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Autore: Azrael Nightroad    29/05/2011    3 recensioni
Per gli studenti della Shibusen tutto iniziò con una missione apparente normale normale. Non potevano immaginare che gli eventi di quella notte erano solo il preambolo di una battaglia che avrebbe chiamato in causa forze molto più grandi di loro...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 5
Angel Of Darkness

 
Buio…
Per quanto si sforzasse Maka non vedeva altro.
Eppure le sembrava di cadere sempre più veloce.
Anche non avvertendo il vento quella sensazione si fece sempre più forte fino a costringerla a chiudere gli occhi.
Poi passò di botto.
Il primo senso a tornarle fu il tatto, ora sentiva di essere stesa su qualcosa di solido che vibrava leggermente.
Dopo sentì odore di terra bagnata, e udì il rumore di una pioggerella leggera.
Infine aprì gli occhi.
Notte. Il cielo nero coperto da qualche nuvola era illuminato da una luna senza faccia.
Si alzò in piedi.
Era in una foresta, gli alberi spogli lasciavano passare facilmente le poche gocce di pioggia che cadevano e creavano ombre inquietanti intorno a lei ma la cosa che la colpì di più era il silenzio. Oltre al rumore dell’acqua non sentiva nulla.
Si incamminò massaggiandosi le braccia per farsi coraggio verso un punto dove spuntavano delle rocce alte poco più degli alberi e ci si arrampicò sopra.
Quello che vide la lasciò senza fiato.
Quel posto era circondato da altissime montagne che formavano un cerchio protettivo attorno alla grande foresta e al centro della quale si ergeva una collina con un immenso castello in stile gotico posato sopra.
Nonostante il timore che le incuteva l’imponente costruzione sentiva che era lì che sarebbe dovuta andare così scese dalle rocce e si incamminò.
Passando davanti ad una piccola pozza vide che l’acqua era agitata e fece di nuovo caso al leggero tremore proveniente dal suolo. Come se il terreno fosse attraversato continuamente da elettricità.
Un tuono in lontananza distolse la sua attenzione e le fece accelerare il passo nonostante il cappotto le si impigliasse continuamente nei rami secchi.
Arrivata alla base della collina potè osservare meglio i dettagli dell’edificio.
Un castello lo aveva sempre immaginato circondato da un fossato con un ponte levatoio, invece la facciata di questo le ricordava più una cattedrale: aveva un viale d’entrata con una fila di piccoli obelischi ad entrambi i lati che conduceva ad una scalinata dominata da un portone enorme. Nelle nicchie e sulle torri svettavano le statue di esseri alati in armatura.
Lo stile era accentuato dalle merlature e dai cornicioni finemente lavorati.
Tutto lì edificio incuteva timore e rispetto, le ricordava le classiche dimore dei vampiri nei libri che leggeva.
Si fece coraggio e risalì la collina diretta all’entrata. Al suo passaggio gli obelischi si illuminavano di luce azzurra.
Quando fu quasi arrivata al portone un lampo illuminò il paesaggio seguito da un fortissimo tuono, anche la pioggia aumentò considerevolmente.
L’ultimo tratto lo fece correndo finendo quasi per sbattere contro l’enorme porta intarsiata, la quale al suo tocco fu attraversata da energia blu che confluì nella serratura. Ci fu uno scatto lugubre e l’entrata cominciò ad aprirsi.
L’ultimo rumore esterno che sentì prima che le porte si richiudessero dietro di lei fu crepitio di rocce che si spaccano.
l’interno era maestoso come l’esterno, un trionfo di marmo, ferro, pietra e quello che riconobbe come Soul Crystal.
Non sapendo dove andare si incamminò su per una scalinata e poi in un corridoio a caso, ogni tanto si fermava per dare un’ occhiata dietro qualcuna delle numerose porte che incontrava ma non trovava niente che le potesse indicare il da farsi.
