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Autore: HachiXHikaru    19/06/2011    1 recensioni
L’Acqua e il Fuoco sono due elementi opposti.
Il Fuoco è rosso, l’Acqua è azzurra.
L’Acqua genera la vita, il Fuoco la distrugge.
Il Fuoco crea gli incendi, l’Acqua li spegne.
L’Acqua e il Fuoco non potrebbero mai convivere in armonia, sono troppo diversi.
Ma che succederebbe se il Fuoco si innamorasse dell’Acqua?
Se i due elementi entrassero in contatto uno sopraffarebbe l’altro.
Ma che succederebbe se entrassero in armonia?
Si verrebbe a creare qualcosa di nuovo, qualcosa di magico e potente.

Ma Fuoco e Acqua potrebbero mai entrare in armonia?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara, Quasi tutti, Zuko
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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4. “Zuko”

Il castano era seduto per terra all'interno della sua tenda e leggeva dei rotoli. La Nazione del Fuoco non dava pace a nessun villaggio e questo per colpa della guerra che aveva cominciato. Chiuse il rotolo che teneva in mano e ne prese un altro. Lui era riuscito a raccogliere diversi ragazzini che stavano diventando abili guerrieri e questo solo per contrastare lei... Già, era lei la causa di questo dolore e della sofferenza che stavano provando migliaia di innocenti. Si alzò in piedi. Se sua madre fosse stata ancora al suo fianco forse non si sarebbe sentito così solo... È vero, aveva radunato migliaia di alleati e compagni, ma questo senso di solitudine non era ancora andato via. Si sentiva solo in mezzo a tutte quelle persone, eppure doveva fare la parte del capo, di chi sa il fatto suo, di un vero generale... Si mise una mano sul volto, toccando la bruciatura. Chissà quanto avrebbe potuto resistere e chissà quanto avrebbero potuto resistere i suoi uomini. Sbuffò. In fondo quello gli importava poco. A lui interessava raggiungere il suo scopo e avrebbe usato qualunque mezzo per farlo. Strinse i pugni. E niente e nessuno lo avrebbero ostacolato. Mentre rimetteva a posto i rotoli si ricordò della ragazza dai lunghi capelli castani che aveva salvato l'altro giorno. Aveva capito subito che era una dominatrice dell'acqua e gli sarebbe di sicuro stata utile. Quel giorno era intenzionato ad andarle a parlare, sicuro che lei, come tutti gli altri, avrebbe accettato senza problemi le sue proposte. Già, sarebbe stato tutto facile, come al solito...

 

Aprì lentamente gli occhi e si alzò dalla sua posizione sdraiata mettendosi a sedere per terra.; si toccò la guancia sentendola leggermente bagnata. Quella notte aveva dormito pochissimo e le poche volte che riusciva a concedere al sonno sognava il momento dell'attacco al suo villaggio e i volti dei suoi genitori. Si morse il labbro. Per quanto tempo avrebbe dovuto svegliarsi con la speranza che fosse tutto un brutto sogno? Che i suoi genitori fossero ancora in vita e che la normalità non era stata spezzata? Si guardò le mani. Tempo fa, quando tutta la famiglia era andata a fare un pic nic, aveva fatto uno scherzo a Sokka bagnandolo completamente e facendogli fare una figura imbarazzante davanti a delle ragazze della Tribù dell'Acqua. Aveva utilizzato il dominio dell'acqua per farlo, ma ora... Avrebbe continuato a fissarsi le mani se degli strani rumori provenienti da fuori non l'avessero distratta. Spinta dalla curiosità aprì un poco l'entrata della tenda e sbirciò fuori. C'erano Aang e Toph che stavano combattendo tra di loro. Sbuffò tra sé e sé. Ma si erano appostati lì di proposito? Lentamente cercò di tornarsene dentro il suo piccolo rifugio, ma sfortunatamente per lei il dominatore dell'aria la notò, come se per tutto quel tempo non avesse fatto che lanciare veloci occhiate in quella direzione. Pronunciò felice e sorridente il nome della castana e le andò incontro. La cieca, intanto, aveva maledetto il ragazzo che aveva abbandonato il combattimento così all'improvviso; aveva percepito distintamente che l'amico non era affatto concentrato e che stava semplicemente schivando i suoi colpi. Quello che a lui interessava veramente era solo vedere la nuova arrivata, quella strana dominatrice dell'acqua. Sbuffò. Cosa ci trovasse in lei poi...

