Il peggior più bel giorno della sua vita
Di Amanuensis
Tradotta da Luciana
Pairing: Harry/Draco
Categorie: Humour/Parodia
Rating: R
Le fanfiction di Amanuensis
sono sul suo sito Despoiling Harry
Nota della traduttrice:
Ancora una volta ho avuto prova di quanto tradurre Amanuensis sia difficile ma
soddisfacente…ci si ritrova a strutturare frasi così lunghe e ingarbugliate che
bisogna rileggerle cento volte per ricordarsi chi era il soggetto iniziale,
però una volta scovata la forma adatta il senso di soddisfazione è alle stelle!
Un grazie a Lori per i suoi preziosi consigli…Lori è ormai diplomata in
Giochidiparologia Avanzata :D
Buona lettura!
“Dobbiamo COSA?”
“Temo che i termini siano
molto chiari.”
“Dobbiamo COSA?”
“Smettila di farmi da eco,
Malfoy!”
“Vi prego, signor Potter,
signor Malfoy, cercate di calmarvi. Il documento è molto vecchio, ma la legge è
tuttora in vigore.”
“Lei DEVE star scherzando!”
Silente sospirò. “Siete voi i
responsabili, miei cari giovani signori. Temo che…non abbiate scelta.”
Il ragazzo bruno e quello
biondo si guardarono dai lati dell’antica pergamena sul tavolo del preside,
riflettendo ognuno l’espressione inorridita dell’altro.
“Dobbiamo…SPOSARCI?”
***
“La legge fu creata nel
dodicesimo secolo per risposta a circostanze molto particolari che voi due,
sfortunatamente, avete realizzato. Draco, capisco che volessi rubarlo solo per
ripicca, ma resta il fatto che il Mantello dell’Invisibilità di Harry è stato
distrutto dal fuoco mentre era in tuo possesso, la qual cosa ti rende
responsabile.”
“E’ stato un incidente,”
rispose Malfoy imbronciato.
“Certo…non ci credo neanche
per UN MINUTO!”
“Comunque. Harry, è evidente
che sia stato più che fastidioso, ma è anche vero che rubare il Libro dei
Malefici Familiari dal Reparto Proibito della biblioteca è stato poco saggio…”
“Soprattutto se poi la tua
pronuncia dell’Antico dialetto Superiore della Magia fa schifo,” disse la
figura scura appoggiata al muro proprio dietro Silente.
“La prego, professor Piton,
lasci che me ne occupi io,” lo ammonì il preside.
Harry riuscì ad apparire
insieme imbronciato ed impacciato. Piton aveva la stessa espressione che aveva
sempre Piton.
Silente proseguì: “Intendevi
colpire l’erede della casa dei Malfoy con Incubi Implacabili…ma quello che hai ottenuto
è stato colpire l’erede con Sterilità Irreversibile.”
“Senilità che cosa?” disse
Harry, totalmente sconvolto.
“Sterile, signor
Potter. Infecondo. Incapace di generare. Una maledizione davvero molto, molto
seria.”
“TU…Mio padre ti UCCIDERA’,
Potter!”
“A dire il vero il reato non
è punibile con la morte, bensì venendo spogliati della magia.”
“SI! Oh, meglio ancora!”
“Tuttavia, la causa che ha
spinto Harry a lanciare la maledizione coincide con una delle sei condizioni
fissate dalla legge. Il mantello contava come eredità familiare, e la sua
distruzione premeditata mitiga l’ingiustizia della maledizione di Sterilità. In
questo caso la legge prevede che entrambe le famiglie restituiscano il maltolto
unendosi in matrimonio al rispettivo erede della stirpe.”
“STIRPE? Io non ho nessuna
stirpe! Non ho nemmeno dei GENITORI! Se volete che Malfoy sposi qualcuno,
fategli sposare Dudley!”
Silente andò avanti come se
non avesse fiatato. “In questo modo gli eredi di entrambe le casate saranno
colpiti dalla maledizione, dal momento che nessuno potrà riprodursi se uno dei
partner è sterile.
Effettivamente questo fece sì
che tanti maghi smettessero di usare quella particolare arma contro stirpi
rivali. Finora, a quanto pare,” concluse severamente.