Stava iniziando a scoraggiarsi quando improvvisamente un globo luminoso azzurro arrivò da chissà dove ed iniziò a fluttuarle intorno attirando la sua attenzione.
La sfera si fermò di fronte a lei e dal suo interno provenne una voce lontana – Il tempo è poco… -
 - Tempo? Per cosa? Che sta succedendo? -
Per tutta risposta il globo si avvicinò ad una finestra.
Maka si appoggiò al vetro sgranando gli occhi davanti allo spettacolo che le stava davanti.
La pioggia cadeva ormai fittissima, il vento aveva creato dei tornado che sradicavano gli alberi uno dopo l’altro, la terra tremava e si spaccava.
Solo la collina e il castello sembravano immuni a quel disastro.
- Il tempo è poco… -
Ancora per poco a quanto pareva.
- Andiamo! – Esclamò decisa ad alta voce.
L’essere partì a gran velocità inoltrandosi nelle profondità del maniero.
Corsero per vari minuti, attraversando stanze, corridoi, scale e passerelle. Ad un tratto la ragazza quasi cadde a causa di una scossa che attraversò la costruzione facendo cadere polvere dai muri.
- Maledizione! – esclamò riprendendo a correre.
Quella breve distrazione le aveva fatto perdere di vista la sfera.
Dopo un paio di svolte la paura cominciò a farsi strada in lei – Ehiiiiii! Aspettami! Dove sei andata? -
Per fortuna quel passaggio non aveva svolte, così si ritrovò di fronte ad una grande e minacciosa porta con vari blocchi e con delle lame che sbucavano dall’intelaiatura bloccando totalmente il cammino.
La sfera era lì che l’attendeva.
Appena la shokunin si avvicinò essa si piazzò davanti a lei come in attesa di un ordine.
Maka la guardò per qualche secondo, poi fece un cenno di assenso con la testa.
L’altra si innalzò fino a metà porta, pulsò di luce più intensa e si tuffò in un piccolo varco tra le lame, sparendo tra le intarsiature.
L’entrata fu percorsa dall’energia del globo, le lame si ritirarono, e con vari scatti, una dopo l’altra le serrature si aprirono.
La maister si ritrovò in una stanza ovale enorme con delle colonne che ne percorrevano il perimetro e che arrivavano fino all’altissimo soffitto.
Non fu sorpresa di udire la porta chiudersi dietro di lei.
Al centro di quell’ambiente c’era un grandissimo piedistallo di pietra lavorata sul quale giaceva una sfera di energia nera pulsante alta almeno tre volte più di lei.
Da quella proveniva una sensazione di oppressione fortissima, tanto che avvicinandosi la ragazza faceva fatica a respirare. Era la stessa sensazione che le aveva trasmesso Shadow la prima volta che lo aveva visto.
Passò oltre tenendosi a distanza e vide dall’altro capo della stanza un trono nero finemente lavorato. Dietro di esso dove avrebbe dovuto esserci la parete si estendeva un buio profondo.
Era sicura che Shadow fosse lì da qualche parte, si voltò verso la grande sfera. E se fosse stato prigioniero li dentro?
Cominciò a correre verso di essa ma un tremendo ruggito la fermò a metà strada.
Si voltò e vide nell’oscurità dietro al trono due grandi occhi che la fissavano. Blu e con le pupille allungate.
Dopo qualche secondo dalle ombre cominciò ad uscire quella che sembrava la testa di un rettile, seguita da un lungo collo, un corpo corazzato con quattro zampe, due ali e una coda.
Davanti a lei ora si ergeva un enorme drago nero dagli occhi blu, il quale levò la testa al soffitto e con un altro ruggito emise una fiammata dello stesso colore.
Appena la fiamma si fu estinta l’animale piantò gli occhi su di lei, mentre il suono di musica rock si faceva largo nella stanza.
Nonostante la situazione Maka fece un mezzo sorriso. –C’era da aspettarselo visto che questa è la “Sua” anima.
 
