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Autore: Bakabeans    20/06/2011    1 recensioni
Manca poco agli esami di Marzo.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5- Strange

L'inverno stava per finire, scivolando verso Febbraio.

Già si poteva sentire po' più di caldo.

O forse, era una semplice impressione.

***

Non c'erano molte valigie da fare. Era entrata in quella stanza solo con un assurdo baule portatile.

E un gatto.

Dunque, gli veniva spontaneo chiedersi che cosa stesse facendo rinchiusa là dentro da un'intera giornata.

Certo non erano affari suoi, poteva tranquillamente restare a dormire abbracciata a quella palla di pelo fino al giorno successivo. Era stato quello il suo modo di passare il tempo, quando non era impegnata a rovinarlo fisicamente e psicologicamente.

Ogni tanto cercava di ricordarle che l'Esame Seed prevedeva anche una prova scritta e che probabilmente avrebbe dovuto aprire qualche libro e tentare di leggerlo, ma bastava la minaccia soffiata da parte del famiglio per fargli richiudere la bocca.

Abbassò il capo sui fogli che gli erano stati lanciati addosso da quelli del Comitato: erano umidicci e appiccicosi.

Proprio come tutti quelli che si erano aggrappati alle divise di quanti stavano per volare verso Balamb.

Il giorno dopo sarebbe stato il giorno della partenza.

Ecco perchè invece di continuare a dormire avrebbe dovuto seriamente mettersi a studiare.

Non aveva alcuna intenzione di averla come compagna di stanza anche per l'anno successivo.

E il motivo gli venne ricordato in quel preciso istante. Da quella cosa pelosa che aveva iniziato a strusciarsi contro la sua gamba mugugnando qualcuna delle sue lagne funebri.

Scattò dallo sgabello, crollando contro la parete e sfracellandosi qualche costola senza nemmeno lui capire esattamente come. Ma non era certo il misero stato delle sue ossa che più lo preoccupava in quel momento.

Aveva sentito un rumore che conosceva fin troppo bene. E non apparteneva alla suddetta ed ennesima costola distrutta.

Riuscì a mettere a fuoco quel tanto che gli serviva per rendersene davvero conto: la stanghetta che moribonda e spezzata indicava il cielo. Sotto il grasso sedere del suo assassino.

"...O Hyne, Yukidama è scappato dalla stanza e non me ne ero accorta...!"

Intravide un'indefinita sagoma scura sfrecciargli davanti e precipitarsi sul gatto. E sentì nuovamente quel grido disperato sotto le sue calzette svolazzanti.

"I-miei-OCCHIALI!!!" esclamò saltando in piedi e cercando di non svenire mentre il suo cervello immagazzinava la disfatta. Le due figure si fermarono nel balletto gioioso che avevano appena iniziato: "...Cosa?"

"Il TUO gatto mi ha distrutto gli occhiali..!!! E tu... CI SEI SALTATA SOPRA!!!"

Un lungo attimo di silenzio, poi un fruscìo lo avvisò che finalmente si era allontanata dal luogo del delitto. Tentò di mettere a fuoco per evitare che oltre che a pezzi gli venissero anche ridotti a briciole: si erano chinati su quelli che erano stati i suoi occhiali, fissandoli come un curioso PuPu malridotto.

"...Hai molto scotch e molta colla estremamente potente, vero...?"

Si accasciò contro il muro indicando il suo armadietto: mai, nemmeno nel peggiore dei pestaggi aveva ricordo di un simile senso di depressione.

"Dunque, ho una bella notizia e una brutta notizia..." gli era comparsa davanti, vicinissima a lui e con quel dannato famiglio maniaco omicida appollaiato sulla spalla intento a sua volta a fissarlo comprensivo: "...La brutta notizia è che io sono solo brava a rifarmi gli orli dei vestiti e preparare le pappine e Yukidama..." aveva sospirato, grattandogli la testa come avrebbe esattamente fatto con quel gatto "...La buona notizia è che hai delle lenti a contatto!"

