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Autore: Doralice    10/06/2011    3 recensioni
Alaric si fece rapidamente due conti: in quella sala c'erano tre vampiri, una doppelgänger che era la chiave vivente per la libertà delle peggiori creature oscure, una strega, un angelo incarnato, un dampiro che faceva il Van Helsing per la Chiesa e due umani resi immortali da degli anelli incantati.
Gli X-Men ci fanno una pippa! - pensò.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Between Heaven and Hell'
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Note

Raga'... una recensione UNA mi avete lasciato (grazie kannuki... tu sai). Cioè. Io non elemosino mai, ma capirete che è un po' deprimente. Se non vi piace ditelo, eh, mi basta solo sapere a grandi linee cosa ne pensate, non pretendo una mega-recensione.

PS: Sono basita e costernata dalle ultime puntate, tant'è che mi sono rifiutata di vedere la fine della stagione. Sappiate che questa fanfic non prenderà minimamente in considerazione la favoletta dei 7 fratelli, ma continuerà sulla linea della Maledizione del Sole e della Luna. Come ha detto una mia amica: le atmosfere fanno un po' troppo Lost, secondo me questi non sanno quello che fanno. E aggiungo *SIGH*!

Vabbè, bando alle depressioni... eccovi il quarto capitolo... buona lettura! :)







Capitolo 4

~

Dove si fa baruffa per un diario


Cioè, non puoi capire! Questa roba spacca di brutto! –

Le sopracciglia di Stefan schizzarono verso l'attaccatura dei capelli.

Caroline osservò Nora con palese preoccupazione: – Ti sei fumata qualcosa? –

Ehi, sto cercando di adattarmi al ventunesimo secolo! – si difese lei, scollando per un attimo lo sguardo dallo schermo della Xbox.

La gente non parla così dagli anni ottanta. – le fece notare Jeremy.

E approfittando della sua distrazione le piazzò una combo micidiale. La squillante imprecazione che scaturì dall'angelo fece fischiare le sensibili orecchie dei vampiri presenti.

Nora mollò il controller sul divano e ribatté stizzita: – Ma se non eri nemmeno nato negli anni '80! –

Stefan, semplicemente, non sapeva se essere divertito o perplesso. La carezza di Elena lo distolse dalla contemplazione di quella scena ai limiti dell'assurdo.

Sei preoccupato. –

Non era una domanda, era proprio una constatazione.

Stefan rimirò i suoi lineamenti morbidi: Elena era l'allegoria dell'altruismo. Poteva contare sulle dita le volte che era stata egoista e, se ci pensava bene, le avrebbe anche trovato una nobile giustificazione. Non poteva rimpiangere troppo il fatto che questa sua caratteristica la mettesse costantemente in pericolo, perché se non fosse stata così irrimediabilmente pura non l'avrebbe amata. Cioè, non l'avrebbe amata davvero, di quel sentimento totalizzante e senza ragione che mai aveva provato prima.

Quando la guardava Stefan poteva vedere come fosse identica a Katherine, eppure non avrebbe potuto trovare al mondo una creatura tanto diversa da lei: adorava notare questo ogni volta.

Diciamo che lo adorava un po' troppo.

Stefan lo poteva constatare spesso e questa era una di quelle volte. Quelle volte in cui il suo sguardo scivolava dagli occhi scuri alle labbra morbide e lì si fermava, famelico.

