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Autore: Will Turner    03/06/2011    1 recensioni
Cosa succede quando una ragazza scopre la verità che rischia di distruggere la storia d'amore attesa da una vita? Da quando ha incontrato Max, Faith ha imparato a sognare: il suo tormentato passato sembra ormai superato per sempre, ma un tremendo segreto incombe su di lei senza lasciarle alcuna possibilità di fuga e mettendole davanti la scelta più difficile. Un racconto d'amore fatto di romanticismo, passioni, tormenti e lacrime che riuscirà a strappare anche qualche risata.
Aggiornamento periodico mensile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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R ISPOSTE ALLE RECENSIONI

Ciaoooo!
Pubblico un nuovo capitolo in attesa di commenti e pareri da parte dei lettori!
Ringrazio Saty per le sue recensioni, Beta Mozzi e chiunque legga in silenzio questa fan fiction!
Buona lettura e a presto!


34. L A DECISIONE DI ZIA BECKY

- Ti ho portato un po' di caffè.- Sussurrò Jason entrando silenziosamente nella stanza dov'era ricoverata zia Becky.
    Faith si era appisolata sulla sedia a fianco del letto e si ridestò non appena udì la sua voce. Si trovavano in ospedale da circa tre ore e la zia non si era ancora risvegliata.
    Il dottor Fawcett aveva richiesto d'urgenza una risonanza magnetica, ma i risultati sarebbero stati resi noti soltanto dopo due giorni e Faith, già preoccupata, era pronta al peggio. Il medico le aveva spiegato che i farmaci antiepilettici giocavano un ruolo importante nella lotta contro il tumore e la loro mancata assunzione non avrebbe portato niente di buono.
- Grazie, Jason.- Mormorò ravviandosi i capelli in un gesto stanco.
    Il ragazzo si avvicinò, le porse gentilmente il caffè e le diede un bacio sulla fronte.
- E' molto bello quello che stai facendo, ma non devi restare, Jason.-
- Ma io voglio restare.- Obiettò lui dolcemente.
    Lei sorrise, commossa, e gli carezzò il volto avvertendo il tepore della sua guancia sulla mano.
- Sei ghiacciata.- Osservò il ragazzo accigliandosi.
- Sto bene.- Lo rassicurò Faith - Sei una brava persona, lo sai?-
- Mmm... si, forse...- Sdrammatizzò lui assumendo un'aria fintamente gratificata.
- Vai a casa, Jason. Resterò io qui con lei stanotte.-
    Lui valutò la sua intenzione con un'alzata di sopracciglia.
- Sicura di non aver bisogno di me?-
    Faith annuì, soffocando a schiaffetti uno sbadiglio.
- Sicura.- Garantì - Ti chiamerò domattina non appena sarò tornata a casa.-
    Jason guardò per un attimo zia Becky, così tranquilla nel suo letto, e provò una dolorosa fitta al cuore.
-Ok.-
    Abbracciò stretta Faith per qualche secondo e la sentì piangere sommessamente. Il suo esile corpo tremava contro di sé e gli parve di stringere un cucciolo spaventato. Pensò che non fosse il momento adatto per baciarla, e si limitò ad accarezzarle i capelli, che emanavano un delicato profumo di vaniglia.
    Le lacrime gli salirono agli occhi e, quando si staccò da lei, non la guardò per non aumentare il suo dispiacere. Aprì la porta asciugandosi la guancia con il dorso della mano e si voltò verso Faith.
-Ti voglio bene.- Le sussurrò, annuendo con la testa.

    Quel mattino una cappa di nuvole grigie avvolgeva tutta la città tingendo ogni cosa di colori opachi e anonimi.
    Non avendo chiuso occhio da quando Jason era andato via, Faith aveva trascorso il resto della notte sfogliando distrattamente alcune riviste e sorseggiando il caffè, divenuto ormai freddo.
    All'alba si alzò dalla sedia per avvicinarsi alla finestra quando udì il rumore leggero e malinconico della pioggia, e l'aprì un poco, respirando l'odore salmastro dell'oceano.