Se ne era completamente dimenticato. Da quando aveva smesso di seguire gli allenamenti per il Gunblade aveva anche smesso di indossarle. Esistevano anche speciali protezioni per gli occhiali da combattimento, ma le sue finanze non erano ancora abbastanza fornite per affrontare un costo che andasse oltre a colla, scotch e lenti a contatto.

Cercò di non mettersi a piangere per la gioia e si rialzò, afferrando la scatoletta e riprendendo possesso delle sue scarse diotrie.

"...Vuoi una mano...?" aveva mormorato colpevole, mentre la zampina del famiglio gli aveva battuto su una spalla

"...No, grazie..." singhiozzò tentando di sopportare il dolore per essersi appena infilato un dito nell'occhio "...Ecco, ho finito..."

"Possiamo stare a guardare come si fa?" aveva continuato a insistere, sedendosi sull'altro sgabello.

Annuì senza troppo entusiasmo, mettendosi davanti all'opera di distruzione che era stata così genialmente messa in atto nel giro di pochi secondi.

Per fortuna che quella sarebbe stata l'ultima notte. Poi basta famigli grassi e pelosi, basta Streghe con complessi d'identità.

Si mise al lavoro, tagliando lo scotch e scaldando la colla. Allineò i pezzi, cercò di raddrizzare quello che poteva. Ma dopo poco si rese conto che nonostante tutta la sua buona volontà, era accaduto quello gli avrebbe fatto di gran lunga preferire il vero ritorno della Strega sulla terra: "Si sono spezzate le lenti..."

Alzò gli occhi verso di lei e il suo gatto, senza riuscire a dire nulla. Quelle lenti il Garden le avrebbe pagate, certo, ma con tutta la burocrazia di carta che gli sarebbe stata lanciata addosso e gli esami Seed in pieno svolgimento... avrebbe rivisto un paio di occhiali integri con l'inizio dell'autunno successivo. Pure volendo essere ottimisti.

"...Mi dispiace..." si era sporta verso il tavolo "...Forse posso fare qualcosa...?"

Lasciò cadere la testa tra le mani, vicino all'orlo della crisi isterica: "...Sei tu la Strega, no? Fai una magia..." borbottò sconsolato. Rimasero a fissarsi per un attimo, finchè lo sbadiglio dell'essere malefico non lo fece rinsavire: "...Come non detto, tu non sei una Strega..."

Di nuovo silenzio.

"A proposito..." all'improvviso aveva abbozzato un sorriso, tirando una stanghetta verso di sè: "...Te l'ho detto che sono l'ultima Ancient in grado di salvare Gaia...?"

In quel momento avrebbe volentieri atteso persino qualche Era Glaciale senza pretendere la restituzione delle sue diotrie. Avrebbe anche potuto aver voglia di un allenamento di Gunblade nel cuore nella notte.

Insomma gli sarebbe andata a genio qualsiasi cosa, tranne che la persona davanti a lui rimettesse le sue unghiette sui suoi occhiali.

"G-Guarda, non c'è alcun problema..." tentò di evitare il peggio, venendo beatamente ignorato. Solo il famiglio continuava a fissarlo torvo, mentre la sua adorabile padroncina aveva iniziato a battere sulle lenti mormorando qualcosa. Per poi rivolgergli una smorfia divertita: "...Non mi ricordo tanto bene, ma c'è qualche formuletta..." aveva ridacchiato nervosa  "Abracadabra... Frullallìfrullallà... Magia della Musica Piccipiccipù...?"

"Stavo scherzando... C-cioè la storia della S-Strega..." balbettò penosamente, gettandosi invano sul tavolino per recuperare quel cumulo informe che erano stati i suoi occhiali

"Mi sto concentrando" aveva sbottato "Sei sempre stato piuttosto bravo a stare zitto e tranquillo? Rifallo anche adesso, grazie"

Per riflesso automatico a un ordine ritornò seduto: "...C-Cosa pensi di f-fare?"

Era rimasta pensierosa, mordicchiandosi un labbro: "Non mi sono mai esercitata molto... Mi servirebbe un corso di Strega da zero. Come per te e il Gunblade: l'unica differenza che nel tuo caso ci sono io, invece per me non c'è proprio nessuno... E non sono esattamente un genio in autodidattica"

Appoggiò gli occhiali su una mano, chiudendoli con l'altra.

