AVVISO: La storia si è classificata quarta al
Contest Canon! Pairing
Contest indetto dalla GiudiciA Taminia, che ringrazio infinitamente per l’opportunità!
Non
è mai troppo presto.
Cho
si voltò sospirando verso il campo da Quidditch, trasformato in un labirinto
senza fine.
Lo fissò per qualche secondo, poi riportò lo sguardo su Cedric.
Lui le prese le mani e si incupì.
Non ricordava di averlo mai visto così serio e preoccupato.
“Cho…”, mormorò, alzando lo sguardo su
di lei.
Lei fece ricadere timidamente il ciuffo sugli occhi,
abbassandoli di colpo, e sentì le guance scaldarsi.
Il suo nome sussurrato in quella maniera le dava i brividi, ma
non riusciva a capire se di freddo o di paura.
“Se mi dovesse succedere qualcosa…”
Le salirono subito le lacrime agli occhi.
Lo stress di quei giorni premeva per uscire.
La paura la faceva tremare e la faceva sentire debole come non
lo era mai stata.
Era terrorizzata all’idea di non vederlo uscire da quel
maledetto labirinto.
Liberò delicatamente una mano dalle sue e la appoggiò sulla
guancia del ragazzo, continuando a non guardarlo negli occhi.
Lui si sporse appena verso di lei.
Si fissò ostinatamente i lacci delle scarpe e rimasero così per
un altro minuto.
Poi Cedric sospirò.
Lei alzò lo sguardo immediatamente e lui ebbe la conferma che
cercava.
Stava piangendo.
La abbracciò di slancio, stringendola forte.
Era parecchio più alto, quindi si piegò appena per posarle il
mento sui capelli.
Lei singhiozzò forte, stringendogli la divisa.
“Non andare, ti prego…”, sussurrò tra le lacrime.
Lui sorrise triste, ma non rispose.
Sapeva di non poter fare una richiesta del genere.
I Campioni non
potevano ritirarsi.
Non avrebbe coperto di vergogna Hogwarts.
“Tra qualche minuto devo andare.”, mormorò lui dopo un po’.
Cho
annuì lentamente, socchiudendo gli occhi per impedirsi di piangere.
Si staccò delicatamente da lui, passandosi un lembo del mantello
sulle guance per asciugarsi le lacrime.
Cedric
sorrise e la avvicinò a se di nuovo, cingendole i fianchi con le braccia.
Appoggiò le labbra alla sua fronte.
“Ci rivediamo presto, te lo prometto. Alla prossima uscita ad Hogsmeade ti porto da Madama Piediburro.”, mormorò.
Lei sorrise tra le lacrime.
Il professor Moody apparve dietro di
loro.
“Diggory! E’ quasi ora!”, ruggì,
roteando l’occhio blu a destra e a sinistra.
“Arrivo, professore.”, mormorò Cedric
diligente, senza però allentare la stretta sulla ragazza.
Moody
li squadrò per un attimo, poi si allontanò borbottando.
Cedric
abbassò gli occhi sulla ragazza.
Era tornata l’espressione seria e preoccupata di prima, anche se
con molta probabilità non voleva darlo a vedere.
Lei cercò di spingerlo verso il campo.
“Vai.”, gli disse.
Cedric
allargò il sorriso.
Si abbassò sulle sue labbra e la baciò con delicatezza.
Quando si separarono, lei sembrava appena più tranquilla.
Asciugò la lacrima solitaria che stava scendendo sulla guancia
del ragazzo e si soffermò per un istante a fargli una carezza.
Lui appoggiò il viso alla sua mano, abbandonandosi al suo tocco.
“Vai e stracciali tutti. Sarai tu il campione.”, sussurrò lei
prima di baciarlo.
“Cho…”, mormorò Cedric
sulle sue labbra.
“Mh?”, fece lei, ancora con le palpebre abbassate.
“Se esco vivo da quel labirinto, a fine scuola ti sposo.”
Sentiva il sorriso sulle sue labbra mentre
lui le mordeva piano il labbro inferiore.
Sotto la sua mano, appoggiata sul suo petto, il cuore batteva
forte.
Lei alzò gli occhi su di lui, atterrita, e incontrò il suo
sguardo determinato.
Non rispose e lo baciò con impeto.
Lui ridacchiò.
“Sono serio! E non preoccuparti, la risposta me la dai quando torno
con la coppa in mano!”
Un po’ di spavalderia ogni tanto ci vuole, si disse Cedric. E poi è inutile spaventarla. Ho già
abbastanza paura da solo. E sono sicuro di quello che faccio.
“Ti amo.” le sussurrò.
Lei sorrise – uno dei sorrisi più belli che
Cedric avesse mai visto – e lo lasciò andare.
Si diresse verso l’entrata del labirinto senza voltarsi e
percepì il suo sguardo puntato addosso fino a che la siepe del labirinto non si
chiuse alle sue spalle.