“Ma noi siamo…”
“Non possiamo…”
“Nessuno di noi è…”
“…una RAGAZZA!” urlarono
insieme nello stesso momento.
“Già. Beh, temo che questo
non cambi le cose.”
“COSA?!”
“La legge non contiene
clausole riguardo al genere. Dato che la progenie non era più in questione, non
c’era bisogno di prendere in considerazione la cosa.”
“NON LO FARO’!” gridò Harry.
“E’ stato LUI ad iniziare. Perché dovrei essere costretto a…sposare…”
disse con lo stesso tono con cui molti avrebbero detto sbudellare “quel
viscido imbecille che ha cominciato?”
“Oh, finiscila, Potter,”
intervenne Piton, “avete iniziato entrambi, sei anni fa, e non siete mai
riusciti a finirla, sbaglio? Non siete mai riusciti a lasciar stare. Direi che
uno merita l’altro.”
“Ma lui è un…un…” E Harry
stupì tutti i presenti con la scelta di parole: “…un Serpeverde!”
Piton torse la bocca.
“OH, e suppongo che i nobili
costumi dei Grifondoro includano lanciare maledizioni familiari ogni giorno,
GIUSTO?” grugnì Draco. “Mi pare che tu non abbia alcun motivo per essere
tronfio, Potter!”
“QUESTO lo chiami essere
tronfio? QUESTO? Questa non è superbia, è nausea! Se questo non è
un complotto dei Serpeverde per ficcare me nella più rivoltante
situazione immaginabile…”
“TE? Io sono un Malfoy,
per l’amor di dio! Ricco sfondato, con un nome e una reputazione da far paura,
peraltro terribilmente stupendo, come osi fingere di essere disgustato
al pensiero? SONO IO quello che dovrebbe essere disgustato all’idea di un
matrimonio con un miope senza nome la cui unica distinzione è che è riuscito a
sopravvivere per tutti questi anni, ti pare eccitante?”
Harry sorrise beffardamente.
(Tutti notarono che il sorrisetto appariva spaventosamente naturale su di lui.)
“Almeno, Malfoy, chiunque mi prenda saprà che mantengo la parola. Ti
avevo detto che te l’avrei fatto rimpiangere, e pare che ci sia maledettamente
riuscito! Eccoti il tuo orgoglio Grifondoro, sì, Malfoy!” Prima che
Draco potesse ribattere, Harry continuò: “E sono MOLTO meglio di quanto potrai
mai essere tu come premio di matrimonio! Non devi preoccuparti per la
maledizione di sterilità, erezione ambulante: è un miracolo che non sia stato
steso da un CENTINAIO di cause di paternità!”
“Che squallida bugia!
Sono assolutamente discreto!”
“E questo cosa
significa, che nel tuo letto non ce n’è mai più di uno per sesso?”
“Almeno saprò cosa FARE
durante la prima notte di nozze, VERGINELLO!”
“Questo è COSI’ ingiusto! Non
lo sono affatto!”
“Detesto dovertelo dire,
Potter, ma fantasticare su di me mentre ti fai una sega NON equivale a fare con
un’altra persona, non importa quanto io fossi bravo!”
“Dovrò chiedere ad entrambi
di smettere di sputare sulla mia SCRIVANIA!” urlò Silente, chiaramente sul
punto di scoppiare. “O accettate che questo è il vostro destino…”
“…e decidete quale dei due
sarà la sposa…”
“SILENZIO, Piton!” gridarono
insieme i ragazzi – e Silente con loro –
“…oppure verrete entrambi
privati della magia, costretti a vivere una vita da – mi perdonerete la parola
– Magonò nel mondo della magia. Così stanno le cose.”
Entrambi i ragazzi rimasero
immobili respirando pesantemente, guardandolo in cagnesco, l’aria nella stanza
che crepitava solo per l’intensità del loro odio, e Silente formulò un
silenzioso ringraziamento per aver pensato di far consegnare al signor Potter e
al signor Malfoy le loro bacchette prima che varcassero la porta.
“Bene,” scattò Draco.
“Benissimo. Parli di onore Grifondoro, Potter…bene, ti mostrerò l’onore Malfoy.
Lo…lo FARO’. Farò quello che la mia integrità…”
“Integrità le mie palle…”
“…mi dice di fare. Nonostante
sia nauseato oltre ogni fibra del mio essere.”
