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Autore: floflo    02/06/2011    4 recensioni
Salve a tutti! Non pensavo che l'avrei mai fatto, ma è successo...Ho scritto la mia prima fanfiction!
La mia storia comincia dove le altre finiscono: è ormai assodato che i nostri beniamini Athos e Aramis (o sarebbe meglio dire Renèe) si amano, probabilmente convoleranno a giuste nozze eccetera, eccetera.
Ma vivranno per sempre felici e contenti?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aramis, Athos, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il feuilleton del feuilleton'
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9. Propositi



Era stato fin troppo facile per Beatrix intercettare la lettera che Raoul aveva scritto a sua sorella, ora però quei fogli tra le mani iniziavano a scottare, e una certa apprensione si stava impadronendo di lei.
Quello che aveva fatto era un gesto davvero meschino, ne era consapevole, rubare la corrispondenza altrui e per di più occultarla alla conoscenza del legittimo proprietario…
Ma cosa poteva fare oramai?
Eugènie sarebbe andata su tutte le furie, e in più doveva impedirle di fare una pazzia seguendo Raoul in partenza per chissà dove…, come fare per mettersi in contatto con lui senza che nessuno ne venisse a conoscenza?

A malincuore si rese conto che avrebbe dovuto chiedere aiuto a Laurent: probabilmente sarebbe stato l’unico in grado di trovare Raoul.
Così, alcuni giorni dopo si presentò al castello in cima alla collina.

- Che piacere rivedervi, contessina! A cosa debbo l’onore? – disse il giovane ricevendola in una delle tante sale della sua dimora.
- Oh, Laurent! – sospirò Beatrix alla maniera più suadente che conoscesse - Meno male che mi avete ricevuta! Sapeste come sono in pena …, avrei proprio bisogno della vostra collaborazione, sapete per via di quella missiva che mi, ehm… ci avete recapitato l’altro giorno...-
- Sono sempre onorato di incontrarvi, mademoiselle.- rispose lui in tono finto cerimonioso.- Anche se non capisco in che modo potrei esservi d’aiuto…- aggiunse poi con una certa riluttanza.
- Vedete si tratta di trovare il mittente della lettera, ho saputo che a giorni giungerà proprio in questo villaggio. Dovreste consegnargli questa.- aggiunse lei porgendogli una busta.
Laurent la fissò con aria interrogativa, allora ella proseguì incalzandolo:
- Si tratta di una questione molto delicata, nessuno deve sapere niente, mi raccomando.-
- Se non sbaglio però la lettera era per vostra sorella. Perché allora siete venuta proprio voi da me?- domandò il giovane sempre più sorpreso.
- Mia sorella è molto riservata, ha chiesto a me di occuparmi della faccenda.-
Beatrix decise di giocarsi il tutto per tutto, non poteva certo permettersi che Laurent le chiudesse la porta in faccia proprio in quel momento.- E poi…, non vorrete mica che una giovane fanciulla come me, si esponga al pericolo per una missione tanto particolare andando sola al villaggio, vero?-
Il ragazzo sospirò, chiaramente aveva intuito che Beatrix ormai l’aveva tirato dentro fino al collo in quella vicenda.
- Non sia mai! Sono un gentiluomo, non permetterei mai che corriate rischi inutili. Ma lasciate che ve lo dica, siete poco più di una bambina, ma già avete appreso l’arte come piegare le persone al vostro volere, siete furba come una volpe! –
- Allora posso fidarmi di voi?- chiese poi serafica.
- Avrete tutta la mia discrezione. Ma dovete spiegarmi in cosa consiste di preciso il mio compito. –
- Dunque, si tratta di trovare questo giovane soldato, Raoul de Longueville, si trova attualmente a Noisy le Sec, dovete portarlo qui…,io gli debbo parlare! –
- Aspettate un momento, voi dovete incontrarlo? Non sono affari miei, d’accordo, ma siete veramente sicura che vostra sorella ne sia al corrente, e soprattutto non abbia nulla in contrario?
- Avete detto bene, non sono affari vostri!- rispose la fanciulla abbandonando definitivamente i modi fin troppo garbati che aveva usato fin ad allora.
- …non è che per caso questo giovane è il fidanzato di vostra sorella, e voi state cercando di portarglielo via????- disse lui guardandola si sbieco.
- Ma come vi vengono in mente certe idee…, ma certo che no!- lo rimbrottò ella sdegnata.
- Va bene, va bene, ho capito… mi metterò al lavoro quanto prima state tranquilla. –
- Mi raccomando di non parlarne con nessuno!- rincarò poi la dose Beatrix.
- Naturalmente. – concluse pacatamente – Posso offrirvi qualcosa, mademoiselle?-
- Veramente stavo giusto per andare…-
- Che peccato…, mi sarebbe piaciuto fare la vostra conoscenza, sapete da queste parti non passa mai nessuno e mio padre ed io siamo sempre soli…- disse mestamente Laurent sperando di convincerla a rimanere.
- Mah, non saprei…- bofonchiò lei guardandosi attorno - certo che dall’ultima volta che sono stata qui avete fatto un bel po’ di ordine…-
- Beh, eravamo da poco arrivati…-

