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Autore: Charlene    02/06/2011    2 recensioni
Yuri si tappò le orecchie aspettando lo sparo che puntualmente esplose alle sue spalle.
Kei uscì, lucidando la pistola con un fazzoletto bianco ricamato.
-E' un gioiellino, ma mi fischiano le orecchie per ore dopo che faccio fuoco.- protestò, controllando se gli abiti si fossero per caso macchiati di sangue.
-Cambiala. Usa un silenziatore.-
-Non la cambierò MAI. E non metterò mai un silenziatore se non sarà necessario. La snaturerei.- spiegò, inorridito.

Un esperimento, fatemi sapere cosa ne pensate. Fra i personaggi dovrebbe figurare "Un po' tutti", ma non lo inserisce.
Genere: Dark, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya, Yuri
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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UNO


Giorno 63, Settembre 2035 d.C

Qui da noi la crisi non è percepita come in altri luoghi. Certo, in città non si limitano solamente ad avere acqua, cibo e qualche minimo agio, hanno molto di più. Lì ci sono ancora famiglie ricche, che non hanno mai avuto problemi in questi ultimi anni e si sono salvate dalla rovina. Ma ce ne sono rimaste ben poche, ormai. Noi invece andiamo avanti con poco, ma andiamo avanti. Mi trovo in un vortice di eccidi, di battaglie, di lotte inconcepibili per delle cose che fino a poco tempo fa venivano date per scontate. Forse è stato questo il grande errore dell'uomo.

Per questo la Terra si è stancata di farsi sfruttare senza ricevere nulla in cambio. Ce ne saremmo dovuti accorgere prima. Ad ogni modo ormai i giochi sono fatti.

Da quando, due mesi fa, il Giappone ha attaccato gli Stati Uniti per via della contesa delle risorse Africane, le cose non sono più come prima. Sembrava che il resto del mondo non aspettasse altro, per quanto sono stati tempestivi gli interventi delle altre nazioni.

E' buffo pensare a come tutto sia regredito. Stati civilizzati che litigano per altri Stati civilizzati... non ci si poteva credere, tanto era una cosa lontana dalla mentalità che l'uomo sembrava aver raggiunto nel duemila. L'Africa deve essere dell'Africa, la Cina della Cina, il Giappone del Giappone... ma quando quella mentalità, di cui siamo stati troppo sicuri per almeno un secolo, cambia, allora l'Africa diventa di chi riesce a prendersela, così come la Cina, il Giappone. Alcuni Stati sono più forti e non si sentono minacciati. Altri perdono l'indipendenza. Quando quella mentalità cambia, il Mondo cade in uno stato creduto ormai superato, non ci sono più certezze, nessuno è al sicuro.

Ora siamo più disorientati che mai, si sta iniziando a parlare di leva obbligatoria.

Le cose stanno degenerando.


Takao chiuse il diario, sospirando pesantemente. Era uscito, aveva sentito il calore dei raggi del sole dritti sul viso, ma una volta che le porte si erano richiuse alle sue spalle l'amarezza aveva preso il sopravvento. Una volta che le familiari mura lo avevano nuovamente circondato, si era seduto sulla poltrona, accanto alla finestra, e aveva ripreso a leggere il diario. Aveva iniziato dalla prima pagina, ma dopo appena dieci la stretta allo stomaco lo aveva costretto a smettere. Chiunque fosse quell'uomo, probabilmente una persona perfettamente nella norma, esternava un' opinione semplice, ma vera. Condivisibile da tutti... no, non da tutti. Quasi tutti... perchè la fine del mondo non era accaduta per caso, nè da sola. Qualcuno sulla Terra non la pensava esattamente come quell'uomo, ed ecco il disastro.

Takao si alzò e passeggiò un po' per la stanza fino a che non si rese conto che quell'azione, seppure la ripetesse puntualmente tutti i giorni, era in effetti molto stupida e priva di senso.

La noia ormai lo logorava. Lui non era come Kei e Yuri, lui aveva assaggiato la vita vera per quattordici anni, non si sarebbe mai potuto abituare a stare rinchiuso. Ma l'alternativa era collaborare attivamente ai progetti dell'Organizzazione. Oppure morire, e la cosa sinceramente non lo attirava per niente.

Kei e Yuri invece erano stati presi da piccoli, gli era stato imposto un regime e lo avevano accettato perchè la loro unica realtà era quella.
Sorrise, non sapeva se si potessero ritenere fortunati o meno... il loro dna li aveva condannati ad essere sfruttati, ma allo stesso tempo li aveva salvati dal contagio.

