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Autore: Kuchiki Chan    05/06/2011    8 recensioni
C’era stato un tempo, prima della fondazione dei Deathberries, in cui per Kurosaki Ichigo il momento migliore della giornata consisteva nel prendere in mano la sua chitarra.
Ora, le cose erano cambiate.
O almeno, si erano modificate.
Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo solo quando poteva suonare accompagnando la voce di Kuchiki Rukia, e quando cantava mescolando la propria voce a quella di lei. Anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti a qualcuno, nemmeno sotto tortura.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Deathberries...Live in Karakura!



6) Harrowing Feelings
 

- Davvero suonerete sabato in un contest per band?! Ma è assolutamente fantastico, Kurosaki-kun!!!-

Gli occhi di Orihime iniziarono a brillare di un entusiasmo così sincero e spontaneo che Ichigo si commosse. Era genuinamente contenta per lui e gli altri, non stava fingendo.
Il suo altruismo e la sua allegria perenne gli facevano provare verso di lei un’enorme tenerezza.

- Perché quella faccia stupita, Orihime? Dai, era logico che tra poco avrebbero suonato, si esercitano già da un sacco di tempo - disse Tatsuki, scostando dalla bocca la lattina di Coca Cola da cui stava bevendo.

Ichigo fece una smorfia.

- Non puoi imparare dalla tua migliore amica e farmi vedere almeno per una volta che sei felice per noi? -.

Il ragazzo dai capelli arancioni notò subito lo strano rossore che andò a colorare le guance di Orihime. Era l’imbarazzo di chi si rende improvvisamente conto di essere come un libro aperto, per gli altri: provò una strana stretta al cuore, al pensiero di averla messa a disagio.

Nel frattempo, Tatsuki sbadigliò, alzandosi dal muretto su cui si era seduta.

- Lo sai che non riceverai mai soddisfazioni da me, Ichigo. Per ora, ti conviene accontentarti - disse, con aria scocciata.

Sul volto di Ichigo comparve un sorriso sghembo. Conosceva troppo bene le risposte della sua amica, dopo tanti anni si era abituato alla sua personalità un po’ strana e per certi versi aggressiva.
Tutto il contrario di quella di Orihime, che guardava ancora il vuoto con occhi sognanti.

Si trovavano nei pressi del parco dietro casa di Tatsuki. Il ragazzo era passato da lei, dicendole di avere una notizia importante da darle, così erano usciti per bere qualcosa di fresco e avevano incontrato anche Orihime, intenta a fare una passeggiata.
Quindi, Ichigo aveva subito comunicato la novità anche a lei.

- E a che ora suonerete? Che canzoni avete deciso di portare? Contro chi sarete sabato prossimo? Quando proverete di nuovo? - gli chiese la ragazza dai capelli castani, sempre più entusiasta.

- Mi spiace ma non ho ancora una risposta per nessuna delle tue domande. Dobbiamo metterci d’accordo sia per le prove che per le canzoni, e soprattutto non so quale saranno le band che sfideremo - disse Ichigo, con un sorriso orgoglioso sul volto.

L’allegria di Orihime lo contagiava, e lo rendeva fiero di quello che stava facendo.

- Certo che siete poco organizzati! Dovete informarvi sulle band che dovrete sfidare, per capire a che livello sono e soprattutto se avete possibilità di batterli. A proposito, come si svolgerà la sfida? - chiese Tatsuki, portando le mani dietro la testa e appoggiandosi a un albero.

- In che senso come si svolgerà? - rispose Ichigo, confuso, alzando leggermente un sopracciglio.

- Secondo quali criteri si deciderà il vincitore? Ci sarà una giuria?- disse la ragazza, con tono seccato, come se stesse parlando ad un ritardato mentale - Sveglia, Ichigo, è mattina, splende il sole e tu sabato dovrai suonare! -.

Il ragazzo dai capelli arancioni si limitò ad ignorare il suo tono sarcastico, mettendosi le mani in tasca, mentre Orihime arrossiva nuovamente, imbarazzata dalla poca cortesia della propria migliore amica.

- Giuria? Non è mica una competizione di chissà quale livello! La votazione sarà pubblica, tutte le persone che assisteranno ai concerti potranno votare la band che preferiscono. Del resto, ad Aizen non importa se sappiamo suonare o no, basta piacere alla gente - rispose il ragazzo, in tono un po’ malinconico.

