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Autore: Ili_sere_nere    20/06/2011    4 recensioni
Chi a Capodanno non dice "Anno nuovo, vita nuova" sperando che accada qualcosa di sconvolgente e di inaspettato che ti cambi la vita in meglio? Anche la nostra protagonista, Andrea Belmonti, 21 anni originaria dell'Italia, se lo è augurato. Ed è accaduto. La sua semplice vacanza,fatta per riposare e pensare un po' a sè, si trasformerà in qualcosa a cui non aveva assolutamente pensato. Punto di partenza del nostro viaggio? Atlanta. Punto di arrivo? Ancora tutto da decidere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Never Let Me Go'
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Capitolo 6

Passarono alcuni mesi nei quali strinsi maggiormente i rapporti con i ragazzi e le ragazze del cast. Capitò molto spesso, infatti, che alcune sere uscii con loro a cena o per passare delle “normali” serate tra ragazzi. Mi divertii molto. Strinsi molta amicizia con Nina, ma specialmente con Candice, scoprendo quanto fossimo simili. Intanto al cast si aggiunse un altro membro, Joseph Morgan, che avrebbe interpretare il ruolo del temutissimo “Klaus”.

Oltre che con il cast, feci amicizia anche con Samuel, il ragazzo della hall. In quei mesi venne spesso a trovarmi a lavoro per farmi compagnia nei momenti in cui era libero dalle lezioni. Iniziai a sospettare qualcosa su di lui ed infatti, dopo un paio di volte che venne, mi confessò che gli sarebbe piaciuto potermi conoscere maggiormente e che gli interessavo.
 

Giunse così Maggio e con esso la fine della seconda stagione.

Come era mio solito fare il pomeriggio, mi trovavo al bar, dietro al bancone a servire alcuni clienti quando il campanellino, posto sopra la porta d’entrata, suonò.
<< Ciao barista >> Alzai lo sguardo e vidi Samuel avvicinarsi al bancone e sedersi su una sedia.
<< Ciao studente – ridacchiai – vuoi il solito? >> chiesi finendo di ridare il resto ad un cliente. Sam annuii e iniziai a preparargli un decaffeinato.
<< Allora, me la concedi una uscita una di queste sere? >>
<< Ancora? Non demordi proprio, eh? >> risi, prendendo un tazzina in cui versare il caffè. << Tieni >> porsi la tazzina a Sam.
<< Grazie.. E comunque, su.. una uscita piccola.. andiamo a prenderci un gelato >>
<< Sam… >> non completai la frase perché il campanellino della porta suonò nuovamente. << Salve… Ragazze! >>
 

Dalla porta erano infatti entrate Candice e Nina. << Andy! >>

<< A cosa devo la vostra visita? >> sorrisi uscendo da dietro al bancone per andarle ad abbracciare, non rispondendo così a Samuel.
<< Facevamo un giro e ci siamo ricordati dove lavoravi >> disse allegramente Candice.
Essendoci pochi clienti, potei parlare con le due ragazze tranquillamente. Scherzammo e ridemmo molto, quando Candice ebbe una idea.
<< Stasera potremmo uscire tutti quanti e tu – mi indicò – potresti venire con noi! >>
<< Giusto! Andiamo a farci un giro.. che ne so..a spasso per i locali! >> continuò Nina.
Mi morsi il labbro spostando per un attimo lo sguardo su Sam che, sebbene fingesse di non prestare attenzione ai nostri discorsi, sapevo benissimo che non era così.
Candice capì al volo e richiamò l’attenzione di Sam, proponendogli di unirsi a noi per la sera. Sam mi guardò e accettò. Finimmo con il metterci d’accordo e decidemmo di incontrarci tutti per le 21.30 davanti agli studi. Le ragazze andarono poi via e Sam, con un sorriso sulle labbra, si girò verso di me.
<< Non sarà l’uscita che desideravo ma è pur sempre una uscita >>
In risposta gli feci la linguaccia.
Conclusi il lavoro e Sam mi riaccompagnò dicendomi che sarebbe passato verso le 21.15.
 