Beatrix notò che ogni parete della stanza era rivestita di scaffalature piene di libri di ogni sorta.
- Avete davvero una libreria molto fornita! Sembra quella di mio padre a Bragelonne!- disse avvicinandosi ai volumi.
- Perbacco! Ci sono anche le ultime opere di Cartesio e Pascal…, e anche Hobbes! Non vi fate mancare proprio nulla! –
- Conoscete Cartesio e Hobbes, mademoiselle? Avrete senz’altro un precettore molto originale, dato che permette queste lettura ad una ragazza …-
- Ehm, veramente non abbiamo nessun precettore. Nostro padre ha provveduto personalmente alla nostra educazione. Lui ritiene che l’intelligenza delle ragazze non abbia niente da invidiare a quella dei ragazzi! Mia sorella ed io studiamo anche latino e filosofia.–
- Che strana idea! – esclamò stupito Laurent – ora capisco perché siete così, come dire… disinibita. –
- Cosa state cercando di insinuare…, che sono una piccola selvaggia forse???- rispose con malcelata  indignazione Beatrix.
- Assolutamente no! Perdonatemi se vi ho urtata. L’unico che è cresciuto in mezzo ai selvaggi sono proprio io. – disse lui costernato cercando di scusarsi.
- Da dove venite di preciso? –
- In verità da tanti posti… Sono nato nell’isola di Guadalupe. Vi ho già spiegato che mio padre è al servizio dell’ambasciatore francese nelle colonie oltreoceano.-
- Siete stato anche nella Nuova Francia?- domandò lei mostrando improvviso interesse.
- Certamente.-
- Anche nelle colonie inglesi? Credete sia un buon posto per andarci a vivere?-
- Lasciate perdere, mademoiselle. Temo non sia un luogo adatto a voi. E’ una terra ancora troppo selvaggia. Le isole del sud sono molto meglio! –
- Oh, è un vero guaio… - sospirò Beatrix.
- Avete in programma un viaggio forse?-
- No, non io…-
- Voglio mostrarvi una cosa. – disse lui aprendo un baule che ancora giaceva nella stanza – queste sono mappe geografiche delle colonie del nord America. – disse srotolando una tela cerata e indicando col dito alcuni punti - Questi sono i territori della Nuova Francia. E’ un territorio interamente ricoperto di foreste, quando non lo sono di neve e ghiaccio! L’unica cosa buona che vi si può ricavare sono le pellicce!-
- Oh, mio dio! E’ un vero peccato che sia un posto così inospitale. – poi aggiunse preoccupata – Per questo motivo vi supplico di trovare Raoul! Lui non deve partire. Dobbiamo convincerlo.-
- Convincere chi, scusate?-
- Che domande Raoul. E’ lui che vuole recarsi laggiù!- disse risoluta Beatrix – è nostro compito fargli cambiare idea! -

“Di nuovo quella ragazza qui…” pensò François perplesso guardando suo figlio e la sua ospite allontanarsi a cavallo.
“Le cose in Francia sono cambiate parecchio dall’ultima volta che sono stato qua. Adesso è usanza che siano le ragazze a correre dietro ai giovanotti!! Meglio non perderli di vista”.

 

* * *


Madeleine de la Croix era una delle figlie di madame Diane.
Di tanto in tanto veniva a fare visita alle ragazze de la Fère, non tanto perché fossero particolarmente amiche, ma più che altro perché era una ragazza curiosa e impicciona, sempre a caccia di pettegolezzi da scambiare in qualche ritrovo.
Eugèniè non apprezzava particolarmente la sua compagnia, ma vista la situazione contingente, la noia di quelle interminabili giornate, l’assenza di notizie dell’amato e la latitanza di Beatrix, che si eclissava misteriosamente ormai da un intero pomeriggio, ricevette tale visita con un certo sollievo.

