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Autore: DarkButterfly    20/06/2011    1 recensioni
A 20 anni i nostri eroi erano indissolubilmente legati al famigerato "filo rosso del destino"... Ma dove lì avrà condotti quello stesso filo dopo 6 anni? Se volete scoprirlo non vi resta che leggere questa storia! ;)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Reira Serizawa, Yasushi Takagi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Smell Of Sex


Il getto d'acqua calda che sgorgava dalla doccia precipitava sul corpo esile di Hachi e il frastuono delle gocce che si frantumavano sulle candide piastrelle di porcellana della cabina copriva quello dei suoi sospiri affranti.

Non era in grado di cancellare l'odore di Takumi dalla propria pelle, o, forse, quest'ultimo era rimasto impresso nelle sue narici dopo che avevano fatto sesso.

Per quanto si strofinasse rabbiosamente con la spugna quell'odore non sembrava avere intenzione di sparire, né tanto meno di attenuarsi. Era nauseata.

In quei sei anni che avevano trascorso assieme era diventata sempre più insofferente nei confronti del marito: a 20 anni, quando si erano sposati, credeva che col tempo avrebbe imparato ad amarlo; a 23 era troppo occupata a prendersi cura della sua bambina di 3 anni per pensare al suo rapporto con lui; a 24 anni a tenerli uniti era il sesso; ora, a 26 anni, non sapeva più se avrebbe potuto resistere accanto a lui.

Ricordava precisamente il giorno del matrimonio, quando si erano giurati di amarsi eternamente, qualsiasi cosa fosse accaduta. Hachiko aveva sempre desiderato sposarsi, avere dei figli e badare alla casa. Non aveva alcuna ambizione più alta: non voleva essere famosa o potente, voleva essere amata.

Ma l'amore non l'aveva ottenuto. Aveva il resto: una meravigliosa e pestifera bambina di nome Satsuki e una graziosa casa da tenere in ordine. Però, a volte, non sembrava bastarle.

I suoi amici più cari, Kyosuke e Junko, continuavano a frequentarla qualche volta, ma sempre sotto lo sguardo vigile di Takumi. Hachiko non aveva mai incontrato nessuno che la considerasse un oggetto di propria proprietà quanto Takumi, ad eccezione di Nana. Ma lei e Nana erano unite da un legame così esclusivo che nessun al di fuori di loro poteva comprendere. C'erano addirittura momenti in cui Hachiko stessa si era interrogata a proposito, era troppo profondo per essere definito amicizia, tuttavia non vi era in esso alcuna traccia di passione carnale che lo determinasse come amore. E allora cos'era? Hachiko aveva smesso di chiederselo quando i rapporti tra lei e la donna erano stati bruscamente interrotti da Takumi.

L'uomo era così geloso che aveva proibito alla moglie di frequentare ancora Nana o un qualsiasi altro membro dei Black Stones, o persone legate in qualche maniera alla band. Temeva che Hachiko si rendesse conto di quanto la sua vita fosse perfetta soltanto in superficie, temeva che lei avrebbe cominciato a scavare nel suo cuore scoprendo le fondamenta putride sulle quali era stata fondata la loro relazione, temeva che lei si rendesse conto di aver commesso un gravissimo errore a sposarlo e tornasse tra le braccia di quell'inetto chitarrista biondo. E lo infastidiva che qualcun altro potesse utilizzare i suoi giocattoli.

Certamente non considerava la donna soltanto un oggetto. Convivevano da ormai 6 anni e, nonostante non le fosse stato troppo fedele, si era affezionato a quella buffa ragazza che gli aveva dato una figlia. Una figlia bastarda, ma pur sempre una figlia.

In fin dei conti era stato lui ad allevarla, Satsuki era a tutti gli effetti sua figlia. Anche se i suoi capelli erano biondi come la paglia e ribelli come la criniera di un leone e il colore dei suoi occhi assomigliava in maniera impressionante a quello del mare quando i raggi del sole di luglio lo fanno splendere come un gioiello prezioso.

