’ufficio del capitano, senza essere stato invitato.
“Buon giorno, sono l’avvocato Roch. Il signor Garreth è mio cliente e non avete nessun diritto di interrogarlo senza un legale.”
Garreth lo ferma con un cenno della mano. “Non importa George. Sono venuto di mia spontanea volontà!”
“Si, ma avresti dovuto chiamarmi. Continuate pure…”
Beckett gli mostra le pergamene che le ha indirizzato. “Come si può essere procurato queste?”
“Le pergamene erano di mia moglie. Le usava come carta da lettera, dopo la sua morte, le ultime  rimaste, Julius le ha conservate nella sua stanza. Il narciso deve averlo disegnato lui. Era bravo con la pittura il mio Julius.”
Tutto quell’amore paterno proprio non riesce a capirlo. Per anni lo ha deriso e maltrattato… e ora parla di lui come fosse stato Dio in terra. Beckett è nauseata.
 “Dove potrebbe essere ora Julius?”
“Non lo so. Se ne avessi un’idea, lo avrei già riportato a casa. Potrebbe essere ovunque, in cassaforte c’erano un mucchio di contanti e se li è portati via.”
“Signor Garreth, si rende conto che ha protetto un assassino e che ha contribuito alla morte delle ultime tre ragazze?”
Lui non risponde.
Il capitano Montgomery si alza di scatto. “Signor Garreth, lei è in stato di fermo…”
“…E con quale accusa o prova? lo interrompe l’avvocato Roch. Non avete niente a suo carico, solo quello che vi ha detto e non ha nessun valore poiché lo ha fatto senza un legale. Quando avrete le prove necessarie che provano il suo coinvolgimento con questi nuovi omicidi, allora ci rivediamo. Ora noi andiamo via Allan.”
L’avvocato ha ragione. Pagamenti in contanti, niente tracce. Non possono trattenere Allan Garreth in alcun modo. E poi ora la priorità assoluta è trovare Julius!
“Purtroppo la legge è dalla sua parte, ma resti a disposizione della polizia e non lasci la città! Ryan, accompagnali fuori.”
Montgomery è così arrabbiato, che gli avrebbe messo volentieri le mani addosso.
Passano davanti a Castle che ha assistito alla scena dalla porta. “Beckett, ma che fate, lo lasciate andare davvero?”
“Ha ragione lui. Non lo possiamo trattenere. Ragazzi controlliamo comunque la sua storia, devono esserci delle tracce della presenza e delle cure prestate a Julius, controlliamo anche i conti bancari di Garreth, magari troviamo qualcosa sulle enormi spese che deve aver fatto in questi tre anni...e teniamolo d'occhio!”
 