    Indossava ancora l'abito leggero e provò un brivido quando l'aria fresca del mattino spirò all'interno della stanza. Richiuse la finestra e si fermò ad osservare annoiata il gran viavai di gente che affollava le varie entrate dell'ospedale, nonostante l'orologio avesse appena battuto le sei e mezzo, chiedendosi perchè sua zia non avesse assunto i farmaci prescritti.
    Si rimproverò per non averla tenuta d'occhio abbastanza, ma si ripromise di seguirla maggiormente e stare attenta che assumesse gli antiepilettici. Quell'ennesimo risvolto non prometteva niente di buono, ma lei voleva che zia Becky restasse in vita il più a lungo possibile.
- Faith.- Si sentì chiamare d'un tratto. Era la voce flebile di sua zia.
    Faith tornò a sedersi e le afferrò una mano, portandosela sul viso. Zia Becky esaminò la sua espressione e, intuendo che la nipote fosse a conoscenza di ciò che aveva fatto, provò a dare una spiegazione plausibile al suo gesto.
- So che sei arrabbiata con me, Faith, e ne hai tutti i diritti. Ma io non voglio che tu mi veda ridotta ad un vegetale tra pochi mesi. Non posso accettare quest'idea.-
    Una lacrima rigò il viso di Faith, che sorrise tendendo le labbra.
- Ma non hai sentito il medico qualche giorno fa? Stai guarendo, il tumore se ne sta andando e ...-
- No,- Fece la zia scuotendo il capo e cercando di farla ragionare - no, bambina mia. Questi tumori non se ne vanno.-
- Ma io?- Protestò la ragazza - Io non ho voce in capitolo nelle tue decisioni?-
    Zia Becky la guardò amorevolmente.
- Tu ormai non sei in grado di ragionare con razionalità su questa situazione. Siamo obiettivi, Faith: non mi resta ancora molto. Rassegnamoci. È inutile sperare di sconfiggere la malattia.-
    Spiegò con la voce carica di tristezza. Facevano male anche a lei quelle parole e pronunciarle ad alta voce significava sentirsi obbligata a crederci per davvero e abbandonare ogni barlume di speranza.
- Ma io voglio tenerti con me, zia, non lo capisci?- Si lamentò Faith sforzandosi in tutti i modi di esternare il suo pensiero. Ma più provava a spiegarsi e più le parole faticavano a trovare un senso e a delineare meglio la sua opinione, offuscate dall'emozione, dalla rabbia, dalla delusione.
- Certo che lo capisco. Probabilmente anch'io mi comporterei allo stesso modo, ma questa è una decisione che spetta a me soltanto.-
    La ragazza rimase in silenzio e chiuse gli occhi, stringendo forte la mano ossuta di sua zia. Non era più in grado di replicare davanti a quella scelta, ma c'era una domanda che intendeva farle e sapeva perfettamente che la risposta non le sarebbe piaciuta.
- Allora, che cosa hai deciso di fare?-
    Zia Becky fece un profondo respiro.
- Voglio tornare a casa e smettere il ciclo di chemioterapia. Il mio desiderio è cercare di restare cosciente il più possibile, senza farmi imbottire da tutti quei farmaci che mi intontiscono.- Dichiarò restando ad osservare lo sguardo contrariato di Faith - Puoi accettarlo?-
    Faith aveva una disperata voglia di piangere, ma era consapevole che non sarebbe stato giusto, oltre che prettamente egoistico. Aveva paura, ma chi le assicurava che anche sua zia non ne avesse avuta malgrado quella scelta?
- Posso accettarlo,- Rispose Faith con la voce roca dopo un lungo attimo - ma non lo condivido.-

    Faith tornò a casa poco dopo mezzogiorno. Nel tragitto aveva ripensato alle parole e alla decisione di zia Becky, rifiutandosi di accettare il fatto che si fosse arresa così facilmente nella lotta contro il male che la stava uccidendo.
    Si sentiva esclusa dalla sua vita, non aveva potuto dire niente per farle cambiare idea e ciò la faceva innervosire. Non le sembrava possibile che lei, la donna che l'aveva sempre spronata a continuare, ad andare avanti e lottare per ciò che voleva, ora si stesse arrendendo. E soprattutto non capiva perchè non gliene avesse parlato prima. Non era più una bambinetta stupida ed era certa che avrebbe compreso le sue paure facendo di tutto per aiutarla.