Entrai in casa di corsa per precipitarmi in bagno dove, dopo essermi velocemente spogliata, entrai nella doccia. Quando uscii mi avvolsi in un telo e raccolsi i capelli in un chignon, dove aver tolto l’acqua in eccesso. Mi recai in camera e presi dal cassetto l’intimo che subito indossai per poi spostarmi davanti all’armadio per scegliere cosa indossare. Rovistai tra le varie maglie, tra i pantaloni, tra le gonne e i vestiti. Non volevo esagerare ma non volevo nemmeno essere troppo acqua e sapone. Optai quindi per un vestito nero, lungo fino a metà coscia, stretto sotto al seno da una cinta rosa chiaro. Presi anche delle decolté non troppo alte, sempre nere.  Lasciai il tutto sul letto e asciugai i capelli. Una volta finito controllai l’ora.. “20.30”. Scesi in cucina a mangiare qualcosa, giusto per non andare fuori a stomaco vuoto e poi risalii. Mi vestii e mi truccai. Passai il correttore sotto gli occhi, poi la matita e l’eyeliner nero, un po’ di fard per dare colore al viso e il lucido sulle labbra alla fragola.

Quando stavo per infilare le scarpe, suonò il campanello della porta. Con le scarpe in una mano e la borsa nell’altra, scesi giù dove aprii la porta rivelando la figura di Sam che, dopo aver spostato lo sguardo su tutta la mia figura, mi sorrise. Mi infilai le scarpe e presi le chiavi di casa potendo così andare.
Ad arrivare agli studi ci mettemmo poco tempo. Scendemmo dall’auto, raggiungendo gli altri e salutandoli.
<< Chi ci manca? >> chiesi a Candice.
<< Ian e Nina. I soliti ritardatari >>
Aspettammo qualche minuto prima di vedere la macchina di Ian svoltare l’angolo e parcheggiarsi davanti a noi.
<< Eccoci, scusate ma la signorina qui presente era lenta nel vestirsi >> mormorò Ian riferendosi a Nina, la quale gli fece una linguaccia in risposta.
Potemmo così andare.
 

Girammo vari locali in cui i ragazzi presero qualcosa da mangiare. Alla fine optammo per un locale poco fuori Atlanta munito di discoteca. Erano più o meno le 23 quando arrivammo al luogo stabilito. Parcheggiammo e scendemmo dalle auto. Candice intanto mi spiegò che conoscevano i proprietari e che quindi avevo prenotato un privè. Entrammo dopo aver superato l’enorme buttafuori posto davanti alla porta. Il locale era immenso, cosa che da fuori non potevo notare. Sulla parte sinistra c’erano i banconi in cui veniva servito da bere e non solo; a destra invece lunghe file di tavolini si susseguivano; al centro invece c’era la pista da ballo, colma di gente. Paul mi fece cenno di seguirli e ci spostammo verso la zona dei tavolini, tuttavia, svoltammo ancora a destra dove era posta una scalinata che conduceva ai privè. O almeno così pensai. Anche qui c’era un buttafuori che ci fece passare. La sala al piano superiore era come quella al piano inferiore, forse più ampia.

Ci spostammo verso i divanetti dove lasciammo le nostre cose. Nina, Candice e le altre ragazze mi tirarono verso la pista da ballo e subito iniziammo a scatenarci. I ragazzi invece si sedettero, iniziando a chiacchierare tra loro. Ogni tanto lanciavo qualche occhiata verso di loro e molto spesso incrociavo gli occhi di Samuel, altre volte invece quelli di Ian. Dopo un po’ che ballavamo, venimmo raggiunti dai ragazzi. Eccetto da Ian, che rimase seduto.
Risi tantissimo vedendo quei matti ballare. Vidi Steven e Michael fingersi ballerini di lap dance e non potemmo non riprenderli con il telefonino. Appena si accorsero della cosa, scesero dal “palco” e iniziarono a farci il solletico, minacciandoci di non smettere fino a quando quei video non sarebbero spariti dalla circolazione. Dopo tutto quel movimento, stanchi, ritornammo sui divanetti. Sam mi sorrise e mi circondò le spalle con un braccio. Gli sorrisi a mia volta e mi lasciai stringere, troppo stanca per oppormi. Mentre mi allungavo ad afferrare un bicchiere, vidi Ian spostare lo sguardo ed alzarsi con la scusa di andare fuori a fumare una sigaretta. Nina lo guardò confusa, ma lasciò perdere tornando a fare quello che faceva precedentemente.
<< Ragazzi ma che ore sono? >> chiesi sentendomi lievemente stanca.
<< E’ l’1.15 >> mi rispose Paul.
<< Ehi, io devo andare.. Alle 7 attacco a lavorare >> mi mormorò all’orecchio Sam. Annui alzandomi.
<< Ragazzi io vado.. Mi sono divertito molto con voi stasera >>
<< Sam ma non ti porterai via anche Andrea, spero? >> chiese Michael. Sam si girò verso di me, ma non seppi rispondergli ed alzai solamente le spalle. Lui mi sorrise.
<< No, resta qui. Per cui non strapazzatemela troppo >>
 

Sorrisi e dissi loro che accompagnavo fuori Sam. Uscimmo da una porta sul retro che ci venne indicata da un ragazzo che lavorava lì. Appena varcammo la soglia, l’aria fresca mi fece accapponare la pelle surriscaldata.

