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Autore: 1rebeccam    31/05/2011    14 recensioni
"Sono tornato...sono tornato solo per te Katy!"
E' una dichiarazione o una minaccia per la nostra bella detective?
Vincitrice 9° turno CSA: 2° posto categoria What if...
Vincitrice 11° turno CSA: 2° posto categoria Special Turn "Cattivo" - 3° posto categoria Suspance
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Fidati di me Katy…
125ma West Upper Side… tra un’ora…da sola…o ne moriranno altre… 




Mentre si avvia, pensa a cosa farà una volta arrivata. Fa un lungo sospiro, è consapevole che sta andando incontro ad una trappola, ma questo non la fermerà!
Il posto indicato si rivela essere un parcheggio per container, è enorme con almeno una cinquantina di container di qualunque tipo e dimensione.
Non dovevi venire Kate… si ammonisce da sola e sospira ancora mentre controlla la pistola.
Apre lo sportello, ma quando sta per scendere qualcuno la blocca con una presa alla spalla.
Punta la pistola senza voltarsi.
“Ohhh…ohh…calma, mi arrendo, non sparare!”
Guarda nello specchietto retrovisore...
“CASTLE!!! Che diavolo? Cosa…ohhhh!”
Non riesce a finire la frase, è troppo spaventata, troppo arrabbiata…troppo… e basta!
Esce dall’auto e lo trascina fuori ancora con la pistola in mano.
Castle tiene le mani alzate, ha l’aria così infuriata che stavolta potrebbe sparargli sul serio.
“Abbassa quelle mani. Ok, Castle…quale parte della frase non hai capito?
- Voglio stare da sola
- Non voglio che stai da me
- Tornatene a casa
- Rimani con tua figlia…
Quale Castle dimmelo, così la prossima volta vedo di usare frasi più elementari, in modo che tu possa capirle, memorizzarle e digerirle!” Mentre lo dice con tono furente, continua a roteargli la pistola davanti al naso.
Lui risponde con lo stesso tono e puntandole un dito davanti alla faccia, come farebbe un bambino che litiga con un compagnetto.
“E tu quale parte non hai capito degli ordini del capitano?
- Da questo momento sei sotto protezione
- Ora te ne torni a casa e ci resti
- Sei fuori dal caso…
Quale parte Beckett, così dico a Montgmery di usare parole più elementari, in modo che anche tu possa capirle, masticarle e…com’è che hai detto? Ahhh si…digerirle!”
Un attimo interminabile di silenzio.
E’ furiosa…
“Kate…”
“E non chiamarmi Kate o ti sparo!”
“Ok, Ka…mmhhh…Beckett…sono preoccupato. Potrebbe essere una trappola!”
“Ecco, meno male che c’è il genio, sennò non ci sarei arrivata da sola!”
“Parlo sul serio. Non hai detto a nessuno dove sei, non hai avvertito nessuno. Insomma è da pazzi venire qui da sola!”
“Invece venirci con te è da persone normali! Lo capisci che è pericoloso e che tu non sei un poliziotto? Tu non sei addestrato per queste situazioni, puoi metterci in pericolo entrambi, accidenti!”
“Vuoi continuare ancora per molto? Ormai non è meglio sbrigarci così riusciamo a tornare a casa per l’ora di cena?”
Beckett chiude lo sportello della macchina, sbattendolo incurante che Garreth possa sentirlo e Castle fa appena in tempo a togliere la mano, prima che gli frantumi le dita.
Si volta di botto e lui frena, balzando all’indietro per non finirle addosso.
“Si può sapere come hai fatto a sapere…come mai sei salito sull’auto…come…ohhhh!”
Gira di nuovo su se stessa, si dirige verso i container e lui risponde mentre cerca di starle dietro.
“Mi sono appostato sotto casa tua, mi sono messo dove non mi potevano vedere gli altri.
Ho visto che guardavi furtivamente dalla finestra e ho capito che avevi in mente qualcosa. E se volevi svignartela, certo non l’avresti fatto a piedi. Così sono salito in macchina e ho aspettato…e tu sei arrivata puntuale!”
Sorride soddisfatto, ma lei si volta di scatto un’altra volta e lui un’altra volta fa un salto indietro per non travolgerla.
Continua a guardarlo furente, stringe i pugni e dopo aver emesso un altro oohhhh!!! si gira di nuovo e prosegue…
 
