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Autore: rose07    22/05/2011    3 recensioni
Matt è sempre più geloso di Sora. Un ragazzo tamarro e cafone corteggia insistentemente Mimi facendo innervosire Tai.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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Mimi Tachikawa e Taichi Yagami passeggiavano tranquillamente per le strade di Odaiba. Il sole era splendente in cielo, il calore estivo si sentiva nell’aria. Era tutto così perfetto, pensò Mimi, tutto. Lei, il suo Tai, la giornata, le persone... Sospirò e si avvicinò per scoccare un bacio a sorpresa sulle labbra del suo fidanzato. Quello la guardò dapprima con stupore, poi ricambiò felice. Mimi non era tipo da smancerie in pubblico, o almeno dipendeva dai giorni. Se era nervosa nemmeno si avvicinava, se era spensierata, come in quel momento, poteva saltargli addosso senza alcun ritegno. E Tai fece un ghigno beffardo immaginando alcune situazioni non proprio caste. Mimi lo riscosse dai suoi pensieri, indicandogli un bar con dei tavolini al fresco. Si sedettero un po’ esausti.
«Che caldo!» commentò la castana facendosi aria con le mani «Sono tutta sudaticcia, che schifo!»
«Non dirlo a me» Il ragazzo cercò di sistemare in qualche modo la sua enorme chioma castana con scarsi risultati.
«Hai un elastico?»

Mimi lo guardò alzando un sopraciglio scettica.
«Amore, quante volte ti ho detto di tagliare quei capelli impossibili? Cielo, ho caldo solo a guardarli!»
«Eddai Mims, ancora con questa storia! Lo sai che non li taglio!»
Mimi scosse la testa contrariata, cercando un elastico nella sua borsa. Ne trovò uno fucsia abbastanza grande. Lo esaminò un attimo, poi lo passò al ragazzo.
«Tò, lega quel cespuglio»
Tai fece una coda bassa, sorridendo.
«Amore, non ti piaccio così?»
Mimi s’imbronciò incrociando le braccia.
«Sembri uno spaventapasseri»
«Stronza!»
La castana scosse nuovamente la testa, indispettita. Odiava quando Tai non le dava ascolto. Insomma, erano mesi che tentava di convincerlo ad andare dal parrucchiere, ma niente, lui non ne voleva sapere. Eppure adesso stava morendo di caldo. Ben gli stava.
La cameriera arrivò quasi subito. Era una bella ragazza bionda con una coda di cavallo e un sorriso smagliante. Rivolse lo sguardo verso Tai.
«Ordinate?»
Mimi la guardò di sottecchi, poi tossicchiò per richiamare l’attenzione del suo fidanzato che la guardava anch’egli con un sorrisino da ebete. Tai si ridestò immediatamente.
«Oh, certo... Cosa vuoi, amore?»
La ragazza scosse la testa mostrando un pugno. Poi si rivolse alla cameriera con un sorrisino tirato.
«Due aranciate, grazie»
Tai non fu d’accordo.
«Ma ehi, io voglio una birra!»
«Due aranciate, grazie, non lo badi»
 La ragazza con la coda segnò e se ne andò ancheggiante. Mimi le rivolse un ultimo sguardo scettico prima di concentrarsi sul suo fidanzato.
«Perché non hai lasciato ordinare me?» chiese quello a braccia conserte «Che me ne frega della tua aranciata?»
Mimi cercò di mantenere la calma «Te ne frega invece perché dovrai pagarla tu» lo zittì prontamente con un gesto della mano  «e inoltre fa bene alla salute. Anche agli ormoni se è per questo»
Tai la guardò perplessa, poi scoppiò a ridere. Certo che la sua fidanzata era una continua sorpresa. Non credeva fosse gelosa di una semplice cameriera. Okay, una cameriera davvero figa, ma dai... Mimi Tachikawa non faceva scenate di gelosia. O almeno dai tempi in cui aveva scoperto che non aveva ancora mollato Jun Motomyia.
«Se non ti conoscessi penserei che sei gelosa, scema»
Mimi alzò la testa con superiorità «Io non sono gelosa. Lo sai benissimo»
«A me è sembrato tutto il contrario!» rise ancora «Gelosona! Mimi Tachikawa è gelosa!»
«Taichi Yagami è un completo idiota»
Le aranciate furono servite da un cameriere. Mimi rivolse uno sguardo soddisfatto a Tai, che controllava ogni singola mossa del ragazzo. Quando questo se ne andò facendo un cenno cortese di saluto a Mimi, fece per alzarsi dalla sedia. Lei lo fermò da un braccio ridendo.
«Ehi, dove credi di andare?»
«A suonargliele!»
«Ma dai?!» Mimi sogghignava vincente «Chi era il più geloso?»
Tai si risedette accigliato, afferrando la sua aranciata e mandando giù un sorso.
«Ci stava provando...»
Mimi alzò gli occhi al cielo, poi piegò la testa d’un lato sorridente. Tai rimase incantato a pensare quant’era bella.
«Si da il caso che abbia salutato con gentilezza. Cosa che a te manca» sottolineò bevendo «E poi amore, credi davvero che mi piaccia uno così? Era goffo»
Tai incrociò le braccia borbottando.
«Non si sa mai...»
Mimi sorrise, poi si avvicinò sporgendosi un po’ dalla sua sedia. Gli mise una mano sulla guancia attirandolo a sé.
«Mi prometti che non farai lo sciocco geloso?» Tai grugnì in risposta «Eh? Me lo prometti, testina cespugliosa?»
Quello annuì poco convinto, lasciandosi baciare. Non avrebbe comunque mantenuto la promessa, non era da lui.
Poco distante da loro, un ragazzo con una bici verde, dei capelli a caschetto castani e degli occhialoni rossi li osservava.
 
