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Autore: Stella94    02/06/2011    5 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 16 ba                                                                                                                                                                                               Auguri!
                                                                                                                                             Ti voglio un bene infinito.
                                                                                                                                                 Nonostante tutto
...    



                                                                              


                                       Promesse e tradimenti
                                                        16


Era tardi.
Quando Damon Salvatore imboccò i sentieri lugubri e nauseabondi di un'antica caverna, l'alba stava già sorgendo.
Si affrettò e nel buio di quella prigione senza cancelli ritrovò la caparbietà per proseguire il suo cammino, intarsiato da spine roventi.
Le tranciò di netto, quando il dolce e delicato volto di Elena comparve dinnanzi ai suoi occhi. Solo un riflesso, una pallida immagine di un sogno che l'aveva gettato agli antipodi della sua vita. Quella vera. Vissuta con gli inganni e le gioie di un essere umano. Con il dolore e la paura. Con l'indecisione e la rabbia. Con l'amore...
In esso Damon ritrovò la sua ragione e proseguì affannato verso una soglia che troppe volte aveva varcato.
Li Seira parve attenderlo. Pensierosa e nel cuore ribelle agitata. Lo sapeva. Non c'era via di fuga. E nel volto commiserevole del giovane vampiro trovò la più schiacciante prova di un tradimento già consumato.
<< Gli hai detto tutto vero? >>
Damon si risparmiò dal rispondere. Il silenzio a volte dice molto di più che mille parole potrebbero fare. Nulla più aveva più importanza, se per colpa della fratellanza e dell'amore avrebbe preso un'altra piega.
Ribollì la sua rabbia, che sfogò malsana, su una parete della caverna. Ma si accorse della sua debolezza e del macabro effetto che il sole, appena sorgente, provocava su di lei. Il dolore la raggiunse e l'ira la consumò.
Il  destino pareva averle inferto un avvenire tumultuoso. Aveva perso Damon, definitamente. E con egli si era istinta anche la sua immane convinzione di potergli appartenere in un futuro ancora incerto.
<< Sei solo uno stupido Damon Salvatore. Ti sei fatto infinocchiare da quella e hai reso noto il nostro piano solo per la tua ignobile debolezza. Sei condannato ormai e con te anche quella sgualdrina di Katherine... >>
Damon non ascoltò. O fece finta di non ascoltare. Tenne alle strette la proprio irascibilità e afferrò l'autocontrollo, che pareva, per ora, avere la meglio.
<< Sono venuto qui per stipulare un accordo. >>
<< Un altro? >> Rise Seira. Sembrava come se lo stesse prendendo in giro, facendogli rendere conto da solo della propria stupidaggine << Mi sembra il colmo, dopo tutto quello che è successo a causa tua. >>
Damon deglutì. La fame era un orribile guerriera che doveva padroneggiare. La natura una valida antagonista da non sfidare. Perché il vampiro già sapeva che avrebbe prevaricato su di lui. Nessun rivale le resisteva e con essa l'autocontrollo non bastava.
<< Voglio che tu convinca tuo padre a rinunciare ad Elena. >> Pronunciò tali parole senza esitazione. Come se già sapeva che avrebbe avuto ciò che voleva. Nel cuor suo la vittoria era vicina.
<< Che cosa?! Tu sei pazzo! >> Urlò l'altra, provocando un sonoro ego che si espanse nella cupa profondità della caverna << Non cederò più ad un tuo ricatto. Non sarò così stupida ancora una volta. >>
Ed ora il vampiro non sembrava più così  sicuro. Aveva perso quella sua spavalderia. I suoi occhi color ghiaccio non brillavano come due stelle, ma si perdevano nel vuoto buio di una pupilla altrettanto tetra e nel loro modo rendevano nota quell'inquietudine che nel vampiro attecchiva a dismisura.
Chiuse gli occhi, rilasciando un sospiro udibile anche ad un sordo. Il volto di Elena ricomparve nei suoi pensieri più oscuri. Ancora una volta diete un senso al suo agire. Trovò in lei la forza per addentrarsi in un immane sacrificio. Trovò in ella la sua forza e l'aggetto di ogni sua nobile azione.
<< Sarò tuo... >> Mugugnò, quasi come a non volerlo far sentire. Ma l'udito di Seira era fine e scrupoloso. Lo aveva percepito ma non del tutto compreso.
<< Cosa intendi dire? >>
<< Sono disposto a passare con te il resto della mia esistenza. Ma solo se tu convincerai tuo padre a lasciare in pace Elena. >>