Ed Elena, be', lei le conosceva bene quelle volte. Abbassò le ciglia e sorrise.

~~~

Jeremy sbadigliò rumorosamente, dando il via ad una catena di sbadigli senza fine. Caroline di alzò di colpo e prese ad errare nervosamente per il soggiorno, con le braccia incrociate sul petto.

Non posso credere di essere finita a fare il cane da guardia a quei due. – mugugnò seccata.

È venerdì sera! – sbottò, quando vide che nessuno le dava retta.

Alaric l'adocchiò stancamente: – Avevi di meglio da fare? –

Domanda retorica. Eppure sì, ne avrebbe avute eccome di cose migliori da fare. Sistemare le cose con Matt, per esempio – ormai era diventata una priorità. E non sarebbe stata una cattiva idea anche decidersi a chiudere definitivamente la questione-Tyler.

Be', – Nora si batté le mani sulle cosce e balzò su, strofinandosi gli occhi – allora facciamo qualcosa, no? Idee per ammazzare il tempo? –

Per un momento restarono tutti immobili e zitti, guardandosi a turno.

Ehi, piano, uno alla volta! – ironizzò.

Potremmo cercare altre informazioni sui diari. – propose con poca convinzione Jeremy, indicando con il pollice lo scatolone pieno che si erano portati via da casa Gilbert.

Oh, no... – pensò Caroline – non di nuovo quei dannati diari!

Emise un rantolo piagnucoloso: – Ancora?! –

Li abbiamo setacciati, non c'è niente che non sappiamo già. – constatò Alaric.

Caroline gli fece un cenno di ringraziamento.

Potrebbe esserci sfuggito qualcosa. – suggerì Nora stringendosi nelle spalle.

E con orrore di tutti i presenti, agguantò un paio di volumi e tornò a stravaccarsi sul divano. Mestamente, ognuno di loro la imitò.

Venti minuti dopo, Jeremy russava sonoramente, con la testa reclinata sul bracciolo. Caroline, col mento poggiato sulla mano, faceva solo finta di leggere gli assurdi scarabocchi di Johnathan Gilbert. Nora stessa sembrava più interessata alle ragnatele del soffitto che al diario che aveva riverso sul petto.

Solo Alaric pareva ancora immerso nella lettura, per quanto i frequenti sbadigli palesassero la sua noia. D'un tratto si alzò e andò a frugare nello scatolone – Caroline davvero non capiva con quale coraggio continuasse spontaneamente quella tortura.

Qualcuno di voi ha il diario che va dall'estate del 1864 alla primavera del 1865? –

Risuonando improvvisa nel silenzio assoluto della stanza, la sua voce risvegliò di colpo Jeremy. Il suo scatto spaventò Nora, alla quale cadde il diario a terra. Caroline ridacchiò a quel teatrino e poi controllò sul dorso del diario che aveva in mano: era del 1866.

Niente da fare. – borbottò.

Anche i diari di Nora e Jeremy risalivano ad altre date.

Avete lasciato dei diari a casa? – chiese Alaric.

Jeremy scosse la testa: – Quelli che vedi sono tutti quelli che abbiamo trovato. –

Allora ne manca qualcuno. –

Caroline si strinse nelle spalle.

Forse Johnathan non scriveva sempre tutto quello che gli succedeva. – ipotizzò speranzosa.

O forse contenevano delle informazioni preziose... – suggerì Nora.

E ha preferito nasconderli? – concluse la voce di Stefan dalle scale.

Era lì con Elena, scendevano dal piano di sopra con le braccia ricolme di diari. Caroline si convinse di essere appena finita in un incubo.

~~~

Ma voi non...? – azzardò Nora indicando verso il piano di sopra.

Elena arrossì e Stefan tossì nervosamente.

Era abbastanza chiaro, in realtà, che non avessero combinato niente in quelle ore. Caroline sarebbe diventata di tutti i colori per l'imbarazzo di sentire certi rumori grazie al suo udito da vampira. E Nora stessa aveva capito che non dovevano aver passato delle ore allegre: Stefan era imperscrutabile come sempre, ma era impossibile non accorgersi degli occhi gonfi di Elena. Aveva tirato fuori quella stupida battuta nella speranza di allentare la tensione.

C'è uno stanzino segreto di sopra. – li informò Stefan.

Ti piacerà, Alaric. – aggiunse rivolto all'uomo, che lo guardò interessato – Non abbiamo trovato solo libri là dentro. –

Alaric non se lo fece ripetere due volte: andò di sopra, seguito a ruota da un curiosissimo Jeremy.

Quindi... – sospirò Caroline, afferrando uno dei diari appena scoperti – avete letto qualcosa d'interessante? –

Diciamo di sì. – fece Elena, ficcandosi le mani nelle tasche e adocchiando Stefan in modo strano.

Nora aprì e sfogliò qua e là i diari sparsi sul tavolo: – Qualcosa di utile? –

Sì e no. – disse Stefan – Abbiamo trovato la storia della polvere della Quercia Bianca e del pugnale. Pensiamo che possano esserci altre informazioni utili su come... comportarsi... con un Antico. –

Scambiò un'occhiata significativa con Nora.

