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Autore: rose07    29/05/2011    0 recensioni
Matt è sempre più geloso di Sora. Un ragazzo tamarro e cafone corteggia insistentemente Mimi facendo innervosire Tai.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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Mimi chiuse inorridita Facebook. Di certo era un pazzo. Ma certo, quel tizio era un pazzo, un maniaco sessuale forse. Le aveva inondato la posta a messaggini e la stressava in chat. Che poi uno con un nome del genere, chissà che scellerato!
Dolce Toly Bellavita. 
Ma chi cavolo era? Sentì la suoneria di Sakura Kiss e prese il cellulare tra le mani. Numero sconosciuto. Indugiò a rispondere. E se era Tai? O magari Sora con il numero di casa, d’altronde doveva essere dieci minuti fa da lei perché dovevano andare a vedere la partita di Tai. L’ultima partita del campionato, precisamente.
Rispose dubbiosa.
«Sì, chi parla?»
Non sentì alcun rumore dall’altra parte. Poi una voce parecchio tamarra fece capolino.
«Pronto, sono Tolomeo Barto Kido, il cugino di Joe Kido. Sono molto interessato a te, tesoro. Guarda, non vorrei fare un torto a Taichi, ma mi piaci, bambola, penso sempre a te. Il mio cuore si riempie di gioia a vederti. Inoltre ti penso la notte, e mi arrotolo con il cuscino... La mano mi va là e... Oh sì, sensazioni straordinarie, bambolina, straordinarie. Tu sai fare mica le seghe? Guarda se le sai fare sei perfetta per me. Non per darti della troia, bella mia, ma quando penso alle tue mani di fata me lo sento più lungo e grosso.. Scusa se sono diretto, ma mica sai fare i pomp...-»
La castana chiuse schifata ed offesa il telefono. Oddio, era lui! Quel maniaco di facebook! Come faceva ad avere il suo numero? E poi che zotico, che tamarro... Doveva dirlo subito a Tai. Quell’idiota la inquietava!
Prese la borsa ed uscì guardandosi alle spalle, sentendosi pedinata, andando da Sora che l’aspettava sotto casa.
«Mims, alla buon’ora, eh?» la rimproverò quella accigliata «Sono passati venti minuti. Tra poco inizia, chi lo sente Tai!»
Mimi la trascinò velocemente per la strada, guardandosi intorno impaurita.
«Si può sapere che ti prende adesso?» La ramata si fermò con le mani sui fianchi.
La castana diede un’ultima veloce occhiata nei dintorni, poi a voce bassa le raccontò la disavventura di prima. Il maniaco e tutto il resto.
Sora era confusa. «Come hai detto che si chiama?»
«Kido, un certo Tolomeo. Ma chi cavolo può essere?»
Sora scosse la testa.
«Te lo dico io chi è. Sta in classe con me, è il cugino di Joe, quello con i capelli a caschetto e gli occhiali. Quel cafone di Tottori, hai capito?»
Mimi negò con la testa.
«No, Sory, ma sinceramente ho paura. Mi ha chiesto se so fare i pom... hai capito no? E se mi vuole violentare?»
Sora scosse la testa con un sorrisino. «Ma va, è un idiota, te lo garantisco. Non capisco però come mai ci provi con te, dato che ha paura di Tai»
Camminarono per un po’, poi Mimi disse:
«Io glielo dico, mi impaurisce questa storia!»
«Se hai paura di Tolomeo stai messa male. E’ più imbecille di Joe» disse scettica l’altra. Poi scorse in lontananza il campo dove si sarebbe disputata l’ultima partita decisiva. Provò una leggera nostalgia dei tempi in cui giocava a pallone. Beh era ancora una bambina. Sospirò. Si sentì stranamente inquieta quando il pensiero della scenata del giorno precedente di Matt le tornò in mente. Aveva quasi paura di incontrarlo, ma cosa davvero strana, era che aveva una voglia matta di fare l’amore con lui.
 
