Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Ixia    07/06/2011    4 recensioni
Qualsiasi giorno puo’ essere IL giorno. Quello in cui cambia tutto, quello in cui la vita prende e non torna mai piu’ la stessa. Il giorno in cui tocca partire, per conquistarsi il futuro.
Qui si parla di quel giorno, e di una ragazza; di un genio pigro dal cuore ormai arido; di un nemico assetato di vendetta e chissa’, forse di tanto altro. Di una Konhoa che firma lo sfondo come la discesa di una stella cadente che, chissa’ perche’, sale verso il cielo.
Questa e’ la nostra storia.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avviso.
Questo capitolo è per Kyda94. L’unica mosca nera che abbia avuto il coraggio di avventurarsi nel meandri (purtroppo candidi) della mia fantasia.
Goditelo cara… È il capitolo che stavi aspettando. Ed è tutto per te. ^^
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Allora, sei veramente sicura di volerlo fare?-
-Si si, non ti preoccupare.-
-Non sei obbligata… basta che tu me lo dica ed io fermo tutto.-
-Smettila di fare l’ansioso! Lo voglio fare e basta.-
-Ise…-
-Zitto Shika. Vai a chiamarla. Dille che io l’aspetto qui.-
 
 

La piccola Yamanaka sedeva nervosa su una panchina del parco di Konhoa.
Accanto a lei una rigogliosa primavera sbocciava in tutta la sua bellezza, finalmente esplosa dopo tanta attesa. I fiori colorati sfoggiavano le loro corolle, mentre una nevicata di petali di ciliegio riempiva l’aria, incantandola. Era uno spettacolo meraviglioso, ma che, nonostante la sua sensazionale bellezza, non riusciva a smuovere nell’animo agitato della ragazza neanche un pizzico di ammirazione.
Ise rimaneva immobile, con le mani in grembo. Giocherellava distrattamente con un kunai rigirandoselo tra le dita, una sua vecchia abitudine per scacciare i brutti pensieri. Il cuore le martellava nel petto, mentre la sua mente oscillava in bilico fra i dubbi.
Non era ancora pienamente sicura che quella fosse stata la scelta giusta.
Quando suo padre le aveva spiegato la situazione, era inorridita. La donna che aveva rimpiazzato sua madre, che l’aveva costretta a fuggire dal suo villaggio, voleva incontrarla. Inizialmente era stata mossa da un odio violento nei confronti di quella donna senza volto, e quasi aveva rischiato di uccidere suo padre, che si era azzardato a proporle una cosa cosi’ idiota.
Ma poi, aveva riflettuto.
Ci aveva pensato a lungo, trovando strano che una donna divorziata volesse conoscere la figlia, illegittima, del proprio marito.
Aveva letto la lettera che aveva inviato a suo padre, ed era stata colpita dalla fermezza di quella donna.
O tua figlia, o niente.,aveva scritto.
E in quel momento la sua naturale predisposizione verso la curiosita’ l’aveva spinta in quella paradossale situazione.
Perché no?, si era detta. Anche quella era una sfida.
Ed ora attendeva nel parco, in preda ad un’ansia feroce. Non sapeva nemmeno chi stesse aspettando, non conoscendo neanche il viso di quella donna misteriosa. Si limitava ad immaginarla, ottenendo con il solo risultato una grottesca caricatura di sua madre.
Non era per niente piacevole abituarsi all’idea che suo padre, in quei diciassette anni, avesse amato un’altra donna. Era un pensiero fastidioso, che il suo corpo sembrava rigettare come un veleno. Era qualcosa di sbagliato.
Un pensiero alla rovescia.
Anche quell’incontro, in realta’, era alla rovescia. Non aveva ne’ capo ne’ coda. Ma Ise sapeva di dover rimanere li’, di dover incontrare quella donna. E non lo faceva per suo padre, per la casa, o per quella sconosciuta. Lo faceva per se stessa.
Per tutte quelle risposte che andava cercando, per ricostruire i perche’ di un passato mai vissuto, ma che comunque le aveva cambiato la vita.
Quindi aspettava, in silenzio.