    Ma ora? Ora il suo pensiero non contava più nulla per zia Becky?
    Lei aveva deciso e sembrava avere tutte le intenzioni di proseguire con il suo progetto. Non le restava altro che accettare la sua scelta. In fondo cosa c'era di tanto male nel volerla tenere in vita il più a lungo possibile?
    Giunse a pensare che fosse da egoisti. Probabilmente la zia aveva ragione. La vita era la sua ed ogni persona aveva il diritto di farne ciò che voleva. Ma lei l'amava così tanto che non poteva concepire di perdere un'altra persona importante. Era questo che stava alla base della riluttanza sulla sua scelta: l'amore che provava nei suoi confronti. Forse l'avrebbe capita e accettata col tempo, ma realizzò che sarebbe stato un percorso difficile e doloroso da intraprendere.
    Svoltando nel vialetto di casa le parve di intravedere un'ombra minuta che sedeva in veranda e, avvicinandosi, realizzò che qualcuno si era alzato non appena l'aveva vista arrivare.
    La pioggia scendeva sottile ed impalpabile da un cielo violaceo, ma ciò non intimoriva quelle persone che passeggiavano serafiche lungo la spiaggia accompagnate dai loro cani che correvano instancabili, inseguendo i gabbiani. Nell'aria si respirava una sorta di insolita calma mentre il vento soffiava tra i cespugli facendoli frusciare.
- Holly.- Mormorò sorpresa Faith scendendo dall'auto. Era totalmente sbalordita, ma trovarla lì le suscitò una gran felicità nel cuore.
- Che bel vestito.- Commentò sinceramente Holly indicandole l'abito con un dito. Aveva aperto la porta ed era scesa aggraziatamente sul sentiero.
    Faith abbassò gli occhi perchè gli eventi della giornata le avevano fatto dimenticare quale vestito indossasse. Se lo lisciò con una mano, improvvisamente in imbarazzo e senza parole da dire all'amica.
    Alzò quindi lo sguardo verso di lei e, come se riuscisse a leggerle nella mente, capì che fondamentalmente nulla era cambiato tra di loro. Il rapporto che le legava era divenuto così forte con il trascorrere degli anni che niente ora aveva più importanza.
    Con gli occhi negli occhi per un lungo momento, rimasero immobili, quasi si stessero scusando telepaticamente l'un l'altra, poi si avvicinarono lentamente, fino ad incontrarsi, e si abbracciarono. Il tempo che le aveva tenute separate venne colmato da milioni di momenti trascorsi insieme.
- Mi dispiace! Mi dispiace!- Continuavano a ripetersi senza lasciarsi andare, piangendo insieme come due vecchie amiche che non si vedevano da tanto.
- Ti va di entrare e di mangiare qualcosa con me? Zia Becky ha preparato le lasagne ieri sera.- Disse Faith tirando su con il naso.
    Holly era così felice che non se la sentì di rifiutare.
- Certo, sono qui per questo!- Rispose.
    Faith piegò la testa di lato con l'ombra di un sorriso.
- Cioè, non per le lasagne. Sono qui per te.- Puntualizzò posandole una mano sulla spalla.
    Lei sorrise, prendendola sottobraccio, ed entrarono in casa.

- Ero convinta che ci fosse qualche possibilità per mia zia.- Spiegò Faith mentre infornava le lasagne - Ma dopo ciò che è successo la scorsa notte, non credo ce la farà.- Ammise con la tristezza e la rassegnazione  che trasparivano chiaramente dai suoi occhi.
    Prese due bicchieri dalla credenza, li posò sul tavolo poi aprì il frigo e scelse una bottiglia di vino bianco. Ne versò ad Holly e un po' per sé, ripercorrendo con la mente gli ultimi accadimenti.
- Non sai quanto mi spiace, Faith, sul serio.-
    Faith la fissò intensamente, fermandosi a mezz'aria con la bottiglia lievemente inclinata.