E’ ormai pomeriggio quando Ryan si presenta in ufficio con l’unica traccia trovata.
“Ho passato ore a girare i fiorai della città. Il nostro si chiama Roger Clancy, proprietario di un negozio di fiori sulla 22ma, ha venduto una cassetta intera di narcisi bianchi giganti, esattamente due dozzine,  ad un uomo con la faccia sfigurata, da ustioni secondo lui.
Portava una parrucca bionda. Probabilmente i suoi capelli non sono più ricresciuti dopo l’ustione. Ha notato anche cicatrici sulle mani e ha pagato in contanti. Nient’ altro.”
Beckett continua...“Castle ed io abbiamo controllato la villa a Manhattan. A prima vista sembra disabitata da anni, ma negli scantinati abbiamo trovato la stanza sterile di cui ci ha parlato Garreth. Dai primi rilevamenti, dai macchinari e medicine che ci sono, pare che sia stato davvero curato qualcuno lì dentro. La scientifica comunque è ancora sul posto.”
“Insomma, sembra che la storia di Garreth padre sia vera! Garreth figlio è vivo e vuole essere fermato da Beckett. Neanche io sarei riuscito a mettere insieme una trama del genere!!!” Castle lo dice alzando le braccia al cielo e portandosi poi le mani tra i capelli.
Beckett lo osserva, è preoccupato e non riesce a vedere le cose con distacco.
"Esposito tra i conti bancari trovato niente?”
“Niente Beckett. Solo prelievi fatti di persona e contanti. Subito dopo la morte del figlio, ha prelevato cinquecento mila dollari. Dopo di che ogni mese da allora ha prelevato, sempre di persona e sempre in contanti, venticinque mila dollari, fino al mese scorso.
Castle fischia. “Cinquecento mila dollari in contanti per allestire la stanza sterile e i macchinari e venticinque mila dollari al mese per pagare quanti medici? Due, tre? Devono pur essere da qualche parte!”
“Anche se li rintracciassimo a cosa servirebbe? Non ci potrebbero dire dove si nasconde adesso! Non abbiamo uno straccio di traccia. Solo la conferma che è vivo. Mi chiedo ancora come sia potuto entrare qui dentro senza essere visto…”
“Forse posso dirglielo io detective Beckett!” risponde la voce di qualcuno alle sue spalle.
Si girano  verso la porta. “Sono l’agente Laecy, presto servizio alla reception.”
“So chi è lei, agente Laecy, ci vediamo quasi tutte le mattine. Che ha da dire su Julius Garreth?”
“L’altro ieri è venuto un fattorino con un fiore da consegnarle. Lei non c’era e io naturalmente non l’ho fatto passare, ma l’ho ritirato e gliel’ho messo personalmente nel cassetto della scrivania.”
Tutti lo guardano con una strana espressione e lui va avanti.
“Insomma, ha detto che Richard Castle voleva farle una sorpresa e che il fiore doveva essere messo dentro al cassetto della sua scrivania. Non ci ho trovato niente di strano. Il signor Castle fa di queste cose…gli sguardi ora sono sullo scrittore, così l’ho ritirato io e ho fatto come mi ha detto!”
“Perché vieni a dircelo solo ora?” quella di Montgomery più che una domanda ha l’aria di un tuono…
“Perché da quel pomeriggio stesso sono  ferie. Non ho seguito il caso fino al notiziario di mezz’ora fa. Quando hanno detto che chi ha ucciso quelle prostitute lascia messaggi al detective che si occupa del caso, che potrebbe essere il killer del narciso bianco creduto morto e che potrebbe avere il viso deturpato da ustioni, ho fatto due più due e sono venuto subito a dirvelo!”
Il modo in cui lo guardano lo fa sentire in colpa, come se avesse fatto una cosa orrenda.
“Mi dispiace, io non potevo…”
“Non si preoccupi agente Clancy. Non poteva immaginarlo. Quindi anche lei ha visto il viso deturpato?”
“Si, aveva delle cicatrici orribili. Mi dispiace davvero detective Beckett!”
Ryan la guarda stupito. “Non ti ha perso di vista in tutto questo tempo. E’ informato bene anche sulla collaborazione di Castle con te.”
Non hanno il tempo di riprendersi da questa rivelazione, che un altro agente si presenta con un fattorino.
“Questo ragazzo ha una busta da consegnare a Beckett, così l’ho accompagnato subito qui.”
“Io devo solo consegnare questa alla signora…ehm…Beckett si, Katy Beckett…non vorrete arrestarmi per questo?” il ragazzo è nervoso. Appena arrivato e ha pronunciato il nome Beckett, tutto il distretto si è messo in fermento e non lo hanno più mollato.
“Sono io Beckett. Quando l’anno portata al vostro deposito?” chiede mentre prende la busta indirizzata a lei.
“E io che ne so, sa quante persone passano per il nostro magazzino, so solo che c’è scritto urgente, perciò deve averla portata in giornata.” Risponde il fattorino sempre più innervosito da quella situazione che non riesce a spiegarsi.
“Posso…posso andare adesso?” chiede con la voce stridula per la paura, tutti fanno cenno di si con la testa occupati a guardare la busta che Beckett ha in mano e lui se la svigna di corsa, pensando che non metterà mai più piede in un  distretto di polizia!
Apre la busta e con molta calma tira fuori un narciso bianco un po’ sgualcito, con attaccata un’altra pergamena.
“Beh, perlomeno stavolta non è accompagnata da un cadavere!”
La srotola con lo sguardo di tutti addosso e legge il messaggio a voce alta…
 
Per me si va nella città dolente…
Per me si va nell’eterno dolore…
Per me si va tra la perduta gente…
Lasciate ogni speranza voi che entrate!
Io sono la morte,
Tu sei la speranza.
Sono tornato per questo.
Tu puoi fermarmi definitivamente Katy, solo tu.
O il buio inghiottirà ogni cosa!” … 


Continua...



Angolo di Rebecca:
Anche questo capitolo è finito e spero piaccia e intrighi.
Approfitto per ringraziare della vostra attenzione.
Baci e al prossimo...


 

 
  
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