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Autore: G_Elizabeth    26/06/2011    4 recensioni
Le persone che sono state di ispiramento per questi scritti non lo sanno e penso non lo sapranno mai.
E' triste, o forse non abbastanza. Ciò che hanno in comune penso sia la scrittrice dopotutto.
Alla fine, sono solo raccolte di pensieri sparsi qua e là.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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_________Io rimango

_________Io rimango.

 

 

 

 

 

Isola quieta in un mare di guai.

Ciò che mi facevi provare,

ciò in cui tu mi avevi plasmato.

 

Ti avevo sempre aspettato,

pensavo.

 

Ero un attimo di serenità nel tuo tumultuoso animo,

culla di un bambino egoista.

 

Ma io ti aspettavo, sempre.

Il mio pensiero non era mutato.

 

Quando arrivavi a chiedermi aiuto,

implorandomi con silenziose preghiere profane sparse ai quattro venti,

ti ascoltavo come vento passeggero,

correvo e ridevo fra i tuoi capelli ramati,

ti cullavo tra le mia bianche braccia lucenti,

piangevo con te fondendo le tue gocce salate alle mie,

dolci e lontane, non adeguate, non all’altezza.

 

E baciavo invano il tuo ricordo,

mentre soffrivo per la mia inadeguatezza.

 

Aspettando…

Comunque.

 

Forse una tua risposta, forse un tuo rifiuto,

 

Ma anche tu attendevi, come me.

 

Il mio unico peccato era non sapere,

fu non accorgermene in tempo,

così, pensai.

 

Baciavo il tuo corpo,

mentre le tue labbra rimanevano socchiuse e ferme,

la tua anima, invece, rimaneva consacrata nel profondo,

scalciava e piangeva in silenzio.

 

Oh Conchiglia, tu piccola e lucente, hai lasciato la tua orma sulla mia pelle,

livida e sconquassata da tempeste infinite.

 

Ma io continuavo ad aspettare.

Ed aspettare e aspettare,

e aspettare…

 

E non capivo che quando tu divoravi con gli occhi il Sole, il cielo ed il mare,

non riuscivo a capire che quando tu venivi rapita lasciando qui da me il solo tuo corpo,

eri già lontana, avevi già tradito e lasciato indietro,

e non attendevi, non più.

 

Non capivo che avevi già scelto.

La mia logica, rifiutava il tuo egoistico verdetto.

 

Ma tu, crudele compassione del mio animo sfregiato, tu!

Rimanevi con me e non mi lasciavi mai andare completamente.

 

Tornavi a farmi visita, di tanto in tanto,

restavi con me quel tanto che mi accendeva desiderio e conforto,

lasciandomi il tempo di cullare una qualche squilibrata speranza.

 

Ma tutto ormai si stava sfasciando come carta bagnata,

inchiostro nero lasciato a marcire in fondo al cuore.

 

Non capì nemmeno quando mi abbandonasti per il vasto orizzonte,

mi congedasti con un addio mascherandolo con un arrivederci.

 

Ma io, non ero capace di smettere

E aspettavo, aspettavo sempre.

 

Isola condannata ad un eterno stato di quiete ero rimasta.

Non troppo triste per sprofondare,

troppo arrabbiata per scatenare tempesta.

 

Intanto lacrimavo non capendone il perché,

cascate di ricordi sgorgavano dalle mie membra spente…

E stanche, così tanto stanche

 

Il vuoto scavava e mangiava, e grugniva,

e intanto divorava feroce e lento ciò che di me restava.

 

Ed io aspettavo.

Incapace di fare altro,

attendevo serenamente disgustata

la mia lenta e silenziosa fine.

 

Speranza di rimasuglio d’amore tradito,

ecco cosa rimase infine,

e solo le salate acque gentili mi sfioravano…

Ecco cosa rimase.

 

Piccola e sommersa sotto la superficie del cielo,

circondata da branchi di squali affamati,

…a volte assaggiavano,

a volte sfioravano languidi.

 

Ed ecco cosa rimase,

patetica e sbiadita dal tempo inarrestabile.

 

Mentre aspettavo,

e aspetto e aspetterò… Ecco cosa rimane:

Io rimango.

E aspetto.

 

 

 

 

 

 

Notes:

Poesia. Boh.

Non so cosa sia e non so se sia poesia sinceramente, ma posto comunque, più per una soddisfazione personale, che per recensioni o numero di letture/visite.

Ho scritto ciò con un certo e non trascurabile sollievo, mi ha liberata da cento parole che non riuscivo ad esprimere in altro modo. Scrivere è una cura e una dannazione, quando non riesco a farlo e la voglia poca e/o manca, è irritante guardare il foglio bianco.

Ora l’ispirazione è già spirata, purtroppo. (Sarà il caldo, direi se non sapessi che sono pigra di natura!)

Vi lascio comunque, perché non so cosa potrei spiegare, forse è fin troppo lunga e forse esprime tutto e niente o forse sono riuscita nell’impresa di raccontare quello che volevo, chi lo sa! *la speranza rimane tanta in ogni caso*

Un grazie sempre per chi legge queste piccole note!

 

G.

   
 
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