The secret side of me
I never let you see
I keep it caged but I can’t control it

Un altro ruggito fu diretto verso di lei che indietreggiò di un passo.
 
So stay away from me
The beast is ugly
I feel the rage and I just can’t hold it


Un rumore di artigli sul pavimento e il drago si accucciò in posizione da combattimento pronto a balzare.

It’s scratchin on the walls
In the closet, in the halls

It comes awake and I can’t control it
Hiding under the bed
In my body, in my head
Why won’t somebody come and save me from this, make it end

Saltò in avanti improvvisamente fendendo l’aria con gli artigli anteriori, costringendo la shokunin a schivare all’indietro, poi girando su se stesso cercò di colpirla con la coda che lei prontamente riuscì a saltare per infine essere raggiunta da un colpo d’ala che le fece fare una capriola in aria.

I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I’ve become

The nightmare’s just begun
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

Appena atterrata rotolò di lato per schivare un’altra volta la coda che si stava abbattendo su di lei e scattò avanti cercando di concentrare la sua onda dell’anima nel pugno come aveva visto fare a Black Star.
Il colpo centrò l’addome dell’ animale con scarsi risultati a causa della pelle corazzata. 
Per non essere colpita dagli artigli anteriori si spostò in un lato, notando che dalle zampe posteriori partivano delle catene che sparivano nell’ oscurità dal quale era uscito poco prima.
 
My secret side I keep
Hid under lock and key
I keep it caged but I can’t control it

Cause if I let him out
He’ll tear me up, break me down
Why won’t somebody come and save me from this, make in end

 
Il drago balzò in aria ed agitando le grandi ali rimase sospeso in mezzo alla stanza. Da quella posizione iniziò a lanciare palle di fuoco blu.
Maka schivò le prime con facilità ma la gran velocità degli attacchi le fece perdere la coordinazione e alla fine dovette correre a ripararsi dietro una delle colonne.
 
I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster
I hate what I’ve become

The nightmare’s just begun
I must confess that I feel like a monster
I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

 
Temporaneamente al riparo la ragazza pensava al da farsi mentre riprendeva fiato. C’era qualcosa che non andava… Perché il paesaggio intorno a lei stava crollando? Perché quell’animale enorme ce l’aveva con lei? ma soprattutto… dove diavolo era Shadow?
La bestia nel frattempo, frustrata dal non riuscire a centrare il bersaglio, lanciò una fiammata molto più potente e prolungata verso la colonna, la quale fortunatamente si arroventò ma resse l’assalto.
Nella stanza rimbombava il feroce rumore delle fiamme, poi ad un tratto l’unico suono rimasto fu la musica che continuava ad urlare arrivando da chissà dove.
Con estrema cautela la maister sporse la testa al di la della struttura che l’aveva protetta scoprendo così di essere nuovamente sola.
Il drago era sparito.
-Ma che diavolo sta succedendo… e spegnete questa maledetta musica! Non riesco a concentrarmi!-
Spalancò gli occhi dalla sorpresa. –Ma certo! La musica!-

It’s hiding in the dark
Its teeth are razor sharp
there no escape for me
It wants my soul, it wants my heart
No one can hear me scream
Maybe it’s just a dream
Or maybe it’s inside of me
Stop this monster

-It’s hiding in the dark, eh?-  Guardò  ai suoi piedi l’ombra proiettata dalla colonna, aspettò qualche secondo e poi si buttò di lato.
Un attimo dopo la testa dell’animale comparve dall’ombra chiudendo i denti dove prima c’era lei.
Ormai era sicura di avere ragione, dopotutto la canzone parlava di qualcuno che si sentiva un mostro… che era diventato un mostro…
Corse verso il centro della stanza si girò a guardare il drago che usciva interamente dalle tenebre.
Questi resosi conto che si era arrivati alle battute finali lanciò un ruggito che fece tremare le mura e caricò la maister a bocca spalancata con tutta la sua possenza.

I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a MONSTER
I hate what I’ve become

The nightmare’s just begun
I must confess that I feel like a monster
I feel it deep within
It’s just beneath the skin
I must confess that I feel like a monster

I’m gonna lose control
It’s something radical
I must confess that I feel like a monster

I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

I, I feel like a monster
I, I feel like a monster

 
All’ultimo istante Maka si spostò di lato facendosi superare dalla testa del mostro e abbracciandone il collo.
Fu trascinata per qualche metro dall’impeto, poi cominciò ad accarezzarlo. –Stai calmo… Andrà tutto bene.-
Il drago si fermò cercando di scrollarsela di dosso, ma senza convinzione.
-Bravo… così…- disse chiudendo gli occhi.
Sentì una forte sensazione di calore e improvvisamente non stava più abbracciando più il collo di un enorme animale, ma un ragazzo.
 