D’improvviso, accompagnato da un gorgheggio di un uccellino proprio sopra la sua testa, la ragazza avverti’ un distinto rumore di passi.
Provenivano dalla sua destra, ma non riusciva a trovare il coraggio di voltarsi. Improvvisamente tutta la fermezza che aveva dimostrato con suo padre si era spenta. Come una fiamma sotto vetro.
Respira Ise., si disse. Voltati, e saluta.
Si costrinse a girare il capo, mentre una forza inarrestabile dentro di lei le intimava di fuggire lontano.
Scappa! Scappa!, urlo’ una vocina, neanche tanto flebilmente.
Pero’ la ragazza si volto’, ritrovandosi a fissare la figura che avanzava lentamente sulla ghiaia.
Doveva avere piu’ o meno l’eta’ di suo padre. Era alta, formosa, con dei lunghi capelli biondi raccolti sopra il capo con uno spillone dai colori sgargianti.
Indossava un kimono color ocra, di stoffa morbida. Un abito sobrio, informale, ma comunque comodo per una kunoichi. Non portava nessun tipo di arma con se’, e in quel momento Ise si rammarico’ di non aver lasciato il suo kit ninja nella sua stanza. Non voleva assolutamente apparire minacciosa.
La donna si avvicino’ con un incedere sicuro.
La prima cosa che Ise noto’ quando si fu avvicinata, fu la fierezza nascosta nei suoi occhi verde foglia. Aveva un che di regale, di maestoso dentro il suo sguardo.
Davanti a quegli occhi, Ise non potè fare a meno di pensare che quella fosse una donna con i controfiocchi.
-Ciao,- salutò cordiale la donna non appena la ebbe raggiunta -Tu devi essere Ise.-
La biondina alzò il capo, e l’altra le porse la mano sorridendo. –Io sono Temari.-
La piccola Yamanaka rimase un attimo spiazzata, senza sapere cosa dire. Era un gesto cosi’ abituale e scontato che sembrava non andar d’accordo con il resto della scena.
Rimase un attimo a fissare la mano tesa davanti a lei, poi la strinse, rispondendo lievemente al sorriso.
Ma che cosa stava facendo?
Le due donne si scambiarono una profonda occhiata, mantenendo per un lungo istante quella insolita posizione.
L’ex-moglie e la figlia illegittima.
Quasi un mondo senza senso.
Ise intanto continuava ad analizzare il viso della donna, incuriosita. Si stupi’ nel pensare che fosse davvero bella, con quel viso da aristocratica.
Sembrava quasi una regina, o forse una leonessa.
–Ciao, piacere. Io sono Ise.-
Le due donne si sorrisero timidamente, studiandosi l’un l’altra. Ise non sapeva perche’, ma non c’era stata nessuna vampata di rancore verso quegli occhi cupi. Una profonda curiosità, uno strano senso di intesa… Ma no, nessun rancore. Tutto quell’odio che si era aspettata di provare, sembrava essersi volatilizzato.
La ragazza non riusciva a spiegarselo, ma sentiva di avere molto in comune con quella nobildonna dalla frangia color grano.
Insomma, sembrava esserci feeling.
-Gli assomigli veramente tanto.- commento’ all’improvviso la donna dopo averla osservata attentamente.
Ise fu colta di sorpresa e si stupì. –Cosa?-
Temari si sedette sulla panchina, invitandola a fare altrettanto. La ragazza si accomodo’ al suo fianco mentre la donna continuava ad osservarla con i suoi penetranti occhi da gatta.
-Tu e lui. Siete identici.-
Ise aggrotto’ la fronte, per niente convinta. Era per caso cieca? Non li aveva visti gli occhi azzurri ed i capelli biondi?
-Santo cielo, eccola li’- indico’ Temari, fissando un punto imprecisato nella fronte della biondina –L’espressione scettica. C’e’ persino la stessa ruga.-
Temari alzo’ il capo, guardando in alto verso la pioggia di petali di ciliegio.
-Dai retta a me, Ise Yamanaka, tu gli assomigli maniera impressionante. Hai persino la sua stessa mimica facciale.-
La piccola Ise rivolse il suo sguardo sempre piu’ interessato verso la donna, mentre dentro di lei la curiosita’ iniziava a salire.
