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When white fades
Il
susseguirsi delle stagioni in quella landa
dimenticata da Hyne in mezzo ai ghiacci del Nord era solo segnato dal
calendario.
Dicembre
era da poco iniziato, ma non che fosse
particolarmente evidente.
Il
paesaggio attorno non cambiava mai.
Ghiaccio
e neve. Neve e ghiaccio
Insomma,
tanto -tantissimo- bianco.
***
Quella
persona era una Strega. Non poteva avere alcun dubbio.
Punto
primo: era vestita di nero.
Punto
secondo: era molto vestita solo
di nero.
Punto
terzo: era preoccupantemente vestita niente
altro che di
nero.
Punto
quarto: il suo sguardo non era particolarmente amichevole. Ed
era circondato da fin troppo nero.
Sfortunatamente
non era riuscito a trattenersi da una delle uscite
meno azzeccate di tutta la sua corta esistenza: "...Io sarei un
maschio..." aveva balbettato senza troppa convinzione, stiracchiando il
maglione "E... e..."
"...E
quello che sono io credo di saperlo da quando sono nata. Ma
grazie per avermelo ricordato"
Stupidamente
si ritrovò ad annuire convinto, per poi sfracellarsi
terrorizzato contro il muro mentre il Professore Responsabile le
mostrava la
stanza e si prodigava in scuse per la sistemazione: "...Mi rendo conto
che
sia un po' imbarazzante, ma provvederemo a sistemarti nell'altra Ala
del
Dormitorio non appena ci sarà qualche trasferimento,
promozione o
simili..."
"Starò
bene anche qui" lo aveva zittito facendo
rumorosamente cadere a terra quella specie di baule portatile di quel sempre
più cupo nero che l'aveva fatta pendere di lato
fin dal suo ingresso
"Sarei fuori posto comunque. Nessun problema..."
Si
sentiva davvero idiota a pensare che forse l'unico che aveva
considerato la cosa esattamente 'un problema' era lui. Tuttavia l'idea
di
tentare una nuova protesta gli faceva preferire di gran lunga
trascorrere le
prossime nottate ad aiutare i pazzi del Comitato Festival appeso per
gli alluci
ad appendere festoni.
Quando
il professore uscì, avrebbe voluto aggrapparsi a lui. Invece
era rimasto incollato alla parete senza dire una parola, mentre lei si
rinchiudeva nella sua parte di stanza, trascinandosi dietro
quell'affare color
funerale fatto di cinghie e pelle di chissà quale pessima
plastica da quattro
Gil.
La
vita del Garden era davvero crudele. Non bastavano gli allenamenti
massacranti, le lezioni al limite del coma permanente, l'andrenalina
quotidianamente a livelli tachicardici, i teppisti che lo prendevano di
mira...
NO.
Si
sistemò gli occhiali sul naso, attento che il suo mirabile
lavoro
di scotch e incastri non si riducesse in un ennesimo puzzle su cui
impiegare
tutta la nottata. Era questo che più mal sopportava: che
certi teppisti di
quarta categoria gli riducessero gli occhiali a un simile disastro.
Almeno una
volta a settimana.
La
porta che venne improvvisamente sbattuta di lato gli fece correre
seriamente il rischio di dover nuovamente dar fondo alle sue scorte di
colla.
"QUI
C'E' FREDDO!!!"
Si
era ritrovato sotto il naso un'unghia fin troppo lunga, affilata e
accusatoria. Nera a teschietti bianchi.
"C'è
un freddo terribile, non è possibile vivere in un posto del
genere!!!" lo aveva afferrato per il maglione, scrollandolo "Non ci
risveglieremo VIVI domattina! Saremo DAVVERO MORTI!!!"
"...Benvenuta
a Trabia..." soffocò, cercando di aggiustare
gli occhiali che avevano iniziato a scricchiolare "...Io ci sono
abituato... al freddo..."
Lo
aveva squadrato con lo stesso sguardo con cui avrebbe analizzato un
alieno PuPu. Poi aveva ridacchiato: "Infatti ti si sono congelati i
capelli"
"Sono
così e non ci posso fare proprio niente"
Bianchi.
Da quando si ricordava il primo sguardo a uno specchio.
E
uno dei Motivi Numero Uno-Due-Tre-ecceteraeccetera per cui lenti e
stanghette erano tenute assieme dai suoi esperimenti di bricolage alla
buona.
"Come
i miei teschi..." si era staccata da lui, correndo
nella camera, acciuffando qualcosa e schiacciandoglielo in faccia:
"...E
come i suoi dentini!"
Annaspò
in mezzo alla massa pelosa cercando di scaraventarla il più
lontano possibile. Senza offendere troppo la sua proprietaria,
naturalmente.