- Ha deciso di non voler più fare la chemioterapia. E tutto ciò senza nemmeno sentire il mio parere.-
- Purtroppo ognuno di noi arriva al punto in cui non accetta i consigli degli altri semplicemente perchè... si basta da solo.-
- Ma io mi sento fuori gioco così. Sembra persino che non le importi più di avermi come nipote.- Ribatté Faith con decisione, allargando le braccia, quasi in un gesto di esasperazione.
- Ed è normale che tu ti senta così.- La rassicurò l'amica - Ma pensa a zia Becky. Credo che in fondo lo faccia anche per te. Lei vuole restare qui a casa con sua nipote e far sì che tutto in questo ultimo atto della sua vita sia assolutamente normale. Probabilmente è proprio la normalità di un'esistenza, la routine quotidiana che potrebbe mantenerla in vita più a lungo di quanto possano fare tre stupidi farmaci.-
    Faith faceva oscillare il bicchiere osservando il vino al suo interno riempirsi di piccole bollicine.
- Faith.- Continuò Holly, socchiudendo gli occhi - Prova a pensarci. Non essere arrabbiata con lei proprio adesso. Non lo merita. E non lo meriti nemmeno tu. Sono convinta che faccia tutto questo perchè per lei rappresenti la cosa più importante ora.-
    Faith abbozzò un sorriso.
- Sono una stupida.- Considerò alzando gli occhi al soffitto - Ho sempre ritenuto di essere abbastanza matura, ma, non appena si presenta l'occasione in cui dovrei dimostrarlo, mi rendo conto di essere soltanto una povera stupida.- Si coprì il viso con le mani, sentendosi incredibilmente sciocca di fronte all'amica - Che cosa posso fare, Holly?- Faith bevve un sorso di vino passandosi una mano tra i lunghi capelli.
- Non farle pesare la sua decisione ed aiutala a rendere questi ultimi mesi della sua vita il più normale che puoi.-
    Faith interiorizzò quelle parole così vere e si ripromise di essere migliore, non solo con zia Becky, ma con chiunque avesse avuto a che fare con lei.
- Meriti delle confessioni, Holly.- Mormorò poco dopo - E anche le mie scuse.-
    Holly curvò le spalle.
- Per cosa?-
    Faith si mostrò titubante nel voler discutere di quell'argomento, ma ritenne corretto farlo nei confronti della sua più cara amica.
- Riguardo a ciò che è successo con Max.-
    Holly esibì un timido sorriso ed iniziò a giocherellare con la catenella che portava al collo.
- Eravamo tutti un po'...- Fece una pausa, annuendo e cercando il termine adatto - Sconvolti.-
    Faith scosse la testa facendo scorrere distrattamente le dita lungo una spallina del vestito.
- Ti ho trattata malissimo.- Ammise guardandola negli occhi, e, mentre lo diceva, si capacitava sempre più delle sue azioni e del suo comportamento scorretto nei confronti di Holly.
- Un po' avevi ragione. Avrei dovuto farmi gli affari miei.-
- Prima o dopo lo avrebbe scoperto comunque. Ed è stato meglio così. Se fosse passato più tempo credo che avrei fatto molta più fatica a sopportare la sua lontananza.-
- Chris mi ha detto che ha litigato con la madre.-
    Faith annuì, ripensando a malincuore alla visita di Chris, tre giorni prima.
- A quanto pare non la vuole rivedere.-  Aggiunse Holly - Mai più.-
    L'amica guardò in basso, incapace di esprimere la sua opinione. A quanto pare, pensò riprendendo le parole di Holly, la situazione è più tragica di quanto credessi.
- Max è abbastanza maturo per capire che sta sbagliando a comportarsi così.- Riconobbe sinceramente, impegnandosi a celare il suo dispiacere e ad apparire il più distaccata possibile.
    Si aspettava che Holly saltasse su a dirle che avrebbe dovuto aiutarlo in qualche modo, ma non successe. Anzi, l'amica sembrava essere del suo stesso parere.
- Lo penso anch'io, Faith.- Ribadì terminando il vino in una sorsata.