-Ben svegliata Katara, hai dormito bene?-

Fu costretta a uscire dalla tenda e, quando il ragazzo le fece la domanda, lei era girata di spalle. Strinse la stoffa tra le mani. La mora riuscì a sentire grazie ai suoi piedi che la domanda posta da Aang alla nuova arrivata le aveva fatto ricordare cose poco piacevoli. Toph non poteva certo dire che la castana le stesse simpatica dato che non si erano mai rivolte la parola, ma non voleva certo lasciarla lì in balia del dominatore dell'aria che, sorridente, continuava a guardarla aspettando una risposta che non sarebbe mai arrivata. Poteva capire come si sentisse Katara, quasi tutti avevano provato quello che stava provando lei, e quello che serviva alla ragazza era soltanto un po' di tempo; almeno, la cieca sperava fosse così. Quindi richiamò l'attenzione dell'amico che si voltò a guardarla chiedendole cosa volesse e quella rispose che voleva continuare l'allenamento. Anche la dominatrice dell'acqua mosse la testa, vedendo con la coda dell'occhio Toph e ringraziandola dentro di sé. Parlare con quel ragazzo così felice e sorridente non era certo quello che desiderava di più.

 

-Guarda questo Suki!-

Esclamò il castano lanciando il suo boomerang; lei sorrise battendo le mani.

-Che bel tiro Sokka, sei davvero abile-

Arrossì e si mise una mano dietro la testa, cominciando a ridere.

-Bè sì... Possiamo dire che sono il migliore nel lancio del boome...-

Non finì la frase che la sua arma, tornando indietro, lo colpì alla testa. La ragazza lo vide cadere in terra e non potè trattenere le risate; quel ragazzo era davvero divertente. Riusciva a farla ridere e questo lo apprezzava molto; non c'era riuscito quasi nessuno degli altri orfani. Lo vide rialzarsi impacciato. Aveva fatto una brutta figura davanti a lei. Ah, quanto si odiava per quello! Ma almeno poteva vederla ridere. Era così carina...

-Non ti sei fatto niente, vero?-

Chiese lei tra le risa e avvicinandosi al castano; arrossì un poco nel vederla meno distante.

-N... No, tranquilla...-

Si battè una mano sul petto.

-Niente potrebbe scalfirmi-

Sorrise, poi prese il boomerang di lui.

-Posso provare io ora?-

Annuì. Si trovava davvero bene con Suki, era contento di averla conosciuta. A quanto aveva saputo anche lei faceva parte della Tribù dell'Acqua, ma viveva in un villaggio più distante dal loro, dove, con le sue amiche, formava un gruppo di difesa chiamato “Le guerriere Kyoshi”. Erano abili, e per molto tempo erano riuscite a difendere il loro piccolo villaggio anche se non erano dominatrici dell'acqua. Quando, però, la Nazione del Fuoco attaccò non ebbero scampo. La castana non poteva fare a meno di piangere quando ripensava a quella notte disastrosa. Non solo tutte le loro case erano state ridotte in macerie, ma gran parte degli abitanti e tutte le guerriere avevano perso la vita. Tutte tranne lei. Naturalmente la ragazza non era riuscita a perdonarselo, avrebbe preferito morire lei al posto delle compagne, e in questo somigliava un po' alla sorella del castano. Fortunatamente, però, Suki era riuscita a uscire da quella bolla di disperazione e per questo doveva anche ringraziare Sokka. Gli doveva tanto anche se lui non lo sapeva. Appena svegliata si era diretta alla sua tenda e lo aveva invitato a allenarsi con lei; quello non se l'era fatto ripetere due volte e aveva accettato sorridente, sicuro che la sorella non avrebbe di certo sofferto la sua mancanza. Quando la ragazza lanciò il boomerang apparve un ragazzo che la chiamò per nome, costringendola a voltarsi. Riconobbe subito Zuko.