Entrano dal cancello semi aperto e arrugginito.
“Ma che posto è questo? Perché darti appuntamento in un deposito di container? Questo tipo sarà anche un artista, ma come romanticismo lascia a desiderare!”
Beckett si ferma e sospira. “Vuoi chiudere il becco?”
“Scusa è che sono nervoso, e quando sono nervoso non riesco a stare zitto!”
“Ma guarda, solo quando sei nervoso?!”
Controllano intorno, il posto è enorme e fare congetture su dove si possa trovare Julius è impossibile. Ci sono solo container, in fila e messi addirittura uno sull’altro.
Continuano  a camminare uno dietro l’altra, guardandosi intorno, in cerca di un particolare che possa fargli individuare il ragazzo.
Castle si dice che sarebbe saggio darsela a gambe levate, prenderla per mano e trascinarla via anche a costo di strapparle i capelli. Ma immediatamente risponde, sempre a sé stesso, che lui non è mai stato saggio. Alexis è saggia, lo è sempre stata fin da quando era in fasce. A volte ha anche pensato che l’avessero scambiata in ospedale, ma quando la guarda e lei gli sorride luminosa, capisce che quella creatura eterea e meravigliosa può essere solo sua, e che la colpa della sua saggezza è solo di un gene impazzito, scappato da chissà dove e che l’ha resa più speciale e perfetta di lui. In ogni modo lui biologicamente, geneticamente e tecnicamente, ha fatto un ottimo lavoro.
Ma l’idea di trascinare via Beckett, specialmente per i capelli, non è saggia anche perché lei gli sparerebbe. Perciò…
“Avresti dovuto fidarti di me Katy, dovevi venire da sola e tutto sarebbe finito. E’ stato un grosso errore!”
La voce improvvisa li blocca, lei avanti e lui addossato alle sue spalle, una voce roca e ovattata.
Sembra provenire da lontano e da vicino, da ogni punto attorno a loro.
“Ehi…sembra arrivare dallo spazio, lui è l’alieno e noi siamo Mulder e Scully!”
Beckett sospira di nuovo e lui le chiede scusa, ma il cuore gli batte così forte che lei riesce a sentirlo attraverso la schiena.
“Peccato Katy. Tu avresti purificato la mia anima e io sarei potuto andar via senza dovere punire più nessun’altra peccatrice. Ma non ti sei fidata. Sei venuta con lui. Ti stai comportando anche tu come tutte loro, niente rispetto, niente fiducia. Tu sei come loro!”
Castle alza una mano sopra la sua testa.
“Se può servire, lei non sapeva che fossi nell’auto, sono venuto di testa mia. Davvero, non è per difenderla, sono venuto a sua insaputa…”
Per tutta risposta Garreth spara un paio di colpi di pistola in aria. Si abbassano d’istinto, Castle sta per dire qualcos’altro, ma Beckett gli punta l’arma sul naso.
“Se apri ancora la bocca e le dai fiato…”
“Si…si ho capito…mi spari…” Risponde Castle alzando le mani in segno di resa.
“Julius, sono qui comunque. Voglio sapere cosa vuoi da me? Mi hai fatto capire che quello che fai non ti piace, ma devi farlo per purificarti…spiegami lo stesso come posso farlo io. Voglio davvero aiutarti!”
“Non sarebbe ora di avvertire qualcuno? Tanto ormai si è arrabbiato!” Suggerisce Castle, ma lei non ha il tempo di prendere il cellulare, perché arriva la risposta di Julius…Una risata sardonica proveniente sempre da ogni parte e da nessuna parte e spari, stavolta non in aria, ma verso di loro. Sono costretti a lasciare il posto in cui si sono accucciati, perché è troppo scoperto e si spostano a destra.