“Ed ecco un nove dal giudice
di Durmstrang! Oh, bravo, Malfoy. Cos’hai in programma per il bis, Amleto?”
“No, Potter, UCCIDERTI!”
“Provaci, piccola checca! Se
ci tieni tanto all’onore della tua famiglia, mettitelo TU il vestito!”
“Non ESISTE che indossi un
abito bianco, idiota!”
“Oh, ma chi ha parlato di
BIANCO, puttana?!”
“AAAHHHH! urlò Draco,
lanciandosi sulla scrivania verso Harry.
“Signor Malfoy! Signor
Potter, per favore!” gridò Silente, mentre Piton si tirò al riparo. “Non nel
mio…NO! ATTENTI A FANNY!”
“Sarebbe meglio per
loro…avranno bisogno di lei dopo tutto ciò…!” mormorò Piton dal retro del
Pensatoio, trasalendo al suono di ossa su ossa.
*****
Alla fine nessuno dei ragazzi
dovette indossare un abito, bianco o colorato che fosse. E a prescindere dal
bianco, non indossarono neanche un completo o altro. Vestiti bianchi, mantelli
bianchi su completi neri e smoking bianchi sarebbero sembrati tutti dei
compromessi ed erano stati violentemente rifiutati da Harry e Draco.
Entrambi vestirono di nero
per adattarsi all’umore.
Il matrimonio ebbe luogo al
Maniero Malfoy. Su quello non ci fu da discutere: l’erede dei Malfoy non
aveva scelta, e le preferenze di Harry sulla location del Giorno del Giudizio
erano inferiori allo zero. Fu incoraggiato ad invitare chiunque volesse, il che
vuol dire che dovette obbligare ogni suo amico a stare lontano, se aveva cara
la pelle, ma Hermione insisté che non poteva lasciare che tutti gli invitati
dei Malfoy pensassero che fosse insignificante, e peggio, non poteva far
credere a Draco di avere paura. Le disse che andava bene, che ne sarebbe uscita
viva.
E fu così che si ritrovò a
dire “Immagino di esserci costretto, no?” davanti a gran parte della casa di
Grifondoro, il corpo insegnanti di Hogwarts e altri duecento tra parenti e
amici dei Malfoy.
Silente – che era stato
scelto per dirigere la cerimonia con la motivazione che se era stato capace di
farli arrivare a tal punto sarebbe dovuto essere responsabile dell’intero
affare, dannazione – ebbe delle difficoltà con la conclusione tradizionale del
rito: “Possa l’unione di questi due maghi essere duratura…cioè, ecco,
tollerabile…e gioiosa…che almeno non finisca in omicidio…e benedetta dal dono
di ered…oh, al diavolo. Puoi bacia…” S’interruppe di scatto e si passò
una mano sugli occhi. “Sono un uomo anziano e non dovrei avere a che fare con
queste cose. Vi dichiaro sposati.”
Lucius Malfoy passò tutto il
ricevimento a bere per soffocare il proprio stupore, continuando a mormorare
“Il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto. Non la Ragazza, no, non sarebbe potuta essere
la Ragazza, vero? Il Ragazzo. Che Dio ci assista tutti…”
Narcissa Malfoy, dal canto
suo, era l’incarnazione della cortesia. Dava il benvenuto a tutti con
incredibile grazia, acconsentì a non mettere niente in cima alla torta a
parte rose di glassa, e disse a Harry che era molto bello con quei vestiti. Il
ragazzo riuscì perfino a ringraziarla per essere stata così gentile riguardo a
tutto quanto.
E fu allora che lei rovinò
tutto dicendo “Ma figurati, Harry. Sei nostro genero, adesso.”
Il contingente Serpeverde
degli studenti di Hogwarts fu anch’esso stranamente tranquillo. Draco aveva
riferito a tutti che Tiger e Goyle avevano ordine di perpetrare orrori
impronunciabili sulla prima persona che avessero udito spiattellare battute su
qualsiasi cosa remotamente connessa a matrimoni, sesso, camere da letto,
bambini, lune di miele, tranquillità domestica, violenza domestica, maledizioni
familiari, riunioni familiari durante le vacanze, famiglie in generale, o che
avesse usato le posate per esibire gesti non proprio relativi al consumo di
cibo.