-Ciao Suki...-

Lanciò uno sguardo al nuovo arrivato. Non sapeva come si chiamasse, ma fortunatamente quello si presentò dicendo il suo nome; poi capì che quello era il fratello della dominatrice dell'acqua. Probabilmente non avrebbe neanche saputo chi fosse se non avesse avuto una stretta parentela con la ragazza; in fondo lui non era utile alla causa. Comunque gli diede il benvenuto e si comportò in modo gentile con lui, dicendo frasi di convenienza, non avrebbe affatto sopportato inimicarselo, era pur sempre un suo alleato, una delle tante pedine.

-Sokka, volevo parlare con tua sorella, sai dirmi dove posso trovarla?-

Chiese infine secco; il ragazzo della Tribù dell'Acqua gli rispose che poteva trovarla alla sua tenda e probabilmente era in compagnia di Toph e Aang, almeno, lui li aveva visti allenarsi lì davanti. Dopo che Zuko ebbe ricevuto le indicazioni per raggiungere il posto dove si trovava la castana e lasciò da soli i due ragazzi che, dopo averlo osservato allontanarsi, ripresero quella specie di allenamento.

 

Katara guardava fisso i due amici che stavano combattendo davanti a lei; non riusciva a capire cosa ci trovassero di divertente... Come mai ci tenessero tanto a combattere per il loro capo... Si strinse nelle spalle. Lei quello non lo sopportava per vari motivi diversi. Sbuffò al dominatore dell'aria, che l'aveva distolta dai suoi pensieri per farle vedere una mossa che stava usando contro la cieca. Ma cosa voleva da lei? Si divertiva tanto a disturbarla? Mah... Continuò a guardarli lottare, poi passò lo sguardo sulle sue mani. Aveva deciso che non avrebbe più dominato l'acqua, però... Formò dei pugni e li strinse. Avrebbe tanto voluto che i suoi genitori le dicessero cosa fare... All'improvviso Toph parò il colpo dell'avversario e creò uno scudo protettivo con la terra, poi si fermò sotto lo sguardo confuso di Aang.

-Zuko è venuto a trovarci-

La castana sentì la frase e si voltò scocciata alla sua sinistra, intravedendo il ragazzo con la bruciatura, poi si alzò allontanandosi nella direzione opposta. Sperava che non volesse lei, non aveva certo voglia di parlare con quello lì... Si morse il labbro. E tanto sapeva già cosa voleva dirgli... Il dominatore dell'aria si avvicinò sorridente al castano e lo salutò. Zuko rispose con un cenno del capo e, mentre seguiva con gli occhi la ragazza che si stava allontanando, informò i due che doveva parlare con la nuova arrivata, la dominatrice dell'acqua.

-Katara? Certo è qui...-

E indicò il punto dove prima si trovava la ragazza.

-Ma dove...-

Il capo scostò gentilmente il compagno e seguì velocemente la castana, sotto lo sguardo confuso di Aang; poi Toph, stanca della situazione, chiese di poter continuare l'allenamento.

 

Il castano procedeva a passo svelto, sicuro di poterla raggiungere; lei, a ogni passo che sentiva dietro di sé, cercava di accelerare. Non voleva parlare con lui... Peccato per lei che il ragazzo non demordeva e lei se ne accorse; aveva più desiderio lui di parlare con lei che lei di sfuggirgli. Così, appena lui cominciò a parlare lei smise la sua corsa.

-Ehi...-

Disse.

-Devo parlarti, potresti fermarti?-

Ubbidì, ma rimase voltata di spalle. Lui rimase in silenzio per poco, poi fece un lungo respiro e parlò di nuovo.