Passò qualche secondo.

E lui giurò che mai avrebbe staccato gli occhi dalle sue dita. Nemmeno si sarebbe permesso di sbattere le palpebre.

Ma nonostante questo, quello che accadde in seguito non riuscì bene a comprenderlo.

Semplicemente, dopo che aprì la mano erano incredibilmente interi.

"...E' rimasta un po' di incrinatura qui, ma non riesco proprio a fare di meglio..." aveva chinato il capo di lato, facendoli ondeggiare davanti al suo naso "Io ci ho messo tutta la mia buona volontà, credimi..."

Era pietrificato.

Solo il tentativo del gatto di trasformare i suoi occhiali nel suo prossimo giochino lo fece rinsavire: li acchiappò prima che lo facessero quelle zampine odiose, continuando a fissarli come la cosa più fuori di testa avesse mai avuto davanti a lui.

In effetti, non aveva mai visto un paio di occhiali riparati in quel modo.

Quello che lui aveva -saltuariamente- usato sul campo di battaglia non serviva certo per riparare oggetti. La Para-Magia si divideva in un certo numero di categorie e anche se comprendeva qualcosa di abbastanza simile a una capacità di ricostituente universale, non era propriamente adatta a riparare alcun genere di cosa. Serviva ben altro.

E quello era ciò che ora stava a qualche centimetro dal suo naso. Sottoforma di occhiali.

"...MAGIA?!"

"Tu hai proprio una fissazione per precisare tutto quello che ti capita"

Erano ancora un po' ammaccati e quell'incrinatura all'angolo era fastidiosa, ma non era il caso di andare troppo per il sottile: erano di nuovo assemblati e pure meglio di quando fosse stato mai capace di fare con scotch e colla.

"Sei davvero una Strega..." si lasciò sfuggire, sistemandosi gli occhiali sul naso. Per tutta risposta ricevette un'occhiata che non seppe decifrare: "...Appunto. Non ricordarmelo troppo"

"Avevo ragione?"

Piegò le labbra verso il basso: "...Uhm. Comunque, non dirlo a nessuno" sospirò, tamburellando sul tavolino "...Che sono troppo strana"

"Effettivamente..."

Lo sguardo divertito che gli venne lanciato lo informò per l'ennesima volta consecutiva che era riuscito in un'altra delle sue uscite poco azzeccate.

"Credevo saresti scappato"

Non era poi così errato. Per il momento si era limitato a smettere di respirare.

Anche perchè con quel famiglio malefico nuovamente sotto il naso non riusciva a fare altro.

"A proposito... Yukidama è il mio Cavaliere"

Sentì qualcosa muoversi nello stomaco. Ora quella vecchia favola della Strega e del suo Cavaliere stava davvero degenerando.

"Non è uno scherzo. E pensare ti credevo una persona serissima..."

"S-scusa..." cercò di ricomporsi, scacciando la zampina che continuava a mirare ai suoi occhiali "E' solo che..."

"E' strano? Concordo pienamente" aveva annuito, grattando la testa pelosa " Per questo sono sempre fuori posto, ovunque vada nel mondo. Perchè sono strana e sono..."

Non se la sentì di puntualizzare come al suo solito.

"Speravo che non lo scoprissi" sbuffò tornando a tamburellare nervosa

"...Non è che l'abbia scoperto io..."

Aveva chinato il capo di lato, fissandolo confusa. Poi si era allargata in un sorriso: "Oh, sono stata io. Per gli occhiali!" ridacchiò "Yukidama ti fa proprio paura, eh?"

Era una minaccia alla sua sopravvivenza e sanità mentale. Ma doveva portare pazienza, ancora qualche ora e l'avrebbe visto ritornare nel mondo parallelo da cui era sbucato.

"...Ma non è perchè sono una..." fece le spallucce "...Questa cosa qui che sono passata da un Garden all'altro, ehi. Non mi sono mai messa a lanciare Maelstorm contro le persone..."

