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Autore: IvanaEfp    07/06/2011    5 recensioni
Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore,
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore cosė lungo
tu non darglielo in fretta.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sono riuscita a cambiarti,

Ci sono riuscita lo sai.

 

 

Quello di Narcissa e Lucius, dapprima, non fu un matrimonio felice.
Alla maniera di ogni sposalizio di quel tempo, anche il loro, era stato nient’altro che un contratto stipulato tra casate nobili che bramavano un accordo su un qualche interesse comune.
Malfoy non era il tipo da fraudolente illusioni, né da sentimenti profondi, lancinanti o perpetui.
Aveva sposato Narcissa per dovere e perché, questo doveva ammetterlo, trovava la donna piacente e premurosa sotto le lenzuola.
Se, però, qualcuno l’avesse obbligato a scegliere, Lucius sarebbe stato tentato: la donna dai capelli biondi e l’aria altezzosa o la serva più fedele dell'Oscuro Signore?
Narcissa o Bella?
L’amore o il sesso?
Aveva solo una vaga idea di quella che sarebbe potuta essere l’eternità con Bellatrix.
Sapeva che con lei non avrebbe scoperto quello che in quei momenti pareva scoppiargli in petto.
Sapeva che non ci sarebbero stati baci, blandizie e quei ti amo mormorati durante  l’orgasmo: con lei sarebbe stato solo sesso.
Un gioco, verosimilmente.
Un gioco delizioso, all’inizio, ma che poi l’avrebbe indubbiamente stancato.
E bensì sapeva di amarla, di amare i suoi occhi, le sue labbra e l’enorme cuore che eclissava tanto a modo sotto l’atteggiamento artico. Così sapeva che non avrebbe scostato, nemmeno quella volta, le mani dell’amante che sbarcavano oltre i suoi pantaloni e che sarebbero state ancora una volta fonte di erroneo piacere.


                                                                               


Narcissa si ritrovava sempre più spesso a scrutare, gli occhi severi e il cuore stretto in una morsa dolorosa, un Lucius che, giorno dopo giorno, stava cambiando, uccidendola. Non poteva ignorare gli sguardi compiaciuti di sua sorella quando quella le domandava come andassero le cose con suo marito, né i sorrisi consapevoli o il sesso con Lucius – pigro, emotivo, quasi tedioso.
Era come se suo marito si fosse stancato di lei, del suo corpo messo a dura prova dalla maternità e che, soprattutto,  fosse stanco delle sue confessioni amorose.
Ma Narcissa continuava ad amarlo, e non poteva far a meno di sperare che anche lui, un giorno o l’altro, cominciasse a provare qualcosa per lei.
Lo sperava, lo aveva sperato fino all’ultimo momento.
Lo sperava, ancora, preparando l’ultima valigia e fermandosi ad esaminare la sua stanza, con il letto e la sedia a dondolo dove, tempo prima, aveva ninnato Draco.
Afferrò velocemente le ultime cose che giacevano sulla trapunta fresca e profumata.
Afferrò l’ultimo granello di coraggio che le rimaneva in corpo e si dissolse; andandosene dalla propria casa, scappando dalla propria esistenza e mettendo fine a tutte quelle vane sofferenze.
Amava Lucius, lo aveva sempre amato ed avrebbe continuato ad amarlo per sempre; però, e le lacrime ne erano dimostrazione, non aveva sufficientemente forza per lasciarsi uccidere ancora una volta da un amore troppo grande per un essere tanto freddo.
Non ne valeva la pena.

 

 

 

 

Lucius non capì subito di averla persa.
Era seduto sulla sua poltrona, nella sua stanza, quando sua moglie gli passò davanti armata di valigie e di uno sguardo malinconico.
Non si preoccupò di domandarle dove fosse diretta.
Narcissa non l’avrebbe di certo lasciato.
Narcissa ubbidiva.
Narcissa era una moglie perfetta.
Una donna che, sulle prime, si poteva reputare impenetrabile, fredda, intrattabile; ma che, al contrario, era in grado di amare tanto, di dare ancor di più.
E lui, in quei giorni, ci aveva pensato al loro amore.
Avevano un figlio.
Un figlio tale e quale a lui.
Un Malfoy.
Un purosangue.
E le era grato; le era grato per averlo reso felice tanto quanto bastava per consumare una vita che si approssimasse alla perfezione.
Le era grato perché era solo grazie a lei che aveva imparato ad amare.
Con Bellatrix c’era solo sesso.
Solo sesso.
Bellatrix non amava.
Faceva solo sesso.
Bellatrix era ingorda.
… di sesso.
Era  lussuriosa.
Era biliosa.
Bellatrix voleva dividerli – con il sesso.
Bellatrix avrebbe fatto di tutto pur di averlo tutto per sé.
Solo sesso.
 