-Tu sei Katara, giusto? La nuova arrivata...-

A quel punto la castana si girò, alzando un sopracciglio e guardandolo scocciata. Non capiva come mai faceva queste ovvie domande. Se l'aveva cercata doveva sapere per forza chi era, e soprattutto che era capace di dominare l'acqua. Zuko non sentì nessuna risposta, ma continuò a parlare.

-Io conosco le tue capacità... E posso comprendere il tuo dolore...-

Ormai diceva questa cosa a tutti quelli che trovava. Era come un ritornello. Un lungo, noioso e falso ritornello. Lei lo guardava fisso negli occhi. Capirla? Sbuffò. Certo, come no... Il ragazzo rimase un attimo spiazzato, non ricevendo nessuno dei gesti che pensava di ottenere. In fondo una ragazzina che aveva avuto più o meno la stessa sorte della castana, e che lui aveva salvato qualche giorno fa, gli aveva dimostrato tutta la sua riconoscenza abbracciandolo e bagnando di lacrime la sua maglietta. Allora perchè lei non reagiva? Forse aveva bisogno di tempo o forse... Gli occhi azzurri di lei sembravano non provare nessun sentimento oltre la rabbia e il dolore. Socchiuse i suoi occhi castani. Avrebbe dovuto lavorarsela bene bene...

-Ti avranno detto che qui combattiamo per recuperare la libertà che la Nazione del Fuoco vuole privarci, quindi i poteri di tutti i dominatori sono fondamentali e tu...-

Le sorrise facendola disgustare di tutta quella scenata.

-Tu sarai molto utile alla causa... Se tu accetterai di usarlo per noi ne sarò molto felice. Forse ti ci vorrà un po' di tempo per perfezionarti, ma noi possiamo aspettare...-

E parlava, parlava, sotto lo sguardo scocciato della castana. Non sopportava che il capo desse per scontato che lei avrebbe usato il suo dominio dell'acqua per lottare. Lui sembrò accorgersi di qualcosa e smise di parlare per un po', sperava di ricevere almeno qualche segno di vita da parte della ragazza, ma niente. Prese di nuovo la parola, sicuro che lei non avrebbe aperto bocca.

-Tu vuoi combattere per noi, vero?-

Sussultò, e per un momento Zuko vide in quegli occhi azzurri la risposta che non voleva ricevere. Strinse i pugni, cercando di mantenere la calma.

-Noi siamo come la tua famiglia ormai... Non devi preoccuparti... Devi fidarti di noi...-

Ripeteva queste parole come una cantilena, una filastrocca e probabilmente non cercava solo di convincere lei, ma anche se stesso. Ormai era da tempo che cercava di farlo... Purtroppo per lui la ragazza non avrebbe facilmente cambiato idea, avrebbe dovuto lavorarsela per più tempo; così smise di parlare e le diede le spalle.

-Bè... Fammi sapere se cambi idea e soprattutto...-

La guardò con la coda dell'occhio e questo la fece rabbrividire un poco.

-Ricordati che non lascerò perdere tanto facilmente...-

Il suo potere doveva essere utilizzato e sfruttato ed è quello che avrebbe fatto lui. In fondo, una delle principali ragioni per cui l'aveva salvata era che aveva subito capito che era una dominatrice dell'acqua. Avrebbe trovato un modo per convincerla, a costo di usare la forza, era troppo importante per lui. La castana lo fissò allontanarsi e ripensò alle sue parole.

...Siamo come la tua famiglia...

Strinse i pugni. Come poteva permettersi di usare così alla leggera quella parola?

...Famiglia...

La sua famiglia non esisteva praticamente più, e di sicuro loro non si sarebbero mai potuti sostituire a sua madre e suo padre.

...Devi fidarti di noi...

Fidarsi? Di persone che volevano solamente usarla per fare del male e raggiungere i loro scopi? Mai. E soprattutto di lui che l'aveva salvata. Non avrebbe mai più usato il suo dominio, ormai era una promessa. 

  
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