Che strano personaggio, si disse mentre osservava di nascosto la leonessa della sabbia. Non sembrava essere li’ ne’ per ripicca ne’ per vendetta.
-Senti…- inizio’ quando la curiosita’ fu troppa -…per quale motivo hai voluto vedermi?-
Temari comincio’ a giocherellare con la ghiaia sotto i suoi piedi, disegnando con la punta delle scarpe delle linee astratte. –Per lo stesso motivo per cui tu hai accettato di incontrarmi. Per curiosita’.-
La donna le lancio’ uno sguardo complice, tornando poi ad osservare gli alberi in fiore –Non e’ una buona motivazione?-
Ise riflette’ un attimo, poi assentì. –Si, forse lo e’. Penso sia abbastanza.-
Temari increspo’ le labbra, soddisfatta. –Volevo conoscerti. Sai, sapere chi fossi… Scoprire quanto di lui fosse passato a te.-
Incasso’ la testa fra le spalle, continuando a guardare gli alberi sopra le loro teste –E, soprattutto, capire se dovessi odiarti.-
Ise incassò il colpo, leggermente delusa. Per un attimo solo aveva pensato di starle simpatica. Ma era l’ex moglie di suo padre… Cosa voleva pretendere?
Non volse nemmeno il capo, continuando a fissare un cespuglio di fiori davanti a sé. –E qual e’ il risultato? Mi odi come odiavi mia madre?-
Temari scoppio’ a ridere, scuotendo la testa in segno di diniego. -Io non ho mai odiato tua madre. E poi, anche se l’avessi fatto, non riuscirei mai a odiare te. Assomigli troppo a lui.-
La biondina rimase allibita, non riuscendo a seguire la logica del discorso. -Cosa significa che non hai mai odiato mia madre? Vi contendevate lo stesso uomo, giusto?- la donna annui’ –e allora come facevi a non odiarla?-
La kunoichi di Suna inclino’ il capo, persa nei ricordi. –Beh, diciamo che non mi e’ mai stata molto simpatica. Sin dall’inizio, dalla prima volta che l’ho vista. Ma non sono mai arrivata ad odiarla… La rispettavo, proprio come si fa con una degna avversaria.-
La donna prese un respiro profondo, con lo sguardo velato dai ricordi –Io ero piu’ forte, e piu’ abile nel ninjutsu. Molti mi ammiravano per la mia abilita’, e Shikamaru si fermava spesso a parlare con me. Sembrava quasi che flirtassimo…- pronuncio’ quel nome con velata dolcezza, sorridendo –Ma tua madre era piu’ bella. E possedeva un legame con lui che mi spaventava. Era qualcosa di troppo profondo, che non riuscivo a comprendere. E, soprattutto, che non riuscivo a combattere.-
I suoi occhi si incupirono. -Ino e’ sempre stata un’avversaria formidabile. E fino a quando lui non mi chiese di sposarlo continuai a credere che avrebbe vinto lei.-
Fece una pausa, lasciando che le sensazioni rinchiuse nel fondo della sua mente riaffiorassero, suggerendogli cosa dire. Sorrise, rassegnata.
-Beh, nel periodo in cui fummo sposati, mi sentii tremendamente orgogliosa. Smisi di preoccuparmi di contino, finalmente tranquilla dopo la fuga di tua madre.- abbasso’ lo sguardo, fissandosi i piedi –E fu proprio questa mia momentanea certezza a fregarmi. Perche’ presa dalla soddisfazione della mia piccola guerra personale, non mi accorsi che in verita’ la battaglia non era mai cominciata. Tuo padre mi lascio’ con pallide motivazioni, perche’ perdutamente innamorato di tua madre.-
La donna alzo’ finalmente lo sguardo smeraldino, portandolo negli occhi celesti della ragazza che le sedeva accanto. Erano opachi, ma comunque pieni di orgoglio e dignita’.
-Sono un ninja, so riconoscere una sconfitta. Io vinsi una battaglia…- la donna si alzo’, rivolgendole uno sguardo fiero. –Ma tua madre vinse la guerra.-
Ise rimase immobile, abbagliata da quella donna ai suoi occhi cosi’ straordinaria.
