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Autore: Alys93    16/06/2011    5 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Bonjour!!! cm state ragazze? vedete? ce l'ho fatta! ho aggiornato! evvai! la vostra Alys è sempre qui!!! ^_^ ok, scleri apparte, sn riuscita a postare il nuovo cappy... Spero possa piacervi. Rivedremo tt il gruppo, finalmente riunito, e anke una persona ke nn ho tenuto molto in considerazione, anke se appare x... diciamo 30 secondi? spero davvero ke sia di vostro gradimento. x ora, Besos a tutte e buona lettura!! ciao!

 

 Capitolo 33: Coraggio, Sango!


 Finalmente, dopo giorni e giorni di cammino, la foresta prese a diradarsi, aprendosi su una vasta pianura.
Un sorriso sollevato gli incurvò le labbra, mentre prendeva a scendere il lieve declino che lo avrebbe condotto alla sua meta.
Quanto tempo aveva dovuto aspettare per raggiungerli? Troppo, per i suoi gusti.
Si chiese se le cose si fossero risolte, durante la sua assenza, e sentì la speranza infondergli nuova forza.
Il viaggio era stato lungo, contando anche gli inevitabili contrattempi, ma l’impazienza dava nuovo vigore alla sua corsa.
Il vento gli accarezzava il volto come una fresca carezza e si lasciò inebriare dai profumi che gli arrivavano.
Dopo qualche minuto, riuscì finalmente a scorgere le prime case del villaggio e si concentrò per catturare l’odore dei suoi amici.
Non erano soli e quel profumo così dolce gli gonfiò il cuore di gioia, mentre si lanciava verso il pozzo.
Era lì, assieme a tutti gli altri.
Seduta su una roccia piatta, teneva un ginocchio alzato verso il petto e le braccia protese all’indietro per poggiare i palmi delle mani sulla superficie liscia.
Aveva gli occhi chiusi ed il capo leggermente reclinato all’indietro, in modo che i capelli scuri le ricadessero morbidamente lungo la schiena.
Tra le ciocche nere come la notte, un piccolo bocciolo candido spiccava dolcemente sulla sua tempia.
Un fiore che lui conosceva molto bene. Lo aveva conservato!
A quella vista, Reito sentì il respiro accellerargli in maniera incontrollata e dovette sforzarsi per renderlo più normale.
Stava bene. Grazie ai Kami, stava bene; l’antidoto era arrivato in tempo e tutta la sua figura risplendeva di salute.
Di colpo, la vide abbassare lo sguardo e voltarsi nella sua direzione, ma niente avrebbe potuto prepararlo alla reazione che seguì.
Kaori sgranò gli occhi nel vederlo e, senza riflettere, gli corse incontro, sorridendo come non aveva mai fatto in tutta la sua vita.
“Reito!” esclamò gioiosa, finendogli contro e buttandogli le braccia al collo “Finalmente sei tornato! Dannazione, sono stata così in pensiero per te…”.
Il gruppo li fissò basito e Kagome sorrise, sussurrando appena “Ehi! Certo che Reito non poteva chiedere un’accoglienza migliore!”.
Il lupo bianco fissò incredulo la ragazza che gli si stringeva contro, prima che un sorriso gl’illuminasse il volto.
L’abbracciò con forza, affondando il viso tra i suoi capelli scuri e mormorando “Sono felice che tu stia bene, Kaori”.
Il suo profumo l’avvolse come una nuvola, mentre un calore dolcissimo lo invadeva fin dentro le ossa.
Cielo, quante volte aveva pensato a quel momento! Avrebbe dato qualunque cosa pur di non lasciarla più andare…
Rimasero in quella posizione per qualche istante, godendo di quel contatto così atteso, poi la giovane si rese conto di quello che aveva fatto.
Arrossì come un peperone e si scostò appena, mormorando “Oh, Kami… Io… Mi sono lasciata un po’ trasportare. Mi siete mancati tutti così tanto, che..”.
Abbassò lo sguardo per non incontrare il suo e sussurrò Oddei! Ma cosa mi è saltato in mente? Devo essergli sembrata una scema... Possibile che non ne faccio mai una giusta?.
Si rese conto di aver pronunciato sul serio quelle parole, quando lo youkai le poggiò un dito sotto il mento, convincendola a guardarlo negli occhi.
“Non sei una scema, Kaori” le disse sorridendo “E poi… Anche a me fa piacere rivederti, dopo tutto questo tempo. Qui si ci annoia a morte, quando non ci sei”.