Quando il Lord si era reso conto che il virus appena isolato e testato marchiava i contagiati con una variazione del colore degli occhi, mutati in un viola profondo, non aveva esitato ad organizzarsi di conseguenza. Sapeva che quel colore in natura non esisteva, ma sapeva anche che le eccezioni non andavano mai trascurate, e grazie ad accurate ricerche riuscì a mettere le mani su due bambini, un russo e un giapponese, entrambi nati, appunto, con gli occhi viola. E non si trattava solo di rare e semplici sfumature.

La caccia non portò ad altri risultati, ma il Lord si era reputato soddisfatto e aveva iniziato le analisi sui due poveri bambini. Come si aspettava, erano immuni dal Virus. Centinaia di controlli mostrarono una rarissima malformazione nei cromosomi, la stessa malformazione che avrebbero riscontrato anni dopo in Takao, terzo elemento anomalo rinvenuto sul pianeta.

Fu grazie al loro sangue che quelli dell'Organizzazione crearono l'antidoto, per poi venderlo e guadagnare ancora di più, come se gli servisse ancora.

La chiave girò nella toppa, ormai aspettava ansiosamente di udire quel suono, e si sentì ancora più stupido. Kei si affacciò sulla porta.

-Ehi.-

-Ciao, Kei. Entra!-

Il ragazzo obbedì, sembrava avere delle novità.

-E' successo qualcosa?-

-Si, diciamo. Il Virus è parzialmente mutato, ora non sempre il vaccino funziona.- annunciò, serio.

-Che cosa?-

-Ormai non ti dovresti stupire più di nulla, Takao.- sospirò Kei accomodandosi senza troppi complimenti, per poi fissarlo.

-Si ma... cioè questa è una pessima notizia! Finora aveva sempre funzionato e... oh, accidenti.- protestò il ragazzo mettendosi una mano in fronte.

-Basta, non fare casino. Ad ogni modo... credevo che perdere il controllo su quello che sta facendo avrebbe quantomeno turbato il Lord, invece la cosa non lo tocca. Ormai è totalmente fuori. Ok, fino a che voleva semplicemente creare un elitè che governasse il mond...-

-Ok un corno, smettila! Non dirlo neanche per scherzo!-

Kei sbuffò e lo prese per il colletto: -Ragazzino, sei tu a doverla smettere con questa lagna. Le cose stanno così, a me non importa un accidenti.-

-Oh dai, mi basta lasciarvi soli per due minuti e mezzo e voi già vi picchiate. Idioti.- esordì Yuri sbattendo la porta alle sue spalle.

-Il tuo amico non è meglio del Lord!- ringhiò Takao rivolto al nuovo arrivato, puntando l'indice molto vicino all'occhio di Kei.

-Non cominciate, o vi sparo. Kei, ti devo parlare.- annunciò il gelido russo, facendo indispettire maggiormente Takao.

-Puoi parlargli anche in mia presenza.- protestò.

-Sei di un palloso che davvero, non so descrivere!- fu la risposta esasperata di Yuri.

Takao si accigliò ancora di più: -Sentite, io ho solo voi due! Voi due e basta! A voi magari non importa niente di me, ma il mio universo sono queste quattro mura e voi due!-

Kei e Yuri si guardarono, per poi alzare le spalle nello stesso momento.

-Ok, ok. Ma non piagnucolare. Il "bollettino" di stamattina e non è buono, per niente...- iniziò Yuri, mettendosi le mani in tasca.

Lo chiamavano bollettino, in realtà era lo stato attuale delle cose.

-E' peggiorato?- chiese Takao timoroso della risposta.

-Bè, poteva solo peggiorare, no? Nel mondo siamo rimasti in pochini. Oggi siamo scesi sotto il miliardo. Il virus si è molto rallentato, ma non si è affatto fermato... l'antidoto spesso non funziona. L'Organizzazione non vuole fare niente, anzi il Lord ha perfino smesso di far distribuire gli antidoti e ha fermato le ricerche per trovarne un altro.- spiegò Yuri, apatico.

-Ma di questo passo... ma cosa diavolo... non ci pensa all'umanità??- sbottò Takao, furioso.

-Ah, aspetta solo un paio d'anni, e non ci sarà più nessuna umanità di cui preoccuparsi.- rispose Kei, tormentandosi le unghie della mano.