<< Non c’era bisogno che mi accompagnassi fuori. Stai congelando >> mi disse a mò di rimprovero Sam.
<< Su dai.. che fa! >> risposi sorridendo beffarda. << Anche se non era l’uscita che volevi, mi sono divertita in tua compagnia >> mormorai guardandomi per un attimo la punta delle scarpe. Sam, intanto, si era avvicinato e mi alzò il viso con due dita.

<< Anche io mi sono divertito e.. – si umettò le labbra – non te l’ho detto prima per non farti imbarazzare ma stasera sei proprio bella >>. Sentii le guance andar a fuoco ed ebbi paura di evaporare. Alzai lo sguardo verso il suo viso, abbastanza vicino al mio. Mi morsi il labbro e vidi il suo sguardo posarsi sulle mie labbra. Si avvicinò lentamente e azzerò le distanze. Fu un bacio casto che durò poco. Non riuscivo a parlare e deglutii a vuoto. << Ora è meglio se vada.. Buonanotte >> e così andò via.


Posai una mano sulle labbra, sbattendo le palpebre.
<< Come mai il tuo ragazzo va via e tu non vai con lui? >>. Trasalii quando quella voce mi riportò alla realtà. Mi girai di scatto e notai Ian con le spalle contro la parete.
<< Sai che non si spia? >> chiesi a mia volta, avvicinandomi a lui. Mi guardò inarcando un sopracciglio.
<< Sai che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda? E comunque, sono fuori da molto prima di voi.. ricordi? >> alzò una mano, mostrando la sigaretta stretta tra le dita. Prese un’ultima boccata, prima di spegnere la sigaretta e gettarla in un cestino. Lo guardai osservandolo con attenzione, prima di rispondergli.
<< Non ti avevo visto.. E poi, lui non è il mio ragazzo. Siamo.. >> “già cosa siamo?” << ..conoscenti, anzi, amici che si stanno conoscendo. >>
Lui annuì poco convinto. << Non credo che lui sia del tuo stesso parere >>
Corrugai la fronte, sbuffando. << Anche se fosse stato il mio ragazzo, sarei stata comunque libera di scegliere se andare con lui o restare qui con voi.. >> dissi leggermente stizzita.
Ian ridacchiò << Rinfodera gli artigli, stavo scherzando >> ed alzò le mani in segno di resa mentre faceva un suo “solito” mezzo sorriso. << Su una cosa concordo con quel tizio – mi guardò da capo a piedi – sei molto bella vestita così >> e detto questo si girò, avvicinandosi alla porta per rientrare. Io dal canto mio, invece, rimasi ferma sul posto. Avevo il cuore che andava a mille e le guance bruciavano. Ringraziai mentalmente il fatto che fosse notte e che quindi non si poteva notare quel rossore. “Che a dirmi di essere bella quella sera fosse stato Sam, era un conto.. Ma che a dirmelo fosse stato anche Ian, beh, quello era certamente un altro paio di maniche!“
<< Che fai, resti lì? >> riprese a parlare Ian, fissandomi con un sopracciglio inarcato, stando sulla soglia della porta. Scossi il capo e camminai a passo svelto verso di lui, rientrando nel locale e tornando dai ragazzi.
<< Credevamo vi foste persi! >> disse Michael. Sorrisi e dissi loro che dopo aver salutato Sam, aspettai  che Ian finisse di fumare.
 

Erano quasi le 4 quando decidemmo di ritornare a casa. Nina, dopo aver detto alcune parole a Ian, il quale annuì, mi disse che mi avrebbero riaccompagnato loro. Appena usciti dal locale ci salutammo tutti e io, Nina e Ian camminammo verso l’auto di quest’ultimo, parcheggiato a qualche metro di distanza. Salimmo in auto ed Ian accese l’auto, non prima di aver sonoramente sbadigliato, beccandosi uno schiaffo sul braccio da parte di Nina. Ian finse una espressione minacciosa facendo sbuffare Nina e poi, prima di inserire la marcia, si voltò verso di me chiedendomi dove abitassi. Successivamente ingranò la marcia e partimmo.

 

All’interno dell’abitacolo regnava il silenzio, essendo tutti molto stanchi. Persa a contemplare fuori dal finestrino, la voce di Ian, che diceva a Nina che avrebbe accompagnato prima lei così da poter andare velocemente a casa essendo troppo stanco, mi giunse distante.

