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Autore: allegretto    08/06/2011    4 recensioni
Dopo il ritorno di Dean dagli inferi, il rapporto con suo fratello Sam è peggiorato. Il fratello maggiore, sconvolto dalla sua esperienza laggiù, non riesce più a imporre la sua volontà sul più piccolo e anzi gli ha lasciato le redini del comando. A sbloccare la situazione ci pensa Bobby ingaggiando anche l'angelo Castiel, il quale ha tutto l'interesse di far diventare Sam nuovamente dipendente da Dean, in modo che costui si senta di nuovo forte e in grado di uccidere Lilith! Attenzione: spoiler quarta stagione!
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Capitolo diciottesimo

 

Sei sicuro che mio padre o meglio il suo fantasma non sia qui in giro. Cass?”, chiese Dean, seduto al tavolo della cucina, mentre cercava di scaldarsi le mani intorno a una tazza di caffè caldo.

No, tuo padre non è qui!”, rispose quello, tranquillo.

A volte ho l'impressione che Bobby venga posseduto da mio padre, soprattutto quando urla e strepita!”, spiegò Dean, anche se Castiel non gli aveva chiesto nulla.

Credo abbia ragione, Dean. Lo state facendo diventare matto. E' fin troppo bravo...”, esclamò l'angelo, osservando con curiosità il liquido scuro contenuto nella tazza del più vecchio dei Winchester.

Si, si, proprio bravo. Essere preso a calci alla mia età...”, replicò Dean, seguendo lo sguardo di Cass nella propria tazza. “Se ne vuoi un po', prenditelo. Ce n'è ancora!”, aggiunse, poi.

Non ho sete! Noi angeli non abbiamo necessità umane”, rispose l'angelo.

Il caffè non viene preso per calmare la sete. Serve per rilassarsi, per tenerti sveglio e per scaldarti!”, spiegò Dean.

Sam ha sempre la febbre alta ma almeno non ha più la diarrea”, esclamò Bobby, entrando in cucina. Poi si diresse alla brocca del caffè, se ne tirò giù una tazza e poi si sedette al tavolo di fronte a Dean.

Allora Cass, quale è il tuo piano? Non può Sam tirarla tanto alle lunghe. Bisognerà portarlo in ospedale domani se non gli si abbassa la temperatura. Si disidrata troppo velocemente!”, sbottò Bobby, infrangendo il silenzio calato su loro tre.

Allora a quanto ho capito, tu”, rivolgendosi a Bobby, “mi hai detto che Zacharia ha fatto ammalare i due Winchester, perchè Sam continua a fare di testa sua?”, chiese Cass, guardando i due cacciatori.

Si, hai capito bene!”, rispose Bobby, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la credenza, dove prese la bottiglia di whisky. Si risedette e se ne versò nella tazza una generosa dose.

Dean fece il gesto di afferrare la bottiglia anche lui ma Bobby fu più lesto. La tolse dal tavolo e la mise in terra senza proferire parola. Dean sbuffò, guadagnandosi un'occhiataccia dal parte del vecchio cacciatore.

Ah, allora, non posso fare nulla!”, esclamò Cass, alzandosi in piedi.

Come sarebbe a dire che non puoi farci nulla!”, sbottò Dean, sbattendo la tazza sul tavolo.

Zacharia è il mio diretto superiore e non posso fare niente. Non posso disobbedire”

Non me ne frega un accidente se è il tuo superiore!”, replicò Dean, saltando su come una molla.

Stai calmo, Dean!”, esclamò Bobby, lanciandogli uno sguardo minaccioso.

Come faccio a stare calmo!!”, urlò il cacciatore più giovane, avvicinandosi all'angelo.

Se facessi qualcosa, Zacharia interverrebbe subito e sarebbero guai per tutti!”, replicò l'angelo calmo, nonostante l'avvicinarsi di Dean con gli occhi fiammeggianti dall'ira.

Dean, siediti!”, esclamò Bobby, afferrando il braccio del giovane e tirandolo verso di sé.

Lasciami andare!”, esclamò quello, a bassa voce.