-Alla fine l’hai capito eh?- Mormorò Shadow.
La shokunin sorrise. –Non proprio… ho agito d’istinto.-
-Dannata, pazza…- rispose l’altro sorridendo a sua volta.
Si guardarono per qualche secondo, poi lei si allontanò leggermente imbarazzata.
-Allora? Che sta succedendo?-
Come a voler sottolineare quelle parole una scossa fece tremare la costruzione.
Lui la condusse al di la del trono nero. Le ombre lì ammassate al loro passaggio si diradarono rivelando una grandissima finestra che dava sulla foresta.
La situazione era peggiorata ulteriormente, ormai il paesaggio era indistinguibile e quella catastrofe stava iniziando ad intaccare anche il castello.
-A occhio e croce non ci rimane molto tempo.- mormorò il giovane.- In poche parole come ti sarai accorta, la mia anima non e composta da elementi molto positivi…-
-Tu non sei realmente così…-
-Non ne sarei così sicuro… quella grande sfera è il centro dei miei poteri. La ci sono racchiusi i sentimenti che provo in battaglia, e come puoi sentire, starle vicino non è una bella esperienza… ma questo ora non è importante. La tua onda antidemone sta danneggiando la mia anima dall’interno causando questa distruzione e in più non siamo per niente sincronizzati.-
Si avvicinarono ad una parete con un grande specchio, il quale al tocco di Shadow si increspò lasciando vedere loro quel che stava succedendo nel mondo reale:
Maka era incontrollabile.
Attaccava con una furia assurda senza la benché minima strategia in modo molto simile a quando era dominata dal sangue nero.
Samael dal canto suo riusciva a tenerle testa. Nonostante quella potenza, come aveva detto attaccarlo con energie negative non serviva a nulla.
-Di questo passo non vinceremo mai.- Disse Shadow, ma la ragazza appariva distratta.
-Come posso farti del male solo stando qui? Perché è la mia anima che sta danneggiando la tua e non viceversa?.-
-Sono io che ti ho fatto entrare, se fossimo nella tua anima sarebbe il contrario. Ah… mi dispiace per prima… i miei poteri hanno preso il sopravvento e cercato di “rimuovere” l’intruso. Nella mia situazione potevo fare ben poco, ma per fortuna hai colto il mio “suggerimento”. La tua vicinanza ha scacciato il mio… chiamiamolo demone.-
-Ora stai bene?- Chiese preoccupata.
-Si ora va meglio, ma dobbiamo sbrigarci o questo posto finirà in pezzi.-
Si sedettero sul pavimento a gambe incrociate uno di fronte all’altra e Shadow prese le mani di lei tra le sue.
-Concentrati.- disse.
Entrambi chiusero gli occhi facendo allineare le loro onde dell’anima.
Il ragazzo sorrise ferocemente. –Bene… Iniziamo!-