Un certo diciottesimo senso lo avvertì che stava per iniziare la tipica soap opera sulla "Triste Infanzia Che Mi E' Stata Crudelmente Negata" per cui la maggior parte degli studenti era famosa.

Eccetto lui, naturalmente.

"...Mi dispiace per quello che ti è successo" tentò di riparare alla prevedibile sequela di sfortunati eventi che sicuramente sarebbero stati elencati. Si immobilizzò, sbattendo lentamente le palpebre: "Non mi è successo proprio niente"

"Non era una 'storia triste e lacrimevole'...?"

"Suona bene, non trovi?"

"Hai detto che ti avevano abbandonata!"

"Mi ascolti quando parlo?! Incredibile, nemmeno Yukidama lo fa!" era scoppiata in una risata divertita battendo le mani. Rimase a guardarla davvero come se si trovasse davanti a un buffo PuPu verde acqua scolorito: "...Tu sei davvero strana..."

"Lo so quello che sono. Da quando sono nata, grazie per avermelo ricordato di nuovo" aveva ripetuto lo stesso discorso che gli aveva fatto al suo primo ingresso. E in quel momento capì che non era stato di certo fatto per fargli notare come lei fosse una ragazza.

"Non c'è altro posto per me oltre al Garden" sospirò all'improvviso, gettando un'occhiata verso la finestrella "O perlomeno mi hanno sempre detto così..."

A lui non era mai servito che qualcuno glielo dicesse, lo sapeva. E basta.

"A me piace..."

"Solo quello di Trabia. Dovresti provare ad andare anche a Galbadia e Balamb: quando sarai Seed anche quelli diventeranno i tuoi Garden, sai?"

Annuì poco convinto: "...E' davvero per questo che ti hanno trasferita?"

"Mi piace viaggiare. Yukidama invece è un po' lamentoso: a Balamb c'è troppa sabbia, a Galbadia c'è troppa roccia... Preferisce stare sulla neve e guardare le sue orme che lo inseguono" sorrise "...Ma non gli piace andare troppo lontano"

Non gli interessava molto conoscere in maniera approfondita le manie di quel gatto odioso.

"Nemmeno a te piace muoverti troppo, eh?" aveva picchiettato sul suo naso con una delle sue unghie strambe. Si era limitato ad annuire, mentre lei tornava a tormentare quella grossa testa pelosa: "Dicono che come Seed non si torni nello stesso posto per due volte..."

"Si chiamano missioni"

"...Resta solo il Garden. E nemmeno quello sta fermo" aveva ridacchiato, ignorandolo "E Yukidama detesta volare..."

Non riusciva a capire perchè ogni frase si concludesse sulle fissazioni della palla di pelo.

"Conosci la storia del Cavaliere della Strega, giusto?" si era alzata in piedi, sistemandosi il gatto sulla spalla. Cercò di recuperare qualche ricordo di quello che rimaneva delle poche notti passate a leggere qualcosa che non fossero regolamenti o libri di testo: "...Ehm... Ci sono un Cavaliere... e una Strega... E succede qualcosa..." prese fiato come nel test orale più difficile di tutta la sua breve vita "...Però finisce bene"

Contrariamente da quello che si era aspettato, non era scoppiata a ridergli in faccia. Era rimasta seria, mordicchiandosi un labbro.

La sua testa gli mandò un semplice e chiaro messaggio. Aveva deliberatamente offeso la sua specie. Stregonesca e felino-cavalleresca che fosse.

"...E' che non me ne intendo molt-"

"Un giorno, il Cavaliere e la Strega si separano" staccò le zampine di quel famiglio ingrassato da lei, dondolandolo a mezz'aria "Ma un giorno si rincontreranno di nuovo"

Avrebbe voluto fare una delle sue stupide domande.

Sfortunatamente, l'aria che aveva a disposizione la dovette ingoiare.

Di nuovo, quel gatto a pochi millimetri dalla sua faccia. E stava persino sorridendogli.

Come la Strega dietro di lui.

"Ti affido Yukidama"

Rimase a fissare quei dentini bianchi.

E non riuscì a dire un assoluto accidenti di nulla.

   
 
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