 
 
 
 
 
 
Altrove, Sora Takenouchi baciava con trasporto Yamato Ishida sopra di lui. Era da tempo che i due ragazzi non passavano un pomeriggio da soli, o meglio, era da tempo che non facevano l’amore. Ne avevano molto bisogno entrambi, sentivano di volersi più dell’aria e quel pomeriggio era perfetto. Soli, in spiaggia, bella giornata e passione.
Sora continuava a baciarlo, mentre lui le accarezzava la schiena da sotto la maglietta. Gliela tolse del tutto, baciandole il seno che lui amava tanto. La ragazza sospirò e sbottonò la camicia del biondo lasciandolo a petto nudo. I suoi pettorali scolpiti erano merito delle giornate in palestra passate con Tai. Li baciò e scese più giù, lì in fondo. Fece un ghigno malizioso. A volte non credeva di essere davvero così provocante e pervertita, eppure si riscopriva davvero in quel modo in certe situazioni.
Matt rise perché adorava quando prendeva lei l’iniziativa, spiazzandolo, e fece cenno verso i suoi pantaloni. Sora glieli sbottonò, puntando lo sguardo verso i suoi boxer. Forse immaginando cosa ci fosse dentro i suoi boxer.
«Guarda che non sei obbligata a farlo» se ne uscì Matt ridacchiando sotto i baffi. Tanto sapeva che Sora gli avrebbe fatto tutto.
«Ma sta' zitto che sai che mi piace un sacco!» Un po’ si vergognò di quella frase, ma rise senza pensarci. Poi accarezzò le mutande gonfie del ragazzo, e tirò fuori il suo membro eccitato. Andò su e giù con una mano, dapprima piano, dopo aumentando il ritmo, senza mai staccare gli occhi di dosso dal biondo. Matt si morse un labbro tentando di contenersi. Era diventata molto brava da quando l’aveva fatto la prima volta, lo faceva eccitare subito.
Sora, dal suo canto, sapeva che Matt lo voleva con tutto il cuore, per questo si abbassò all’altezza del suo membro e lo prese in bocca, sta volta fecendolo gemere. Succhiava, leccava, andava su e giù ormai esperta. Matt, eccitato, le mise una mano sopra la testa come per manovrarla ma lei andava come voleva. Lei seguiva il ritmo che preferiva.
Fece in tempo a spostarsi e Matt venne, liberandosi con un sospiro. Poi guardò Sora con un sorriso. Lei piegò la testa da un lato come per chiedergli com’era andata.
«Sei stata bravissima amore, davvero»
Lei si posizionò di nuovo sopra di lui, baciandolo.
Matt l’amava davvero quella ragazza. Matt moriva dal desiderio di farlo con lei. Matt la voleva ora e subito. Cominciò a toccarla dappertutto, voleva prenderla in quel momento. Quella spiaggia deserta era perfetta. Un cellulare squillò tutto d’un tratto, facendo sobbalzare entrambi. Sora sbuffò piano, afferrò la sua borsa e prese il suo telefonino.
«E’ un messaggio» Aprì il testo leggendo velocemente.
«Chi è?» chiese Matt sporgendosi per vedere. Da qualche tempo era diventato terribilmente geloso e possessivo, aveva constato Sora.
«Ehm, è Narciso, Matt» disse quasi in colpa.
Il biondo aggrottò le sopracciglia. Odiava quel fanatico rampollo, l’ex fidanzato di Sora, quello che non si faceva mai i cazzi suoi, che rovinava tutti i momenti più belli.
«E che cazzo vuole, si può sapere?» domandò brusco, cacciando Sora da sopra di lui.
«E’ colpa mia, amore, avrei dovuto portargli il libro. Mi sono dimenticata»
«Di che libro parli?»
Sora sospirò. Matt non poteva soffrire quel povero ragazzo, che al dire il vero di povero non aveva proprio niente. Era pieno di sé e anche arrogante, però con lei si era sempre comportato bene. Aveva dimenticato di portargli il libro di storia a causa della sua sbadataggine, alla fine non aveva fatto niente di male.
«Un libro di scuola, amore, dovevo prestarglielo. Ci sono le interrogazioni finali»
Matt odiava la calma della sua ragazza. Odiava la calma con cui stava proferendo quelle parole. Perché lui non era affatto calmo. Lui stava esplodendo dentro. Voleva spaccare qualcosa. Non poteva contenersi ad una cosa del genere, Sora sapeva che tra lui e Narciso Shigetaka non correva buon sangue da sempre. E sì, era geloso.
«Che cazzo l’ha chiesto a fare a te?!» quasi urlò «E poi tu per quale cazzo di motivo glielo presti?!»
Sora rimase basita dal comportamento del suo fidanzato.
«Amore, mi ha chiesto un favore, non avrei mai potuto dire di no»