Vedo che il prenderti a calci per tutto il cortile è servito a poco. Siediti subito e calmati! Con l'ira non andiamo da nessuna parte e di certo non puoi picchiare un angelo!”, esclamò Bobby.

E chi te lo dice?”, replicò Dean, dando un calcio a una gamba di Castiel.

L'urlo successivo di dolore, appartenente a Dean, echeggiò in tutta la casa.

Ahhh, cosa hai al posto dell'osso? Acciaio?? Marmo???”, ululò il ragazzo, tenendosi il piede. Poi si sedette sulla sedia sotto lo sguardo minaccioso di Bobby e serafico di Cass.

Un umano non può farmi nulla, Dean! Anzi, si fa male da solo!”

Ah, bene. Avvertirmi prima, no?”, replicò Dean, mentre si toglieva lo stivale e si massaggiava piano piano le dita dei piedi.

Meno male che avevo le scarpe”, bofonchiò poi.

Ellen e Jo fecero la loro comparsa in cucina.

Pensavo che finalmente avessi cominciato a sbollire un po' di rabbia, prendendo a sberle Dean!”, esclamò Ellen, tirando su la bottiglia di whisky e andando verso la caffettiera.

Non ce n'è bisogno. E' tanto tonno che si fa male da solo!”, ribattà Bobby, ghignando.

Ellen, ti ci metti pure tu, adesso?”, esclamò Dean, depresso,

Su, su, dai. Non ti abbattere. Remiamo tutti dalla stessa parte”, esclamò Ellen, versando un po' di whisky nella tazza di Dean, non appena Bobby si distrasse un attimo.

Dean accennò a un debole sorriso di ringraziamento.

Che ne dici, Superman, di andare a letto! Hai gli occhi lucidi e sei più pallido dell'ultimo fantasma che ho cacciato!”, esclamò Bobby poi rivolgendosi a Dean.

Sto bene”, replicò Dean, sbadigliando.

Si, certo!”, ribattè l'altro, con un gesto di stizza.

Uffa. E poi sono Batman e non Superman!”, esclamò. Poi vedendo l'esasperazione sul viso del vecchio cacciatore, aggiunse: “Adesso vado, vecchio brontolone!”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

Un improvviso capogiro sottolineò la precaria condizione di Dean. Jo lo afferrrò per un braccio in modo che non cadesse e poi gli mise il dorso della mano sulla fronte.

Cavolo, Dean. Scotti!”, esclamò, allarmata.

Ma no, ho bevuto il caffè bollente...”, spiegò Dean, allontanando la mano della ragazza con un gesto di insofferenza e sbuffò.

Ellen gli allungò il termometro e pretese che se lo infilasse in bocca, neanche fosse stato un bimbetto come suo fratello. Sotto lo sguardo attento di tutti i presenti nella cucina, aprì la bocca e si lasciò ficcare sotto la lingua quell'affare. Si risedette e aspettò i fatidici cinque minuti, osservando di sottecchi gli altri.

Cass sembrava incuriosito da quell'affare di vetro che spuntava dalla sua bocca. Negli ultimi tempi faceva molte domande su usi e costumi umani come se stesse valutando l'ipotesi di diventare pure lui un umano. Bobby, stanco morto, aveva le borse sotto gli occhi. Parlottava con Ellen e ogni tanto gli lanciava un'occhiata veloce, carica però di affetto e preoccupazione. Gli venne l'impeto di alzarsi in piedi e di andare ad abbracciare quel vecchio orso. Probabilmente se lo avesse fatto, tutti avrebbero pensato che era la febbre... Jo, invece, stava facendo del caffè fresco. Quella ragazza era un mistero per lui. Le aveva sempre voluto bene come a una sorella, però avvertiva qualcosa di più ma lei era scostante e insofferente. Ah, le donne....

Ellen era quella che gli ricordava di più sua madre. Era contento che ci fosse stata in quei giorni. Almeno Sam aveva assaporato cosa volesse dire essere cullato, curato e protetto da una mamma. Il pensiero gli fece lacrimare gli occhi. Pessima idea. Così tutti avrebbero pensato quanto stesse male...

Dean, fammi vedere!”, esclamò Ellen, all'improvviso, facendolo saltare su dalla sedia per lo spavento.