Annoiare?” mormorò lei “Come cavolo fai ad esserti annoiato quando hai dovuto difendere la tua tribù per tutto questo tempo?”.
Scosse la testa ed un sorriso accondiscendente le apparve in volto “Sei assolutamente incredibile… Irrecuperabile, ecco”.
“Ehi, voi due!” li apostrofò Inuyasha “Avete intenzione di fare i piccioncini ancora per molto? Dobbiamo cercare Naraku, ve lo siate dimenticato?!”.
I due arrossirono violentemente e fecero un passo per allontanarsi, tra le risatine divertite dei compagni che avevano iniziato a muoversi.
Con un leggero sospiro, Reito si accodò al gruppo, appena dietro la yasha, e mormorò Accidenti! Da quando, sono diventato così timido? Ho sprecato un’occasione d’oro per dirle quello che provo.
Lasciò scorrere lo sguardo lungo la sua figura longilinea, beandosi di quella vista così dolce e… desiderabile.
Ancora non capiva come avesse potuto non notare tutte le bellezze, nascoste o meno, di quella giovane.
Si era lasciato condizionare dalla purezza del suo sangue e dall’età ancora così giovane, senza riuscire in realtà a vedere oltre il proprio naso.
Era stato un vero idiota!
Tutto di lei, ogni singolo dettaglio, la rendeva unica e meravigliosa.
Quel caratterino tutto pepe che lo faceva sempre sorridere, la sua incredibile dolcezza, la sua determinazione…
Improvvisamente, la vide voltarsi nella sua direzione, mentre gli si affiancava sorridendo.
“Grazie di cuore, Reito” sussurrò flebile “Soprattutto della tua visita. Mi dispiace solo di non essere stata cosciente quando sei venuto”.
Arrossì appena e lui sorrise benevolo “Non dirlo nemmeno. È stato un piacere”; avrebbe voluto dire qualcos’altro, ma Kaori lo ammutolì di colpo con un rapido bacio sulla guancia.
Gli sorrise più ampiamente e raggiunse Kagome, iniziando a parlare allegramente di chissà che cosa.
Il ragazzo si poggiò una mano sulla guancia, fissandola come imbambolato; come diamine faceva a lasciarlo senza fiato con un gesto così semplice?
Quel contatto così dolce gli fece ribollire il sangue e solo i Kami sapevano quanto avrebbe voluto stringerla a sé, bearsi della vista delle sue labbra rosee ed invitanti, prima di poggiarvi le proprie.
Un brivido gli percorse la schiena, mentre accelerava il passo per affiancarsi a Miroku, che sorrise sornione.
“Ah, cosa non ci fa l’amore, mio caro!” sussurrò allegro all’orecchio dell’amico, mettendogli un braccio attorno alle spalle “L’amore governa tutto… ed anche noi dobbiamo arrenderci a lui”.
 
“Credo che questo posto possa andare bene” disse Inuyasha, dopo aver ispezionato la radura che avevano raggiunto al tramonto.
“È tranquilla e ben riparata” notò Kagome “Il che, va sicuramente a nostro vantaggio”.
Il suo sguardo si posò improvvisamente su Kaori, che stava setacciando le radici degli alberi alla ricerca di qualche ramo caduto.
“Kaori è alquanto strana oggi” ammise seria, osservando l’espressione cupa dell’amica.
“Solo questa mattina, era così allegra e solare… Adesso sembra uno zombie!” commentò l’hanyou.
Improvvisamente, si rese conto che la sua ragazza si era piantata una mano sul fianco ed una alla tempia, come sconsolata.
“Tu sai perché ha cambiato umore così di colpo?” le chiese incuriosito, “Sì, e per un motivo decisamente stupido”.
La sentì sospirare appena, mentre spiegava “Si sente in imbarazzo per come ha accolto Reito perché gli ha fatto capire troppo su quello che prova…”.
“E questo non è un bene?” domandò l’altro “Si vede lontano un kilometro che si piacciono a vicenda!”.
La miko scosse la testa “La sua è tutta insicurezza. Il punto è che lei ancora crede di non essere abbastanza per lui! Che il fatto di non essere una demone completa la renda… sbagliata, ecco”.
“Ma allora è proprio scema!” sbottò il giovane “Ma se è stata proprio lei a farmi una ramanzina coi fiocchi perché io non mi accettavo!”.
Con uno sbuffo, si diresse verso la yasha, borbottando “Sarà il caso che le faccia un bel discorsetto”.
“Inuyasha!” lo richiamò Kagome, allarmata dalla sua idea “Non puoi dirle cosa prova Reito per lei!”.