Le ricordava incredibilmente sua madre, sebbene non volesse dirglielo.
Temari le si avvicino’, portandole con un gesto leggero i capelli della frangia dietro all’orecchio. Poi, le parlo’ dolcemente. –Sai, mi sarebbe tanto piaciuto avere una figlia. L’avrei voluta come te… Con il suo stesso sguardo.-
La donna si allontano’ di qualche passo, mal celando il suo profondo rimpianto.
-Io continuero’ ad amare tuo padre per tutto il tempo che mi resta. Ma e’ arrivato il momento che io mi faccia da parte.- la kunoichi infilo’ una mano nella tasca anteriore del kimono, estraendo un mazzo di chiavi. Le lancio’ verso la ragazza, che le afferro’ al volo automaticamente.
-Te lo affido.-
Ise inclino’ il capo, non capendo le intenzioni della donna. Temari, in tutta risposta, sorrise con fierezza, sollevando il mento.
-Sai, penso veramente che tu sia l’unica cosa che quel fannullone sia mai riuscito a concludere. Ma da quanto posso vedere, se tuo padre si impegna veramente e’ capace di creare grandi cose.-
Temari le rivolse uno sguardo complice, accommiatandosi.
-Addio, Ise. E’ stato veramente un piacere conoscerti.-
E detto questo, si allontano’ sotto la nevicata di petali bianchi, maestosa come una regina del passato.
Ise rimase seduta, osservando la figura della donna scomparire fra gli alberi.
E dovette convenire con se stessa che suo padre, in fatto di donne, aveva davvero degli ottimi gusti.
 
 
-Allora?-
-Allora cosa?-
-Come e’ andata.-
Shikamaru ed Ise erano tornati nell’appartamento e stavano facendo merenda.
-Hmmm…- comincio’ la ragazza, aggredendo il vasetto di gelato che aveva in mano. –Bene.-
Suo padre entro’ nel minuscolo salotto, brandendo il cucchiaino come fosse un kunai. –Solo bene? Dai seccatura, dimmi cosa vi siete dette!-
Lei scosse il capo, con un’espressione di superiorita’ stampata sul viso.
-No no. Sono cose da donne.- affondo’ il cucchiaino dentro il vasetto, ignorando il ringhio sordo a lei rivolto.
Shikamaru allora si avvicino’, e le sfilo’ il gelato dalle mani. -Allora questo, mendekouse, me lo prendo io.- la ragazza si sporse, tentando di afferrarlo, ma Shikamaru lo tenne alto, impedendole di raggiungerlo.
-No dai, ridammelo!- si lamento’, troppo pigra per alzarsi in piedi e andarne a prendere un altro po’ in cucina. Shikamaru ghigno’, divertito.
-Allora, cosa vi siete dette?-
Ise gli fece lo sgambetto, e il Nara crollo’ per terra. La ragazza gli sfilo’ agilmente il vasetto dalle mani, riprendendo a mangiarlo in maniera paciosa. -Non te lo dico.-
-Sei proprio una seccatura, lo sai?- mugugno’ il padre, mentre strascicando i piedi si dirigeva verso la cucina, per andare a prendere qualcos’altro di commestibile.
Senti’ la ragazza ridere, e non riusci’ a trattenere uno sbuffo seccato. Sua figlia era proprio una scocciatura con i fiocchi.
Era tutto il pomeriggio che tentava di farsi raccontare qualcosa del suo incontro con Temari, ma con scarsi risultati. Non aveva detto una parola.
Pero’ sembrava contenta, fatto che tranquillizzava non poco il Nara. L’unica cosa che in quel momento gli interessava veramente era il suo rapporto con Ise. E se Temari, qualsiasi cosa le avesse detto, non era riuscita a scalfirlo allora significava che gli argomenti della loro conversazione non dovevano interessarlo.
Ma, purtroppo, non potevano fare a meno di incuriosirlo.