 
 
 
-Oh, Cissy,- Bellatrix sfoggiò un magnifico sorriso; inclinò il capo e lasciò che i ricci scivolassero sul seno fasciato da uno dei suoi soliti vestiti scuri. – Cosa ti porta qui, cara?-
Era di buon umore.
Lo era sempre dopo essersi ripassata suo marito?
Narcissa non poteva saperlo, e forse non l’avrebbe saputo mai.
Non poteva chiederle di confessare la sua relazione segreta con Lucius; non ne aveva il diritto.
Era solo una... una donna fragile, schiava dell’amore per un Malfoy.
-Vengo a trovare mia sorella. Oh Bella, fatti vedere! -
Narcissa soffocò la rabbia dietro il sorriso più finto di cui avesse mai fatto sfoggio e si avvicinò alla donna per avvolgerla in un abbraccio.
Passarono ore a chiacchierare del più e del meno, a sorseggiare Wisky Incendiario e complimentarsi a vicenda dei capelli, del trucco e del vestito.
-Dimmi, Cissy, perché sei venuta?-
La domanda la colse di sorpresa.
-Per Lucius?- aggiunse.
Narcissa annuì.
-Hai finalmente capito che non ti ama?-
Narcissa trasalì. Serrò gli occhi. Si sentì morire.
-Malfoy è sempre stato mio, Cissy.-
Era sempre stato suo.
-Malfoy faceva sesso con me perché tu … Oh Narcy,osservati, come può un uomo trovarti eccitante?-
Come poteva sperare che Lucius la trovasse irresistibile?
-Malfoy non bramava amore. Amava già me.-
La amava.
Non lei, ma sua sorella.
-Sei superflua. Ti ha usato per sfornargli il suo primogenito. Nient’altro.-
Inutile. Era inutile.
-Non ti ha mai detto che hai le tette piccole? Adorava le mie.-
E forse morì davvero.
Se per mano delle parole taglienti o della bacchetta che non ebbe modo di frenare, nessuno lo seppe mai.
 
 

 
 
 
L’amava.
Ora ne era sicuro e l’avrebbe urlato al mondo intero, se necessario.
Sarebbe andato a cercarla.
L’avrebbe baciata come non faceva da tempo e le avrebbe sussurrato quelli che erano i suoi sentimenti. Sentimenti d’un uomo freddo, d’un uomo malefico, intossicato dalle impurità del peccato, ma che aveva imparato ad amare – finalmente.
Corse a perdifiato.
I capelli biondi altalenavano nell’aria, muovendosi col vento.
Il profumo di Narcissa era anche tra i suoi capelli.
Le sue mani erano tra i suoi capelli, la notte prima.
Le sue labbra mordevano e lambivano la pelle pallida.
Le sue mani stuzzicavano.
I suoi occhi amavano.
Il suo cuore batteva all’impazzata.
Il suo cuore era vivo.
Vivo.
 
 
*
 
 Lucius la trovò solo ore dopo, a casa di Bellatrix.
Era stesa, pallida come la morte, sul divanetto muschiato del grande salone.
 

 
-Ti amo,Narcissa.-
 
 
La donna non si muoveva.
Il seno immobile.
Il respiro nullo.
 
 
-Ti ho sempre amato,Narcissa.-
 
 
Il corpo fiacco, profumato, freddo.
Un corpo segnato dalle sofferenze.
Dalla morte.
 
 
-Ti amerò sempre,Narcissa. Per sempre.-


 
Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore,
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta.

 

 

*

Scritta per il 'Red Carpet- Notti Magiche' e in attesa di giudizio.
 

   
 
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