 
 
Arrivate al campo, presero posto sugli spalti insieme agli altri. Sora si sedette vicino a Matt, ma questo non la degnò nemmeno di uno sguardo. Joe sventolava in aria un grande cartellone con scritto “Taichi segna per noi”.
«Tanto lo so che è uno scarsone!» aveva detto «Ho solamente consumato i pennarelli. Quel frocio non segnerà nemmeno un goal»
Mimi arricciò il naso. «Sai, potresti prendere il suo posto!»
«Certo!» tuonò il corvino, sistemandosi gli occhiali «Io sono un partito eccezionale in tutte le attività. So giocare dal calcio alla scherma! Yaaaah!» fece un gesto come per imitare una spada, inciampò sui suoi piedi e cadde sopra Izzy.
«Ma se finisci sempre in porta!»
«Stai zitta, Mimi, non sentirti otto patate e mezzo solo perché il tuo fidanzato è un calciatore, peraltro scarso!»
«Taci, Joe, non dare aria alla bocca» si voltò Izzy infastidito di lato a lui. Doveva dire che non sopportava più quella voce acuta.
Il ragazzo si voltò di botto lanciando il cartellone per aria.
«Chiudi il becco stupido rosso tinto, ufo robot che non sei altro!» urlò inviperito. Come sempre. «Cos’è, oggi l’adsl non andava?! Eh? Sei solo un avatar di merda, Koushiro, guardati allo specchio, sei deformato!»
Izzy, da buon pacifista, guardò Mimi sospirando.
«Beh, se non altro non sono un burino idiota»
Poi si voltò verso la sua ragazza, Frankie, ignorandolo. Joe borbottava tra sé piuttosto indignato. Come sempre.
«...cibernetico di merda! Un nano pomodoro mi impone ciò che fare! Ma chi si crede di essere eh?! Un signore di classe come me!»
Venne richiamato in tempo prima del fischio dell’arbitro, segno che la partita stava per iniziare. In campo entrarono la squadra di Tai al completo. Lui, Ken, Davis, altri ragazzi e anche Narciso Shigetaka.
Matt strinse i denti appena lo vide con la divisa rossa in mezzo agli altri. Odiava quel ragazzo come nessun’altro. Il problema era che Sora non lo capiva, o forse non lo voleva capire...
I capitani delle due squadre si strinsero la mano per augurarsi buona fortuna. In fondo Matt sapeva che Tai nella sua mente stava maledicendo l’avversario. Lo conosceva troppo bene. Mimi guardava il fidanzato con un sorriso e, al fischio dell’arbitro che diede inizio alla partita, congiunse le mani come stesse pregando. Speriamo vincano, pensò.
Joe sbraitava ancora. Sta volta per la perdita del cartellone caduto di sotto.
«La mia opera d’ arte, porca merda!»
Sora tentò di avvicinarsi a Matt che guardava la partita attento. Tai aveva la palla tra i piedi e stava andando dritto verso la porta. Un avversario gli cavò il pallone a sorpresa.
Ci fu un grido di delusione. Tai fece un gestaccio, Matt sbuffò, Joe urlò.
«Ma vaffanculo! Ridagli la palla, stoccafisso!»
La partita continuò per un altro quarto d’ora. Mimi seguiva confusamente tutti i passaggi senza capire effettivamente nulla. Di calcio non se ne intendeva.
Chiese alcune cose a Sora, dato che Joe non era in grado di spiegargliele.
«Forse il rigore si fa quando cadono soli... Può essere! Per questo si buttano per terra, per fare una finta! Arbitro, stanno barando, porco cane! Li fermi, simulano un rigore!»
All’urlo di Joe, parecchi gli fecero segno di zittirsi. Lui, indignato, obbedì.
Dopo altri venti minuti, Tai passò la palla a Narciso che, superando gli avversari con agilità, arrivò dritto in porta segnando. Tutti esultarono. Sora battè le mani quasi senza accorgersene. Matt la guardò male, poi si girò subito. Lei si morse il labbro, sbuffando. Mannaggia a lei e alla gelosia di Matt!
Questo guardò Tai e gli altri saltare addosso al ragazzo lodandolo. Beh, effettivamente di calcio se ne intendeva, ma era lo stesso un coglione.
Appena la partita riprese, Mimi si sentì chiamare da lontano. Si voltò perplessa ma non vide nessuno. Joe stava saltando a più non posso dagli spalti, impedendo alle altre persone di vedere.
«Segna per noiii, Taichiii Yagamiii! Segna per noiii, Yagami Taichiii! Segna per noiii, frocio di merda… E segna, stronzo, muoviti!»
Venne allontanato immediatamente. Lui imprecò più volte prima di adocchiare la sua amata Luchia Van Gogh nascosta tra la gente.
«Mia carissima dea! Anche tu qui?!»
«Purtroppo» sussurrò quella tentando di dileguarsi. Lui la inseguì correndo come un coyote. Si allontanarono dalla visuale di Mimi che ancora si guardava intorno.








   
 
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