-Ehi seccatura- la chiamo’, aprendo il frigo e afferrando un barattolo di gelato alla stracciatella. –Almeno mi vuoi dire l’argomento della vostra conversazione?-
Dal salotto proveni’ un mugugno soffocato, segno che la ragazza aveva tentato di parlare con la bocca ancora piena di gelato. –No Shika! Smettila di rompere, non ti diro’ nulla. Piu’ che altro, perche’ sei cosi’ interessato? Hai per caso la coda di paglia? C’e’ qualcosa che mi dovresti dire?-
Il Nara la raggiunse, abbandonandosi sul divano accanto a lei.
Ise spalanco’ gli occhi, presa da un’illuminazione. –Oddio, non e’ che magari ho un fratello e non me lo hai mai detto? Questo spiegherebbe la tua ansia…-
A quelle parole, Shikamaru rischio’ di ingoiarsi il cucchiaino. Tossi’ violentemente, annaspando in cerca d’aria.
-Ma ti sei ammattita?!- le grido’, quando la ragazza scoppio’ a ridere come un’ossessa.
Sicuramente il gelato le aveva fatto male… Le aveva atrofizzato i neuroni.
Il Nara recupero’ il respiro, lanciando alla ragazza uno sguardo carico di odio.
-Stupida seccatura. Hai rischiato di uccidermi!-
La ragazza rise piu’ forte, tenendosi la pancia. Shikamaru mise il broncio, cominciando a mangiare il suo barattolo di gelato con ostinato mutismo.
Ise quando vide la reazione offesa del padre, si intimo’ di smettere di ridere. Soffoco’ i risolini con una mano, e si asciugo’ le lacrime con il dorso dell’altra.
-Daaaaai Shika-kun..- fece, con una vocetta smielosa, attaccandosi al braccio del padre. –Non ti sarai mica offeso, vero? Io scherzaaaavo.-
Lui rimase immobile, mantenendo la sua espressione seccata.
Una cucchiaiata, poi un’altra.
-Shika-kuuuun…- cinguetto’, stringendosi di piu’ al padre. –Daaaaaai…-
-Ise, smettila di fare la bambina di cinque anni, sei incredibilmente irritante.-
-Siiii! Hai parlato!- urlo’ lei, staccandosi di botto. Il Nara sbuffo’, riconoscendo di aver perso. La ragazza riprese a mangiare il suo gelato in tutta tranquillita’, con un sorriso sornione stampato in faccia.
-Seccatura.-
-Grazie.- rispose lei, con gi occhi azzurri illuminati dal divertimento. –E se quello non lo mangi- indico’ il barattolo che il Nara teneva in mano –lo mangio io.-
Shikamaru alzo’ il sopracciglio, rinoscendo il momento perfetto per attuare la sua vendetta. –Ise?- la chiamo’. Lei alzo’ il capo, ancora gongolante. –Non ti sembra di mangiare un po’ troppo? Guarda che poi ingrassi.-
Sbom. Colpo perfetto.
La ragazza osservo’ per un instante il barattolo che teneva in mano, per poi spronfondare in uno stato di autocommiserazione. Tutta la soddisfazione scompari’, lasciando spazio ad una profonda crisi depressiva.
Shikamaru sorrise soddisfatto, afferrando dalle mani della ragazza il vasetto incriminato. Ne prese una grossa cucchiaiata, assaporandola.
Ah si… Quanto era dolce il sapore della vittoria.
-Sei crudele.-
Il Nara ridacchio’, ricordandosi della sua passata adolescenza. Anche con Ino quel trucco aveva sempre funzionato. –Non sono crudele. Mi interesso solo, da bravo padre, della tua forma fisica.-
Lei alzo’ un sopracciglio, scettica. –E allora sai cosa facciamo? Se veramente vogliamo fare i salutisti questi- gli sfilo’ tutti e due i barattoli dalla mani –Li buttiamo. Non vorrei ti venisse il colesterolo alto, con la tua eta’ sei a rischio infarti.-
Sbom. Altro colpo perfetto.
Uno ad uno. Palla al centro.
Shikamaru la guardo’, consapevole di aver trovato un’osso duro come avversario. Quindi, troppo stanco per mettersi d’impegno, cedette. –Tregua?- propose.
La ragazza rise, porgendogli il barattolo. –Tregua.-
Sorrisero entrambi, riprendendo a mangiare il gelato in tutta tranquillita’, svaccati sul divano in completo relax. Sembravano veramente due amebe, ma erano totalmente soddisfatti della loro sistemazione.