“No, quello glielo deve dire quell’idiota di un lupo. Io ho ben altro di cui parlarle” la rassicurò lui, allontanandosi velocemente.
La demone lupo alzò lo sguardo quando sentì l’amico avvicinarsi con passo deciso ed inarcò un sopracciglio nel vederlo così scuro in volto, “Che hai, Inuyasha? Qualcosa non va?”.
“Vieni con me!” sbottò quello, afferrandola per un braccio e trascinandola tra gli alberi.
“Hai litigato con Kagome, per caso?” la sentì chiedere “Perché mi stai tirando così?! Ehi, guarda che sto parlando con te!”.
Finalmente, il mezzo-demone si fermò, lanciandole uno sguardo penetrante che la fece arretrare d’istinto.
“Posso sapere perché ti comporti come una scema?” le chiese senza troppi preamboli “Un attimo prima sorridi, l’attimo dopo sei così cupa che sembri quasi mio fratello! Ma che hai?”.
“Ti ci ha spedito Kagome a farmi l’interrogatorio?” domandò l’altra, piantandosi le mani sui fianchi “Io. Sto. Bene. Non c’è bisogno che vi preoccupiate”.
“A me non pare proprio” replicò Inuyasha “Kaori, lo sappiamo tutti che provi qualcosa di speciale per Reito… Vorrei solo sapere perché ti comporti così”.
La vide arrossire vistosamente, a tal punto che la sua Veste del Cane di Fuoco sembrava pallida a confronto.
“Piantala di fare quella faccia” la rimbrottò seccato, incrociando le braccia “Tanto è inutile. È evidente che ti piace, quindi fammi parlare, perché proprio non capisco il tuo comportamento”.
“È come se… Non lo so” mormorò, passandosi una mani tra i capelli argentati “Come se non volessi dirglielo per un motivo particolare… Cos’è, hai paura che ti mangi?”.
Kaori si sedette contro un tronco, sussurrando “Non sono adatta a lui, ecco qual è il problema. Non sono alla sua altezza”.
L’hanyou roteò gli occhi “Ma che scemenze mi tocca sentire! E perché diavolo non saresti alla sua altezza? Perché hai diciassette anni e lui duecento? Tra me e Kagome c’è la stessa differenza!”.
“No, io non sono un demone puro come lui” mormorò cupamente la ragazza, scavando tra le foglie secche “È per questo che non posso dirgli cosa provo…”.
“Ma allora tu sei proprio un’idiota!” sbottò l’amico, tirandola in piedi “Kaori, tu sei stata la prima demone che mi ha fatto capire che bisogna sapersi accettare per quello che si è!”.
“Ricordi quando hai capito che tenevo a Kagome, ma che non ero sicuro se mi avrebbe accettato perché sono un mezzo-demone?” esclamò irritato.
“Lei mi ama per quello che sono” le ricordò severo “E, se anche quello scemo prova qualcosa per te, allora non gliene fregherà un accidente di quanto è puro il tuo sangue, stanne certa!”.
La yasha lo fulminò con lo sguardo “Gliene importa! Non ti ricordi di tutte le volte che me l’ha fatto notare, dopo che ci siamo conosciuti?”.
“Sì, ma mi sembra di ricordare che dopo se n’è stra-fregato se sei un demone puro o no!” replicò lui “Ma perché continui ad avvilirti? Tu sei sempre stata una tosta! Vedi di reagire, e che diamine!”.
A quel punto, la giovane strinse spasmodicamente i pugni e sibilò “Tu non hai il mio stesso problema, Inuyasha. È vero, nessuno dei due ha sangue puro nelle vene, ma almeno tu… Hai dei simili. Io no”.
“Io sono una sorta di scherzo della natura” mormorò a stento, sentendo le lacrime pungerle il retro degli occhi “Non esiste un altro demone come me… E la cosa non è piacevole, stanne certo”.
“So che lo stai facendo con tutte le buone intenzioni, ma tu…” aggiunse flebile, prima di ringhiare furiosa “Tu, il tatto non sai proprio dove sta di casa!”.
Poi girò i tacchi e corse via tra gli alberi scuri, decisa a sfogarsi in santa pace, lontana da tutti.     
 
Kagome sospirò nel vedere Inuyasha uscire dagli alberi da solo e con un’aria così temporalesca che si stupì di non sentire i tuoni scuotere l’aria.
“Voi donne siete incredibilmente complicate!” sbottò irato, “Uno cerca di aiutare e quella scema mi grida contro, prima di correre chissà dove”.