Pensare che persino nel mondo della musica l’importante era apparire gli metteva dentro una strana sorta di malinconia.

- Allora sarà facile vincere, avrete un sacco di amici che verranno a vedervi e vi voteranno! Io verrò sicuramente, Kurosaki-kun, e tiferò per voi - disse Orihime con tono deciso, alzando il pollice.

- Thank you, Inoue - disse Ichigo, sorridendole.

Apprezzava le persone gentili, e quella ragazza lo era in maniera quasi esagerata. In fondo, le era grato per gli sforzi che faceva nel cercare di incoraggiarlo.

All’improvviso, Tatsuki lanciò un’esclamazione allarmata, guardando l’orologio.

- Cavolo, è tardissimo! Dovevo essere al dojo alle 11, ho già mezz’ora di ritardo! Continueremo il discorso dopo! Ciao Ichigo, ciao Orihime! - disse, uscendo dal parco di corsa e scomparendo dietro un angolo.

Ichigo e Orihime restarono per qualche istante a guardare il punto da dove era sparita, sorpresi.

- Bah, quella fa tanto la dura ma ha sempre la testa tra le nuvole! - esclamò Ichigo, sbuffando.

- Non essere così duro con lei, Kurosaki-kun! E’ solo molto impegnata con il karate di questi tempi, fra poco ha i campionati internazionali - disse Orihime, difendendo la sua amica.

Il ragazzo dai capelli arancioni le sorrise.

- Dai, Inoue, non dicevo sul serio. Ma davvero Tatsuki ha di nuovo i campionati internazionali? -

- Si, dopo che l’anno scorso è arrivata seconda quest’anno si sta impegnando veramente tanto per raggiungere il primo posto! Tatsuki-chan è davvero fantastica! - rispose Orihime, in tono allegro.

- Ce la farà senz’altro, non esiste ragazza più determinata e testarda di lei - disse Ichigo, con una inusuale traccia di affetto nella voce - Hai bisogno che ti accompagni a casa, Inoue? -.

La ragazza arrossì fino alla punta delle orecchie, andando leggermente in panico per qualche secondo.

- N..non devi disturbarti mica, Kurosaki-kun! Tanto, casa mia è qui vicino - disse, tormentandosi nervosamente le dita intrecciate dietro la schiena.

In cuor suo, invece, sperava che il ragazzo insistesse, ma uno strano pudore l’aveva spinta a rifiutare il suo invito.

- D’accordo, allora. Ci si vede, Inoue! - esclamò Ichigo, salutandola con la mano e avviandosi verso casa propria.

Orihime chinò il capo, frustrata dalla propria incapacità di dimostrare i propri sentimenti.
Era convinta che amare una persona non significasse possederla, che avrebbe continuato a guardarlo da lontano e le sarebbe bastato vedere che era felice.

Ma, giorno dopo giorno, Kurosaki Ichigo penetrava più a fondo nel suo cuore, e tutto quello iniziava a non bastarle più. Iniziava piano piano a sperare in qualche reazione da parte sua, a sperare di possedere l’oggetto del suo amore.

E i suoi sentimenti iniziavano a pesarle in fondo all’anima, tanto che trovare un modo per liberarsene era diventato quasi un bisogno fisico.

Decise di seguire il proprio istinto. Lo rincorse, finché non arrivò a poggiargli una mano sulla spalla.

- Aspetta, Kurosaki-kun!- esclamò, con voce affannata.

Ichigo si voltò di scatto, sorpreso e preoccupato dallo strano comportamento dell’amica.

- Cosa c’è, Inoue? Hai bisogno di qualcosa? -.

Erano vicinissimi. Kurosaki era chinato verso di lei, a pochi centimetri di distanza.
Orihime sentì le ginocchia tremare quando si rese conto di essere a un soffio dalle sue labbra, e quella assurda sensazione di debolezza le disattivò il cervello per qualche istante.

Rimasero così, vicini, mentre la ragazza ansimava cercando di riprendere fiato e trovare il coraggio necessario per spiccicare parola, e Ichigo aspettava pazientemente che la ragazza fosse in grado di parlare.

