Il mio corpo si risveglia, sento ora, per un momento, il dolore
svanire, come se fosse solo un lontano ricordo di una vita che non mi
appartiene più. La pelle sembra bruciare sotto le mani del demone,
sempre più audaci nello studiare le curve del mio corpo; infine ci
uniamo, sento che ora è parte di me, nonostante la mia mente sia
offuscata dal piacere, riesce ancora a percepire in modo razionale quello che
succede. Esausta ma felice mi lascio stringere dalle sue forti braccia -Sesshomaru- pronuncio solo il suo nome che non mi sembra
più tanto strano ora, anzi, mi suona
particolarmente dolce e piacevole sulle mie labbra gonfie di baci. Ma né lui né io, pronunciamo altre parole, ora
non c’e bisogno di altro. Con il volto poggiato sul suo petto sento le
palpebre appesantirsi, e mi addormento cullata dal suo profondo e regolare
respiro, dormo.
“Sono passate ore? Minuti? Secondi?” mi chiedo
sfregandomi gli occhi, mentre rivedo velocemente nella mia mente le risposte
che il mio corpo ha dato allo youkai
e viceversa. Sorrido, come non potrei? Allungo una mano alla mia destra, ma
i
polpastrelli non incontrano altro che stoffa. Il mio cuore perde un battito,
mentre la consapevolezza di essere sola mi stringe lo
stomaco. A tentativi riesco a trovare nel buio la mia divisa e corro fuori,
dopo averla indossata velocemente. Silenzio, intorno a me c’è
ora
solo il fruscio delle fogliee il canto allegro degli uccelli. Realizzo in un istante di
essermi comportata da bambina, da immatura per aver creduto alle belle parole
che Sesshomaru mi ha sussurrato all’orecchio;
le ginocchia mi tremano e con una mano mi appoggio alla ruvida corteccia di
una
quercia, mentre lentamente scivolo a terra, scossa dai singhiozzi.
-Kagome, cos’è successo?- una voce, mi sembra di ricordare a chi appartiene,
ma si, Koga! Senza pensarci mi butto disperata
tra le
sue braccia, e lui sbigottito rimane silente, senza sapere cosa fare, o senza
riuscire a trovare nulla da dire. Gentilmente mi accarezza i capelli corvini,
eppure lui sa cos’è successo, lo sente dal=
mio odore, al quale si è
sovrapposto quello del demone.
Solo dopo qualche minuto domanda con calma –Chi è
stato?-
Non rispondo subito, ma poi riesco a trovare un
colpevole a tutto e rispondo –Io-, si perché ero così
disperata da aver voluto credere alle parole di un demone. “Se prima
ero
disperata, adesso ho proprio toccato il fondo” penso cercando invano
di
asciugare le lacrime sempre più copiose, ma ecco che dall’ombra
appare un'altra figura, all’inizio non riesco a distinguerla
ma poi, abituati gli occhi alla poca luce, vedo Sango
seguita da Shippo, Miroku , Kirara e dalla vecchia Kaede, mi
sorridono.
Sorrido, e il mio volto viene
trasfigurato dal più largo sorriso che mai mi sia riuscito; mi alzo e
gli corro incontro, ma vengo fermata dall’unica voce che volevo veramente
sentire in questo momento –Dannata, ti sembra questo il modo di sprecare
tempo prezioso?-, alzo lo sguardo e lui è lì, su un ramo che
mi
sorride, felice e rilassato come mai prima l’avevo visto. Con un balzo
scende dall’albero e mi bacia la fronte dicendo –Ora sei al sicuro,
noi vegliamo su di te!-.
Sento che questa è l’ultima volta che vedo Inuyasha e i miei amici, non riesco a dire nulla,
Svenendo non vedo lo sguardo, non più di
odio, ma di fiducia, che si scambiano i due fratelli, prima che il
minore svanisca, così come è apparso.