“Magari non hai usato le parole giuste” suggerì la miko, sorridendo nervosamente “Non è sempre facile intavolare un discorso del genere”.
L’hanyou sbuffò, infilando le mani nelle larghe maniche della veste e fissando le fiamme accese da Shippo.
“Quella stupida si caccerà nei guai” borbottò cupo “Quando è nervosa, non si sa mai cosa può combinare”.
Reito aggrottò la fronte nel sentire l’ultima frase, chiedendosi cosa avesse potuto innervosire Kaori.
Senza dire nulla agli altri, si addentrò tra gli alberi, seguendo la scia lasciata dalla ragazza nel sottobosco.
Che diavolo le avrà detto Inuyasha, per averla resa così nervosa? si chiese impensierito, notando la distanza che aveva percorso.
Sembrava stesse correndo, almeno a giudicare dal fruscio appena percepibile delle foglie smosse.
Accelerò il passo, cercando di ridurre la distanza che li separava e lasciando dietro di sé una serie di rametti spezzati e foglie smosse.
Ormai era vicino, l’aveva quasi raggiunta, quando qualcosa di affilato lo mancò di pochi centimetri, affondando con un tonfo sordo tra gli alberi.
“Ma cosa..?” esclamò il giovane, evitando nuovamente quella che sembrava una falce legata ad una catena.
Improvvisamente, scorse una figura tra le fronde e da lì partì un nuovo colpo, sempre mirato alla sua testa.
Se non fosse stato per i suoi riflessi allenati, probabilmente si sarebbe ritrovato con la falce piantata nella fronte.
Reagendo d’istinto, afferrò la catena e strattonò con forza, trascinandosi dietro il misterioso aggressore.
Dal fogliame, apparve un ragazzino di circa quattordici anni, vestito con la tipica divisa degli sterminatori.
Innervosito da quell’attacco senza senso, Reito afferrò il giovane per il colletto della tuta, sollevandolo contro un tronco.
“Posso sapere che diavolo vuoi da me?” sibilò “Non mi pare di averti recato qualche danno che giustifichi le tue intenzioni”.
L’altro rimase immobile e silenzioso nella sua presa, con lo sguardo vacuo, perso chissà dove. Sembrava quasi spiritato…
“Reito!”, lo youkai si voltò nel sentire la voce di Kaori e sospirò sollevato nel vederla incolume, anche se affannata.
“Reito, cos’è successo?” chiese allarmata “Ho sentito dei rumori di lotta e tu che ringhiavi…”.
“Questo moccioso mi ha attaccato senza un motivo apparente” spiegò lui “Quello che non capisco è perché adesso non reagisca”.
La ragazza si voltò a guardare il misterioso aggressore e quel viso punteggiato di lentiggini così familiare la colpì.
Doveva aveva già visto quello sguardo castano scuro così particolare?
“Kami-Sama!” esclamò incredula, portandosi una mano sulla bocca “Non può essere..!”.
“Lo conosci?” le chiese Reito, “Guardalo bene” replicò l’altra “Non ti ricorda nessuno di nostra conoscenza?”.
Il lupo bianco aggrottò la fronte, riflettendo su quei tratti decisi, anche se non del tutto maturi.
“Assomiglia… Mi ricorda Sango, ma non so se lei abbia parenti” mormorò “Il suo villaggio non era stato distrutto?”.
“Sì” rispose la giovane “Ma suo fratello Kohaku sopravvisse, perché era con lei. Ma ora… è un burattino nelle mani di Naraku. Quel verme gli manipola la mente”.
Gli rivolse un’occhiata d’intesa e disse “Portiamolo dagli altri. Forse Sango riuscirà finalmente a liberarlo dall’influsso di quel bastardo di Naraku!”.
 
Inuyasha osservò per l’ultima volta la lama di Tessaiga, prima di rinfoderarla con un gesto secco, e sbuffò “Kaori è via da un bel po’, non credete?”.
“Quello che mi chiedo è che cosa le hai detto per farla correre via così” borbottò Sango “Anche Reito è scomparso…”.
“Per me, è andato dritto dritto a cercarla” ridacchiò Miroku con l’aria di chi la sa lunga “Magari riusciranno a dirsi qualcosa…”.
“Sango!”, il grido dell’amica fece voltare tutto il gruppo, mentre lei e Reito sbucavano dalla cerchia di alberi con qualcuno in spalla.
“Kaori, Reito! Ma si può sapere che diamine succede?” chiese Kagome “E chi state portando..?”.