Ehi, non avete idea della roba da urlo c'è lì! – proruppe Jeremy scendendo di corsa dalle scale.

Alaric faceva capolino dietro di lui, rigirandosi tra le mani un aggeggio dall'aria abbastanza letale.

Nora ridacchiò: – E poi sono io che parlo come negli anni ottanta! –

Le ore seguenti, nonostante la stanchezza generale e lo strano umore di Elena e Stefan, furono assai più proficue delle precedenti. Mentre Alaric insegnava a Jeremy un po' di tattiche utili con tutti quei gingilli, gli altri si buttarono nella lettura dei diari appena scoperti. E non ci volle molto per capire il motivo per cui erano stati nascosti con tanta cura.

Nora valutò che quella doveva essere la riserva di informazioni più preziosa alla quale potevano attingere. Le era bastato un diario e mezzo per farsi un quadro generico ma abbastanza chiaro delle possibilità che avevano di sconfiggere Klaus. E poco dopo Elena trovò quella che sarebbe stata considerata da tutti un'informazione-chiave.

Non furono solo i due vampiri a sentirle trattenere il respiro quando trovò l'incantesimo per distruggere la Pietra di Luna.

Questo dobbiamo farlo vedere a Bonnie! – esclamò Caroline eccitata.

Stefan lesse attentamente e annuì.

Ma serve il potere congiunto di tre streghe. – notò – E dopo la faccenda dei Martin non è pensabile fidarsi di nessuno. –

Nora rifletté un momento: non aveva mai fatto niente del genere, ma sapeva che poteva. Non sapeva fino a che punto poteva spingersi e non era sicura di volerlo testare proprio su Bonnie, ma era comunque una possibilità. E poi non è che avessero molta altra scelta!

Posso pensarci io. – azzardò.

Stefan la osservò incuriosito. Ma prima che potesse chiederle qualcosa, Jeremy spuntò da sopra il divano.

Ehi, cervelloni, non state dimenticando un dettaglio? Non ce l'abbiamo la Pietra di Luna. –

Quello non sarà un problema. – annunciò Alaric, maneggiando un paletto.

Elena lo squadrò con aria preoccupata: – Non starai pensando di uccidere Elijah. –

Nora lo vide scambiare con Stefan uno sguardo che la diceva lunga.