“Ha uno strano modo di sparare!” Urla Beckett mentre corre e cerca di schivare i colpi.
“Strano in che senso? A me sembra che spari e basta!”
“Lo so che spara e basta, però non vuole colpirci, sennò a quest’ora saremmo già morti, con tutti i proiettili che ci sta scaricando contro!”
Un attimo di respiro. Si alzano per spostarsi ancora, ma lei resta incastrata con il cappotto, proprio quando Julius ricomincia a sparare, restando completamente allo scoperto.
Castle le si butta addosso.
“BECKEEEET!”
Cadono rovinosamente uno addosso all’altra, si guardano e per un attimo non c’è rumore attorno a loro… e nemmeno proiettili, solo i loro sguardi. Un attimo in cui sono occhi negli occhi, così vicini da sentire il calore dei rispettivi respiri addosso.
Ma l’idillio dura poco, perché i proiettili fanno di nuovo rumore e lei abbandona il cappotto per liberarsi.
Vedendo uno dei container aperti, Castle la spinge all’interno.
“Presto Beckett, quì dentro…” Si ritrovano completamente al buio accanto alla porta. Gli spari sono cessati.
“Cos’è questo rumore?” Appena Castle finisce di fare la domanda, la porta del container si richiude davanti ai loro occhi, rumore di chiavistello e poi…
“Santo cielo, cos’è il terremoto!?” Il container comincia a sussultare, tanto che sono costretti ad appoggiarsi alle pareti per non cadere.
“Ci sta spostando. Sta portando il container da un’altra parte!” Dice lei mentre si guardano intorno, l’unica luce è quella della luna che entra dal lucernario sul tetto.
“Grande Castle! Bella idea entrare qui dentro!”
“Perché dai la colpa a me, la porta era aperta, mi è sembrata una buona idea al momento.”
“Non litigate, tranquilli. Sareste finiti qui dentro comunque. Riposatevi, sarà una lunga serata. Più tardi tu ed io parleremo Katy.”
“L’ho detto che sparava in modo strano, ci ha indirizzato esattamente dove voleva lui, per chiuderci qui dentro!”
Si avventa contro la porta e comincia a battere i pugni e i piedi, ma non la scalfisce di un solo millimetro.
Guarda il telefono. “Maledizione, questo coso deve essere piombato, non c’è campo!”
Cerca di riprendere fiato e si abbassa appoggiando le mani sulle ginocchia.
“Come mai adesso sei silenzioso? Ora che dovresti fare lavorare i tuoi fantastici neuroni, per inventarti qualcosa e uscire da qui, ti ammutolisci?”
Lui non risponde…
“Allora, che propone il grande Richard Castle? Sono aperta a qualunque idea, anche se tua!”
Lui continua a non rispondere.
Mentre è ancora abbassata con le mani sulle ginocchia, si guarda addosso e vede sulla sua camicia una macchia rossa.
La tocca, è sangue fresco ma non è suo, lei non è ferita... “Castle!”
Si volta a guardarlo, la luce della luna è proprio su di lui.
“Ho…bisogno di…sedermi…” Dice in un sussurro, piegando le ginocchia, quasi a rallentatore e lei riesce a sostenerlo appena in tempo, evitando che cadendo batta violentemente a terra.
“Castle…cosa…che?” …


Continua...



L'angolo di Rebecca:
Lo so che l'ho scritto io e che non è carino da dire, ma adoro questo capitolo.
Mi sono divertita un mondo a immaginarlo mentre fa arrabbiare Beckett così tanto, da riuscire ad esprimersi solo con degli "ohhhh".
Daccordo la smetto di divagare...la fine non è carina...
Grazie a tutti e al prossimo capitolo.



 
  
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