Ehi, Dean. Tranquillo! Vedrai che si sistema tutto. Lo so che sei preoccupato per tuo fratello e per tutta sta situazione. Una soluzione la troveremo.”, esclamò lei, facendogli una carezza sul viso, mentre tirava fuori il termometro dalla bocca.

Grazie, Ellen”, bofonchiò Dean, con la voce intrisa di commozione.

39! Bene. Qualcosa da mangiare, tachipirina e letto!”, commentò Bobby nell'osservare il termometro sotto la luce diretta della lampada dalla cucina a gas.

Mentre Dean mangiava due biscotti per bambini, appartenenti a Sam, e beveva un po' di latte caldo, un'idea prese forma nella sua mente, ottenebrata dalla febbre.

Cass, tu non puoi guarirci, perchè è intervenuto Zach. Ok. Puoi, però, riportare Sam alla forma originaria. Sicuramente può combattere la febbre e la disidratazione meglio se è un adulto e non un bambino di tre anni, no?”, esclamò Dean, rivolgendosi all'angelo.

L'angelo lo guardò fisso negli occhi. Stava chiaramente pensando ai pro e ai contro di quella strategia.

Potrebbe andare bene. Devi, però, parlare con tuo fratello e assicurarti che abbia capito le implicazioni del mio gesto. Lo riporterò ai suoi due metri di altezza se ti prometterà di non usare più i suoi poteri e se non si incontrerà più di nascosto con Ruby. Se noterò sincerità nel suo tono, tornerà ai suoi 25 anni!”, disse Cass.

Va bene. Allora adesso andrò a parlare con lui. Speriamo bene!”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

Né i giramenti di testa, né la nausea gli impedirono di dirigersi nella sua camera per chiarire, finalmente, la situazione con Sam.

 

Stanza di Sam e Dean

 

Ehi, piccolo! Come stai?”, chiese Dean, sedendosi sul letto e accarezzando la testa di suo fratello.

Era tutto sudato. I capelli umidi erano appiccicati alla fronte e scottava anche lui per la febbre. Decise di cambiarlo e bagnarlo con l'acqua fredda. Magari si sarebbe fatto una doccia anche lui in modo da far abbassare la temperatura a tutti e due. Doveva farlo anche bere. Si guardò intorno alla ricerca di un bicchiere ma sul comodino c'era solo un biberon. Dentro aveva un liquido ambrato. Lo girò e fece cadere alcune gocce sul dorso della mano. Con la lingua ne raccolse un po'. Era tè freddo zuccherato.

Scrollò dolcemente suo fratello. “Sam, svegliati. Devi bere!”

Sam aprì gli occhi e gli sorrise. “Ciao, Dean!”, disse con un filo di voce. “Che succede?”, chiese poi, allarmato.

Devo farti bere. Devo cambiarti e dobbiamo parlare!”, rispose lui, prendendolo in braccio.

Poi afferrò il biberon e lo diresse verso le labbra del piccolo.

Uh...parlare di cosa?”, chiese Sam, allontando il poppatoio con la propria mano.

Sam, bevi. Sei disidratato. Non puoi stare così. Obbedisci, su!”, esclamò, esasperato, Dean.

Cavolo, vorrei un po' di caffè!”, esclamò Sam.

Se fai come ti dico, domani mattina lo potrai bere!”

E perchè?”

Perchè Cass vuole che parliamo e se mi risponderai con sincerità, ti riporterà indietro!”

Ok, dammi quell'affare!”

No, te lo do io!”

Per dieci minuti quella stanza fu permeata dalla dolcezza e dalla tenerezza. Dean, seduto sul letto, appoggiato alla testiera con le gambe sotto le coperte, teneva tra le braccia, suo fratello, il quale aveva la testa appoggiata alla sua spalla sinistra e succhiava beatamente il biberon. Il canticchiare “Whole lotta love” dei Led Zeppelin, da parte di Dean, fu il preludio a un breve pisolino per entrambi.

Dean stava sognando di essere nell'acqua. Stava facendo il bagno immerso in una piscina di acqua calda ma si sentiva a disagio come se non stesse nuotando nell'acqua ma...