Dite che è troppo tardi per un invito a cena? –

~~~

Elena si rifiutò di ascoltare i piani folli che il suo ragazzo e il suo professore di storia stavano cercando di architettare per fare fuori un vampiro superpotente e portargli via una pietra che avrebbe salvato il mondo. Quello sembrava più uno di quei colpi di testa avrebbe potuto fare Damon – e comunque era contraria a certi metodi – ma sapeva di non avere la minima possibilità di farli ragionare. Per cui, semplicemente, decise di ignorarli e si immerse nuovamente nella lettura dei diari.

Oh! –

L'urletto di Caroline catalizzò l'attenzione di tutti. Da che si aveva memoria nessuno l'aveva sentita così eccitata per qualcosa contenuto in uno dei diari – anzi, per qualsiasi cosa contenuta in un qualsiasi testo scritto.

Porca zozza! – ripeté con voce strozzata, sfogliando e risfogliando febbrilmente le pagine che aveva appena letto.

Elena si avvicinò preoccupata: – Caroline, cosa...? –

Qui ci sei tu! – esclamò indicando prima la pagina e poi Nora.

Tutti affluirono attorno a Caroline per poter leggere. Tutti tranne Nora, che li fissava da lontano, immobile e pallida.

Il breve guazzabuglio che seguì risultò poco chiaro agli occhi degli umani presenti. Per lo meno, Elena non ci aveva capito nulla. E dalle le occhiate che scambiò con Jeremy e Alaric, intuì di non essere la sola.

L'unica cosa chiara era che adesso il diario incriminato si trovava nelle mani di Nora e i due vampiri la guardavano costernati. Stefan saettò gli occhi dall'una all'altra.

Caroline, – disse in tono pericolosamente calmo – cosa c'era scritto? –

La vampira aprì la bocca, ma Nora la zittì.

Qualsiasi cosa tu abbia letto, dimenticala. – l'ammonì, stringendosi il diario al petto.

Sembrava davvero spaventata. Elena non riusciva ad immaginare cosa potesse esserci di così preoccupante per un angelo in un diario del suo trisavolo.

Caroline tentò di protestare: – Ma io ho solo... –

Non hai capito. – la interruppe mortalmente seria.

Le sue dita si contrassero sulla copertina fino a sbiancare.

Tu non hai letto niente. – scandì.

Ci fu un pesante momento di silenzio ed Elena temette il peggio. Stefan sembrava teso: era sicura che da un momento all'altro sarebbe scattato.

Poi sia lui che Caroline si voltarono accigliati verso la porta, e poco dopo un fracasso immane attirò l'attenzione di tutti. La porta si aprì con uno schianto e davanti a loro si dispiegò una scena ai confini con la realtà.

Tyler Lockwood rotolò sullo zerbino dell'ingresso, spinto di malagrazia da un poco gentile Damon. Alle sue spalle c'era Pas, che fece il suo ingresso rimettendosi apposto gli occhiali e spazzolandosi i vestiti. E dietro di loro, sulla strada buia, si poteva scorgere Bonnie: il profilo immobile illuminato dalle deboli luci della veranda, stava fissando qualcosa ai suoi piedi. Elena ci mise un po' a mettere a fuoco le sagome di un paio di uomini – licantropi? – che rantolavano a terra, in preda a sconosciuti dolori.

Jeremy e Alaric corsero fuori per capire che stava succedendo.

Devo rimanere ancora per molto qui? –

La voce di Damon li risvegliò da quello stato di stupore generale. Come la maggior parte dei presenti, Elena lo fissò sgomenta. Poi si rese conto che aspettava il suo invito per poter entrare e, di malavoglia, glielo diede.

Cosa ci fa lui qui? – disse Stefan.

Tyler tentò di rialzarsi, ma Damon lo scaraventò nuovamente a terra con un calcio. Elena era sicura di aver visto un movimento da parte di Caroline.

Non crederete quello che stavano... –

Dopo. – lo interruppe Stefan.

Stava adocchiando Nora: era corsa disperatamente verso Pas e si era messa a confabulare con lui. Elena non fu in grado di sentire molto tra le imprecazioni di Damon, che insultava il fratello per avergli chiesto delle cose che poi non voleva sentire. Ma non passò inosservato a nessuno il sonoro “Merde!” di Pas.

~~~

Pas lesse e rilesse le parole vergate più di cento anni prima sulla pagina ingiallita, cercando di convincersi – pregando – che non fosse vero.

Chi altri l'ha letto? – chiese a Nora.

Caroline. –

Il dampiro imprecò ancora: – Bene, adesso dovrò ucciderla. –

Caroline, che aveva ceduto ad ogni pudore ed era andata a soccorrere Tyler sotto lo sguardo disgustato di Damon, aveva alzato su di loro un'espressione attonita.

Che?! – Nora l'afferrò per un braccio – Non fare cazzate! L'abbiamo già gestita... possiamo inventarci una balla... –

Pas la fulminò con lo sguardo: – Non parla di quello. È peggio. –

Peggio? – Nora fissò confusa il diario, ancora nelle mani di Pas – Cosa c'è di peggio di quello? –

Angeli e sangue. – disse tra i denti – Ecco cosa. –

Merde! – esclamò anche lei.

Se poteste spiegarci la situazione ve ne saremmo grati. – intervenne Stefan.

È molto semplice, mon ami. – iniziò Pas col suo fare da teatrante.

La qui presente signorina Caroline Forbes ha letto qualcosa che non doveva leggere. – spiegò, riaprendo il diario, sfogliandolo e trovando la pagina giusta – Per cui adesso dobbiamo porre rimedio. –

E senza tante cerimonie la strappò dal diario, suscitando le proteste di Elena.

Quel diario appartiene a me! – esclamò indignata facendosi avanti.

Ma certo, mia cara, ma certo. – fece lui consegnando il diario a lei e porgendo il foglio strappata a Nora.

Lei sapeva cosa fare: un attimo dopo, infatti, la pagina si stava accartocciando su sé stessa, divorata dalle fiamme, tra le mani dell'angelo.