Di recente Tiger e Goyle
erano diventati maestri dell’incantesimo Sparticulus Permanentus, per il
quale non esisteva controincantesimo, di conseguenza fu un gruppo notevolmente
educato.
Le cerimonie di nozze dei
maghi e dei Babbani non coincidevano in tutti i punti. Harry e Draco non
dovettero ballare insieme, o imboccarsi con pezzi di torta.
Il che fu positivo, nonostante
entrambi morissero dalla voglia di buttarne un po’ in faccia all’altro. La
questione del bicchiere di vino fu presto risolta: per quello non c’era neanche
bisogno che si trovassero nella stessa stanza. L’unica discussione riguardò chi
dei due avrebbe dovuto bere per primo, dato che nessuno dei due confidava che
l’altro avrebbe resistito a sputarci dentro in segreto, o addirittura
apertamente. Finalmente Sirius minacciò di mordere il suo figlioccio se non si
fosse comportato bene, e utilizzò un incantesimo di pulizia sul calice quando
toccò a Harry, per amore del quieto vivere.
La battaglia più infuocata
che minacciò di esplodere riguardò il bouquet.
Hermione continuava ad
insistere dicendo che ignorare la tradizione avrebbe portato sfortuna (Harry capì
perfettamente perché insistesse tanto, dal modo in cui continuava a fissare
Ron), e un nutrito contingente di invitati sembrò presto appoggiarla.
Né Harry né Draco intendevano
cedere su questo punto: se proprio uno dei due l’avesse lanciato, sarebbe stato
per farlo finire dritto nella gola del proprio sposo. Proprio prima che avesse
luogo il quarto set di pugilato tra i due (e, probabilmente, prima del quarto
impiego dell’Oculus Reparo), Piton pose fine alla questione buttando il
bouquet giù dal tavolo e lasciando la stanza blaterando qualcosa su come
avrebbe potuto usare sia i petali di Rosa Purple Dragon che l’alito di bebé la
prossima volta che avesse avuto bisogno dell’Elisir di Morte Per Cioccolato.
Lupin non aspettò che passassero tre secondi prima di alzarsi e rincorrerlo.
Quando George si avvicinò a
Narcissa Malfoy e chiese quando sarebbe iniziato il karaoke (Narcissa parve
terribilmente afflitta, provando che esistevano tinte al di là del
pallido), Harry decise che non avrebbe sopportato un altro minuto di quella
farsa.
Sfortunatamente ciò voleva
dire che c’era un solo posto dove andare.
Ed era previsto che ci
andasse anche Draco.
*****
“A me il letto.”
“A me il letto.”
“A me. Non intendo
dormire su quella specie di minuscolo mezzodivano.”
“Si chiama sofà, cretino
analfabeta.”
Harry lo guardò storto. “Sai
una cosa? Va bene. Starò sul divano. E’ troppo piccolo perché ci siano
possibilità che ti ci infili dentro, cosa che invece rischierei accadesse se io
scegliessi il letto!”
“CHE COSA hai detto?”
“Mi hai sentito, Malfoy, mi
sveglierei con la tua faccia tra le gambe prima ancora di avere il tempo di
fare il mio sogno standard in cui ti strozzo!”
“Non posso crederci! Credi
che potrei desiderare TE?”
“Oh, non ci provare. Sono
ancora convinto che sia tutta opera tua! Dove l’avrebbe preso quel documento
Silente, eh? L’hai fatto scivolare sotto la sua porta quando ti sei svegliato
dalla maledizione, non è così, Malfoy?”
“IO? Credi che l’abbia fatto
per arrivare a TE?”
“Io direi per prendermi.”
“Oh, questo è troppo. Non ti
vorrei neanche se fossi ricoperto di miele e io fossi un formicaio!”
“Ho sempre pensato che avessi
fantasie bizzarre, pervertito! Per quella lì mi leghi col pensiero o cosa?”
“NON HO FANTASIE SU DI TE!”
“No, ma sei riuscito ad
avermi nella tua STANZA DA LETTO, vero, Malfoy? Mi fai schifo.”
