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Autore: LadyMischance    07/06/2011    0 recensioni
Nel salone c' era silenzio. Quell' attimo di calma prima della tempesta, quel vento leggero che sfiora la pelle prima di scatenare un uragano. Successe tutto velocemente, troppo. Mi alzai di scatto e notai che gli occhi del re, della regina e del principe erano puntati su di me, avevo due coltelli da lancio in mano, presi la mira il più velocemente possibile e lanciai, le lame sibilarono e tagliarono l' aria. [tratto dal capitolo 4]
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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2. Seis.

Quella ragazza, sempre in ritardo. Mi guardo intorno, sto aspettando da più di un' ora la mia fidata informatrice in questo buco puzzolente, mi guardo intorno, ci sono un gruppo di cinque ubriachi, un paio di
stranieri, e una guardia. Si avvicina una cameriera e mi chiede se voglio ordinare qualcosa. “Sono a poso, grazie” mi volto spazientita verso la porta, sperando di vederne sbucare da un momento all' altro la persona che sto aspettando.

Mi scusi ma non può restare qui senza ordinare niente!” Santo cielo! Sono già tanto nervosa di mio e ci si mette anche questa, mi volto e la guardo male, lei ricambia lo sguardo, nel momento in cui sto per aprire bocca una voce mi interrompe.
Non credo ci sia bisogno di litigi, prendo io qualcosa per lei, mi porti un Tonico Adamantino” La ragazza la fissò con espressione sconvolta per alcuni secondi, poi si limitò ad annuire e ad allontanarsi. Mi voltai e vidi una ragazza alta, snella, pallida, capelli biondi con ciocche blu, orecchie appuntite piene di piercing, occhi verdi, e uno strano tatuaggio raffigurante una farfalla sotto l' occhio destro. Un' elfa mezza fata della mia età. Anche lei è stata addestrata nelle arti dell' omicidio, ma dopo la prima missione si è ritirata, ora lavora come ladra da sola, come informatrice e compare per me.
Era ora che arrivassi, Seis, mi hai fatto aspettare più di un' ora.” Lei si limitò ad una scrollata di spalle e ad un gesto di noncuranza, si sedette vicino a me.
Avevo da fare” E mi sorrise. “Già, perché tu credi che io abbia tutto il giorno libero invece!” Lei borbottò qualcosa ma si zittì non appena vide un' ubriacone, con tanto di boccale di chissà cosa dentro in mano, avvicinarsi a noi e a parlare con la lingua impastata.
Ma che belle signorine che abbiamo qui, perché non venite a farvi un giretto con noi?” Dicendo questo prese una ciocca dei miei capelli neri e mossi, lasciati sciolti sulle spalle e se la rigirò tra le dita, con un sorriso ebete sulle labbra.
Porco!” Come al solito la spontaneità di Seis viene a galla nei momenti peggiori. Sul volto del tizio ubriaco si disegnò un' espressione di rabbia e sbatté sul tavolo il boccale facendo uscire del liquido giallastro, posò la mano sull' elsa della spada che portava al fianco, il mio corpo agì d' istinto, afferrai la brocca e versai il liquido in faccia all' omone, questo si voltò gridando e ne approfittai per rompergliela in testa. Crollò con un gemito inarticolato al suolo. Silenzio. Oops! Si sentiva solo quello nella sala, dopo alcuni istanti di sorpresa il resto del gruppo di ubriaconi si alzò e ci guardò con ira, anche la guardia si era alzata e aveva già impugnato la sua spada, mi fissava e aveva l' espressione di chi capisce quale persona si ha davanti. Maledizione! Presi per il polso Seis e la trascinai fuori dal locale.
Aspetta! Il mio Tonico Adamantino!” Seis cercò invano di allungare la mano verso il boccale, contenente un liquido azzurrino, che stava portando la cameriera. Ci infilammo in un vicolo, nascondendoci nell' ombra della sera, solo quando i passi degli uomini svanirono mi decisi a parlare, o meglio, a guardare male la ragazza al mio fianco, lei fissò i suoi occhi verdi nei miei blu “Perché mi guardi così? Non è colpa mia se quelli se la sono presa, e poi non ho neanche avuto tempo di bere il mio Tonico.”
Continuai a guardarla male poi parlai “Dimmi, Seis, da quanto tempo puoi permetterti un Tonico Adamantino?” Quel tonico è una prelibatezza, non c'è da stupirsi se non lo ordina quasi nessuno. La ragazza mi sorrise e si accarezzò gli svariati piercing alle orecchie appuntite poi mi rispose “Ho fatto un lavoretto da ladra che mi ha fruttato parecchio”
Ecco il motivo dell' immenso ritardo. A volte non capisco perché continuo a tenermela come compare. Sospirai. “Bene, non credi che sia ora di darmi le informazioni che mi servono?” Si fece improvvisamente seria e si guardò intorno. “Non qui, vieni” Mi lascia trascinare in un' altra locanda, era quasi deserta, appena entrammo il signore al balcone alzò lo sguardo e sul suo volto di disegnò un largo sorriso “Seis! Da quanto tempo! Prego, accomodati pure” Il signore ci accompagnò a un tavolo appartato.
Grazie tante Daom, come al solito” Sorrise e gli fece l' occhiolino. Questo si allontanò gongolando. Seis non perse tempo e tirò fuori dal tascapane varie pergamene arrotolate le une sulle altre legate con un laccio rosso, me le porse, le presi tra le mani e me srotolai una.