Mondo Reale
Durante lo scontro con Samael

Samael si stava spazientendo.
Aveva aspettato con curiosità che quei due finissero quello che stavano facendo, ma l’unica cosa che avevano ottenuto era di perdere la testa.
Quella ragazza continuava ad attaccarlo con una potenza inaudita mormorando frasi senza senso.
Lo avevano costretto a far comparire la sua spada, cosa non da poco, ma attaccandolo in quel modo non avrebbero ottenuto di più.
Il problema era che per quanto infierisse sul quel corpo, o danneggiasse la spada,
 non si fermavano mai, continuavano ad attaccare incuranti delle ferite e della loro sicurezza.
Stava pensando a quale colpo infliggere per porre fine velocemente al combattimento quando improvvisamente i suoi avversari si fermarono.
Ora la giovane lo guardava con occhi freddi e la loro energia dell’anima non prorompeva più a casaccio ma scorreva in un unico potente flusso.
Dalla spada provenne la voce del ragazzo slayer  –Scusa se ti abbiamo fatto aspettare.-
Samael rise –Se avete in mente qualche altro trucchetto spero per voi che sia migliore del precedente!-
La maister sorrise e così doveva star facendo anche il suo compagno.
-Vedrai che non ti deluderemo… Maka…-
-Shadow…-
-RISONANZA DELL’ANIMA!.......... ANGEL OF DARKNESS!-
I due compagni furono avvolti da energia nera mentre il terreno ai loro piedi tremava e si spaccava per poi riemergerne qualche secondo dopo in una nuova forma.
Shadow ora era una grande spada nera simile alla precedente ma più lavorata con alcuni particolari bianchi, sempre attraversata da energia blu.
Maka indossava un abito nero che le arrivava fin quasi ai piedi che poteva essere scambiato per uno vestito da sera se non fosse stato per il corpetto, la cintura, gli stivali, e i guanti che le salivano fin quasi ai gomiti, i quali erano coperti da una corazza lavorata dello stesso colore e materiale della spada. Portava i capelli sciolti che sulle punte variavano dal biondo al corvino ad eccezione di una ciocca che le ricadeva davanti al volto completamente nera. Gli occhi ora erano uguali a quelli di Shadow quando usava i suoi poteri, ma quello che più colpiva era dietro di lei.
Dalla sua schiena si spiegarono due grandi ali nere, le piume apparentemente morbide che le componevano erano sempre dello stesso materiale del resto.
Il loro avversario non si smosse, sicuro di se. –Avanti, fatemi vedere cosa sapete fare ora.-
-La shokunin sorrise puntandogli contro gli occhi ora azzurri. –Ti pentirai di queste parole.-
Scattò velocissima volando rasoterra e sferrò un fendente orizzontale che seppur parato mandò l’avversario a schiantarsi in un palazzo vicino incastrandosi nel muro.
Si liberò dopo qualche secondo. –Avete guadagnato altro potere. Complimenti… ma questo non vi aiuterà.-
A rispondergli fu Shadow. – Tutta la forza che ti ritrovi ti ha reso incauto, concentrati invece di parlare. -
Samael abbassò lo sguardo accorgendosi che il suo elegante vestito era stato tagliato ed era macchiato di rosso.
Sangue… il SUO sangue… Quei bastardi erano riusciti a ferirlo!
Non si spiegava come fosse possibile, fino ad ora i loro attacchi non avevano sortito alcun effetto, poi analizzando meglio le loro anime comprese: la ragazza aveva un’onda dell’anima antidemone e la stava mischiando al potere del ragazzo. Erano molto pericolosi ma dubitava che potessero mantenere quella forma a lungo.
Si strappò la giacca e la cravatta di dosso rimanendo solo con la camicia sbottonata e si lanciò contro i due urlando.
Maka parò il colpo con Shadow venendo spinta per qualche metro indietro e lasciando due solchi al suolo, poi colpì con una ginocchiata allo stomaco ed un fendente diagonale che fece comparire un’altra striscia rossa sul petto del nemico.
Quest’ultimo con l’intento di prendere tempo fece liquefare la sua spada che inglobò i suoi due avambracci solidificandosi in due bocche di cannone, poi saltò in alto e cominciò a fare fuoco.
Spalancando le ali la maister prese il volo a sua volta schivando i proiettili in arrivo e cercando una breccia per avvicinarsi. I colpi non andati a segno facevano esplodere le vecchie case abbandonate attorno a loro.
Deviò la seguente raffica con Shadow rimandando alcune sfere energetiche indietro.
Samael li schivò ma abbassò la guardia per un attimo. I suoi avversari si mossero a velocità appena percepibile e si portarono dietro di lui attaccando verticalmente.
Parò il colpo incrociando le braccia corazzate in alto ma fu spedito sul tetto di un palazzo creando un mucchio di crepe e con un cannone incrinato.
Con un movimento fluido dalle ali di Maka si staccarono alcune piume partendo come proiettili verso l’edificio e distruggendolo.
Ci furono pochi attimi di calma, poi il loro nemico uscì dalle macerie lanciandosi di nuovo all’attacco.
Lo scontro riprese.
 