-La fai facile tu! Che intenzioni ha quel pazzo?-

Il russo rispose lapidario:

-Te l'ho detto, da quello che sembra non gliene frega proprio nulla.-


-Non volevo che sapesse niente solo perchè so che ci rimane malissimo.- disse Kei, camminando accanto al collega nel vastissimi corridoi del Palazzo dell'Organizzazione.

-Lo so, Kei, ma lo sai che quando si mette in testa una cosa sono cazzi per tutti...-

-Bastava uscire e lasciarlo lì.-

Yuri scosse la testa: -Si sarebbe lagnato fino alla fine dei suoi giorni. Dai, ormai è fatta.-

Kei annuì, per poi salutare il collega con un gesto distratto della mano. Svoltò nella direzione opposta alla sua e accelerò il passo, continuando a percorrere gli anditi in apparenza senza fine. Così come non aveva fine ed era vergognoso il lusso che vi regnava, fra statue, quadri, arazzi e ogni genere di materiale prezioso.

Arrivò alla tanto familiare porta in mogano, e vi battè due colpi secchi.

-Avanti.- rispose la voce atona e fredda del Lord, permettendogli di entrare.

Fu tentato come al solito di non badare ai convenevoli, ma l'abitudine lo portò a inchinarsi rispettosamente dinnanzi al suo signore, che lo fissava da dietro un'imponente scrivania.

-Credevo avessi dimenticato le buone maniere.-

-Oh, certo che no. Mi avete tirato su così bene.- rispose Kei con tono mellifluo.

-Mh. Cosa vuoi?-

Il ragazzo avanzò e si sedette sopra la scrivania, ignorando l'occhiata di fuoco che ricevette.

-Informazioni sul da farsi.-

-Non c'è niente da dire, Kei. Ora levati di torno.-

-Volete per forza il nobel per essere riuscito a estinguere l'umanità? Mh, in effetti a breve non ci sarà nessuno per potervelo consegnare. E probabilmente nemmeno voi, per ritirarlo. Ci saremo solo io, Yuri e Takao.-

-Non se vi uccido tutti e tre prima.-

Kei alzò un sopracciglio: -Di questo possiamo discuterne. Che intenzioni avete? Non c'è più un antidoto. Morirete anche voi, e tutta l'Organizzazione.-

-La cosa ti preoccupa?-

-Sinceramente no. Ma vorrei evitare il peggio, anche se ci siamo quasi. Se non avete più intenzione di cercare un antidoto e la cosa non vi tange, immagino non vi importi nulla se ci lavoriamo noi.-

Il giovane volto dell'uomo era tutto un programma.

-Scordatelo.-

-E perchè? Tanto ormai il vostro piano è fallito. Volevate schiavizzare mezzo mondo per ristabilire un ordine sul pianeta. Ora non c'è più nessuno da sottomettere. Non vi sto mettendo i bastoni fra le ruote, mi sembra...-

Il Lord si alzò in piedi e lo afferrò per il colletto, tirandolo a sè con violenza:

-Sentimi bene, ragazzino. Tu non farai un bel niente. Non c'è più nulla da fare.-

-Uh. Ho capito, voi non avete avuto la marmellata e quindi nessuno la può avere. Chiaro.-

Il pugno lo colpì sulla guancia destra, provocandogli un dolore immediato e pulsante.

-E' meglio se stai zitto. E ora vattene immediatamente, prima che ti faccia fuori.-

Kei scese dalla scrivania, lanciandogli un ultimo sguardo e dirigendosi verso la porta.

-Ragionate.- aggiunse, prima di uscire.


Kei sentì una sorta di bisogno di andare da Takao. Lo trovò come al solito intento ad annoiarsi, guardando fuori. Pensò a come si sarebbe sentito lui stesso, con il carattere che si ritrovava, a vivere rinchuiso per anni interminabili.

-Kei. Che succede?-

-Mi sono offerto di riprendere le ricerche per un antidoto che funzioni, ma non vuole. Dice che ormai è tardi.-

Takao lo guardò, sconsolato.

-Se facciamo in fretta possiamo bloccarlo e dare un'altra possibilità al genere umano, non lo capisce che non ha senso lasciarla estinguere??-

Kei gli diede un colpetto sulla fronte: -Evidentemente no.-

-Dobbiamo fare qualcosa!!- esclamò l'altro, alzandosi in piedi.

-Non so cosa dirti. Mi sa tanto che la tua adorata specie è destinata ad andare a farsi fottere.-

-Non può non importare nemmeno a te!-

Il sicario alzò le spalle: -Quello mi fa uccidere. E io non voglio sprecare la fortuna che ho avuto nell'avere questi occhi, mi spiace.-







  
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