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Autore: MarchesaVanzetta    30/05/2011    2 recensioni
Un debito in storia. Un ottimo insegnante di ripetizioni. E un rito medeivale ancora attuale...
Per la mia meravigliosa Airlys, per ricordarle che la matematica non è così imporatante e che con un debito non crolla il mondo. Ti voglio un mondo di bene, sai? Detto questo... SQUALO!! xD
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Erano le otto meno un quarto di una calda sera di inizio giugno e due ragazzi stavano chini su un libro, uno esponendo nozioni di storia, apprese da un grosso libro tutto sottolineato e fitto di appunti e disegnini, l’altro ascoltando quel suo studente preso quasi per caso, cedendo alle insistenze della madre. Non sia mai detto che il figlio universitario non dia una mano al figlio della migliore amica!
“Allora Marco, hai capito il sistema del vassallaggio?” chiese il rosso, dando un’occhiata all’orologio. Quella sarebbe stata l’ultima domanda, poi lo avrebbe spedito a casa. Erano in ritardo di un quarto d’ora abbondante e sapeva quanto odiava aspettare la signora Paola.
“Sì, dunque: il sistema del vassallaggio, introdotto da Carlo Magno, era un sistema in base al quale un uomo si sottoponeva ad un altro con un vincolo che da un lato lo subordinava ma dall’altro gli garantiva la protezione del più potente. I vassalli si legavano al re, i valvassori ai vassalli e i valvassini ai valvassori” rispose correttamente il biondo, cercando un cenno d’assenso da Davide, il suo insegnante di ripetizioni di storia. Era riuscito a farsi rimandare in storia, dopo un paio di battutine caustiche all’indirizzo della professoressa incapace ma suscettibile. E così, con il quattro, era stato rimandato a settembre.
“E come si svolgeva la cerimonia?” chiese ancora il rosso, cercando di fargli domande che potessero essere per lui difficili, cercando di ricordare quali, ai suoi tempi, lo mettevano in difficoltà. Considerando l’odio che l’insegnate di Marco aveva per lui doveva essere più che pronto.
“L’investitura era un rito formale e molto suggestivo: il vassallo poneva le mani tra quelle del signore, lo baciava sulla bocca e recitava la formula del giuramento di fedeltà sulle reliquie di un santo o su un testo sacro; la formula era Signore, io divengo uomo vostro” rispose di nuovo sicuro il sedicenne, contento di fare bella figura con Davide, che già studiava all’università lettere antiche… mica come lui, incastrato nell’estate della quinta ginnasio a studiare una materia stupida e inutile come storia solo perché una tizia che si fregia del titolo di insegnante l’aveva presa in antipatia!
“Bene, da qui quali argomenti puoi sviluppare?” chiese ancora il ventiduenne, ponendo l’ultima domanda al ragazzo di fronte a lui.
“Dunque, in primis il forte vincolo che nel Medioevo legava il potere temporale –rappresentato dall’imperatore- e quello spirituale –rappresentato dal papa. Poi il problema della simonia e dei simoniaci. Inoltre, il tema dell’omosessualità condannata e al tempo stesso accettata in una forma molto contorta dalla Chiesa Romana. E infine, sempre legato a questo argomento, si potrebbe accennare ai Templari, in parte accusati di sodomia dal vaticano, al solo fine di impossessarsi delle loro ricchezze…”
Un sorriso stanco si fece largo sul viso abbronzato di Davide, segnando la fine della lezione.
“Bene, basta così. Vedi che se studi poi ti vengono bene le cose? Ora vai, che sicuramente tua mamma sta già mettendo in tavola, abbiamo fatto tardi…”
“D’accordo! Ah, i soldi!” rispose sempre sorridendo Marco, iniziando a frugare nello zaino alla ricerca del portafoglio. Contò velocemente le monete (alla faccia dell’incapacità dei classicisti in matematica) e costernato disse: ”Accidenti, ne ho otto… se vuoi vado a casa e te li porto, tanto siamo qui”
“Proprio perché siamo qui non c’è problema. La prossima volta mi porti dodici, d’accordo? Ora vai, che se poi tua mamma dice alla mia che ti ho fatto fare tardi sgrida me! A lunedì prossimo!” rispose il rosso, accompagnandolo alla porta e congedandolo con un cenno della mano.
“Certo, ciao Davide! Buona serata!” tutto, tutto pur di sentire ancora una volta un saluto, un complimento, un incitamento. Fiato sprecato, la porta era già chiusa.
 
 
 
 
“Monzani? Monzani?! Marco!” lo chiamò la professoressa Pisa, lievemente preoccupata. Il ragazzo seduto dinnanzi a lei per sostenere l’esame di riparazione era caduto come in trance e lei non sapeva cosa fare. Certo, il caldo forse…
“Cosa? Oh, sì, mi scusi. Cosa mi aveva chiesto?” si ridestò dai suoi ricordi il giovane, rosso in viso per il caldo e l’imbarazzo.
“Il sistema dei vassalli” gli ricordò l’insegnante, tamburellando con le lunghe unghie sulla cattedra.
“Ah, sì, ecco perché mi ero perso! Dunque, il sistema del vassallaggio è stato introdotto nel Medioevo da Carlo Magno, il quale, con questo sistema, voleva…” iniziò a spiegare Marco, sicuro delle sue nozioni.
 
 
Due giorni dopo corse a perdifiato fino alla scuola, fuori dalla quale erano appesi i cartelloni con i risultati degli esami. Scorse velocemente i vari fogli, fino a trovare quello della sua classe, con l’indicazione “V b ginn” scritto in grassetto sulla cima del foglio. Brambilla, Degani, Gerosa, Meroni… Monzani! Otto! Aveva preso otto! Non poteva crederci! Tutto il merito andava a Davide, non c’erano dubbi!
Inforcata di nuovo la bici si diresse verso casa sua. Sapeva che non era ancora ricominciato l’università e che era tornato da poco dalle vacanze.
Suonò deciso il campanello ma, trovando aperto il cancello, entrò nella casa. Salì di corsa le scale che separavano il giardino dal balcone e aprì la porta. Dal corridoio comparve Davide, con addosso solo un paio di pantaloncini da calcio e i capelli bagnati e gocciolanti.
“Ciao” disse Davide, sorpreso di ritrovarsi quel ragazzino in casa sua alle undici del mattino.
Marco gli si parò davanti, lo baciò lievemente sulla bocca e disse : ” Signore, io divengo uomo vostro” con tono solenne.
Allo sguardo stupito del rosso, Marco si rese conto di ciò che aveva appena fatto. L’aveva davvero baciato? Oh cielo! Sarebbe successo un finimondo, una catastrofe, una…-
“Marco?” quella voce calda interruppe i suoi scenari dell’immediato futuro, costellati di tsunami, catastrofi nucleari e invasioni aliene.
“Sì?”
“Oggi è il sette settembre, vero? Hai visto i tabellon..- oh cazzo, lo hai passato?!” realizzò felice
“Sì! E con otto! Tutto merito tuo! Grazie!” disse gioioso il ragazzo, tirando un lievissimo sospiro di sospeso per la mancata richiesta di spiegazioni.
“Bhe, allora questo te lo meriti tutto!” decise il giovane, prima di allungarsi verso Marco per ricercare il contatto di prima.
Prima di perdersi nell’oblio di quelle labbra calde e morbide, Marco non poté che pensare che, dopotutto, anche studiare tutta l’estate una materia inutile portava i suoi frutti…

  
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