Poi tutti i rumori si spensero.
*
“MIO FIGLIO! IL MIO RAGAZZO!” Le urla di Amos Diggory gli perforavano il cervello.
Corse senza badare contro chi andava a
sbattere fino ad arrivare all’uomo inginocchiato sul cadavere.
Perché era di questo che si trattava.
Un cadavere.
Cedric
giaceva scomposto a terra, il viso sporco e sudato, gli occhi che fissavano
vuoti il cielo pieno di stelle.
La divisa era strappata il più punti, addirittura bruciata.
Sanguinava da una tempia.
Sembrava quasi che dormisse, o che fingesse di essere morto.
Di essersene andato per sempre.
Cadde in ginocchio di fianco ad Amos Diggory
e furono inutili i tentativi di Silente di portarla via di lì.
Tutto ciò che voleva era stringere convulsamente il suo corpo e
piangere fino a svenire, in modo da non doversi rendere davvero conto che se ne
era andato, che non c’era più.
Voleva urlare, sfogarsi, ma non ci riuscì.
Dalla bocca non le usciva alcun suono.
Silente era riuscito a far spostare di poco Amos.
Si rese conto che l’avrebbero portata
via a momenti.
Accarezzò una guancia sporca di sangue e terra di Cedric e cercò di imprimere nella memoria quella morbidezza
e quel calore.
Ma era freddo.
Gli occhi erano vitrei, abbandonati da qualsiasi emozione,
spogli.
Privi di vita.
Strinse gli occhi per smettere di piangere e cercò di parlare,
senza risultato.
Ma voleva dirglielo, voleva che lo sapesse.
Doveva saperlo.
Ti amo, Ced,
pensò con tutta la forza che aveva.
Le lacrime scorrevano sulle guance senza sosta, senza darle
tregua.
Era scossa dai singhiozzi.
Ti amo, e la risposta è Si.
*
Cho
fissa una tomba bianca e sospira.
Caldi fiori bianchi, probabilmente gigli, orchidee e rose rosse
la ricoprono da cima a fondo, ma il nome è perfettamente visibile, quasi a
volerle incidere il cuore per l’ennesima volta.
Cedric
Diggory.
Una lacrima le scende lungo la guancia.
Ho sposato un Babbano, Ced.
Non ci crederesti mai.
Non lo amo davvero, non l’ho mai amato.
Ma è buono e dolce con me, e capisce.
Non sa che cosa sono.
Ho solo bisogno di allontanarmi dalla magia, forse.
Non mi sto allontanando da te, tuttavia.
Sei l’unica cosa che ancora tiene in vita il legame tra me e il
mondo magico.
Non lo amo, e credo che lui lo sappia.
Non sa che amo te, così come non lo sapeva Harry, così come non
lo sapeva Michael.
Mi dispiace, Ced.
Avresti dovuto essere tu.
Avevo sedici anni, è vero.
Ma vivevamo in mezzo ad una guerra, e tu sei stata la prima di
tante vittime.
Però lo so ora come allora.
Non è mai troppo presto per l’amore.
ANGOLINO
AUTRICE DA STRAPAZZO
Ave, popolo di
EFP.
Allora,
anzitutto non ho idea di come mi sia venuta fuori
questa malsana idea. Devo davvero smetterla di partecipare ai Contest.
Beh, visto che
a quanto pare non sono consapevole della metà delle
cose che faccio, vi beccate questa terrificante cosa – perché non c’è una definizione migliore – su Cho e Credric.
E lui brilla, gente.
Di seguito
riporto la valutazione della GiudiciA, che ringrazio
infinitamente. Ecco, che dire, non mi aspettavo un punteggio del genere! :D
Vi ricordo che
la storia è arrivata quarta J
Grammatica: 9,5/10
Espressività: 9,5/10
Trama: 8,5/10
Personaggi: 10/10
Uso della coppia: 10/10
Originalità: 8,5/10
Apprezzamento: 9/10
Totale: 65/70
Tre
errori: un “gli” riferito a Cho, un “sì” senza
accento e l’assenza di una virgola. Per il resto, ottimo punteggio nella
grammatica.
Andiamo
all’espressività: anche qui, punteggio buono, anche se migliorabile. Ho
apprezzato più che altro il finale, invece la prima pagina è un po’ banale e ti
fa perdere dei punti in trama.
Cho è lei, punto. E piange in OGNI paragrafo. Nel penultimo mi è scappato
un sorrisetto: “Come, una lacrima sola? Mi
deludi...”.
Insomma,
una storia davvero buona.
DI NUOVO ANGOLINO ME
Beh, lo so che
fa schifo.
Infatti non mi aspetto nessuna recensione.
Certo, se
lasciaste un piccolo commentino costruttivo……. J
SeleneLightwood