Nessuna delle puttanelle con cui era stato era anche solo lontanamente paragonabile ad Hachiko, tuttavia la sua spontaneità e la sua vitalità non erano bastate a farlo innamorare. Ma non era colpa di lei, forse era soltanto il suo cuore ad essere difettoso. Forse le bestialità a cui la vita l'aveva sottoposto avevano represso la sua capacità di legarsi in maniera così totale e disarmante ad un'altra persona. Non riusciva ad abbassare la guardia, a lasciarsi andare. Era troppo inquieto e la sua indole troppo aggressiva per potersi concedere di amare qualcuno.

Essere amato non lo dispiaceva: adorava la sensazione di essere coccolato e riverito da un'altra persona. Ma non era essere in grado di restituire quel sentimento. Il massimo che poteva fare era ripagare quell'altra persona con il mero soddisfacimento delle pulsioni sessuali. E in quest'area era, modestamente, un maestro.

Quasi ogni notte, per quanto stanco fosse dopo il lavoro, per quanto tardi potesse tornare, quando si infilava tra le coperte e trovava la moglie ancora sveglia, immersa in chissà quali riflessioni, lasciava che le sue mani scorressero sotto la sua camicia da notte, sfiorando quella pelle soffice e bollente. Le pizzicava i seni e le massaggiava i capezzoli con piccoli movimenti circolari, poi scendeva sul suo stomaco piatto dipingendo ampie spirali, infine accarezzava il bordo delle mutandine di cotone, prima di farci sgusciare dentro la mano e di stimolare il suo sesso bagnato di umori.

Ascoltava i sospiri di Hachiko e la osservava dimenarsi, e mordersi le labbra fino a farsi male, poi interrompeva bruscamente la sua opera e attendeva che lei lo implorasse di continuare.

Lo faceva sentire in qualche modo potente il fatto di sapere di avere la donna in sua balia. Deve essere così che gli dei si sentono, pensava, quando gli uomini rivolgono loro le preghiere.

Ma per quanto lei supplicasse Takumi non si lasciava mai smuovere: prima di continuare doveva essere Hachiko a restituirgli il favore. E com'era intuibile, lei sconfitta si sollevava e infilava una mano nei suoi boxer estraendo il suo membro, poi, con aria quasi rassegnata si chinava e, dopo essersi umettata le labbra, circondava il fallo con la propria bocca e continuava a succhiare, sostenuta soltanto dall'idea di raggiungere l'orgasmo più tardi, fino a quando l'uomo non le faceva cenno di smettere. Dopo di che la faceva voltare brutalmente e la montava come se fosse un animale.

Erano come due bestie in accoppiamento. Non c'era alcuna traccia di amore o rispetto in quello che facevano, era sfogo degli istinti allo stato puro.

Takumi la penetrava ad un ritmo frenetico e qualche volta, in un impeto di passione, le afferrava i capelli e le tirava indietro la testa, senza farle troppo male, chiaramente. Dal canto suo la donna lo assecondava e accettava le sue spinte di buon grado, avendo ormai imparato che il marito non era il genere d'uomo che gradiva fare l'amore, Non amava la dolcezza, le carezze e le parole appena sussurrate. Gli piaceva la violenza, le parole forti ringhiate all'orecchio del partner, le posizioni che lo facevano sentire più virile.

I loro orgasmi erano come fiamme che divampavano nella notte, ma entrambi si costringevano a soffocarli per non svegliare la bambina che dormiva nella stanza adiacente.

Una volta che entrambi avevano raggiunto l'acme del piacere si dividevano e si baciavano con una bramosia urgente che prendeva dimora nei più reconditi angoli dei loro animi oscuri. Le loro lingue ingaggiavano una battaglia attorcigliandosi e respingendosi per poi cercarsi nuovamente. E i loro denti mordevano violentemente le labbra dell'altro invitandolo ad avvicinarsi nuovamente e intanto le loro mani si esploravano come se fosse la prima volta con curiosità, senza alcun pudore.

Infine ricadevano sul letto sospirando e si addormentavano senza scambiarsi una parola.