Poi, dopo un lungo periodo di silenzio, Ise si riscosse. Poso’ il barattolo sul tavolino davanti al divano, e si mise a frugare nella borsa che aveva lasciato sul pavimento.
-Cosa stai facendo?- le chiese suo padre, ancora immerso nel suo pisolino mistico. Lei non gli rispose, limitandosi a lanciargli un mazzo di chiavi in grembo.
Lui fu costretto ad abbassare lo sguardo, sentendo una leggera pesantezza sull’addome.
Le afferro’, osservandole con sguardo stupito. –Te le ha date lei, vero?- la ragazza annui’, sorridendo.
Il Nara riflette’ un momento, poi si alzo’. Ise lo segui’, afferrando la borsa.
-Dove stai andando?- gli chiese, incuriosita. Lui sorrise lievemente, con lo sguardo perso. –A fare le valigie. Oggi si trasloca.-
 
 
 
Ci volle un’ora per preparare l’appartamento al trasloco.
Ise si stupi’ di quante poche cose suo padre tenesse in quella specie di tana. Pochi vestiti, un paio di pentole ed uno scatolone chiuso con dello scotch che aveva rinvenuto in un armadio, che dava la netta sensazione di non essere stato toccato da molto tempo, visto lo spesso strato di polvere che lo circondava. Un paio di libri, la scacchiera dello shoji, spazzolino e dentifricio… Sembrava quasi impossibile che Shikamaru avesse vissuto in quel luogo per la bellezza di dieci anni.
Non c’era nulla in quella casa. Era totalmente impersonale.
Tutti i quadri, i mobili (che ormai tendevano allo sfacelo) e gli oggetti presenti appartenevano al padrone precedente. Sembrava quasi che il Nara avesse tentato di espandersi il meno possibile, in modo da rendere il suo distacco il piu’ veloce e rapido possibile. Come in una stanza d’albergo, dove pero’ aveva vissuto per un quarto della sua vita.
Ise si guardo’ intorno, stringendo fra le braccia lo scatolone polveroso.
Suo padre fuoriusci’ dalla sua stanza da letto, portando un borsone pieno dei suoi pochi vestiti. Prese altre due borse, dove aveva raccolto i suoi effetti personali, poi si rivolse alla ragazza. –Allora, andiamo?-
Lei tentenno’, ancora un po’ spaventata all’idea di lasciare quella casa.
Ok, era piccola e crollava a pezzi, ma per lei era la casa di suo padre. E non era sicura che le sarebbe piaciuta quella nuova. Avrebbe preferito che fosse rimasto in quella vecchia, tanto che bisogno c’era di altro spazio?
-Hmmm, dobbiamo proprio?-
Il Nara sorrise, lanciando un’occhiata alle pareti circostanti. –Io direi proprio di si. Questa non e’ mai stata casa mia. E poi per due e’ troppo piccola.-
Ise sgrano’ gli occhi, rimanendo imbambolata.
-Tu vuoi che…?- gli chiese, fra l’emozionato e l’atterrito. Il Nara annui’.
-Sempre se a te va. Altrimenti puoi rimanere da Sakura, non mi offendo.-
Lei ci penso’ per alcuni istanti. Poi sorrise radiosa, sentendosi un po’ impacciata.
-Si, mi piacerebbe. Poi Sakura e Sasuke sono stati fin troppo gentili con me, e’ arrivato il momento che io gli lasci la loro intimita’.-
Il Nara annui’, sentendosi per un attimo tremendamente felice. Avrebbe voluto abbracciarla, ma era troppo imbarazzato da quella situazione. E poi, si disse, non sarebbe stato da lui essere cosi’ espansivo. Quindi si limito’ a sorriderle, aprendole la porta.
-Allora andiamo, su. Il mio vecchio letto era perfetto per le dormite. E tutto questo movimento mi ha fatto venire voglia di sdraiarmi…- lei oltrepasso’ la porta, e lui la segui’. –Da quanto io mi ricordi c’era anche una bella terrazza. Perfetta per guardare le nuvole.-
Ise si volto’, osservando il padre richiudere la porta a chiave, forse per l’ultima volta. Si sentiva euforica, con una tremenda voglia di urlare. Aveva anche un po’ di paura, visto l’enorme passo che stava per fare.