"E'
UN GATTO?!" gridò strozzato, sentendosi nei tre secondi
successivi sempre più idiota e patetico del solito. Cosa che
gli venne
confermata dal miagolio stizzoso qualche metro più in
là. E la faccia sotto
schock della persona davanti a lui: "...Tu sei sempre abituato a
precisare
tutto quello che ti capita sotto il naso?" si chinò a
riprendere l'essere
che continuava a rivolgergli sbuffi più cupi del suo stesso
pelo "Dunque,
io sono una ragazza e lui è un gatto. Segnatelo, per favore"
Si
sentì avvampare: "S-sono allergico ai gatti!!!"
"Non
ti sei coperto di bolle. E quasi lo stavi mangiando... Forse
sei un Gattivoro, allora questo sarebbe un problema"
"Sono
allergic-" cercò di protestare, ma di nuovo si
ritrovò
con quella bestia a pochi millimetri dal suo naso. E smise
definitivamente di
respirare. Sopra la palla di pelo gli si presentò il ghigno
più divertito che
nemmeno il peggiore dei teppisti di tutto il Garden gli avesse mai
rivolto dopo
averlo lasciato a gambe all'aria nella fontana della Hall.
"...Tu
hai paura, ehem, dei gatti..." stava
trattenendo le risate "...Oh, questo per te sarà un gran
problema, ma
vedrai che lo risolverai. O ti ci abituerai entro una settimana"
Rimase
immobilizzato contro il muro, mandando giù a fatica:
"...Tu e il gatto siete il p-problema..." singhiozzò "Il
Regolamento all'articolo 57, comma 12 vieta gli animali in giro per il
Garden e
all'articolo 63 comma 45 pure i Dormitori misti..."
Si
interruppe non appena si accorse di quello che gli era appena
uscito di bocca. Mentre lei era rimasta con il gatto sollevato e
ondeggiante a
mezz'aria, spalancando gli occhi dalla sorpresa: "Sei della
Disciplina?!
Ero convinta che solo a Balamb o Galbadia avessero quel Comitato e
invece
esiste pure qui?!"
La
maggior parte degli studenti considerava infatti il Garden di
Trabia come una specie di enorme parco giochi. Era piuttosto sminuente
dichiarare di essersi diplomati lì: tutto per colpa di
quella pazza scleromane
della Tilmitt che aveva trascorso i suoi anni passati in mezzo ai
ghiacci a
organizzare Festival quasi ogni giorno, seguita a ruota da un nutrito
gruppo di
imbecilli scansafatiche... Eppure, nonostante tutto anche quello era un
Garden
come gli altri e in quanto tale non poteva non esserci uno dei Comitati
basilari perchè la vita al suo interno potesse svolgersi in
maniera
'abbastanza' vivibile e degna di essere definita militare.
Comitati
Festival Pazzoidi a parte.
Annuì,
cercando di assumere un certo contegno e sistemandosi gli
occhiali: il Comitato di Disciplina era quel poco che riusciva a
salvare la sua
misera esistenza ridotta allo scatafascio da geni con tendenze
artistiche e
teppisti sadici. Rispetto al famoso CdD di Balamb e di tutte le
leggende che
giravano sul suo conto non era così noto, ma era pur sempre
della categoria. E
di questo, lui ne era schifosamente orgoglioso.
Addetto
Semi-Qualificato per la Catalogazione
Devianze Studentesche nel Quotidiano.
Il
suo ruolo nel Comitato poteva essere semplicemente riassunto solo
da un simile affastellamento di parolone. Secondo altri, lui era solo
il
Prendiappunti.
Block
notes, lista degli orari della scuola e corse a perdifiato per i
corridoi. Per evitare di venire picchiato da tutti quelli il cui nome
compariva
sulle pagine quadrettate: notti insonni, weekend mancati. Ecco cosa
significava
per un qualsiasi studente venire segnato sul suo block notes.
"...Nessun
problema"
Era
sussultato, mentre veniva risbattuto nella cruda realtà dal
sacco
di pelo nuovamente all'altezza del suo naso. Quella strana ragazza (che
nella
sua testa era davvero degna di essere confinata a vita nelle cucine a
pulire
pentole fino a far diventare persino bianco l'ultimo dei suoi calzini)
era
tornata a fissarlo col suo strano ghigno: "Yukidama"
Restò
per un attimo basito, per poi accorgersi del gatto:
"...Yu-?"
"Yukidama.
Palla di neve" lo agitò davanti a lui
"Potreste diventare amici. Anche a lui piace il freddo"
"Il
Regolamento dice che..." tentò di ribattere, venendo
nuovamente zittito da quelli che sembravano sibili seccati. Insomma, il
gatto
stava vicendo contro l'essere umano. Niente di più patetico.
"...E
dato che abbiamo iniziato le presentazioni..." si interruppe
con una smorfia "...Beh, di solito nei vostri CdD c'è sempre
un Cavaliere
o qualcosa del genere. Non mi pare che tu appartenga alla categoria..."