Se solo mi avvicinassi ancora di un po’, potrei baciarlo. Basterà incespicare in avanti e fingere di aver perso l’equilibrio, di aver fatto uno sbaglio! Una piccola menzogna potrebbe regalarmi uno dei momenti più belli della mia vita! pensò Orihime, letteralmente trascinata dalle sensazioni causate  dalla vicinanza con il ragazzo dai capelli arancioni.

Ma era troppo onesta, troppo innocente per fare una cosa del genere.
Alla fine, vinse la sua parte razionale: la ragazza si allontanò di colpo, mettendosi una mano dietro la testa e assumendo un’espressione carica di allegra innocenza.

- N…niente in particolare, K…Kurosaki-kun, solo che….non ti avevo salutato come si deve, ecco! - balbettò, senza riuscire a trovare una scusa migliore.

L’espressione di Ichigo si rilassò di colpo.

- Oh, è solo questo? Allora a domani, Inoue! - disse, dandole un frettoloso bacio sulla guancia.
Orihime rimase bloccata per qualche secondo, totalmente immersa nelle emozioni scaturite dal solo contatto delle sue labbra sul proprio viso.

- A domani, Kurosaki-kun - sussurrò la ragazza, guardando la schiena di lui sparire piano piano tra le vie della città.

Rimase in quel punto per svariati minuti, anche quando non riuscì più a scorgere la figura di Ichigo. Stava lì, in piedi, accarezzando piano il punto del suo viso che era stato sfiorato dalle sue labbra.

Lo amo così tanto, eppure non riesco a spingermi più avanti di così pensò, con una nota di rassegnazione.

Inoue Orihime era una ragazza forte, più forte di quanto potesse sembrare. Riusciva a provare emozioni tanto forti senza modificare la propria personalità.

E’ davvero questo, l’amore? Un’eterna attesa?

 

******


- Ehi, Renji! Cosa ci fai qui?-

Rukia guardò sorpresa il ragazzo che aveva appena suonato al campanello di Villa Kuchiki. I suoi capelli rossi erano legati come al solito in una coda disordinata, aveva la sua amata bandana bianca legata intorno alla fronte e la sua chitarra sulle spalle.

Di fronte alla palese sorpresa dell’amica, Renji ridacchiò.

- Che cosa c’è di male, Rukia? Ti dispiace così tanto che io sia venuto? - disse, facendole l’occhiolino.

La ragazza lo guardò storto. Era davvero strano quel comportamento, da parte del suo amico di infanzia.
Raramente era andato a casa sua, e quelle poche volte era comunque stato invitato. Non le aveva mai fatto un’improvvisata del genere, e sicuramente non le aveva mai strizzato l’occhio in quel modo.

- Hai per caso fumato qualcosa prima di venire qui? - chiese, sospettosa, mentre stava ancora ferma sulla soglia della porta e non si decideva a lasciar entrare il ragazzo.

- Non ho fumato proprio un bel niente, sono qui solo per chiedere a Byakuya- senpai qualche consiglio sulle canzoni che dobbiamo fare sabato - sbuffò Renji, esasperato - E ora, che ne diresti di farmi entrare?-

Rukia aprì completamente la porta e si fece da parte, tranquillizzata un pochino dalle parole del ragazzo.

Sentiva chiaramente qualcosa di diverso provenire dalla sua figura, qualcosa di strano, ma preferì non indagare oltre. Magari era solo stanco, o gli era successo qualcosa che non aveva voglia di raccontarle. Era sempre stata una ragazza così, discreta ma pronta ad intervenire quando gli altri avevano bisogno di lei.

E anche se era palese che in quel momento Renji avesse dei pensieri che gli torturavano il cervello, la ragazza sentiva che sarebbe stato superfluo intervenire.

- Onii-sama è di sopra. Vieni, ti accompagno - disse, facendogli strada in quel labirinto di scale e stanze che chiamava casa.

Renji la seguì, camminando accanto a lei con le mani in tasca.

Per tutta la durata del tragitto, Rukia si accorse che l’amico la guardava di sottecchi, e ogni tanto dischiudeva le labbra, come se volesse dirle qualcosa ma non ne trovasse il coraggio. La sua intuizione era corretta, come sempre: Abarai Renji era tormentato da qualcosa.