Seira aprì la bocca a vuoto. Respirava a fatica. Damon sapeva quali fossero i suoi più oscuri desideri. Lui ne rappresentava uno di essi. Ma mai avrebbe immaginato che sarebbe arrivato a rinunciare a tutto ciò in cui credeva per una stupida ragazzina della Virginia.
Per fino Katherine sembrava un ricordo del passato. Non faceva più paura la sua ombra e non la minacciava. Non la minacciava così tanto come Elena...
Ma Elena sarebbe scomparsa se, in qualche modo, avrebbe accettato quell'anomala richiesta. Ma il gioco valeva la candela? Damon era così importante per lei da rinunciare all'intera salvezza del suo popolo?
Ci riflettè, distratta dalle iridi del giovane, che sotto le luci di alcune fiammelle si riaccesero di azzurro. Si avvicinò ad esse, perché amava perdersi in quei pezzi di cielo che da tempo non ammirava. Lui era il suo cielo. Perché solo egli poteva sovrastarla, solo a lui era concesso. E nel momento, in cui una sua mano scarna e pallida sfiorò la sua guancia, ebbe ogni certezza. Era il suo cuore che la chiamava ma la sua ragione imprecava a voce alta le sue perplessità. Combattuta ascoltò entrambe.
<< E così tu saresti disposto a rinunciare a ciò che ami per lei? >>
<< L'amore è rinuncia. Se salvarla vuol dire rinunciare a lei, allora lo farò... >> E poi attese. Sperò di ricevere quel che egli stesso credeva. Si accorse improvvisamente di essere subentrato in un baratro buio e cieco. Li si districava a fatica fra le sue stesse angherie passate, che ora parevano perseguitarlo come spettri di un'altra era.
Ma Seira lo ricondusse nel suo di baratro. La dove la luce e il fuoco della passione non potevano penetrare. Lo strinse ad ella, troppo vinta da quella sconcertante sensazione di non sentirsi più sola. La sua pelle bianca e fredda parve prendere uno strano colorito roseo ed i suoi occhi rossi come il melograno divennero due brillanti argentati.
<< Come vorrei che fosse vero, ma è solo un sogno. Tu sei immortale, io no, non potremmo mai vivere insieme per sempre, mai... >>
Ma Damon non era così impreparato. Aveva messo al vaglio ogni opzione possibile, ogni risposta prevedibile. Lui non lasciava mai niente al caso, ogni piccolo dettaglio era curato con una spasmodica attenzione. L'allontanò da se solo per poterla guardare negli occhi e leggervi in essi solo una torvida debolezza.
<< C'è Elena. Lei può trasformaci in umani. Andremo via da questa città, via da tutti. E ti sarò fedele, te l'ho prometto. Ma lei, lei non deve morire. Convinci tuo padre. Fallo per il nostro amore. >>
L'amore è davvero rinuncia. Si, perché ora Seira, il Golem figlia del Gran Maestro Asmodeo, era pronta a rinunciare a tutto per Damon. Per fino al secolare rispetto di suo padre, che ad ella era tanto caro.
Non le sarebbe stato difficile convincerlo. Sapeva che, con ogni probabilità, Asmodeo avrebbe anteposto la maledizione e l'intero popolo per la sua felicità. Ne era sicura. Come era sicura del fatto che il vampiro non stesse mentendo. Lo poteva leggere nei suoi occhi offuscati dall'amore per quella sporca umana, e nella determinazione delle sue parole.
Lo sapeva, era tutta una farsa. Damon non l'avrebbe mai amata quanto Elena, ma la possibilità di averlo per sempre lo stuzzicava fin troppo.
Con la perdita dei suoi poteri, anche la maledizione per lei si sarebbe istinta. Avrebbe perso ogni cosa, ma in cambio avrebbe ricevuto quel premio tanto sperato. Fece un sorriso, complice e artefice di quell'assurdo piano a leciti fini.
Lo guardò con ammirazione e trepidazione. Lo amava, si ripromise ancora. Lo amava più di ogni cosa e a nulla valevano i suoi sciocchi presupposti e il sangue di una diciassettenne qualunque.
<< Dammi la tua parola e io ti darò la mia. >>
Per suggellare quella innocua promessa, il vampiro vinse il disgusto e l'amarezza. Le diete un piccolo bacio, un leggero sfiorarsi, che per Seira apparve come il più bel dono mai ricevuto. Non c'era passione ne sentimento.
<< Ti do la mia parola Seira. Sarò tuo, per sempre... >>
Ma i suoi occhi lucidi tradivano la determinazione delle sue parole. Perché troppo grande era il peso di quella rinuncia, troppo acuto quel dolore, troppo disgraziato quel destino che per lui aveva inferto troppe sofferenze. L'amore è rinuncia, ripetette, l'amore è rinuncia, si convinse. Fin quando il suo animo in subbuglio si acquietò e il suo cuore decelerò il battito.
<< Cercherò di convincere mio padre. Ma dovrai aspettare il prossimo mese. Il sole sta per sorgere e il sonno incombere. >>
<< Aspetterò. Aspetterò tutto il tempo che ci vorrà. Ma promettimi, Seira, che non farai del male ad Elena mai. >>
<< Te l'ho prometto. >>  Asserì sicura.
Poi tutto tacque. I primi raggi del sole penetrarono nella caverna che distrusse le tenebre del buio.
Un'ultima promessa, prima che la maledizione spedisse Seira in un sonno profondo.



