Crack,
fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I
♥ Shipping è un'idea del «
Collection of Starlight
», said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08
»
Sirius/Bellatrix, in risposta alla sfida di Hyperviolet Pixie. :)
Il testo della canzone - dal quale è tratto anche il titolo
- è "She is
the new thing" dei the Horrors, canzone alla quale dovevo ispirarmi.
Non avevo mai scritto di loro ed è stata un più
dura di quanto pensassi. :/
Staring at her, alterior girl.
La faccia di Remus diceva tutto.
Quel suo arricciare il labbro
superiore fino a farlo sparire
al di sotto dei baffi che avevo visto tante volte.
Mi aveva guardato negli occhi e aveva
detto: - Non vorrei
che venissi a saperlo in altro modo. – e aveva gettato sul
tavolo polveroso
della cucina di Grimmuld Place una copia della Gazzetta del Profeta.
Mi ero fatto avanti, le mani
impegnate in una tazza che,
tempo qualche secondo, si era sfracellata sul pavimento.
EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN
IL MINISTERO TEME CHE BLACK
SIA
IL ‘PUNTO DI
RIFERIMENTO’
PER GLI EX MANGIAMORTE. (*)
Avevo sentito il bisogno di sedermi.
Se non l’avessi fatto sarei
caduto come la tazza, e come
lei, probabilmente, mi sarei spaccato in mille pezzi.
Dimenticai la presenza di Remus e
apprezzai il suo silenzio.
Sapeva sempre quando era il momento di lasciarmi pensare.
Presi tra le mani il giornale e mi
sembrò di star sollevando
l’intero Platano Picchiatore.
La carta scalciava e bruciava tra le
mie dita.
Cercai più volte di
concentrarmi sulle parole che leggevo,
ma i miei occhi riuscivano solo a rincorrere il suo nome tra le righe e
sapevo
che non avrei potuto rimandare per molto il momento in cui avrei dovuto
alzare
gli occhi e vedere i suoi.
Erano passati così tanti
anni dall’ultima volta, e lei si
era semplicemente trasformata in un’altra persona. Azkaban
non aveva fatto
altro che far straripare la pazzia che era intrappolata nei suoi occhi
e non
c’era trucco che riuscisse più a tenerla nascosta.
Aveva succhiato i colori alla sua
pelle e arruffato i suoi
capelli. Aveva ingiallito i suoi denti e seccato le sue labbra sottili.
Non era così che volevo
ricordarla.
Chiusi gli occhi per un momento per
cercare nella mia testa
l’immagine della donna bellissima che era stata.
La donna che speravo sarebbe
diventata e avevo creduto
potesse essere.
Era tornata una volta.
Era tornata da me.
Non la vedevo da quando aveva
quindici anni.
Si era sistemata sulle mie ginocchia
ed io avevo lasciato
che la mia mano affogasse nello scuro mare ch’erano i suoi
capelli per tutta la
notte.
Non so dire neanche adesso da quanto
tempo lo desiderassi.
James mi aveva odiato per quello.
Oh, il vecchio caro James si era
infuriato come un matto e,
non ci fosse stato Remus a fermarlo, mi avrebbe preso a calci
volentieri.
Remus lo aveva costretto ad uscire
dalla stanza prima di
voltarsi a guardarmi, di nuovo, come poco prima, con il labbro
superiore che
spariva, sotto quello che allora era solo un ridicolo accenno di baffi,
la
testa che si muoveva meccanicamente verso destra e verso sinistra. Era
rimasto
a fare quel movimento per tantissimo tempo, ma solo quando James aveva
smesso
di dare calci ai mobili e imprecare contro di me, aveva detto quelle
parole che
mi avrebbero perseguitato per i mille giorni che vennero e che ancora
adesso
fanno.
- Ti
distruggerà, Sirius – aveva detto e si
era
rifiutato di aggiungere altro.