Draco afferrò Harry per le
braccia e lo inchiodò al muro. “NON SONO STATO IO A PIANIFICARE TUTTO QUESTO,
COGLIONE! Non ti voglio! Non ti ho mai voluto! Sei uno stupido piccolo idiota
lo-prendo-nel-culo che non riconoscerebbe il sesso nemmeno se gli corresse
incontro ricoperto di fragole e panna, e NO, NON è una mia fantasia su di te,
principessino!”
“Solo perché a differenza di
TE non mi sono scopato qualunque cosa si muova a Hogwarts…”
“E QUESTO cosa vorrebbe
dire?”
“Vuol dire che l’ultima cosa
che ho sentito è che Mrs Purr e il Cappello Parlante erano sulle spine perché
erano gli ultimi RIMASTI!”
“Non proprio. Non ho mai
avuto TE, giusto? Non inventare scuse, Potter, non avresti idea di cosa FARE
con me, se mi avessi!”
“Col CAZZO che non avrei
idea!”
L’espressione di Draco si
tramutò in un sorrisetto crudele e soddisfatto. “Oh, eccoci al punto! Harry
Potter, l’orgoglio di Grifondoro, sta cercando di nascondere il fatto che è
bravo solo coi manici di scopa e le bacchette, e CE N’E’ di simboli fallici,
viste le cose!”
“BASTA!”
Harry si divincolò dalla
stretta di Draco e lo strattonò più forte che poté.
Draco finì per terra, il
cranio salvato da una seria commozione cerebrale da uno spesso tappeto persiano
– ma si udì comunque un chiaro tud quando lo colpì – con Harry sopra di
sé. “Se MAI ti volessi, una volta finito non ti rimarrebbe una sola
cellula cerebrale funzionante!”
“Levati di dosso, Potter!”
“Se avessi il più remoto
interesse nei tuoi confronti, staresti gemendo il mio nome così forte che ti
sentirebbero da sopra al karaoke!”
“NON C’E’ STATO ALCUN
KARAOKE, IMBECILLE CONTADINO!”
“BENE! ALLORA TI SENTIRANNO DI
SICURO!”
Harry mise la bocca su quella
di Draco come se stesse cercando di soffocare il biondo con le labbra e
diventare vedovo in tempo record. Draco produsse un suono pieno di panico
pensando probabilmente la stessa cosa: “MMMMMMFFFFFFFFFF!”
Aprì la bocca per mordere, e
Harry spinse immediatamente la lingua così in fondo alla gola di Draco che
questi si strozzò, e chiudere la bocca in qualsiasi modo fu completamente fuori
discussione. Gorgogliò infuriato e scioccato e sembrò essere sul punto di
vomitare.
Quando Harry allontanò la
testa dalla bocca di Draco, l’istinto gli suggerì di portarsi fuori
dalla sua portata, una buona idea, perché appena fu libero Draco si buttò in
avanti e i suoi denti si chiusero a scatto proprio davanti al naso di Harry,
sbattendo così forte che avrebbe potuto distruggersi un molare.
“Se ci provi di nuovo…!”
Ancora quel ghigno che
sembrava tanto naturale su Potter. “Paura, Malfoy?”
“Ti pia…” Si fermò prima di
finire. “Morirai! Non m’importa se dovremo seppellirti nel mausoleo dei Malfoy,
sarà un prezzo basso da pagare!”
“Se devo morire…” Harry
spinse di nuovo le spalle di Draco contro il tappeto, un altro tud
quando la sua testa lo colpì – “allora NON INTENDO morire vergine!”
“CAZZO, LO SAPEVO
CHE…MMF!”
Draco, le labbra così serrate
tra i propri denti e quelli di Harry che sembrava fossero state spappolate,
abbandonò all’istante ogni proposito di mordere e tirò un calcio. Non sapeva
cosa avesse colpito (ma a giudicare dagli eventi
Che seguirono non si trattò
dell’inguine), ma ottenne un suono di dolore da Harry, che allentò la presa
sulle sue spalle. Draco approfittò del momento per tirare su le braccia e
strattonare Harry all’indietro togliendoselo di dosso.
Sputò. “Insomma DOPOTUTTO ti
sei preservato per me, Potter!” grugnì alzandosi in piedi. “Oh, questa MI
PIACE! Dovrei offrirti in sacrificio a qualche demone, proprio qui in mezzo al
letto! E a dire la verità, credo che lo farò. Il demone si chiama Draco
Malfoy, e l’unica arma che mi serve è l’unica con cui sono NATO!”