Il cortile della scuola non era più affollato, quando Stefan mise il punto al suo discorso.
Elena era in lacrime. Non riusciva neppure a parlare. Respirava faticosamente, con la bocca schiusa ad emettere strani gorgoglii.
Poi i suoi occhi color nocciola, si riempirono di lacrime, che scesero copiose sulle sue guancie delicate, solcandole di un liquido salato e trasparente che il sole faceva luccicare.
Stefan Salvatore le aveva rivelato ogni cosa. Ma quello che tra i due sembrava più stupito era senz'altro lui. Non era difatti a conoscenza del maestoso sentimento che legava Elena a Damon.
Gli pareva quasi una meschinità quel gesto compiuto solo nel vano tentativo di proteggerla e di metterla in guardia.
Neppure più le sue rassicurazioni sembravano placare quel dolore acuto che incombeva sulla giovane. Certo, ora agli occhi di Elena Damon non era nient'altro che uno sporco assassino privo di buon senso, ma, per un'insensata sensazione, avvertiva di non essere ancora al traguardo della vittoria. Il fatto che Elena era innamorata di Damon era un dettaglio che da sempre aveva escluso. Le possibilità di fare breccia nel suo cuore parevano calate, ma la fortuna girava dalla sua parte.
<< Non è possibile! >> Mugugnò Elena fra un singhiozzo e l'altro << Per tutto questo tempo non ha fatto altro che prendermi in giro. E a pensare che io ho anche... >> Poi il pianto ebbe la meglio sulle parole.
Le mani tremavano e tutto il corpo sembrava pervaso dalla stessa sensazione.
Il dolore le squarciava la lucidità e le faceva vedere il marcio anche nel gesto più puro che il vampiro le aveva rivolto. Stefan aveva da sempre ragione. Non ci si poteva fidare di lui. Di uno sporco succhia sangue che per anni non ha fatto altro che inseguire il suo folle amore, seminando morte sul suo bieco cammino.
Le parve tutto più chiaro. Anzi tutto più maledettamente assurdo. Lo amava si, lo amava ancora, nonostante tutto, ma non poteva ignorare quale fosse il suo vero intento.
<< Oh Stefan! Sono stata così ingenua. Non posso credere che sia davvero così. >>
Stefan la guardò con aria commiserevole e pietosa della sua sorte << Mi dispiace Elena, ma purtroppo è così. Damon è così. Ha amato una sola donna nella sua vita: Katherine. Per lei venderebbe anche l'anima  al diavolo. Sempre che non l'abbia già fatto. >>
E stillarono, come vino dal torchio, altre lacrime salate. I suoi occhi, una volta vispi e pimpanti, si ridussero i due pieghe rossastre e lucide. Il suo viso, ora avente un colorito ramato, si piegò sulla fronte in molteplici pieghe. E senza che il freddo facesse il suo mestiere, si portò le mani sulle braccia sfregandosele come per darsi calore.
<< Io l'ho amato davvero Stefan. >> Singhiozzò ancora << Come ha potuto farmi questo? Come?! >>
E non ci furono risposte. Non servivano. Fu Stefan a donarle quel calore che attendeva, accogliendola nel suo abbraccio. Ma proprio allora Elena si accorse di quanto Damon le mancasse.
Perché solo le sue braccia riuscivano a darle quel calore, quel senso di protezione, quella certezza che nulla le sarebbe accaduto.
<< Shhh, non piangere Elena. Ti prometto che non ti accadrà niente. >> Continuava a confortarla il più giovane dei Salvatore. << Non permetterò a Damon di farti del male. Farò qualunque cosa per fermarlo. Qualunque... >>
Fu allora che Elena ebbe paura. Un avvenire oscuro si prospettava all'orizzonte. Proprio per lei che lo aveva immaginato così roseo e brillante accanto al suo amato Damon.
Ora tutto si era cancellato da quelle pagine bianche che ella stessa aveva scritto. E aveva paura di riscrivere una nuova sorte. Una nuova sorte dove il nome di Damon Salvatore non comparisse.
Poi rimembrò le sue promesse e i falsi sorrisi. Avrebbe pagato per i suoi errori e se ne sarebbe pentito. Giurò a se stessa vendetta, mentre con ardore lasciava che le mani stringessero con più ardore la schiena di Stefan.