Le parole le morirono in bocca quando riconobbe il ragazzino che lo youkai aveva in spalla.
Kohaku!” esclamò la sterminatrice “Oh, Kohaku! Ma come ci sei arrivato qui? E… com’è che ha la catena attorno ai polsi?”.
“Scusa per come te l’ho impacchettato” disse Reito “Ma è stata una precauzione necessaria. Questa falce è tremendamente affilata e tuo fratello sa bene come usarla”.
Depositò Kohaku su una stuoia e lo liberò dalla catena, tenendolo però sotto stretto controllo visivo.
Un brivido preoccupato lo scosse quando vide la scintilla di determinazione che illuminò lo sguardo di Sango. Cosa doveva fare?
“Miroku, Inuyasha… venite qui” sussurrò la ragazza con decisione “Mi serve la Pietra della Notte”.
L’hanyou gliela porse e lei la poggiò sulla nuca del fratello, dove brillava il frammento di Sfera che lo teneva in vita.
Subito, il monile prese a brillare di un’intensa luce azzurra, mentre il frammento s’illuminava di colpo.
“Cosa devi fare?” chiese Shippo, rannicchiandosi dietro Kagome per evitare la luce intensa.
“Miroku, metti le mani sulla Pietra” disse Sango “Devi infondere parte della tua energia spirituale”.
Gli rivolse uno sguardo preoccupato, mentre aggiungeva “Ma, ti prego, sta’ attento… Se ti succedesse qualcosa, io..”.
“Andrà tutto bene, Sango” la rassicurò lui, imponendo le mani sulla Pietra della Notte e lasciando che questa assorbisse parte della sua energia.
Doveva stare attento alla quantità di energia passata al monile; se ne avesse ceduta troppa, questa avrebbe ucciso lui e Kohaku sul colpo.
Eppure, doveva provaci, per dare modo a Sango di rimuovere il frammento della Sfera e liberare il fratello dall’influsso malefico di Naraku.
Sapeva quanto fosse importante per lei, ma anche conosceva anche i rischi che correvano.
Se la sterminatrice si fosse mossa troppo in fretta, Kohaku sarebbe morto, ma se avesse esitato anche un minuto di troppo, l’eccesso di energia avrebbe prosciugato Miroku, mettendo a repentaglio la sua vita.
Suo padre, nella Grotta degli Spiriti, le aveva spiegato minuziosamente cosa avrebbe dovuto fare, ma la tensione era tangibile nell’aria.
I minuti passavano lentamente, mentre l’intero gruppo era in ansia per la sorte degli amici; ormai erano al momento cruciale.
La giovane sterminatrice si mosse con cautela, cercando delicatamente la sporgenza del frammento, pronta a sfilarlo, ma un improvviso ronzio la distrasse.
Inuyasha ringhiò furiosamente “Naraku sta cercando di mettervi i bastoni tra le ruote! Ci ha mandato contro il suo comitato di benvenuto!”.
Lanciò uno sguardo a Kagome e disse “Tu crea una barriera per permettere a Sango di continuare. Noi ci occupiamo di questi cosi”.
La miko annuì e subito un globo rosato avvolse lei e gli altri, mentre Kaori, Reito e Shippo seguivano il mezzo-demone.
Le katane brillarono fuori dai loro foderi, mentre i loro proprietari le abbattevano sui mostri sbucati dalla foresta.
Pezzi di demone cadevano al suolo, impregnando l’erba circostante con l’odore metallico del sangue e di carne bruciata, dove il fuoco fatuo di Shippo andava a segno.
Un Colpo d’Eclissi volò attraverso la radura, falciando una ventina di vermi giganti ed esseri simili.
Subito dopo, una Cometa di Ghiaccio sortì lo stesso risultato, bloccando temporaneamente l’avanzata dei nemici, ma Kagome non era in situazione facile.
Gli insetti di Naraku stavano forzando la sua barriera sempre più intensamente e Sango non era ancora riuscita a sfilare il frammento dal collo del fratellino.
Miroku non poteva aiutarla, impegnato com’era nel trasmettere energia alla Pietra della Notte, ma ormai aveva la fronte imperlata di sudore.
Non avrebbero retto a lungo… Shippo bruciò un occhio gigantesco, ma la capriola che fu costretto a fare lo portò più vicino alla barriera di Kagome.
“Inuyasha!” esclamò spaventato, scattando verso l’hanyou “Gli insetti di Naraku! Kagome non ce la fa più!”.