Non
che avesse molta voglia di far sapere il suo nome a qualcuno che
probabilmente nell'intrecciare paglia e lanciare maledizioni era molto
più
esperta di qualsiasi altra fatucchiera conquistamondo in circolazione,
ma non
aveva mai avuto molte possibilità nella sua vita. E quel
momento, stretto tra
un muro gelido e una specie di famiglio ingrassato, decisamente non
aveva altra
alternativa.
"...Kisoku.
Houritsu Kisoku..." mugugnò, fissandola quanto
più minacciosamente riusciva a figurarsi di poter fare "...E
se ti metti a
ridere..."
"In
Esthariano ho sempre avuto un 18 stiracchiato e molto
aiutato..." ritirò il gatto, appoggiandoselo sulla spalla e
facendosi
improvvisamente seria "Uhm, Ki-... Ki-kisoku... Beh, si può
scrivere in un
sacco di modi..."
Si
era messa a tracciare in aria una serie complicata di segni,
aggrottando la fronte e usando la coda della bestia come pennello...
fino a che
i suoi occhi non si illuminarono, afferrando quel dannato gioco di
parole che
gli faceva da biglietto da visita e gli stava rovinando la vita. Di
sicuro
sarebbe scoppiata a ridere, come facevano tutti. E di riflesso
automatico,
nella sua mente diede avvio al conteggio di quanti calci avrebbe dato a
quel
gatto non appena ne se ne fosse presentata l'occasione.
Tuttavia
non rise. Rimase un attimo in silenzio, per poi ricominciare
a strattonare la coda nei suoi arabeschi aerei: "Tu ci sei entrato apposta
al Comitato di Disciplina..." fece una pausa ad effetto,
quasi a
rimangiarsi la risata "...signor Regola&Legge?!"
Sbuffò.
Odiava la traduzione simultanea del suo tesserino scolastico.
Anche da parte di chi aveva un 18 tirato in Esthariano.
"...E
ti fai tanti problemi solo per questo? Almeno i bambini ti
risparmieranno..." sollevò il gatto, facendolo volare sopra
la sua testa
"...Mentre Yukidama un giorno mi mangerà, lo sai?"
La
palla di pelo le mostrò orgogliosamente i denti. Esattamente
del
colore dei suoi capelli... e di quei deprimenti teschietti.
"Nezu.
Mi" diede un'occhiata preoccupata alla cosa che
teneva in mano, abbassando all'improvviso la voce "Però non
chiamarmi mai
dal cognome. Solo 'Mi'. Altrimenti Yukidama si ricorda di darmi la
caccia"
Fu
in quel momento che decise.
Quella
persona era davvero un Strega.
*Asterisco
dell'autrice:
ci ero
ricascata qualche annetto fa. Una storia a puntate. Hyne, che avevo
fatto di male?
Comunque,
inizio subito a divertirmi con quello che dopo cinque anni dovrei
aver imparato di giapponese o meglio, teoricamente imparato e che poi
sfrutto
per fini del tutto fandomeschi. Ma che ci posso fare se mi ci diverto
tanto,
come quelli della Square con Cloud-in-the-sky (<- questo me l'ha
insegnato Youffie :D).
Solo
che spiegare in maniera comprensibile quello che ormai spesso mi
sembra ovvio (è spaventoso ammetterlo, ma è
così!) è davvero complicato. E
probabilmente per la maggioranza di coloro che hanno avuto
pietà e hanno letto
fin qui è senza senso. Un po' come Bleach in italiano tutte
le volte che nei
primi volumi quell'anima in pena di Fragolo tentava di fare lo spelling
del suo
nome.
Io
ci provo. Amore per i kanji (i segnetti cinesi, per chi ignorasse
la cosa), il mio WaKan e la voglia di sfidare l'impossibile. Il primo
che
compare è il nome, l'altro ("ovviamente"-NdTutti) il cognome.
Kisoku
Houritsu:
'regola/regolamento' +
'legge'. Penso che siano i due composti che più mal
sopporto. Perchè dimentico
sempre come si scrivano.
Mi
Nezu:
'incanto' + 'topo'. Aggiungo che ci sono un bel
po' di kanji che significano 'mi' e il gioco sta proprio in questo ;)
Per
quanto riguarda quello che ho scelto (魅),
il motivo è che il suo radicale è
lo stesso di 'demone'... Giusto per giocare con questa storia delle
Streghe di
FF8. Dopo aver distrutto Cavalieri e co. a loro tempo.
Se
lo si legge dal cognome al nome
si ottiene 'nezumi' ovvero (e nuovamente) 'topo'. Scusate, ma non sono
riuscita
a resistere XD
Yukidama:
'palla di neve'. Se non fosse che
è un gatto nero. In omaggio ai Simpson.
...Posso
inventarmi un teorico
'Esthariano' per spiegare tutto questo, vero?
(In
fondo non è colpa mia. E' tempo
e Ps2/Ps3/PsP che mi mancano. In attesa di quella figata preannunciata
da
musichetta 'O-Fortuna' di FF13-Versus, naturalmente :D)