Per pochi minuti Hachiko restava sveglia a pensare a ciò che era appena accaduto, da un lato sfinita dall'amplesso e dall'altro disgustata per la facilità con cui Takumi la dominava.

Tuttavia pochi minuti dopo il sonno la avvolgeva, pesante e denso come l'acqua, e per qualche ora la sua mente trovava pace in un universo parallelo, fatto di sogni e di scelte ed opportunità diverse.

La mattina dopo Hachiko si alzava sempre presto e in punta di piedi sgattaiolava nella doccia. Come una puttana.

Una volta non dava peso a queste cose. E' vero, non aveva mai amato Takumi, ma d'altra parte non avevano programmato di avere una relazione seria, né di innamorarsi l'uno dell'altro. Tuttavia, sessualmente parlando, la loro coppia funzionava: a Takumi piaceva dimostrare la propria abilità facendola godere in modi che lei non immaginava neppure possibili e, anche se pretendeva di essere ricambiato, alla fin fine non c'era mai stata una volta in cui non l'avesse enormemente soddisfatta.

Non aveva mai incontrato un uomo che a letto si comportasse come Takumi.

Asano, che l'aveva introdotta alle gioie del sesso, era sempre stato rispettoso nei suoi confronti e, sebbene i loro incontri fossero sempre brevi e furtivi, lui l'aveva sempre trattata con enorme rispetto senza mai farle male.

Shoji, con cui era stata fidanzata per parecchio tempo, era alquanto monotono a letto, volendo essere sinceri. I loro rapporti erano radi e quando avvenivano erano sempre brevi e spesso si concludevano con l'orgasmo del ragazzo, lasciandola insoddisfatta.

Nobu era diverso. Con lui aveva provato delle sensazioni nuove ed uniche. Lui era sempre stato dolce e premuroso nei suoi confronti. La trattava come se fosse la donna più speciale del mondo. Le aveva dato tutto sé stesso e lei desiderava soltanto donargli tutta sé stessa, uno scambio equo.

Grazie a Nobu, Hachiko aveva capito cosa significasse fare l'amore. Gli orgasmi che le faceva raggiungere non erano intensi quanto quelli che le regalava Takumi, tuttavia erano a loro modo fantastici. Forse perché erano accompagnati alla sensazione di essere accanto alla persona giusta e di aver appena compiuto un gesto meraviglioso.

Ogni volta che pensava a Nobu non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbero andate le cose se lei fosse rimasta assieme a lui, ma allontanava frettolosamente quel pensiero, perché le faceva male, come se la morsa della malinconia e del rimpianto soffocasse il suo cuore.

Finita la doccia usciva silenziosamente dal bagno e si concedeva una manciata di secondi per osservare il marito addormentato. Il suo volto appariva pallido e esanime, incorniciato dai lunghi capelli corvini, simile al volto di un vampiro. Un vampiro meraviglioso, ma che Hachiko non riusciva ad amare.

Tuttavia non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui quando vedeva le occhiaie pesanti che gli circondavano gli occhi serrati e la smorfia di disappunto che non lo abbandonava neppure nel sonno. E quando lo vedeva in quello stato pietoso si rendeva conto che, per quanto poco sentimento potesse provare nei suoi confronti, gli doveva tutto ciò che possedeva.

La sua bella casa, i suoi vestiti firmati, la migliore educazione per Satsuki... Senza Takumi nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile. E il minimo che lei potesse fare era restare al suo fianco. Una moglie fedele e servizievole.

Takumi lavorava molto. Troppo. E il suo impiego gli piaceva, nulla lo soddisfaceva più che investire tutto il proprio impegno per portare a termine le sue opere nel miglior modo possibile, tuttavia lavorava tanto anche per poter garantire a moglie e figlia un alto tenore di vita. Era il genere d'uomo che credeva di potersi guadagnare l'affetto grazie al denaro e ai regali.

Non aveva mai fatto mancare nulla né all'una né all'altra ed era certo che Hachiko non si sarebbe mai allontanata da lui finché le fosse stato garantito il lusso sfrenato nel quale desiderava vivere.