Lui si voltò di colpo, trattenendo un’imprecazione nel vedere che quelle vespe troppo cresciute avevano forzato lo scudo protettivo della ragazza.
Li avevano circondati! Quell’ammasso di demoni vomitevoli era stato solo un diversivo!
Quando la barriera s’infranse, Sango si gettò su Kohaku per proteggerlo, ma qualcosa le avvolse un grosso tentacolo attorno alla vita, scaraventandola via.
“No!” gemette la giovane, fissando la gigantesca piuma che si stava avvicinando al fratello “Kagura, lascialo andare!”.
“Mi dispiace per te, sterminatrice” replicò la yasha “Ma Kohaku è troppo prezioso per permettere che ce lo prendiate”.
Caricò il corpo inerme del ragazzo sulla sua piuma, sparendo velocemente nella foschia.
Inutilmente, il mezzo-demone le scagliò contro una Cicatrice del Vento per bloccarla; ormai era al di fuori della loro portata.
“Dannazione!” imprecò Kaori, mollando la spada e correndo verso gli amici “Kagura, torna indietro! Torna qui, maledetta strega!”.
Vide Sango accasciarsi su se stessa, singhiozzando per l’ennesima sconfitta, ancora più bruciante proprio perché era stata ad un passo dal riuscire a salvare il fratellino.
Questo era troppo! Naraku avrebbe pagato per tutto il dolore che stava causando, e con gli interessi!
In preda alla rabbia, raccolse l’arco di Kagome e, dopo aver preso velocemente la mira, scagliò la freccia contro il nugolo di insetti che ancora li minacciava.
La freccia si caricò di una forte aura verde intenso e, quando sparì in mezzo alle vespe velenose, esplose come un fuoco d’artificio, disintegrandole all’istante.
Senza perdere tempo, la yasha incoccò un’altra freccia, scagliandola contro l’ammasso di vermi e ragni che continuavano a fuoriuscire dalla foresta.
Come un tuono senza rumore, un alone di luce avvolse i demoni, facendoli sparire in un battito di ciglia.
Miroku si rialzò a fatica e, sgranando gli occhi per lo stupore, mormorò “Posso sapere come accidenti hai fatto?”.
Si appoggiò al suo bastone dorato, avvicinandosi all’amica “Quando hai imparato a controllare i tuoi poteri spirituali in modo così efficace?”.
L’altra abbassò l’arco, respirando affannata, e replicò “Non ne ho la minima idea, Miroku…”.
Il suo sguardo cadde improvvisamente sul bracciale che le adornava il polso sinistro ed un lieve sorriso le incurvò le labbra.
“Forse ho capito…” mormorò, rivolgendo lo sguardo verso la Grotta degli Spiriti “Grazie, nonna”.
Il braccialetto brillò come in risposta e la ragazza sorrise più ampiamente, prima di avvicinarsi a Sango ed abbracciarla.
“C’ero.. c’ero quasi riuscita” singhiozzò la sterminatrice, mentre lacrime amare le percorrevano le guance “Perché? Perché non ce l’ho fatta? Perchè ho esitato?”.
Kagome le strinse la mano “Sango, tu e Miroku avete fatto il possibile per salvare Kohaku. Non hai nulla da rimproverarti”.
“Kagome ha ragione” disse Reito “Qualcosa mi dice che lo rivedremo presto e, quando accadrà, nessuno potrà impedirti di liberare tuo fratello”.
Kaori sorrise nel vedere lo youkai aiutare l’amica a riprendersi; lui, Kagome e… beh, anche Inuyasha, sapevano cosa voleva dire avere un fratello e cosa si provasse nel rischiare di perderlo.
Con un sospiro, si sedette a fissare le stelle, chiedendosi perché, tutt’ad un tratto, sentisse l’intenso desiderio di avere un fratello o una sorella da coccolare.
Devo essere ammattita commentò ridendo Non sono mai stata gelosa di Kagome e Sota, perché adesso penso queste cose?.
Raccolse alcuni bastoncini attorno a sé, creando un mucchietto per accendere un fuoco, ed il suo sguardo cadde sulla figura solitaria di Reito, che osservava l’orizzonte ancora buio.
Una stella cadente attraversò il cielo con la sua scia luminosa e la giovane giunse le mani per esprimere un desiderio.
Un desiderio che le nasceva dal cuore e che sperava con tutta se stessa potesse diventare realtà.
 
“Uffa! Uffa e di nuovo uffa!” si lamentò Shippo “Ma quando tornano? Io non ce la faccio più!”.