Soul riprese conoscenza a causa del rumore delle esplosioni.
-Ma che cazzo succede?- Riuscì a mormorare prima di piegarsi in due con un lamento per il dolore.
Improvvisamente ricordò tutto: la bestia sconfitta, poi l’agguato, Maka che urlava e poi buio…
Ma dov’era la sua maister? Si guardò intorno preoccupato, vedendo poco lontano gli edifici in fiamme.
Provò a gridare, ma non gli usci altro che un gorgoglio soffocato. Poi un’altra esplosione attirò la sua attenzione. In aria c’erano due figure che forzavano le spade l’una conto l’altra cercando di prevalere e creando delle grandi scintille di energia. Una aveva addosso quel che rimaneva di un abito elegante e gli ispirava una sensazione molto sgradevole, intuì che era un nemico. L’altra però lo incuriosiva di più… aveva un vestito nero, e delle grandi ali dello stesso colore… anche i capelli erano sbagliati, eppure… quella figura esile, quelle forme appena abbozzate…
Spalancò gli occhi. –Non è possibile…-
Era Maka… ma cosa le era successo? Un atroce dubbio gli attorcigliò lo stomaco.
In quel momento le figure si divisero e cominciarono a rincorrersi in aria, ogni impatto produceva una forte onda d’urto.
In uno dei brevi momenti di tregua la ragazza si voltò verso di lui incrociando il suo sguardo.
In quel momento Soul ebbe la conferma che non avrebbe mai voluto. Non c’era traccia degli occhi verdi che adorava… al loro posto c’erano degli occhi blu… gli occhi di Shadow.
Il suo cuore perse qualche battito –No… no… no…-
Maka… la sua shokunin… era bellissima… e fortissima… sembrava un angelo vendicatore…
Ed era in risonanza con qualcun altro.
Aveva raggiunto una forza incredibile senza di lui.
Si sentì inutile… non era stato abbastanza forte… avvertì un dolore atroce che non aveva niente a che fare con la sua ferita.
Il suo ultimo pensiero prima di ripiombare nelle tenebre fu di averla persa.
 
In aria intanto lo scontro stava per concludersi.
Samael era coperto di ferite, ma sapeva che i due ragazzi erano vicinissimi al limite.
Si adoperava per farli stancare il più possibile attaccando senza sosta, eppure non cedevano. Di questo passo non era sicuro di riuscire a farcela.
Si odiò profondamente per questo. Lui aveva trasceso la forma mortale, non poteva permettersi di perdere contro due ragazzini!
Accecato dalla rabbia si scaglio contro di loro con una furia devastante, ma i due percependo la possibilità di concludere lo scontro contrattaccarono.
Maka passò la spada nella mano sinistra e con quella deviò l’affondo dell’avversario. Poi convogliando entrambe le onde dell’anima nella mano destra sferrarono un pugno potentissimo nel suo petto mandandolo ad impattare in un muro dove rimase incastrato.
La maister e lo slayer si lanciarono contro di lui con un affondo diretto al cuore del nemico, ma all’ultimo momento questi riuscì a muovere un braccio e sparare un colpo diretto alla buki svenuta.
Cambiando bruscamente direzione deviarono facilmente il proiettile, ma quell’attimo di distrazione era bastato.
Quando si voltarono Samael non c’era più.

Atterrarono vicino ai corpi di Soul e Shadow stremati. In quel momento una fitta percorse entrambi facendoli quasi urlare dal dolore.
-Dannazione… sono al limite!- Fu tutto quello che riuscì a dire il ragazzo.

Anima di Shadow
 
Maka si svegliò da quella specie di trance e si alzò in piedi. Attorno a loro il castello tremava facendo crollare pezzi di pietra sempre più grandi. Dalla finestra rotta e da alcune sezioni di tetto che avevano ceduto entravano vento e pioggia a non finire.
La stanza era nel caos molte delle colonne erano crollate e la grande sfera nera pulsava e lanciava saette di energia tutt’intorno.
Abbassando lo sguardo vide lo slayer a terra che faticava a respirare.
-Devi andartene.- Disse tra un respiro e l’altro.
Lei lo sapeva bene, ma c’era qualcosa che la  fermava, aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato.
Non poteva lasciarlo lì in quel mondo così tetro.
Guardò la sfera. –è quella il problema!- ed iniziò ad andare verso di essa.
-Fermati! Che vuoi fare?-
Arrivata vicino ad essa la sensazione di oppressione si era fatta insostenibile, eppure Maka tirò indietro il pugno e lo abbattè sulla superficie nera, poi di nuovo e di nuovo ancora.
Shadow era disperato –FERMATI MALEDIZIONE! NON SAI CHE CAZZO STAI FACENDO!-
-Ti sto liberando dalla tua di maledizione!-
La sfera si incrinò.
Con uno sforzo estremo il ragazzo si alzò e si lanciò contro di lei –HO DETTO DI FERMARTI DANNAZIONEEEEE!-
Un secondo prima che la raggiungesse con un ultimo pugno disperato lei sfondò la superficie nera dalla quale fuoriuscì una luce accecante che inondò entrambi.
Immersi in quella luce persero conoscenza.