    Pranzarono tranquille mentre fuori il tempo non aveva alcuna intenzione di cambiare. Il cielo era di un unico colore e l'oceano pareva una patina di ferro fuso, pacato e per niente minaccioso.
    Holly si era presa il pomeriggio libero e, man mano che il tempo passava, avvertiva dentro di sé il calore di un'amicizia che le era mancato. Quel brutto momento che aveva attraversato con Faith sembrava allontanarsi da lei, i contorni sfocavano gradualmente e niente pareva realmente accaduto.
    Dopo pranzo avevano aperto un'altra bottiglia e si erano accomodate sul divano del salotto a chiacchierare. Faith aveva indossato degli abiti comodi e acceso un po' di musica di sottofondo.
- Allora finalmente si è scoperto di chi erano tutte quelle telefonate misteriose che ricevevi.- Esordì Faith ammiccando all'amica.
    Holly sorrise con sguardo sognante.
- È un ragazzo fantastico, Faith.- Sospirò unendo le mani in grembo.
- Ci credo.- Disse Faith piegando la testa di lato - Perchè ha scelto te.-
    L'amica guardò fuori dalla finestra. La linea dell'orizzonte non esisteva più e le alte coste rocciose parevano galleggiare in un mondo immaginario creato sulle nuvole.
- Non volevo dirtelo perchè pensavo non avresti accettato la mia scelta.-
- Ma che dici, Holly?- Fece Faith con sdegno - Siete entrambe brave persone. Formate una bella coppia.-
    Holly sorrise.
- E tu, con Jason?-
- Sto bene con lui.- Ammise - So che non ti è mai piaciuto, ma è cambiato.-
    A quel punto Holly assunse un'espressione seria.
- Ne sei sicura, Faith?-
    Faith si intimorì a quella domanda. Gliel'aveva posta con eccessiva serietà e ciò la preoccupò.
- Si.- Rispose titubante - Perchè non dovrei?-
    Holly la esaminò attentamente. Le era chiaro che Faith non fosse a conoscenza di tutto ciò che Jason faceva  quando non stava con lei.
- Gente che conosco mi ha riferito di averlo visto ubriaco qualche sera fa.- Confessò in un sospiro.
    Faith abbassò lo sguardo sul bicchiere annuendo, come se non ne fosse per niente sorpresa. Ma Jason era davvero cambiato, ne era convinta.
- Probabilmente la gente ha visto qualcun altro quella sera.- Suppose, nonostante il timore che Holly le avesse detto la verità si stava diffondendo come un virus nella sua mente.
    Holly però aveva sempre detestato quel ragazzo e magari, pensò tra sé, stava dando vita ad un nuovo giochetto per farli dividere.
- Tu sai bene che non mi è mai stato simpatico e capisco se credi che io ti stia mentendo soltanto perchè non voglio che tu lo frequenti.- Disse quasi dando immediata voce ai pensieri di Faith, che scosse la testa abbozzando un sorriso triste.
- Tu non vuoi che io lo frequenti?-
- Io voglio solo che tu sia felice.- Affermò Holly incrociandosi le mani sul petto.
- Ma non credi che lui possa rendermi felice, giusto?- Osservò lei scuotendo leggermente la testa.
    Holly balbettò brevemente ribadendo silenziosamente la sua già nota contrarietà a quel rapporto.
- Senti, Faith, perchè non provi a chiederglielo?- Le chiese istintivamente.
    Faith sorrise voltando la testa di lato.
- Certo, Holly, potrei andare da lui e dirgli “Oggi fa davvero caldo, non trovi, Jason? A proposito, mi hanno detto di averti visto ubriaco l'altra sera.”-
    Holly non ribatté e Faith la osservò.
- Non è così semplice.- Disse fissandola intensamente.
    Come se non fosse già abbastanza preoccupata per Zia Becky, ora ci si metteva pure Jason. Pensandoci bene, non sarebbe stata una novità che avesse ripreso a bere. Quante persone erano cadute di nuovo preda dell'alcool?