Oh, cavolo!”, esclamò, all'improvviso, svegliandosi di colpo. “Sam, accidenti, mi hai pisciato tutto addosso!”, gridò, poi, scrollando il fratello.

Ah, ah, ah, ah, si, Bobby l'ha detto che non tengono niente 'sti pannolini!”, rise Sam, tastandosi le gambe.

Ah, bene! Però dirmelo, no? Accidenti, abbiamo combinato un bel casino. Ora chi lo sente il vecchio brontolone...”, esclamò Dean, alzandosi in piedi.

A quel punto decise di farsi la doccia con Sam in braccio. Ridacchiando e prendendosi in giro a turno per quella strana vicenda che li vedeva protagonisti, riuscirono a lavarsi e a rinfrescarsi. Asciugò e vestì prima quel rompiscatole del fratello e poi, dopo essersi vestito con una maglietta e un paio di pantaloni felpati si mise a disfare l'altro letto per far asciugare le lenzuola, Sam non perdeva neanche una sola sua azione. Si accorse che non si era per niente lamentato del fatto che lo avesse lavato e vestito con aggiunta di creme e borotalchi vari...

Sai, se non fosse perchè dobbiamo fermare l'Apocalisse e aiutare gli angeli a sconfiggere i demoni, mi piacerebbe rimanere bambino. Vorrei avere un'infanzia normale e che tu fossi realmente il mio papà”, disse Sam, mentre Dean si infilava nell'altro letto, dove c'era già suo fratello.

Si fermò un attimo a guardare quel bimbo, pavesato in una tutina azzurra con sopra un tenero orsetto, che lo guardava con sguardo adorante.

Si, mi piacerebbe anche a me, Sammy. Non possiamo, però. Tu devi tornare quello che eri e insieme liberarci di demoni e angeli!”, esclamò Dean, sospirando.

Cosa ti ha detto, Cass?”, chiese Sam.

Non può farci niente con quello che ha fatto Zach ma può farti tornare grande così puoi sopportare meglio la malattia. Solo che dobbiamo parlare. Seriamente, questa volta!”, esclamò, Dean, dando una pacca sulla schiena di Sam, mentre si sistemava nel letto.

Ahia, Dean! Non vedo l'ora di tornare alla mia forma originaria così non avrai più la possibilità di prendermi a sberle quando vuoi tu”, gridò Sam, cecando di morsicare la mano del fratello più vecchio.

Oh, stai fermo, animaletto! Sculacciarti, probabilmente no! Prenderti a pugni, si! Uao, non vedo l'ora!”, replicò Dean.

Si, certo, dovrai solo provarci!”, esclamò Sam, dando un calcio al fratello.

Non c'è problema. Quando vuoi, fratellino!”, ribattè Dean, facendo poi il solletico a Sam, il quale squittì di gioia.

Rimasero poi alcuni minuti in silenzio. Entrambi affaticati dalla febbre e spossati dagli ultimi avvenimenti. Erano sdraiati sul letto, sotto le coperte. Le possenti braccia di Dean erano attorno al piccolo Sam, il quale era rannicchiato contro suo fratello.

Di cosa dobbiamo parlare, Dean?”, esclamò, all'improvviso, Sam.

Dean, quasi addormentato, si era dimenticato della chiaccherata. Una domanda su tutte lo aveva tormentato per tutti quei mesi.

Perchè vuoi uccidere Lilith a tutti i costi?”

Sam sospirò e poi giocando con il ciondolo appeso alla collana di Dean, simbolo del loro legame indissolubile, rispose: “Lilith, lei ti ha portato all'Inferno, là ti hanno torturato e io so che è solo colpa mia se è successo questo. Solo colpa mia!”

No, non è colpa tua. Cosa ti viene in mente, Sam! Sono io che ho preso quella decisione, non tu!”

Si, certo, però se fossi stato più attento quel giorno, non mi sarei fatto ammazzare da Jake e tu non avresti dvuto fare il patto...”

Sammy!”

No, è vero. Lo sai che ho ragione. Ho infranto una delle regole più importanti del combattimento . Mai girare le spalle al tuo nemico! Se potessi tornare indietro, lo ucciderei subito, invece di stordirlo solamente, maledizione!”, esclamò Sam, picchiandosi la testa con le sue mani.