Ma io ero sbottato in una risata e
avevo replicato:- Non
puoi capire.
Ma aveva capito, ed io lo sapevo.
Non era cambiata, e mi avrebbe
distrutto.
She's
a special girl you know,
the
kind I'd hope to see hanging on a wall,
watching
me cross the street.
I
wonder how long it will be before I'm sick of
her,
and
I no longer care where she goes or has been,
because
she's the new thing
Feel
my stomach sink.
Whatever
she brings, I cast myself in
-->
Fummo costretti a cambiare casa. Io
mi trasformai, lei prese
la Polisucco e agli occhi degli altri non fummo altro che
un’anziana vedova col
suo cane da compagnia.
I giorni con lei non furono belli.
Per quanto io mi sforzassi di farla
sorridere e lei si
sistemasse per me, l’aria restava pesante.
Restavamo sempre in casa con le tende
chiuse.
Il Sole mi mancava da morire, i miei
amici ancora di più.
Lei non dormiva mai.
Lo sapevo perché la
tensione non permetteva neanche a me di
prendere sonno.
Era il fatto, mai detto a voce, che
fosse chiaro ad entrambi
che se ci avessero voluto ci avrebbero trovato, a nulla sarebbero valsi
gli
incantesimi intorno alla casa.
La sua paranoia aumentò e
aveva continui ripensamenti.
Riuscivo a sentire i suoi passi affrettati mentre riempiva e svuotava
il
bagaglio compulsivamente.
E quando nei suoi occhi
s’allargava la follia e del suo
petto l’affanno, la bloccavo per le spalle e le ordinavo di
calmarsi.
A nulla servivano gli abbracci, il
sesso leniva in parte le
pene d’entrambi.
Diventammo reietti, la solitudine ci
consumava, cercavamo
invano di aggrapparci l’uno all’altra, ma entrambi
eravamo troppo deboli.
Poi arrivò quella mattina.
Non ricordo se piovesse o ci fosse il
Sole, a dirmi che se
n’era andata erano state le tende tirate.
Mi alzai solo per richiuderle e poi
tornai a letto.
La odiai.
Aprivo il giornale, la mattina, con
la speranza di leggere
della sua morte, la uccisi io stesso con la mia mente ogni minuto di
ogni
giorno.
Avevo fatto di tutto per dimenticare
l’episodio e fare come
se non l’avessi mai vista, come se non fosse mai tornata.
Ci
ero
riuscito.
She
is the new thing
It
started so slight then I flared into life,
attention again onto another new thing
Once she had me on my knees, enamoured with disease
Now,
she fails to impress a different sickness
A different kind of sickness, lacking any interest
And I, sunk in apathy, totally absorbed in me
Sitting
vacant on my own, my senses lying prone
She was the new thing
Feel my stomach sink and I curse my slow limbs
Staring at her, alterior girl,
I
cast myself into whatever she brings.
Another new with sickness, it ends how it begins: First mine then hers,
and
then the cycle blurs as my actions reoccur through no fault of my own,
through
no fault of my own.
Ma quel giorno c’era il mio
nome sul giornale associato al
suo.
Guardavo la sua foto e bruciava nei
miei occhi la mancanza
della sua bellezza.
Non era la stessa persona, e forse
non era mai stata colei
che io pensavo fosse.
Io ero guarito e non le avrei mai
più permesso di
distruggermi, come aveva fatto.
Le mani sentirono il bisogno di
lasciare la carta, io mi
alzai per poter respirare meglio.
Sudavo freddo.
Remus mi guardò perplesso,
affondato nella sua poltrona
sdrucita.
La nausea mi prese lo stomaco e fui
costretto a correre in
bagno.
Era tornata.
Era tornata e lo avrebbe fatto.
Non sapevo come, ma ne ero sicuro.
Mi avrebbe distrutto. Di nuovo.
(*) citazione da Harry Potter e
l’Ordine della Fenice.