    Eppure voleva fortemente credere che Jason non appartenesse a quel gruppo di persone. Ma questo significava giudicare falsa la sua migliore amica e, malgrado Holly non provasse simpatia nei confronti di Jason, Faith aveva la sensazione che le avesse soltanto detto la verità.
    Dalla cucina giunse lo squillo del cellulare e Faith si alzò dal divano ricordandosi improvvisamente di aver promesso a Jason che lo avrebbe richiamato quella mattina, ma l'arrivo inaspettato di Holly gliel'aveva fatto dimenticare.
- Ciao, Faith. Tutto bene?- La salutò il ragazzo dall'altro capo del telefono.
- Scusa, Jason. Mi sono dimenticata di chiamarti stamattina.-
- Non preoccuparti. Stasera passo da te, ok?-
- Si, non ci sono problemi. Tra poco faccio un salto da mia zia, ma tornerò prima di cena.- Lo informò Faith.
- Ok. Porterò la pizza. A più tardi. Ti voglio bene.-
    La ragazza rabbrividì a quelle parole. Quel “ti voglio bene” le suonava stranamente ipocrita, ma si detestò immediatamente per averlo pensato.
- A più tardi...- Rispose soltanto prima di chiudere la telefonata.
    Quando tornò in salotto Holly aveva già indossato la sua giacchetta elegante e la stava aspettando in piedi per avvisarla che sarebbe dovuta andare.
- Te ne vai già?- Le chiese Faith con un'espressione di ferita sorpresa.
    Holly si strinse nelle spalle e si sistemò la borsetta.
- Si, devo passare per il centro. Chris mi sta aspettando all'Elixir Cafè.-
    Faith annuì visibilmente dispiaciuta e Holly le si avvicinò.
- Se vuoi uno di questi pomeriggi usciamo a fare un po' di shopping. Ti farebbe bene un po' di svago.-
- Certo. Mi farebbe bene.- Ripeté lei.
    Holly si sentì tremendamente a disagio perchè il discorso che riguardava Jason non era stato concluso. Dentro di lei lottavano le due sensazioni contrastanti riguardo l'aver fatto bene o meno la cosa giusta.
    L'affetto che provava verso Faith era tanto da non volerla ferire nuovamente come aveva fatto con Max ed era disposta a tutto per proteggerla da ulteriori dolori, specialmente quando si trattava di Jason.
- Parla con lui di questa storia e poi chiamami, Faith.- La pregò carezzandole un braccio.
    Faith si mise le mani in tasca e sollevò un angolo della bocca.
- Stasera proverò a chiedergli spiegazioni.-
    Accompagnò Holly alla porta e poi, una volta sulla veranda, l'abbracciò affettuosamente.
- Grazie di tutto, Holly.-
    Holly sorrise, traducendo quel gesto e quelle parole come un'ulteriore conferma che finalmente, dopo un tempo simile ad un'eternità, la loro amicizia si era solamente rafforzata.

- Sei taciturna stasera.- Osservò Jason mentre con lo sguardo seguiva Faith sparecchiare la tavola con gesti rapidi e precisi.
    Lei alzò il viso e si bloccò con i piatti in mano, decidendo velocemente se quello fosse il momento giusto per parlargli.
- Io devo chiederti una cosa.-
- D'accordo. Se ti riferisci a ciò che è successo ieri sera prima che trovassimo zia Becky...-
- No.- Fece la ragazza scuotendo la testa.
    Jason si ammutolì di fronte a tanta serietà.
- Ok, ti ascolto.-
    Faith prese fiato e andò dritta al punto.
- Hai... hai ripreso a bere?-
    Jason strabuzzò gli occhi, ma esitò a rispondere.
- Ti prego, Jason.- Lo anticipò la ragazza portandosi le mani alle tempie, gli occhi chiusi - È importante per me che tu sia sincero. Non mentirmi.-
    Scostò una sedia e si sedette davanti a lui, fissandolo dritto negli occhi. il verde ipnotico delle sue iridi le provocò un tuffo al cuore.
- Ti prego.- Ripeté.
    Jason cominciò a tormentarsi nervosamente le dita senza scollare gli occhi da quelli di Faith.
- No.- Rispose piano.