Oh, piccolo, stai fermo. Vedi, però, il mio Sam non lo avrebbe mai ucciso! Io non ti incolpo per quello che è successo e tu non dovresti ritenerti respondabile. Non potevi sapere che si sarebbe svegliato così presto. Molti dopo un colpo simile, rimangono svenuti per un pò”

Si, ma...”

Niente ma, Sam. Basta! Non è stata colpa tua. Punto! E neanche quella della mia discesa all'Inferno. E' stata mia la decisione, non la tua, piccolo”

Ti ho promesso, però, che ti avrei tirato fuori da là!”, Sam, replicò, rivolgendosi a fratello con gli occhi pieni di lacrime. “E ho provato, Dean. Ho cercato dapperttutto, nella libreria di Bobby, chiedendo a tutti quelli che si occupano di magia nera. Sono andato perfino a un incrocio per fare un patto per mio conto ma non mi hanno voluto dicendomi che io ero già destinato a loro. Non importa quanto abbia cercato o provato ma non ci sono proprio riuscito, maledizione!”, esclamò Sam, scoppiando a piangere.

Dean abbracciò forte quel bimbo che era scosso da violenti singhiozzi e se lo strinse a sé. Con la voce rotta dall'emozione esclamò: “E' tutto a posto, Sammy. Sono qui ora e non ho intenzione di andare da nessuna parte senza di te!”

 

Fuori dalla porta

 

Bobby si passò una mano sugli occhi, asciugandosi le lacrime mentre ascoltava quello che si stavano dicendo i due ragazzi. Era passato per vedere se andasse tutto bene ma non appena si era reso conto di quello che stava accadendo, non era entrato nella stanza. Voleva dare loro l'oppurtunità di chiarirsi e di arrivare finalmente a mettere le cose a posto.

Realizzando che la chiaccherata significava la fine del piccolo Sammy, il vecchio cacciatore sospirò. Mentre gli era mancato il Sam adulto, si era davvero divertito ad avere il piccolo Sammy di nuovo. Era stato meraviglioso vedere entrambi i ragazzi giocare e ridere assieme. E anche le arrabbiature con entrambi, eano state una piacevole parentesi. Castiel poteva anche aver travisato le sue parole ma avva trovato la soluzione perfetta. Dean era tornato nel suo ruolo di fratello maggiore e Sam si era conformato in quello di fratello minore.

Entrando nella sua camera, Bobby andò verso il comò, dove nella specchiera, tra lo specchio e il legno che lo reggeva, c'era una vecchia foto di John con i suoi figli. “Noi li abbiamo fatti ritornare indietro, Johnny”, sussurrò. “I nostri ragazzi sono tornati”

 

Stanza di Sam e Dean

 

Allontanandosi un poco da Dean, Sam si asciugò le lacrime con il lenzuolo. Poi, tirando su con il naso, bofonchiò: “Scusami”

Non hai fatto niente per cui tu debba scusare, Sam”, Dean rassicurò il fratellino. Poi facendo una contorsione, prese un fazzoletto e il biberon dal comodino e li diede al piccolo. “Avevi bisogno di sfogarti!”, aggiunse poi, mentre Sam succhiava avidamente il liquido dal poppatoio.

Questo significa che siamo sulla buona strada, secondo i parametri di Cass, vero?”, chiese Sam, dopo aver finito di bere.

Si. Credo che con questo, abbiamo raggiunto la quota annuale di sentimentalismi!”, esclamò Dean, ridacchiando.

Ah, bene. Non riuscirei più ad andare avanti a piangere come una fontana!”

Ho paura, Sam, che non abbiamo ancora finito, però. Dobbiamo anocra parlare di Ruby e dei tuoi poteri”, Dean disse a suo fratello, il quale lo guardava con gli occhi spalancati dallo stupore.

Cosa vuoi sapere?”, chiese, poi, Sam, cercando di mantenere la voce ferma ma nascondendo il volto tra le pieghe della camicia di Dean.

Perchè vuoi usare il tuo potere a tutti i costi quando sai benissimo che ti può costare la vita, continuando a farlo?”, chiese Dean, tirando su Sam in modo da vederlo bene in viso.