Inuyasha si trattenne a stento dal dargli un cazzotto ben piantato in testa e strinse la presa sul fodero di Tessaiga.
Ma perchè non sta zitto, una buona volta? ringhiò tra sé Già mi è difficile aspettare qui, quando Kagome è via… Ma lui mi rende tutto più complicato!.
Lanciò uno sguardo innervosito alla struttura del pozzo, inarcando un sopracciglio quando scorse Reito camminare avanti e indietro attorno ad essa.
A giudicare da come borbottava sottovoce e dai movimenti a frusta della sua coda candida, doveva essere parecchio impaziente.
Più il tempo passava e più trovava affinità con quel lupo del Nord; avevano un carattere alquanto simile nelle faccende d’amore.
Ogni volta che Kaori era nel mondo in cui era cresciuta, Reito diventava decisamente intrattabile.
Trattenne a stento una risata e si alzò, deciso a recarsi oltre il pozzo per capire perché quelle due ci stessero mettendo così tanto.
Aveva appena poggiato un piede sul bordo in legno, quando Sango e Miroku gli si attaccarono addosso, simili a due piattole.
“Ehi, voi due!” esclamò l’hanyou, cercando di liberarsi “Che cavolo volete fare? Lasciatemi andare”.
“Neanche per sogno” replicò il monaco “Stavolta porti anche noi dalla Divina Kagome! Non te ne andrai senza di noi”.
Sango annuì con decisione e Shippo salì sulla testa del mezzo-demone, aggrappandosi ai capelli d’argento.
“Voi siete matti” sbottò il ragazzo “Non sapete proprio come muovervi in quel mondo! Causereste un casino incredibile!”.
“Dì pure quello che vuoi, ma non te ne vai senza di noi” lo avvertì il kitsune “Io voglio andare da Kagome e Kaori!”.
Inuyasha si dibatté come poteva, cercando di liberarsi da quella presa alquanto soffocante, ma senza risultato.
Anzi, l’ultimo scossone gli fece perdere l’equilibrio e l’intero gruppo cadde con un grido all’interno del pozzo.
Reito, che si era seduto sul bordo ligneo, scosse la testa sconfortato, ma qualcosa, o meglio qualcuno, lo afferrò per la coda, trascinandolo giù e strappandogli un gemito di dolore che sembrava più un guaito.

I cinque caddero in un buco oscuro, appena rischiarato da una tenue luce violetta, che li fece precipitare sul fondo del pozzo.
Inuyasha lanciò una serie d’imprecazioni quando il resto del gruppo gli piombò sulla schiena, mentre Shippo gli cadeva dritto sulla testa.
“Levatevi di dosso, razza di scemi!” sbraitò furioso “Toglietevi, ho detto! Non siete una piuma, sapete?!”.
Sango mormorò qualcosa a proposito della testa, prima che colpisse il pervertito numero uno in piena fronte con un cazzotto.
“Ma possibile che tu non riesca proprio a tenere quelle manacce a posto?” gridò rossa in viso “Miroku, io ti ammazzerò, prima o poi!”.
“Se data da te, sarà sicuramente una dolce morte” sussurrò Miroku con aria adorante, prima di venire steso da un pugno sul naso.
“Dove siamo?” chiese Shippo, guardandosi intorno “Non vedo il cielo… Ma il mondo di Kagome è così piccolo?”.
“Certo che no, scemo” ribatté Inuyasha “Questa è solo la struttura che contiene il pozzo”.
“Quindi ci siamo” esultò la sterminatrice “Siamo nell’epoca di Kagome! Ragazzi, non avete idea di quanto abbia atteso questo momento!”.
“Sapessi io…” mormorò Miroku, abbracciandola per poi accarezzandole il fondoschiena, “Miroku!!”.
“Piantatela, voi due!” esclamò Reito, massaggiandosi nervosamente il sotto coda Se becco chi mi ha tirato così, giuro che l’ammazzo!.
Indicò la scaletta in legno e disse “Ormai siamo qui, andiamo da Kaori e Kagome. Senza perdere altro tempo!”.
Inuyasha fu il primo ad uscire dalla struttura, guidando gli amici verso la casa della miko; ma non aveva messo in conto l’effetto sorpresa che quel mondo avrebbe avuto sugli altri.
“Wow!” esclamò il kitsune, saltando sulla spalla di Miroku “Che posto strano! Ma la foresta dov’è finita? E cosa sono quelle strane torri scure?”.
“Mi pare si chiamino grattacieli” mormorò l’hanyou “Contengono case e… come diamine si chiamano? Uffici. Cosa siano, però non lo so”.