Stavano per diventare una famiglia.
Una famiglia vera, con una casa vera.
-… e poi la cucina era grandissima, sicuramente tu apprezzerai. Io non la saprei usare, ma Choji ha sempre detto che era fantastica.-
Ise sorrise, presa da un’improvvisa tenerezza nei confronti di suo padre, emozionato quanto lei. Quando i due si guardarono, lei gli rivolse un’espressione radiosa.
-Si, Shika, penso proprio che mi piacera’.-
 
 
Quando finalmente arrivarono davanti alla casa, Ise non riusci’ a trattenere un’esclamazione di meraviglia.
Era una villetta bianca, a due piani, con le mura tappezzate di finestre. Circondata da un giardino curato, era abbellita qua e la’ da cespugli di fiori colorati.
Non era grandissima, ma manteneva nelle sue forme delle proporzioni armoniose. La grande terrazza, al secondo piano, creava un porticato che ricopriva l’entrata principale, ritagliando uno spazio in ombra ottimo per le giornate d’estate.
Insomma, era perfetta.
-Ma e’ bellissima…- mormoro’, mentre suo padre armeggiava con le chiavi, tentando di aprire il cancello di ferro battuto.
-Ti piace?- le chiese. Lei annui’, con gli occhi grandi per lo stupore. –E’ stata Temari a fare il progetto. Voleva una casa che le ricordasse il posto da dove veniva, che la facesse sentire a suo agio. Per questo ci sono tante finestre. Voleva che il sole entrasse sempre, proprio come a Suna.-
Apri’ il cancelletto, e lascio’ che la ragazza lo precedesse. Lei entro’, e si soffermo’ a osservare un rigoglioso cespuglio di ortensie. –Ehi Shika,- lo chiamo’, stupita –ma come fa il giardino ad essere cosi’ bello? Non avevi detto che in questa casa non entra piu’ nessuno da dieci anni?-
Suo padre si gratto’ la testa, sorridendo imbarazzato. –Ehm si, e’ vero. Ma il giardino e’ stata una mia richiesta nelle clausole del divorzio. Non volevo che si seccasse. Quindi se non sbaglio ogni mese viene qualcuno a curare i fiori…-
Ise fece una smorfia confusa, non capendo il motivo di quella stranezza. Shikamaru lesse la sua espressione, e un po’ impacciato rispose –Ehm, questi fiori mi ricordano… tua madre. Il seme del primo albero che ho piantato, quello li’- indico’ un enorme albero di pesche a lato della casa –lo presi dal suo giardino.-
La biondina rimase in silenzio, osservando emozionata i fiori. Non avrebbe mai pensato che suo padre fosse una persona cosi’ sentimentale da rivolgere cosi’ tante attenzioni a dei dettagli quasi insignificanti.
-Sono bellissimi.- commento’ poi, sentendo lo sguardo dell’uomo addosso.
Lui si passo una mano dietro il collo, alzando le spalle. –Si, lo sono. Lei li amava cosi’ tanto… E alla fine mi ha trasmesso la sua passione.-
I due sorrisero, poi si avvicinarono alla casa. Shikamaru apri’ la porta, e subito furono dentro.
Come si era immaginata, la casa all’interno era ancora piu’ bella che fuori.
Era stata arredata con gusto, alternando classico a moderno. La cosa che colpiva piu’ di tutto era la luce, che grazie ai muri bianchi e alle immense finestre inondava la casa, con un effetto abbagliante. Sembrava proprio di trovarsi in una delle case del paese della sabbia, con quei colori pastello che stemperavano le linee dure dei mobili.
Era veramente una bellissima casa.
Noto’ che lo zampino di suo padre si faceva vedere anche all’interno dell’abitazione, dando un tocco piu’ vivace. C’erano quindi diversi vasi di fiori disseminati in tutte le stanze, accompagnati da cuscini e da poltrone, perfette per oziare.