Perchè è l'unico modo per uccidere Lilith!”, esclamò il piccolo, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Te l'ho detto, Lo faremo insieme. E nel modo classico!”, replicò Dean.

Ruby dice che solo io lo posso fare e ciò mi sta bene. Finalmente posso essere utile. Quando è morta la mamma ero troppo piccolo, quando è morta Jessica non c'ero, papà l'ha fatto per te e tu sei andato all'Inferno, sempre per colpa mia. Almeno che, per una volta, io faccia una cosa giusta!”

Cosa?!?”, gridò Dean. “Che diavolo stai dicendo Sam?”

E' vero, Dean. E lo sai anche tu. Lilith ti ha preso una volta e io non permetterò che accada un'altra volta. E' tutta colpa mia! Se Azazel non mi avesse fatto cadere quelle gocce di sangue demoniaco nella mia bocca, mamma, papà e te avreste potuto vivere una vita normale”

Sam, stai dicendo delle stronzate. E smettila di dire che è colpa tua, maledizione!”, sbottò Dean, dando una sberla sul braccio di Sam. “E comunque credi un po' troppo a Ruby. Ti sarai anche innamorato di lei ma quello che vedi è solo un involucro. Dentro c'è un demone che si sta prendendo gioco di te!”, aggiunse poi, esasperato, mettendosi seduto sul letto,

E allora perchè mi farebbe diventare sempre più forte per arrivare al punto di poter uccidere Lilith? Non ha senso, Dean! Se facesse un gioco sporco, non lo farebbe!”, ribattè Sam, cercando di far ragionare il fratello.

Non lo so, Sam. So solo che non dovrai più fare niente! Me lo devi promettere. E devi essere sincero, perchè credo che Cass ti stia sentendo. Non dovrai più usare i tuoi poteri, non ti dovrai più vedere di nascosto con Ruby e soprattutto non credere più a quello che ti dice quel demone! Sono stato chiaro?”, esclamò, Dean, prendendo il viso di Sam tra le sue mani.

Lo prometto. Mai più esorcizzare i demoni con la mente e vedere Ruby di nascosto!”, esclamò, Sam, deciso.

Voglio sapere anche come Ruby fa a farti diventare così forte. E non mi dire che ti fa allenare perchè non ci credo!”, aggiunse poi Dean, sempre guardando fisso negli occhi suo fratello.

E' così, Dean. Te lo giuro!”, esclamò Sam, ricambiando lo sguardo con il fratello,

Sam, giurami che stai dicendo la verità!”

Te lo giuro!”, rispose Sam, cercando di essere il più convincente possibile.

Sam, ti ho voluto bene nel momento stesso in cui ti ho visto per la prima volta. Eri il mio fratellino. Ho dato la mia vita per proteggerti; eri la mia responsabilità. E non è cambiato niente che tu sia alto mezzo metro o due metri. Se mi hai detto la verità su quello che hai fatto con Ruby e sul fatto che non mi mentirai più, bene. Se, però, verrò a sapere altre cose o se continuerai a fare le cose di nascosto, io...”

C'è una cosa che non ti ho detto, Dean!”, lo interruppe Sam, ben sapendo che non poteva tacere ciò più a lungo. Era conscio del pericolo che correva se suo fratello lo avesse scoperto in futuro e quello era il momento migliore per confessarlo. Tanto morto per morto...

E sarebbe?”, chiese Dean, preoccupato dalla reazione del fratello, agitato e di nuovo sull'orlo delle lacrime.

Ruby...io....sangue...demone...potere...”, farfugliò Sam, singhiozzando.

Non ho capito nulla, Sam. Cosa stai dicendo?”, domandò Dean, avvicinandosi al fratello,

Inspirando a fondo cercando di calmarsi quanto bastava per parlare, Sam disse: “Per...farmi rafforzare i … miei poteri... Ruby mi fa...bere … il suo … sangue!”. Poi con un balzo saltò giù dal letto e si rifugiò nel bagno, dove riuscì, mettendosi sulle punte dei piedi, a chiudere a chiave la porta. 

  
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