    La ragazza continuò a fissarlo chiedendosi se Holly le avesse raccontato una bugia o se Jason stesse per aggiungere qualcosa a quel no pronunciato in un modo troppo incerto.
- Ma ci sono andato vicino.- Proseguì il ragazzo - Qualche sera fa ho bevuto uno o due bicchieri di troppo e...-
- Perchè?- Lo interruppe lei dolcemente, ma con la collera che sentiva accrescere improvvisamente dentro di sé.
    Lui si strinse timidamente nelle spalle e posò uno sguardo incredibilmente intenso nei suoi occhi. Uno sguardo che rispose tacitamente alla domanda.
- Oh...- Fece lei riprendendo in mano i piatti e alzandosi per portarli nel lavello - È proprio colpa della mia vicinanza se tu non riesci a resistere al richiamo dell'alcool.- Realizzò dandogli le spalle.
    Durante tutto il tempo che avevano trascorso insieme non aveva considerato il fatto che lui potesse essere ancora innamorato di lei.
    Sconfortato dalla reazione di Faith, Jason si alzò per andarle vicino.
- Da quando lo sai?- Gli chiese lei voltandosi di scatto e agitando le mani.
    Con un timido sorriso lui si poggiò con le mani al mobile e la ragazza si ritrovo bloccata nel cerchio delle sue braccia.
- Da sempre. Credevo che questa sera sarebbe stata l'occasione giusta per parlarne.-
    Faith frappose le mani tra di loro come a voler innalzare una barriera. Sentiva l'istintivo bisogno di allontanarsi immediatamente da lui e avvertiva una tale confusione in testa che le sembrava di muoversi in un sogno. L'unica cosa chiara riguardava il fatto che Jason si era ubriacato perchè innamorato di lei e che si rendeva perfettamente conto che non sarebbero più tornati insieme. O così sarebbe stato, finchè lei non l'aveva baciato la sera prima.
    In quell'istante un dubbio orribile si fece largo tra i suoi ragionamenti.
- Mi hai usata, Jason? Le belle serate, la gita in barca, le tue belle parole, tutto un piano perchè io potessi di nuovo innamorarmi di te? La tua amicizia è stata soltanto una recita?- Gli domandò a raffica, incredula.
    Jason ascoltò quelle frasi uscire dalla sua bocca e quasi stentò a credere che lei la pensasse veramente in quel modo. Un'espressione ferita si dipinse istantanea sul suo volto.
- Sei stata tu a baciarmi, ieri!- Sottolineò lui sbigottito e furibondo.
    Faith sussultò - Beh... Forse ero vulnerabile. E ancora sconvolta dagli eventi.-
- Quali eventi?- Le chiese lui spazientito. La afferrò per le braccia scuotendola leggermente - Cosa sono tutti questi eventi che sembra ti sconvolgano la vita, me lo vuoi dire? C'entra ancora il tuo ex ragazzo?-
    Faith volse la testa di lato e una ciocca di capelli le ricadde sul viso. Con gli occhi velati vide la terrina di fragole sul ripiano della cucina e la mente tornò a malincuore a quel pomeriggio in cui lei e Max cucinarono la torta.
    Jason le alzò dolcemente il viso con un pollice per farla voltare verso di sé.
- No.- Sussurrò incerta. Ma neppure lei era convinta della sua risposta e realizzò che anche Jason l'aveva capito.
    Il ragazzo sospirò e rimase a guardarla ancora per pochi istanti.
- C'era anche un'altra cosa di cui ti avrei voluto parlare stasera, ma vedo che non ti importa poi così tanto di me, perciò posso anche andarmene.- Dichiarò risoluto.
- Jason?- Lo richiamò Faith con la voce incrinata mentre si stava avvicinando all'ingresso.
- Si?-
- Ciò che è accaduto a mia zia ha rimesso in discussione i sentimenti e le emozioni che ho provato ieri sera. Non costringermi a forzare le cose perchè, ora come ora, non so come devo comportarmi.-
    Jason annuì, passandosi una mano sotto il mento e, prima di chiudersi la porta alle spalle, replicò: - Sai dove trovarmi quando hai deciso cosa fare.-
  
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