Mondo reale, BlackGate City

-Makaaaaaa! Bambina mia riesci a sentirmi? Makaaaaa!
La ragazza si svegliò con la voce del padre che urlava attraverso il microfono.
Si guardò intorno, le case danneggiate dallo scontro stavano ancora bruciando, ma a giudicare dal chiarore la notte doveva essere quasi finita.
-Ti sento papà, sto bene…-
-Evvivaaaaaaaaa! Maka ti sei ripresa! Stanno arrivando degli elicotteri a prendervi! Ero preoccupatissimo! Volevo venire a prendervi anch’io, ma me l’hanno impedito! Promettimi che non andrai più in missione! Eh? Me lo prometti? Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti preg…-
-SHINIGAMI CHOP!-
-Te la sei cercata sempai- disse la voce del dottor Stein.
-Maka, fino a poco fa c’erano troppe interferenze per comunicare, ma stai tranquilla, come ha detto tuo padre due elicotteri stanno venendo a prendervi, sono quasi arrivati.-
Sapendo che la stavano osservando sullo specchio e troppo intontita per fare altro,  si limitò ad annuire con la testa.
Voltandosi vide che Soul era di nuovo sveglio e la guardava, con una strana espressione.
-Ehi…- Disse quest’ultimo tristemente.
Non sapeva cosa rispondere… era vivo! Gli buttò le braccia al collo ed iniziò a piangere sulla sua spalla.
Dapprima interdetto e reprimendo un brivido di dolore la buki cominciò ad accarezzarle i capelli dolcemente. –Va tutto bene.- Disse anche se non ci credeva.
Un movimento la fece voltare, Shadow era ancora privo di conoscenza ma si agitava tendendo tutti i muscoli come in preda alle convulsioni.
La maister fece per avvicinarsi ma Soul la fermò.
-Devo vedere cos’ha!-
-è così da quando la sua anima e tornata nel suo corpo. Il dottor Stein ha detto di non toccarlo.-
-Ma lo dobbiamo aiutare!-
-Uno degli elicotteri che stanno arrivando è della Cerberus. Ci penseranno loro… ora non c’è nulla che possiamo fare.-
-Tu non capisci! Credo sia colpa mia se sta così!-
-Senti nonostante quello che ho visto, so che è merito suo se sono ancora vivo e probabilmente anche tu. Quindi sono deciso a salvarlo, ma sono sincero quando ti dico che ora non possiamo fare nulla.-
-Nonostante quello che hai visto? Di cosa parli?-
La buki arrossi leggermente spostando gli occhi a guardare il suolo. –La vostra risonanza…-
Anche lei arrossì. –Soul… saremmo tutti morti se non l’avessimo fatto…
-Ho visto quanto potere avevate… con me non puoi aspirare a qualcosa del genere…-
-Non mi interessa, sei tu il mio partner, ho promesso di farti diventare una DeatSchyte ed è quello che farò… voglio te… come partner…-
-Perché?-
-Perché… io…-
-Lascia perdere…- La interruppe bruscamente.  - Sono troppo stanco per discuterne ora.-
Poco dopo arrivarono gli elicotteri, uno nero col simbolo della Shibusen e l’altro dello stesso colore ma più grande col logo della Cerberus.

Circa un’ora dopo
A qualche chilometro da Death City

Soul dormiva di nuovo, mentre Maka guardava dal finestrino l’altro velivolo che procedeva affianco a loro.
-Signore, una comunicazione tra l’elicottero della Cerberus e la Shibusen.- Avvertì il copilota.
-Passala in vivavoce.-
La radio gracchiò per qualche secondo, poi si udì la voce del pilota della Cerberus.
-Qui Blacklight a Shibusen, il paziente si sta svegliando ma è molto agitato, preparate l’infermeria.-
-Sono il dottor Stein della Shibusen l’infermeria è pronta a ricevervi.-
-Benissimo dottore, ci vediamo lì… ma che diavol…-
Un urlo disumano provenne dalla radio facendo rabbrividire la shokunin.
-Qui Blacklight! Il paziente è sveglio ed instabile, non riusciamo a contenerlo… MALEDIZIONE FERMATEL… AAAAAARRRG!
Davanti agli occhi attoniti di tutti l’elicottero della Cerberus esplose.



   
 
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