Miroku avanzò di qualche passo verso le scale che scendevano verso la città “Non c’è che dire… È un luogo molto diverso del nostro”.
Niente alberi, niente erba, niente case di legno… solo larghi sentieri grigi decorati con strane strisce bianche e quelle strane torri che sembravano toccare le nuvole.
“Al posto di stare lì come un idiota, vieni qui” lo rimbrottò Sango “Dobbiamo cercare Kagome”.
“Da questa parte” disse il mezzo-demone, guidandoli oltre il tempio “Casa di Kagome è quella”.
Shippo si sporse così tanto che rischiò di cadere a terra, ma riuscì ad afferrarsi alla manica del monaco.
“Kagome ha una casa così grande?” mormorò incredulo “Non ho mai visto una casa così… È bellissima!”.
“Però non sento il suo odore” mormorò Reito “Né quello di Kaori. Non da lì, almeno”.
“Saranno a casa di Kaori, allora” replicò Inuyasha, indicando un gruppo di cedri secolari poco distante.
Nascosta dal fogliame, l’abitazione era quasi invisibile, eppure, nonostante la struttura moderna, conservava un non so che di antico e misterioso.
Il demone lupo accelerò il passo nell’avvertire l’odore delle ragazze provenire da lì, ma si bloccò di colpo quando scorse una grossa nuvola bianca fuoriuscire da un’apertura della parete, che Inuyasha chiamò finestra.
“Cos’è tutto quel fumo?” chiese impensierito “Non sarà mica scoppiato un incendio?”, “No, quello è vapore” disse Miroku.
“Vapore?” chiese Sango “Ha una fonte termale in casa? Santo cielo! Com’è possibile una cosa del genere?”.
Sentendo una voce nota canticchiare sotto uno scroscio d’acqua, l’hanyou scosse la testa “Non hanno una fonte termale. Tutte le case di quest’epoca hanno l’acqua calda… Arriva con dei canali di metalli, che mi pare si chiamino tubi”.
“Da dove arrivi quell’acqua, però, non ne ho proprio idea” aggiunse poi “Comunque, sono sicuro che Kaori sta facendo la doccia… Solo quella cosa scroscia come una cascata!”.
“E tu come lo sai?” chiese Miroku, sorridendo con aria maliziosa “Non avrai spiato la Divina Kagome o Kaori, quando sei rimato bloccato qui, vero?”.
Sulla fronte dell’amico apparve una vena pulsante, prima che lo afferrasse per il collo e lo sbattesse con la testa nel muro.
“Io non sono un maniaco come te!” ringhiò innervosito “Me lo hanno spiegato le ragazze, cosa credi?”.
Avrebbe voluto aggiungere qualche insulto, ma quando la testa del monaco colpì la parete accanto alla porta, un trillo acuto rieccheggiò nell’aria.
“Ma cosa..?”, Reito scostò la testa del bonzo per esaminare il muro, scorgendovi un buffo cerchio bianco.
Prima che potesse provare a toccarlo, Inuyasha vi sbatté nuovamente Miroku contro, causando un nuovo trillo.
Incuriosito, il mezzo-demone osservò la fronte dell’amico, ora rossa per i colpi subiti e la batté di nuovo nel muro.
Un terzo trillo lo assordò, mentre lo youkai gli tirava un calcio negli stinchi, esclamando “Piantala, idiota! Questo rumore mi distrugge i timpani!”.
“Ma non è possibile che sia la testa di Miroku a fare questo suono” mormorò Sango, avvicinandosi alla porta “Non l’ha mai fatto prima…”.
Ormai il gruppo si era addossato al battente e non sentirono la padrona di casa borbottare un “Arrivo! Un momento!”.
La maniglia si abbassò e il loro peso spalancò la porta di scatto, causando una vera e propria valanga sull’uscio.  

Bell'uscita di scena, eh? ke cosa combineranno Inuyasha e gli altri nel mondo di Kagome? e Reito, riuscirà mai a dire cosa prova nei confronti di Kaori? Kohaku tornerà mai libero? beh, se volete spaerlo, dovete attendere il prox cappy (x Kohaku, un po' di + temo...)! spero di postarlo presto, ma, ci crederete o no, + si avvicina luglio e + il tempo a mia disposizione diminuisce... Il mastino infernale nn mi darà tregua T^T Noooo!! ke pizza! kiedo immensamente scusa x l'eventuale ritardo di aggiornamenti e\o recensioni. mi affido alla vostra clemenza...
Vostra Alys93

   
 
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