Harry si pulì con le nocche
il sangue sul labbro e si alzò con una furia predatrice sul volto, i capelli
neri incasinati e sparati in ogni direzione, le dita curvate come artigli.
Draco dovette ammettere che somigliava molto ad ogni fantasia vampiresca che
avesse mai avuto. “Ti userò fino a rompermi, piccolo bastardo arrogante!” disse Harry.
“Vorrei proprio vederti
PROVARCI!”
Harry scattò.
Draco si era preparato. Harry
gli si spinse addosso ancora una volta con le unghie ad artiglio sulle sue
braccia e Draco si girò, così che lo slancio li trascinò all’indietro fino al
letto, come voleva Harry, ma vi atterrarono fianco a fianco, entrambi gridando
come esperti di kung fu e cercando di spaventare l’altro inducendolo ad
arrendersi.
Draco rotolò su Harry, ed
Harry, le dita affondate nelle braccia del biondo, sfruttò l’inerzia per
rotolare di nuovo, quindi Draco spinse Harry un’altra volta e, terminata
all’improvviso la superficie del letto, entrambi cascarono sul pavimento con un
urlo, e Harry fu sopra Draco all’istante, ma Draco non aveva intenzione di
cedere e spinse Harry, e la cosa continuò come se stessero precipitando da una
pendenza di ottanta gradi fino a quando Harry gridò “Smettila di cercare di
salirmi sopra, dannazione!”
“Cos…NO! PRIMA TU!”
“Oh, non ci provare, piccolo
PASSIVO!”
“IO sarei il passivo? IO
sarei il passivo?!”
“HAI FOTTUTAMENTE RAGIONE, LO
SEI!” gridò Harry, una mano sulla gola di Draco, l’altra che cercava di
aprirgli la zip dei pantaloni. “Ti scoperò per tutta la settimana e impazzirai
aspettando che ti catturi di nuovo così potrai supplicarmi di farlo ANCORA!”
“Col CAVOLO!” Draco si gettò
immediatamente sulla cerniera di Harry. “Ti aprirò come una scatoletta di
TONNO!”
Tirò giù con violenza i
pantaloni di Harry. In quel momento le loro azioni si accordavano alle
intenzioni di entrambi, così che la momentanea collaborazione li lasciò alquanto
sconcertati non appena furono in parte svestiti. Quindi Harry fece di nuovo
pressione sulla gola di Draco e gli piantò un ginocchio tra le gambe, cercando
di fargliele aprire. Draco reagì con un pugno che fece cadere gli occhiali di
Harry e afferrò una manciata dei suoi capelli, al che Harry cadde all’indietro
con un urlo.
“VEDREMO chi è il passivo!”
lo schernì Draco arrampicandosi a stento su di lui e aprendogli a forza la
camicia. I bottoncini lo aiutarono, poiché non c’era bisogno di sbottonarli uno
ad uno. Al momento Harry aveva ben poco potere, così poté semplicemente
ricambiare facendo la stessa cosa a Draco.
“Aspetta che dica a tutti che
Harry Potter era vergine la sua NOTTE DI NOZZE! E che mi ha pregato di essere
GENTILE con lui!” ridacchiò Draco, suonando completamente pazzo a questo punto,
mentre tirava il collo della camicia di Harry dal retro, abbassandolo sulle
braccia del ragazzo abbastanza da costringerle in una strana stretta
all’altezza dei gomiti. Fra quello e il pugno di capelli che sembrava sul punto
di strappare, Harry si ritrovò improvvisamente disperatamente alle strette.
Spinse il viso verso Draco.
“Trattami male.”
Draco lo fissò. “Cosa?”
Harry si leccò le labbra.
“Non essere gentile. Voglio che sia rude. Usami come uno straccio, Draco.”
Un ghigno si fece strada sul
volto di Draco mentre allentò la presa sui capelli di Harry…
…e Harry gli urtò la fronte
con la propria gridando, spingendo Draco all’indietro e facendo sì che mollasse
anche la presa sulle maniche della camicia di Harry mentre questi gli si lanciò
addosso. “AH! Ci sei CASCATO, vero, imbecille?”
