Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: makeba    25/06/2011    2 recensioni
Ma aveva capito, e io lo sapevo. Non era cambiata, e mi avrebbe distrutto.
Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin | Coppie: Sirius Black/Bellatrix Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
staring

Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Sirius/Bellatrix, in risposta alla sfida di Hyperviolet Pixie. :)
Il testo della canzone - dal quale è tratto anche il titolo - è "She is the new thing" dei the Horrors, canzone alla quale dovevo ispirarmi.
Non avevo mai scritto di loro ed è stata un più dura di quanto pensassi. :/

 

 

Staring at her, alterior girl.

 

 

 

 

 

 

La faccia di Remus diceva tutto.

Quel suo arricciare il labbro superiore fino a farlo sparire al di sotto dei baffi che avevo visto tante volte.

Mi aveva guardato negli occhi e aveva detto: - Non vorrei che venissi a saperlo in altro modo. – e aveva gettato sul tavolo polveroso della cucina di Grimmuld Place una copia della Gazzetta del Profeta.

Mi ero fatto avanti, le mani impegnate in una tazza che, tempo qualche secondo, si era sfracellata sul pavimento.

 

EVASIONE DI MASSA DA AZKABAN

IL MINISTERO TEME CHE BLACK SIA

IL ‘PUNTO DI RIFERIMENTO’

PER GLI EX MANGIAMORTE. (*)

 

Avevo sentito il bisogno di sedermi.

Se non l’avessi fatto sarei caduto come la tazza, e come lei, probabilmente, mi sarei spaccato in mille pezzi.

Dimenticai la presenza di Remus e apprezzai il suo silenzio. Sapeva sempre quando era il momento di lasciarmi pensare.

Presi tra le mani il giornale e mi sembrò di star sollevando l’intero Platano Picchiatore.

La carta scalciava e bruciava tra le mie dita.

Cercai più volte di concentrarmi sulle parole che leggevo, ma i miei occhi riuscivano solo a rincorrere il suo nome tra le righe e sapevo che non avrei potuto rimandare per molto il momento in cui avrei dovuto alzare gli occhi e vedere i suoi.

Erano passati così tanti anni dall’ultima volta, e lei si era semplicemente trasformata in un’altra persona. Azkaban non aveva fatto altro che far straripare la pazzia che era intrappolata nei suoi occhi e non c’era trucco che riuscisse più a tenerla nascosta.

Aveva succhiato i colori alla sua pelle e arruffato i suoi capelli. Aveva ingiallito i suoi denti e seccato le sue labbra sottili.

Non era così che volevo ricordarla.

Chiusi gli occhi per un momento per cercare nella mia testa l’immagine della donna bellissima che era stata.

La donna che speravo sarebbe diventata e avevo creduto potesse essere.

 

Era tornata una volta.

Era tornata da me.

Non la vedevo da quando aveva quindici anni.

Si era sistemata sulle mie ginocchia ed io avevo lasciato che la mia mano affogasse nello scuro mare ch’erano i suoi capelli per tutta la notte.

Non so dire neanche adesso da quanto tempo lo desiderassi.

James mi aveva odiato per quello.

Oh, il vecchio caro James si era infuriato come un matto e, non ci fosse stato Remus a fermarlo, mi avrebbe preso a calci volentieri.

Remus lo aveva costretto ad uscire dalla stanza prima di voltarsi a guardarmi, di nuovo, come poco prima, con il labbro superiore che spariva, sotto quello che allora era solo un ridicolo accenno di baffi, la testa che si muoveva meccanicamente verso destra e verso sinistra. Era rimasto a fare quel movimento per tantissimo tempo, ma solo quando James aveva smesso di dare calci ai mobili e imprecare contro di me, aveva detto quelle parole che mi avrebbero perseguitato per i mille giorni che vennero e che ancora adesso fanno.

- Ti distruggerà, Sirius – aveva detto e si era rifiutato di aggiungere altro.

Ma io ero sbottato in una risata e avevo replicato:- Non puoi capire.

Ma aveva capito, ed io lo sapevo.

Non era cambiata, e mi avrebbe distrutto.

 

She's a special girl you know,

the kind I'd hope to see hanging on a wall,

watching me cross the street.

I wonder how long it will be before I'm sick of her,

and I no longer care where she goes or has been,

because she's the new thing

Feel my stomach sink.

Whatever she brings, I cast myself in


-->

-->

 

 

Fummo costretti a cambiare casa. Io mi trasformai, lei prese la Polisucco e agli occhi degli altri non fummo altro che un’anziana vedova col suo cane da compagnia.

I giorni con lei non furono belli.

Per quanto io mi sforzassi di farla sorridere e lei si sistemasse per me, l’aria restava pesante.

Restavamo sempre in casa con le tende chiuse.

Il Sole mi mancava da morire, i miei amici ancora di più.

Lei non dormiva mai.

Lo sapevo perché la tensione non permetteva neanche a me di prendere sonno.

Era il fatto, mai detto a voce, che fosse chiaro ad entrambi che se ci avessero voluto ci avrebbero trovato, a nulla sarebbero valsi gli incantesimi intorno alla casa.

La sua paranoia aumentò e aveva continui ripensamenti. Riuscivo a sentire i suoi passi affrettati mentre riempiva e svuotava il bagaglio compulsivamente.

E quando nei suoi occhi s’allargava la follia e del suo petto l’affanno, la bloccavo per le spalle e le ordinavo di calmarsi.

A nulla servivano gli abbracci, il sesso leniva in parte le pene d’entrambi.

Diventammo reietti, la solitudine ci consumava, cercavamo invano di aggrapparci l’uno all’altra, ma entrambi eravamo troppo deboli.

 

Poi arrivò quella mattina.

Non ricordo se piovesse o ci fosse il Sole, a dirmi che se n’era andata erano state le tende tirate.

Mi alzai solo per richiuderle e poi tornai a letto.

 

La odiai.

Aprivo il giornale, la mattina, con la speranza di leggere della sua morte, la uccisi io stesso con la mia mente ogni minuto di ogni giorno.

Avevo fatto di tutto per dimenticare l’episodio e fare come se non l’avessi mai vista, come se non fosse mai tornata.

Ci ero riuscito.

 

She is the new thing

It started so slight then I flared into life, attention again onto another new thing
Once she had me on my knees, enamoured with disease

Now, she fails to impress a different sickness
A different kind of sickness, lacking any interest
And I, sunk in apathy, totally absorbed in me

Sitting vacant on my own, my senses lying prone
She was the new thing
Feel my stomach sink and I curse my slow limbs
Staring at her, alterior girl,

I cast myself into whatever she brings.
Another new with sickness, it ends how it begins: First mine then hers, and then the cycle blurs as my actions reoccur through no fault of my own, through no fault of my own.

 

Ma quel giorno c’era il mio nome sul giornale associato al suo.

Guardavo la sua foto e bruciava nei miei occhi la mancanza della sua bellezza.

Non era la stessa persona, e forse non era mai stata colei che io pensavo fosse.

Io ero guarito e non le avrei mai più permesso di distruggermi, come aveva fatto.

Le mani sentirono il bisogno di lasciare la carta, io mi alzai per poter respirare meglio.

Sudavo freddo.

Remus mi guardò perplesso, affondato nella sua poltrona sdrucita.

La nausea mi prese lo stomaco e fui costretto a correre in bagno.

Era tornata.

Era tornata e lo avrebbe fatto.

Non sapevo come, ma ne ero sicuro.

Mi avrebbe distrutto. Di nuovo.

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) citazione da Harry Potter e l’Ordine della Fenice.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: makeba