 

Gentile Signor Finin Calmcail,
Siete invitati all' evento che si terrà al nostro castello, domani sera a mezzanotte, saranno presenti mio figlio e la mia ultima moglie.
Qualora decidiate di partecipare, saremo onorati della vostra presenza e quella delle vostre figlie.
Vogliate perdonare il riardo, ma non è stato facile trovarvi.
Se avete deciso di essere presente, presentatevi con un mantello nero e una maschera davanti all' entrata principale quindici minuti prima dell' inizio dell' evento con questo invito ufficiale.

Grazie, il Sovrano Desh

 

Ecco perché la tenevo ancora con me. Era l 'invito per una festa in maschera della quale non immaginavo minimamente lo svolgimento, era l' occasione perfetta. Alzai lo sguardo e puntai i miei occhi blu in quelli verde intenso di Seis.
Come hai ottenuto questi documenti?” Lei mi sorrise poi la sua espressione diventò delusa. Sospirò. “Mia cara Kelyn, noi siamo più simili di quanto credi” La sua espressione diventò enigmatica, e continuò a fissarmi. Io la guardai male.
Finiscila con questa storia, non è come pensi.” Mi alzai e feci per andarmene, lei mi prese il polso e mi guardò con un' espressione da cane bastonato. Sospirai di nuovo. Mi sedetti di nuovo. “Tu sei metà fata, metà elfa giusto?” Seis annuì “Sei il frutto dell' unione tra un elfo e una fata, per me è diverso. Mio padre, Shyos, era mezzo vampiro, mia madre, Rose, era un demone” Seis mi guardava con espressione sbigottita e le sue labbra si aprivano e si chiudevano senza emettere alcun suono.
Ci volle un bel po' prima che riuscisse a parlare “Quindi sei: Umana, vampira, e per la maggior parte... Demone?” Si era fatta timorosa, quasi temesse una mia reazione. “Non è proprio così, in effetti sono più un demone che altro, ma mi sento, come dire, parecchio umana.” Ed eccomi, un abominio, un' unione di troppe razze. Di questi tempi è permessa l' unione tra due razze differenti, ma quando si tratta un figlio nato dall' unione tra un mezzo-essere e uno completo scatta la caccia. La Casa mi ha sempre protetto, anche quando decisi di lasciarla per un po' di tempo, sono loro che mi hanno fatto capire chi sono davvero. Vengono chiamati Yllalynn, esseri impuri nati dall 'unione di troppe razze. 

Angolo autrice: Non ho niente da dire. Recensite? magari....

 Ecco la lunatica Seis

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