Il dolore alla fronte fu
quasi accecante, ma Draco non si arrese. Lottò per divincolarsi da sotto Harry,
riprese il comando, torcendosi, colpendo ripetutamente qualsiasi parte del suo
rivale gli capitasse a tiro, e Harry fece lo stesso, entrambi combattendo e
mordendo e strillando e cercando con decisione di essere colui che avrebbe
stuprato l’altro fino alla luce del giorno.
Tutti e due iniziarono a
sviluppare un grave caso di ustione da sfregatura.
“Che Dio…ti…maledica…Draco,”
stridette Harry oltre il blocco del braccio che l’altro gli teneva sulla gola,
“per tutto ciò che è…sacro…” riuscì infine a sbarazzarsene “Sarai la mia
puttana prima che la notte sia a metà!”
“Tu sei la mia puttana dal
giorno in cui ti ho incontrato, Potter! Non cercare di cambiare le cose
ADESSO!”
I due erano in ginocchio, uno
di fronte all’altro, le mani sollevate in anticipo per il prossimo balzo,
ansimando.
“Arrenditi adesso e posso
ancora essere buono con te,” disse Draco con lo stesso sorrisino folle sul
viso.
“Oh, sarà COMUNQUE bello per
te, Malfoy. Ti scoperò così forte che ti sarò dentro e continuerai a
chiedermi di più.”
“Sai che cosa ti fermerà?”
disse Draco, il viso mosso da un’improvvisa ispirazione. “Piangerò. Se
proverai a mettermi dentro quel tuo fantoccino di carne…”
“Cazzo, ti sei appena LECCATO
LE LABBRA, troia!”
“…PIANGERO’. Singhiozzerò
‘No, Harry, ti prego non farlo!’ e ti si ammoscerà così in fretta che
penserai che ti abbia preso a calci nelle palle! Allora vedremo qual è quello
attivo!”
Il ghigno che si fece strada
sulla bocca di Harry fu tale da far trasalire persino Draco. “Non l’hai mai
saputo, vero?... Non te l’hanno mai detto cosa successe la prima sera a
Hogwarts. Il Cappello Parlante cercò di smistarmi a Serpeverde, Malfoy.”
“Te?”
“Esatto. Credi che non sia
abbastanza crudele per quella sfida? Te lo prometto, Malfoy, quando
inizierai a piangere non ti farò più smettere.”
“Cazzone. Non ci credo
neanche per un attimo. Puzzi di Grifondoro così tanto che potresti anche avere
addosso il sospensorio usato di Godric.”
“Allora stenditi e inizia a
piagnucolare, Malfoy. Vediamo.”
“Oh, no. Se sarò sotto di te
sarà solo perché mi hai sopraffatto, Potter. Ciò NON farà di me la tua
puttana!”
“Lo stesso vale per ME.”
Si guardarono, ancora in
posizione per attaccare, ancora respirando affannosamente.
“Va bene.” Gli occhi di Draco
si assottigliarono mentre sorrise. “Ho capito. C’è un tubetto di lubrificante
nel primo cassetto del comodino, Potter. Il primo di noi che supplica l’altro
di prenderlo E’ il passivo!”
Harry fece un’espressione da
maniaco. “PRONTO?”
Grugnendo e graffiandosi come
tigri, si saltarono addosso nello stesso momento.
*****
“Aaaaaaghhhh…avanti,
Malfoy, dillo!”
“Maiiiii…”
“Sono PER DUE TERZI dentro di
te, Draco, mi sto facendo male, porca puttana! Dillo!!”
“MAIIIIIIIIII…!”
*****
“Oh dio, perché non me l’hai
lasciato fare per primo?”
“Sta zitto e continua a
succhiare! Oh mio dio, proprio lì!”
*****
“Mi hai MORSO!”
“Ti è PIACIUTO!”
“Non è questo il PUNTO,
STREGA!”
*****
“Oh, dio…”
“Esatto, Harry…”
“Oh, dio…!”
“Ammettilo, Harry, il mio è
più grosso.”
“Ti servono i MIEI occhiali,
testa di cavolo…oh, non ti fermare…”
*****
“Ho detto che potevi venire?
Okay, porta qui la mia cinta!...Con i DENTI, dannazione…Ti ho detto che potevi
ALZARTI? In GINOCCHIO!...Adesso GIRATI!”