<< Elena, che fine hai fatto? E' il quindicesimo messaggio che ti lascio in segreteria. Per favore richiamami. Ti amo, angelo mio. >>
Damon riattaccò il suo cellulare con collera e trepidazione.
Qualcosa non andava secondo i piani e temeva il peggio. Per giunta la fame lo stava uccidendo. Era l'ennesima sacca di sangue del pomeriggio che gettò a terra con riluttanza, senza che essa avesse compiuto i suoi più aspettati effetti.
Si passò una mano fra i suoi crini d'ebano, agitato e confuso.
Era in un vicolo cieco senza possibilità di fuga. Si sentiva come un topo in trappola.
I suoi occhi adocchiarono una bottiglia mezza piena di scotch. Fu la sua salvezza. L'afferrò, senza nemmeno preoccuparsi di versare il contenuto in un bicchiere. Sete, sete, sete, le ordinava il cervello. O meglio, sangue, sangue, sangue. Ma lui non era più quello di un tempo. Lo aveva giurato a se stesso nel momento in cui aveva detto ad Elena di amarla.
Cercò di controllare quel malsano desiderio, dettato dalla sua natura e fece scendere il liquido nella sua laringe, che infuocò come carne sulla brace. La mandò giù fino a quando essa non si depositò nel suo apparato digerente, che cominciò inspiegabilmente a gorgogliare e ad adirarsi di disappunto. L'intera gola pareva essere infuocata. Damon si portò entrambi le mani su di essa, respirando a fatica, e sbarrando gli occhi dall'estremo dolore.
Gli bastarono pochi secondi per capire cosa avesse ingerito: Verbena.
<< Stefan, cos'hai fatto? >> Sussurrò appena, mentre sentiva le gambe diventare molli e il corpo troppo pesante per essere sorretto.
Fu sicuro che il fratello avesse ascoltato perché lo vide uscire, con le braccia incrociate al petto, dal buio del corridoio. Uno sguardo inespressivo gli regalava e non aveva la ben che minima intenzione di andargli in soccorso.
<< Mi dispiace Damon. Ma non posso permettere che tu te ne vada in giro a mietere vittime. Non posso permettere che tu faccia del male ad Elena. >>
Si accasciò sconfitto Damon e rimase in ginocchio con gli occhi lucidi velati dal dolore << Io non le avrei mai fatto del male. >> Si sforzò di dire << Tu non sai quello che stai facendo, le stai firmando una condanna a morte. >>
Stefan non parve capire << Hai finito con i tuoi sporchi piani Damon. Ti richiuderò in cantina, dove la sete di sangue e il tempo ti ridurranno ad un'innocua mummia. E' finita per te, è finita per sempre. >>
<< No! Non ora fratellino. Non ora! >> Mugugnò, prima che gli occhi si chiusero del tutto ed il suo corpo si accasciò al suolo.
L'unica cosa che avvertì in seguito fu l'odore aspro di muffa e polvere.

CONTINUA...


Rieccomi ragazze!!!! Scusate se ho fatto qualche giorno di ritardo ma per me non è proprio un bel periodo! Ho questo maledetto esame da portare a termine e l'ansia cresce ogni giorno di più. La mia vita privata va a rotoli. In più sto preparando la mia nuova storia originale che dovrò postare tra qualche settimana, massimo un mese, vedremo...
Ritornando a noi, diciamo che le cose si complicano!! Damon ha fatto un patto di fedeltà con Seira per salvare Elena, ma Stefan ha pensato bene di raccontare tutto ad Elena e di rinchiudere Damon nello scantinato a marcire. Poveroooo!!! Ma perché nessuno lo crede???? Lui la ama davvero Elena! Ah! Speriamo bene.
Grazie per l'affetto che mi state dimostrando, siete davvero in molti a seguire questa storia. Grazie davvero!!!
Bene ora vi lascio e spero di ritornare presto. Kiss kiss da
                                                                                                                                                 
Stella94





   
 
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