«E invece sì Sora, sei sempre la solita!» esclamò «Te lo difendi sempre il tuo amato Cisso, a lui dai tutto, a lui obbedisci sempre!»
«Ma è solo un libro, amore!»
Matt sentiva la rabbia percorrergli le viscere. Nemmeno gliel’aveva detto, quella sbadata! Come poteva pretendere che adesso lui non si incazzasse?
«Dammi qua!» le strappò il cellulare dalla mani, leggendo il messaggio. Fece una smorfia infastidita.
“ Smemorata, quando mi dai il libro di storia?  Sono al Victory, se passi portamelo. Baci”
Non sapeva se era più incazzato o se si sentiva morire. Entrambi. Baci... Baci? Quali baci?! Strinse i pugni.
«Matt, dai, non fare così…»
«...baci?» disse ridendo falsamente. Tornò subito serio «Baci?! Glieli ficco in cu...»
«MATT!»
Il biondo scosse la testa. Si passò una mano sulla fronte, nervoso. Quella dannata gelosia nei confronti di Sora lo devastava. Ma Sora era solo sua. Lui lo sapeva. Eppure, pur avendo la certezza che era così, odiava chi osava avvicinarsi a lei, anche solo con un messaggio, anche solo un saluto. Perfino se Joe le dava il solito bacino del cazzo sulla guancia.
Si alzò, sistemandosi la camicia e i pantaloni. Sapeva che per uno stupido libro stava rovinando quel momento così magico, ma non ce la faceva a continuare. Troppi pensieri gli si affollavano in testa e voleva andare via. Ebbe l’istinto di andarsene senza aspettarla, ma si fermò dandole il tempo di alzarsi e di prendere la sua borsa.
«Io non ti capisco» disse Sora, con gli occhi umidi «Non capisco cosa ci sia di male!»
Matt si fermò, voltandosi di scatto. Poteva leggergli tutta la rabbia, tutta la gelosia in faccia.
«Sai che c’è Sora? Che quello mi sta sui coglioni e tu non fai altro che peggiorare la situazione!»
Alle urla del fidanzato, la ramata si fermò facendosi piccina. Poi si asciugò una lacrima prepotente e sorpassò il ragazzo. Non avrebbe mai creduto una reazione del genere.
E nemmeno Matt ci poteva credere. Si sentiva un perfetto idiota ma nello stesso tempo l’orgoglio gli impediva di cercarle scusa.






   
 
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