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Autore: F l a n    24/06/2011    4 recensioni
Raccolta di FlashFic Klaine. Possibili variazioni di Rating.
Tratto dall'ultimo aggiornamento della flashfic: "Questioni di arredamento": "Si morse il labbro inferiore: odiava le domande di Kurt perché erano sempre indagatorie e perché i suoi occhi riuscivano a capire quando mentiva."
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed ecco l'ultima fic della Notte Bianca 3. L'ho lasciata per ultima perché in verità è la mia preferita, per cui spero che piaccia a voi quanto è piaciuto a me scriverla :)
Naturalmente la raccolta non finisce qua, arriveranno altre flashfic su questa coppia, non temete!

Titolo:
Farfalle di Carta
Fandom: Glee
Pairing: (Child!Kurt/Child!Blaine)
Rating: PG
prompt: Farfalle di carta
Parole: 991
Warning: What If, Slash accennato,
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ciò che ho descritto è completamente falso e non ci guadagno 'na cippa.
Note: Questo prompt mi ha ispirata per una cosa un po' inusuale, però mi dava un senso di tenerezza ed avevo assolutamente bisogno di scrivere questa cosa che non ho idea come possa risultare, spero non troppo fluff o smelensa o assurda! XD Anyway, spero vi piaccia.
Naturalmente non è betata nemmeno questa per le solite questioni di tempo, chiedo venia!

Le lezioni a scuola erano sempre noiose. La maestra parlava, parlava e parlava, sembrava davvero che non sapesse far altro.
Blaine si era trasferito in quella scuola da poco, da quando aveva cambiato casa. Per un bambino di otto anni non è mai facile traslocare; si perdono gli amici, i contatti, le conoscenze. Blaine si sentiva solo in quella nuova classe, dove ormai tutti i bambini avevano già fatto gruppo e non si erano particolarmente preoccupati di integrarlo. Le maestre ci avevano provato, ma fu solo un tentativo iniziale.
C’era anche un altro bambino che rimaneva sempre in un angolo da solo durante la ricreazione.
Il suo banco era vicino alla finestra e solitamente non usciva mai, gli piaceva soltanto guardare dall’alto. Il piccolo Blaine non sapeva il suo nome, ma era sicuro che dovesse esser davvero molto bello. Non sapeva precisamente perché, doveva esserlo e basta.
Nonostante tutto, Blaine non si era mai avvicinato a lui durante le pause, rimaneva al suo banco in compagnia delle sue forbici con la punta arrotondata e dei fogli di carta; una delle sue più grandi passioni erano proprio gli origami, ne faceva sempre moltissimi e poi li regalava alla sua mamma o alle persone che gli erano simpatiche. Blaine però in quella classe li faceva solo a se stesso, o a volte li faceva con la speranza che il bambino con gli occhi azzurrissimi – così lo aveva identificato perché oh, erano davvero molto chiari, - si avvicinasse a lui e gli chiedesse di regalargliene una.
Continuò così per un mese, ma il bambino non si era mai avvicinato a lui e Blaine stava lentamente perdendo le speranze, erano brutti? Eppure a lui piacevano le sue creazioni di carta.
Un giorno a scienze avevano studiato le farfalle, così aveva deciso che nella pausa di quella mattinata avrebbe fatto delle farfalle di carta.
Si tirò su le maniche, prese due fogli bianchi, li piegò e cominciò a tagliuzzare con l’espressione molto concentrata; alla fine buttò via i residui di carta e guardò soddisfatto il suo operato.
“Sono molto carine,” una voce interruppe i suoi pensieri e gli fece alzare lo sguardo.
Accanto a lui il bambino dagli occhi azzurri lo stava guardando con un lieve sorriso dipinto sul volto. Blaine si accorse che aveva la pelle molto chiara e dei capelli ben curati, era un bambino apparentemente molto dolce e forse di buona famiglia.
“G-grazie,” balbettò imbarazzato e regalandogli un sorriso.
“Mi chiamo Kurt Hummel,” disse il bambino, porgendo la mano verso di lui.
“Io sono Blaine Anderson, piacere Kurt.”
Kurt gli sorrise un po’ impacciato, non sapeva cosa fare.
“Sai… ti vedevo qua da solo tutte le mattine, durante le pause, a fare questi origami… sei bravo, ma queste farfalle mi piacciono davvero tanto!”
Il cuore di Blaine si riempì di gioia, il bambino con gli occhi azzurri ora aveva un nome ed era stato il primo ad avvicinarglisi; prese una delle farfalline e gliela porse.
“Te la regalo,” disse, prendendogli la mano e appoggiandola su di essa.
“Grazie!” Kurt la toccò come se fosse un piccolo tesoro di cristallo, fragile ed importante.
Blaine lo guardo con sincera felicità, ci fu un secondo di silenzio in cui il piccolo Hummel aveva fossilizzato lo sguardo sulla creaturina di carta. Kurt si allontanò un poco dal suo banco non appena suonò la campanella per l’inizio della seconda lezione di quella giornata, ma prima che potesse esser troppo lontano, Blaine afferrò la sua mano con paura, paura che quello potesse essere solo uno sfuggevole momento.
“Se diventi mio amico ti faccio tutte le farfalle che vuoi!” gli disse, urlando più del dovuto quelle parole. Il cuore di Kurt si fece piccolo piccolo dall’emozione; annuì.
“Voglio essere tuo amico, anzi, lo ero già dal momento in cui ti ho visto solo in questa aula durante la ricreazione la prima volta, sapevo che avevamo qualcosa in comune,” disse, semplicemente, guardandolo dritto negli occhi e sentendo ancora la mano stretta alla sua.
Blaine lasciò la presa ed il suo cuore tornò a battere normalmente. Non aveva mai provato una sensazione del genere; inconsciamente, diventare amico di quel bambino era diventato il suo più grande sogno e si era avverato.
Kurt tornò a sedersi, mettendo sul proprio quaderno la farfallina di carta ed osservandola sognante, Blaine lo notò. Si scambiarono uno sguardo colmo di innocenti sentimenti.