E, in quel momento, aveva bisogno di lei.

- C’è qualcosa che non va, Renji? Qualcosa di cui vorresti parlarmi? - chiese Rukia, di getto, quando arrivarono davanti alla stanza di suo fratello.
Il loro rapporto di amicizia era sempre stato così: spontaneo, diretto, senza bisogno di troppi giri di parole.

Al suono di quelle parole, il ragazzo si fermò di colpo in mezzo al corridoio.
Il suo sguardo prima confuso si fece all’improvviso più scuro e deciso; con un movimento rapido, si portò subito davanti a lei, mettendole entrambe le mani sulle spalle.

Erano così vicini che Rukia poteva sentire il suo respiro irregolare sulla pelle.
Il suo primo istinto fu quello di allontanarlo con uno spintone, ma decise di pazientare e aspettare quello che Renji aveva da dirle.

- Te lo prometto, Rukia. Mi impegnerò al massimo, mi eserciterò ogni giorno, in modo da rendere il prossimo sabato una delle serate più belle della tua vita. Farò il possibile, e forse riuscirò a superarlo - sussurrò il ragazzo, e Rukia si sentì letteralmente sopraffatta dalla determinazione che scaturiva dal suo tono di voce.

- A superare…chi? - chiese con un filo di voce, atterrita dalla sorpresa e dalle parole dell’amico.

Renji si staccò di scatto da lei e si voltò, dandole le spalle. Poggiò la mano sul pomello della porta della stanza di Byakuya, ma non sembrava intenzionato ad entrare subito.

La ragazza rimase in piedi in mezzo al corridoio per qualche istante, aspettando una risposta che non arrivava. Non poteva vedere il volto del compagno, non riusciva a comprendere quello che stava provando, e questo la faceva sentire dolorosamente impotente.

D’improvviso, Renji girò il pomello, socchiudendo la porta.

-Ichigo - sussurrò, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.

Quel semplice nome stordì Rukia di più di un pugno nello stomaco, mandandola letteralmente in preda al panico. Si portò le mani al viso e iniziò a tremare, lottando disperatamente per mantenere il controllo di sé.

Ichigo…? Cosa c’entra Ichigo, ora? E perché Renji è così determinato a superarlo? pensava, senza riuscire a trovare una risposta.

Rimase in quel punto per un tempo indefinibile, tremando come una foglia e cercando invano di mettere ordine nei suoi pensieri.

La cosa che più la tormentava, era il pensiero di aver fatto del male al suo amico di infanzia, di non essere riuscita a comprenderlo e ad aiutarlo.

E’ davvero impossibile per le persone riuscire a comprendersi a vicenda?

 

Angolo dell'autrice: 

Per iniziare, credo di dover chiedere scusa ai lettori che mi seguono per il pauroso ritardo! T.T Sono stata impegnata, e poi mi mancava l'ispirazione per scrivere la seconda parte. Insomma, forgive me!
Stavolta ho scopiazzato un pò, lo ammetto, soprattutto nella parte dedicata a Renj e Rukia. La scena somiglia moltissimo a una di quelle di Nana, mentre la frase finale del capitolo è ispirata a Naruto.
Perchè ho voluto scrivere un capitolo su Renji e Orihime? Beh, provano tutti e due sensazioni forti e dolorose, da qui il titolo "Harrowing Feelings" e penso che un pò si somiglino xD
Spero di poter aggiornare prima la prossima volta, anche perchè il Live dei Deathberries è davvero vicino *-*

Un ringraziamento specale a: Sarugaki145, valez, Senna_ e Inu e Kaggi 4ever per aver recensito! Senza di voi, la storia non andrebbe avanti!
Poi, ringrazio anche: spottyworm che ha inserito la storia tra le preferite e carcar93 e Sixy_Chan per averla messa tra le seguite.

Infine, un enorme grazie a Senna, che mi ha addirittura inserita tra gli autori preferiti! *-* 
E a Sarugaki145, per aver "scelto" la mia storia e averla segnalata all'amministratore! 
Vi abbraccio entrambe, non so come farei senza di voi ç_ç

Alla prossima!

 
 
 
 
 

  
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