- Sapete Eugèniè, ho una grossa novità da raccontarvi!- esclamò la giovane Madeleine con particolare entusiasmo non appena ebbe messo piede nel salotto di palazzo d’Herblay. - Ho saputo che è tornato da poco, dopo una lunga permanenza all’estero, un vecchio amico di mia madre! Deve essere un alto ufficiale o qualcosa del genere…, e la cosa curiosa è che la sua residenza si trova propio nel vecchio castello in cima alla collina, non lontano da qui. Potreste averlo incontrato di recente, dato che in un certo senso siete vicini di casa!-
- Sono sicura che non abbiamo mai avuto questo onore. – disse senza esitazioni Eugèniè.
- Sapete, ha anche un figlio, più o meno della vostra età Eugèniè. Si tratta di un giovane dalle molte qualità! Dicono che abbiano accumulato un ingente patrimonio nelle colonie. Dev’essere senz’altro un ottimo partito: nobile, ricco, un padre alto ufficiale! - aggiunse con crescente fervore mademoiselle de la Croix – Scommetto che faranno a gara in tutta la contea per accalappiarlo! E’ un vero peccato che non l’abbiate mai incontrato … -
- Non lo metto certo in dubbio.- disse tanto per dire Eugèniè, questo genere di conversazioni la annoiavano a morte, e poi lei non era certo interessata a un bell’imbusto riccone e vanesio qualsiasi.
- Mia madre sostiene che abbia lasciato la Francia molti anni fa in seguito a una brutta delusione d’amore. Un fidanzamento finito male… - la incalzò Madeleine.
- Oh, è un vero peccato…- disse Eugèniè trattenendo a stento uno sbadiglio.
Madeleine resasi conto del poco entusiasmo suscitato, decise allora di giocare l’asso che teneva nella manica.
- Anche vostra madre lo conosceva, sapete?- aggiunse con noncuranza.
- Se era amico di vostra madre, che a sua volta era amica della mia, mi sembra logico che si conoscessero…- rispose Eugèniè non particolarmente colpita dalla rivelazione.
- Mah, secondo me erano più che amici… Pare che lui fosse molto innamorato proprio di lei, e intendesse sposarla, ma poi non si sa per quale motivo lei sia fuggita rompendo così il fidanzamento. E’ stato allora che lui se ne è andato.- aggiunse con la maestrìa di chi la sa lunga Madeleine.
- Ma di chi state parlando, scusate?- domandò Eugèniè leggermente sgomenta, chiedendosi se avesse afferrato realmente il senso di quelle parole.
- Ma di vostra madre, naturalmente! Non vi ha mai raccontato niente?- rispose trionfante Madeleine che finalmente aveva capito  di avere centrato il bersaglio.
Eugèniè si risvegliò così brutalmente dal suo torpore.
Quella pettegola di Madeleine! Anche quella volta era riuscita ad impicciarsi degli affari altrui!
Ma perché aveva deciso di venirle a raccontare una cosa del genere?
In fondo si trattava di fatti accaduti chissà quanti anni prima, che senso potevano avere ora come ora? E poi Eugèniè non era nemmeno certa che Madeleine avesse detto la verità…

Tuttavia con una punta di orgoglio, pensava a sua madre come una sorta di eroina romantica e senza paura, che decise di sfidare le convenzioni, abbandonare una vita fatta di agi per andare incontro all’ignoto.
Già, ma perché sua madre era fuggita?
Perché aveva rotto il fidanzamento per andarsene?
Questo Madeleine non lo aveva detto.
Sapeva che Renèe aveva avuto una giovinezza avventurosa, anche se non era mai scesa nei dettagli. Aveva detto di essere andata a Parigi, e lì di avere incontrato quello che poi sarebbe diventato suo marito, un conte divenuto moschettiere di sua maestà per amore della Francia.
Ma cosa era andata a fare a Parigi?
In un certo senso si sentiva però simile a lei.
Eugèniè non temeva le conseguenze di quello che stava per fare. Credeva fermamente nel suo progetto.
Si apprestava a sfidare le convenzioni, a lasciare tutto quello che aveva avuto fino a quel momento per realizzare il suo sogno.
Non avrebbe atteso ancora molto, era sicura che Raoul sarebbe venuto a prenderla, e lei era pronta a seguirlo ovunque.










 

   
 
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