La condusse al piano di sopra, dove tutto il muro rivolto verso ovest era stato sostituito con un’immensa vetrata, che si gettava su una grande terrazza.
La stanza principale era un immenso salone, che godeva di una vista mozzafiato sui tramonti di Konoha, su cui poi si affacciavano altre due stanze da letto.
Shikamaru le mostro’ una stanza laterale, rivolta verso nord. Al suo interno c’erano un letto, una scrivania ed una grande libreria, che pero’ attendeva di essere riempita. Ise poso’ lo scatolone sulla scrivania bianca, guardandosi intorno con sguardo meravigliato.
Tutta la stanza era di un soffuso celeste pastello. Sembrava quasi fatto apposta, visto che quello era esattamente il colore dei suoi occhi.
Scosto’ le tende di organza, rimanendo per alcuni istanti in piena contemplazione del panoramana fuori dalla finestra.
Poi si volto’, estasiata. –E’ bellissima..- sussurro’, quasi incredula. Quella stanza sembrava proprio fatta apposta per lei.
Shikamaru, che era rimasto in silenzio ansioso di una sua reazione, si sciolse in un sorriso. –Sono contento che ti piaccia. E’ la tua stanza, puoi farne cio’ che vuoi.-
Lei gli rivolse uno sguardo grato. Poi sfilo’ dalla borsa il libro che il giorno prima Sasuke le aveva portato in ospedale e lo posiziono’ soddisfatta al centro della libreria.
I due si guardarono, poi scoppiarono a ridere.
-Dai, ne compreremo altri.- le disse Shikamaru, con lo sguardo acceso. Lei annui’, senza smettere di ridere. Lancio’ un’altra occhiata al solitario libro, sentendosi comunque a proprio agio.
Quel posto era la casa che aveva perso.
Vide suo padre uscire dalla stanza, e incuriosita lo segui’ con lo sguardo.
Lo vide scomparire dentro la camera accanto, per poi riuscirne portando in trionfo un oggetto nella mano destra.
Entro’ di nuovo nella sua stanza, sorpasso’ la figlia, e con viso serio aggiunse il libro che aveva appena preso allo scaffale, esattamente accanto all’altro.
Rimase a fissare quella buffa immagine per una manciata di secondi, poi incrocio’ le braccia al petto con fare soddisfatto. –Cosi’ e’ tutta un’altra cosa.-
Usci’ dalla stanza, sbadigliando a piu’ non posso.
Ise era sicura che sarebbe andato a sdraiarsi sulla prima superficie orizzontale disponibile, con una particolare predilezione per una certa amaca che aveva visto sul balcone.
Riporto’ lo sguardo sulla libreria, e spontaneamente sulle sue labbra nacque un sorriso.
Due libri solitari, senza nulla in comune, costretti a stare insieme.
Un’accoppiata senza senso, ma che stranamente faceva un bell’effetto.
Ise usci’ dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Sorrise.
Si, in quel modo era tutta un’altra cosa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ixia’s___________________
Buonasera a tutti popolo di EFP.
Stasera sarò breve. (E tutti ringraziarono)
Capitolo importante, uno dei miei preferiti. Da brava mosca bianca dovrei odiare Temari, ma purtroppo devo ammettere che non ci riesco.
È il personaggio di Naruto che più mi assomiglia, o che comunque stimo immensamente. Quindi l’eterna rivale è arrivata… È ha sfatato il mito che tutte le matrigne e le ex mogli devono per forza odiare i figliastri. (Cosa, secondo me, veramente idiota…)
Chiedo perdono per lo scempio che ho compiuto durante il loro colloquio, ma non ho mai utilizzato veramente Temari prima d’ora. È stato un’esperimento… Un po’ come tutto il capitolo.
Vabbè ragazzi, spero vi sia piaciuto. Ormai penso vi siate stufati di sentirmi dire “recensite”, quindi lo eviterò. Chi vuole lo faccia, altrimenti amen.
Un bacio a tutti, grazie a quelle 4 anime che si sono fatti sentire lo scorso capitolo.
Grazie per aver perso il vostro tempo con i miei sproloqui (storia compresa…) ^^
A lunedì prossimo. :D
 
Ixia

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Ixia