Hachiko si allontanò dalla stanza lasciando il marito addormentato e si recò in cucina per preparare la colazione. Cucinare la rilassava, amava mettersi ai fornelli e preparare piatti fantasiosi e squisiti, ma non si sentiva a suo agio in quell'enorme cucina metallizzata e zeppa di elettrodomestici tecnologicamente avanzata.

In cucina preferiva la semplicità: la cucina in legno a casa dei suoi genitori o il piccolo angolo cottura nell'appartamento che condivideva con Nana.

Dei fornelli a gas e un forno le erano sufficienti. Non aveva alcun bisogno di una lavastoviglie, sebbene le risparmiasse un sacco di lavoro dopo il pasto, o di uno sbattitore elettrico quando poteva benissimo utilizzare un frustino manuale. Tutti quegli aggeggi le toglievano il gusto di cucinare.

Afferrò la caraffa del caffè e la mise a scaldare, dopo di che prese le uova dal frigorifero per preparare delle omelette da riempire con panna e fragole per sé e Satsuki e marmellata all'amarena per Takumi. Ricoprì la tavola, con una tovaglia variopinta e vi appoggiò i piatti.

Dopo di che si intrufolò in camera di Satsuki e la baciò dolcemente sulla fronte << Satsu - chan, apri gli occhi... >> La esortò con voce melodiosa << ... E' ora di svegliarsi. >>.

La piccola si dimenò nel sonno, ma non appena la madre la sfiorò si mise a sedere di scatto. Vedere il volto di Hachiko la mattina presto la rassicurava, la voce della sua mamma che la scuoteva dal sonno era la maniera migliore per cominciare la mattinata. Gettò le braccia al collo della donna e le scoccò due baci rumorosi sulle guance << Buongiorno, Okaa - san! >> Trillò con la sua vocetta acuta e cristallina.

<< Posso andare a svegliare Otou - san? >> Saltellando sul pavimento << Posso? >>.

Hachiko piegò la testa sorridendo e osservando la figlia con un impeto di affetto << Certo che puoi. >> E poi la spinse con delicatezza verso la porta.

Sastuki corse in camera dei genitori balzando sul letto e scuotendo il padre con tutta la propria forza << Coraggio, Otou - san! E' ora di alzarsi! >> Strillava impaziente.

<< Nee - nee... Buongiorno... >> Sbadigliò Takumi con una voce cavernosa, tipica di chi si è appena svegliato ma avrebbe preferito rimanere a letto.

<< Andiamo, è pronta la colazione! >> Replicò la bambina afferrando la mano del padre e trascinandolo verso la sala da pranzo immersa nella luce. Il profumo del caffè invadeva tutto l'ambiente creando una sensazione di familiarità e intimità.

Vedendo il trio al tavolo nessuno avrebbe avuto dubbi sulla stabilità di quella famiglia unita dove ciascuno voleva bene agli altri: il padre burbero e stanco, la madre discreta e sorridente e la bambina vivace e spigliata. Sembrava una di quelle pessime pubblicità delle merendine. Peccato che la realtà era ben diversa. E ad un esame più attento si poteva notare la freddezza distaccata dell'uomo e gli sguardi glaciali che talvolta la donna lanciava di sottecchi. Soltanto Satsuki, inconscia di tutto, era genuinamente felice. Lei era il collante che teneva ancora assieme quella coppia così male assortita. Senza di lei probabilmente non sarebbero stati più assieme da tempo.


The Author's Corner: Spero che che questo primo capitolo sia stato di vostro gradimento! :)

Specifico che nonostante la scena iniziale sia un po' forte, il sesso non è certamente il tema centrale della storia (anche se sono un po' ninfomane e mi diverto a trattare certo temi xD).

Beh... Che altro aggiungere? Spero che siate curiosi e che decidiate di continuare a seguire questa Fan Fiction (e io spero di portarla a termine!)

Ringrazio anticipatamente i lettori e gli eventuali commenti (sempre graditi!)

Arrivederci al prossimo capitolo allora! ^_^

  
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