“Oh, dio, sì! Sono stato un
cercatore cattivo, sì…”
*****
“Dì il mio nome, puttana! Dì
il mio nome!”
“Potter, non ricordo più
nemmeno il mio, di nome. Oh, porca miseria, fallo di nuovo…!”
*****
“Okay, okay, Harry, hai vinto. Ti prego. Sono
io la puttana. Lo ammetto, lo sono. Ti prego fermati, ti supplico!”
“Col cavolo! Mi hai preso sei
volte e io solo quattro. TI FACCIO VEDERE IO CHI E’ LA PUTTANA! Te ne mancano
TRE!”
“OhdiomisericordiosouccidimiADESSO!”
“Taci e baciami, civetta!”
*****
Narcissa, mordendosi il
labbro, tirò fuori la bacchetta e usò un incantesimo di sobrietà su suo marito,
che aveva la testa tra le mani e cercava di ignorare i suoni soffocati che
scendevano dal soffitto. Lucius sbatté le palpebre mentre l’alcol evaporò dal
suo circolo sanguigno.
Sua moglie si inginocchiò
davanti a lui, gli strinse le mani e lo baciò intensamente sulla bocca.
“Sono…alquanto stimolanti, vero?” sospirò.
Lui la fissò.
Quindi corsero verso la
stanza da letto.
*****
Il mattino dopo, fuori dalla
stanza dell’erede dei Malfoy, gli elfi domestici organizzarono un torneo a
doppia eliminazione di sasso, carta e forbice per stabilire chi avrebbe dovuto
entrare e portare la colazione agli sposini.
*****
“Oh, mio dio.”
“Mmf…Potter?”
“Oh, mio dio. Guarda la
stanza…Il vaso era un cimelio di famiglia?”
“No, era un pezzo di
spazzatura da quattro soldi che mia madre ha avuto dai Lestrange.”
“E lo specchio?”
“Fanculo lo specchio. Siamo
sposati per tutta la vita, sette anni di sfortuna non sono niente.”
“E quella specie di grossa
teiera cinese?”
“ABBIAMO ROTTO IL
SAMOVAR?! Oh, CAZZO, il poltergeist sarà uscito!”
“Draco, un poltergeist non
riuscirebbe a fare la META’ dei danni che abbiamo fatto stanotte. Oh mio dio…!”
“Hai ragione. Al diavolo.”
Afferrò il mento di Harry e lo baciò forte.
Harry ricambiò il bacio.
Quando si fermarono non
fecero che fissarsi. Il silenzio si fece goffo.
“Senti, Malfoy…” iniziò
Harry.
Draco scosse il capo. “Dovrai
smetterla di chiamarmi così, lo sai,” disse, baciandolo nuovamente. “Adesso è
anche il tuo nome.”
Harry si tirò indietro. “Col
CAZZO che lo è!”
Draco aggrottò le
sopracciglia e lo guardò male. “Credi che mi chiamerò Draco Potter? Non
ESISTE proprio!”
“IO…NON SONO…UN MALFOY!”
“Ah SI? Quando ANCHE il
poltergeist ti palperà il sedere, allora vedrai!”
“Non sarà niente di NUOVO
dopo stanotte! Usa la LINGUA come TE?”
“Fossi in te starei ZITTO!
Quand’è che hai cominciato a desiderare quella dieta ad alto tasso di
proteine al sapore di me, Harry Malfoy?”
“ORA BASTA!”
Gli ultimi due elfi rimasti
dietro la porta, coi pugni pronti a sferrare la manche decisiva di sasso, carta
e forbice, scapparono terrorizzati quando qualcosa urtò contro l’interno della
porta, accompagnato da inconfondibili urla di rabbia.
Che due minuti dopo erano
inconfondibili gemiti di piacere.
*****
Fu presto stabilito che
niente di fragile fosse più posto nella suite dell’erede. Almeno finché l’erede
e il suo sposo erano vivi.
Anche se, persino dopo il
loro quinto anniversario di matrimonio, i rumori di oggetti pesanti
scaraventati sulle pareti durante la notte preannunciavano che ci sarebbero
stati due sorrisi molto soddisfatti ai lati del lungo tavolo della colazione.
fine
Se siete giunti fino a
qui, lasciate un commento ^_^