Oh-oh! – esclamò Damon battendo le mani – Anche i fuori d'artificio! –

Pas lasciò a Nora l'incombenza di tirare fuori una spiegazione per i fratelli Salvatore. Il suo compito, adesso, era rimediare al danno. Un danno che aveva le fattezze di una deliziosa – e pericolosissima – fanciulla dai boccoli biondi, che in quel momento gli stava soffiando contro con i denti sfoderati.

Sssh... buona... – tentò di ammansirla.

Ma Caroline non era della stessa opinione. Scattò in avanti per morderlo e, quando lui al schivò, tentò di scappare oltre la finestra che dava sul pontile. Pas la placcò senza difficoltà e finirono entrambi oltre, rotolando nella macchia di luce che la finestra proiettava sulle assi di legno.

Ho trecento anni di esperienza, chéri. – l'avvertì mentre lei gli si divincolava tra le braccia – Se volessi farti fuori l'avrei già fat... ehi! –

Era riuscita a morderlo. E non mollava la presa! Quella era una cosa che non andava affatto bene.

Percepì i canini farsi strada dolorosamente attraverso le ossa e le gengive. Assaporò il gusto del suo stesso sangue e questo bastò a dargli la spinta finale. Con la mano libera afferrò Caroline per il mento, scostandole bruscamente la testa, e le affondò i denti nella pelle candida del collo. La ragazza uggiolò spaventata e si quietò subito: evidentemente non si aspettava quella mossa.

Pas bevve appena qualche goccia di quel suo sangue aspro e la lasciò subito andare. Non era come con gli umani, ma si conosceva abbastanza bene. Sapeva che era sempre meglio fermarsi prima.

Per un lungo momento rimasero per terra, ansanti e confusi. Caroline pareva terrorizzata, ma non tentò di fuggire ancora. Pas si pulì la bocca col dorso della mano e si alzò sulle ginocchia.

Poggiò la schiena alla parete e sospirò: – Non voglio farti male. –

Cercava di mantenere un tono dolce, di ricacciare indietro la bestia che aveva momentaneamente risvegliato. Ma non era per niente facile – non lo era mai – e con l'età stava peggiorando.

Si tolse gli occhiali da sole e si stropicciò gli occhi. Un po' perché aveva davvero mal di testa – il solito effetto collaterale – e un po' perché un gesto di debolezza da parte del nemico sortiva sempre un certo abbassamento della guardia. Ecco, infatti, il respiro di Caroline che si faceva lentamente più calmo.

Ho davvero bisogno di sapere quanto hai letto. – le disse onestamente.

E per favore, chéri... – aggiunse vedendole un guizzo di panico negli occhi – per favore, dimmi la verità. –

Caroline si scostò una ciocca di capelli dal viso sporco di sangue e si umettò le labbra.

Parlava... di angeli. – la vide accigliarsi nello sforzo di ricordare – E di sangue... il sangue di un angelo, che serviva per un... incantesimo? Boh... non ho letto tutto. –

Le tremavano le labbra, di nuovo in preda al panico.

Davvero... – balbettava – non lo so, ho letto “angelo” e ho pensato a lei e non credevo che fosse così importante... voglio dire... –

Va tutto bene. – Pas si alzò e si avvicinò piano a lei, ripetendo quelle parole in tono rassicurante.

Caroline si lasciò prendere per le braccia e rimettere in piedi, piagnucolando un debole “Mi credi?”.

Ma certo. –

Pas era abbastanza navigato da riconoscere una menzogna anche in un vampiro. E Caroline Forbes non era minimamente in grado di mentire. Aveva letto qualcosa? Sì, ma fortunatamente aveva capito poco e quel poco non le interessava. Non era il tipo a cui potesse interessare.

La ricondusse dentro casa e l'affidò ad una perplessa Elena. Mentre le due scomparivano al piano di sopra sotto gli occhi attenti dei fratelli Salvatore, Pas intercettò lo sguardo di Nora, e non gli ci volle molto per capire che lei pensava la stessa cosa.

Forse Caroline non era quel tipo di vampiro, ma là dentro ce n'era almeno uno che avrebbe potuto esserlo. Anzi, che lo era sicuramente. Il problema adesso era: come fermare un Damon Salvatore che stava intuendo qualcosa che assolutamente non avrebbe dovuto intuire?

   
 
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