Dopo un po’ che la macchina percorreva la strada, ci fermammo davanti l’abitazione di Nina. Salutò con un bacio Ian e con lei scesi anche io per salutarla. Rientrai in macchina questa volta sedendomi sul sedile anteriore. Nuovamente il viaggio fu molto silenzioso.  Essendo la strada priva di traffico, ci mettemmo pochi minuti per arrivare davanti casa mia. Tuttavia, in seguito alle frenata di Ian, dalle mani mi cadde il telefonino.
<< Cavolo! >> mi abbassai per raccoglierlo e non notai che anche Ian fece lo stesso. Le nostre mani, chiudendosi entrambe sul telefono, vennero a contatto provocando una leggera scossa in tutto il mio corpo. Alzai di scatto lo sguardo ritrovandomi il viso di Ian a pochi centimetri dal mio. “Cazzo, troppo vicini!” Riuscivo a percepire, sebbene lievemente, il suo respiro infrangersi contro il mio viso e alle mie narici giunse forte l’odore del suo profumo. “Non morire.. continua a respirare.. Dai Andrea!“. Quando anche lui alzò lo sguardo, mi persi in quegli occhi azzurri più lucidi del solito. Si rimise composto e mi porse il telefono che afferrai balbettando un lieve << grazie >>.
<< Beh, grazie ancora sia ehm.. per il telefono che per il passaggio >> cercai di sorridere mostrandomi sicura e portai la mano sulla maniglia della portiera. Mentre la stavo aprendo, la mano di Ian si pose sul mio braccio e delicatamente mi fece voltare nuovamente verso di lui. Tornai ancora una volta a perdermi nei suoi occhi, per poi spostare lo sguardo verso le sue labbra per pochi secondi. Lo vidi sorridere portandomi a mordere il labbro inferiore.
<< Prima che tu scenda c’era una cosa che volevo dirti.. >>. Mi irrigidii a quella sua affermazione ed il cuore perse un battito.
<< O-ovvero? >>
<< Buonanotte >> mormoro dolcemente, lasciandomi un bacio sulla guancia.
Quando si allontanò, mi passai una mano tra i capelli. << Buona.. Buonanotte anche a te >> dissi solamente, incapace di avere un pensiero logico in quell’istante.

 

Scesi dall’auto e, dopo averlo nuovamente salutato con la mano, presi a camminare sul vialetto di casa mentre cercavo le chiavi. Non riuscii a infilare al primo colpo la chiave nella serratura in quanto il mio corpo era troppo impegnato a tremare. Dopo vari tentativi riuscii ad aprire la porta e ad entrare in casa. Mi appoggiai contro la porta cercando di far tornare il respiro normale e appena questo avvenne, mi tolsi le scarpe e salii in camera dove mi spogliai. Mi andai a lavare e a struccare ed infine mi misi il pigiama, infilandomi successivamente nel letto dove mi addormentai poco dopo, anche se la strana sensazione avuta poco prima stava tornando a galla.

“Come andrà a finire?”

Spazio Autrice ( per modo di dire )
Salve Ragazzuole :)
Come alcune sanno, sono appena tornata dal mare e come promesso ora aggiornavo, ed eccomi qui ! Ho fatto la lucertola al sole *___* ho la parte davanti leggermente rossa, ma non bruciata, e la parte di dietro ambrata xD stare al sole fino all'1 aveva i suoi effetti collaterali..
Comunque, baldo alle ciancie.. Passiamo al capitolo.. Andrea da una possibilità a Sam, sebbene lui faccia un pò di presse.. A salvare la nostra eroina arrivano le fanciulle del cast.. Beh volessi usci anch'io con loro.. soprattutto vedere Steven e Michael fingere di ballare la lap dance *w* sbavo... Ehm.. *cof cof*.. Guarda un pò Sam e Andrea si son baciati e chi c'era fuori con loro? Ian! Geloso il ragazzo? Chissà.. in molte mi avete detto che è geloso, povero cucciolo.. Bhe.. Ian Ian Ian.. peccato che tu non sappia che il tuo comportamento ti fregherà ù.ù
Vorrei ringraziare chi ha letto, chi ha commentato.. Chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.. Mi fate sempre gioire :)
Il prossimo capitolo, vi dico la verità, mi è proprio piaciuto scriverlo.. Giàgià.. VI dico che si svolgerà al mare.. se volete sapere dell'altro c'è il gruppo su Fb ;).. Per cui.. A Venerdì :)
baciiiiiiiiii
  
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