*

“Non ci posso credere, ce l’hai ancora!” Blaine era a casa di Kurt, seduto sul suo letto e stava curiosando con gli occhi tra le varie mensole della sua libreria.
“Che cosa?” chiese, togliendosi l’asciugamano dai capelli, visto che era appena uscito dalla doccia.
“La farfallina di carta che ti regalai la prima volta che ci siamo parlati!”
Kurt annuì, contento. Erano cambiate molte cose, ormai erano passati dieci anni e la loro semplice amicizia, beh, si era trasformata in qualcosa di più.
La farfallina era stropicciata e la carta ingiallita, ma Blaine era felice di sapere che il ragazzo non l’aveva buttata e probabilmente aveva provato a costudirla con cura.
“Non posso buttare il ricordo più prezioso che ho. La vita non mi ha mai dato niente di meglio... se non incontrare te. Eravamo, siamo, entrambi degli emarginati, ma insieme siamo forti, insieme possiamo… fare tutto. Ed io, quel giorno che mi avvicinai a te sapevo che il fatto che fossimo soli entrambi non era solo una coincidenza, eravamo destinati a stare insieme,” concluse, sedendosi sul letto accanto a lui ed intrecciando la mano con la sua.
“Ti va se proviamo a costruire qualche farfallina di carta assieme?”
“Sai che non so farle, Blaine…” rispose Kurt, un po’ dispiaciuto.
“Ti insegnerò io.”
“Allora direi che possiamo provare.”
Presero due fogli di carta bianca, Kurt tentava di imitare le mosse di Blaine, con un successo però più scarso. Il risultato finale non era soddisfacente, ma Kurt era felice di poter regalare la propria farfallina a Blaine.
“La costudirò con cura, come tu hai fatto con la mia,” gli aveva risposto, Blaine, e Kurt gli aveva sorriso, baciandolo dolcemente.

Non c’erano più banchi vuoti, non c’era più il senso di solitudine.
C’erano soltanto quelle farfalle di carta, accanto, a farsi compagnia.
   
 
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