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Autore: _Syn    27/06/2011    3 recensioni
[...]Qualche volta, nel cuore della notte, Azula si svegliava.[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Azula
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ciao a tutti! E' la prima volta che metto piede in questo fandom come autrice e ne sono felice. Ho appena terminato la visione del cartone e, tra i personaggi che mi hanno colpita maggiormente, c'è Azula. L'adoro. E' cattiva, sadica, folle, ma c'è tanto dentro di lei che vale la pena di analizzare. Ovviamente non è che l'adori perché sia cattiva, ma per tutto quello che non vuole mostrare. E' profonda, ben caratterizzata e credo sia uno dei personaggi meglio riusciti.
Per questo ho voluto dedicarle il mio primo lavoro in questo fandom. Non è niente di che, ma spero che voi apprezzerete e che mi facciate sapere cosa ne pensate, se ne avete voglia.
Buona lettura,
Alexiel.

P.S.: un ringraziamento speciale a Kuruccha... perché sì :D


Un colpo di pettine


Azula posò il pettine di madreperla sul cuscino, dopo essersi spazzolata i capelli nel buio quasi totale della stanza, le tende del baldacchino tirate. C'era solo una fioca fonte di luce azzurra che galleggiava come una stella sul palmo aperto della principessa.

Strani giochi di luce prendevano vita sulla pelle della ragazza, creavano ombre e sentieri sul suo volto, mettendo in evidenza la sua espressione dura e poi celandola.

Qualche volta, nel cuore della notte, Azula si svegliava. Non ricordava mai se fosse per colpa di un incubo, per aver sentito un rumore – cosa impossibile, visto che aveva ordinato di non farne alcuno, o se ne sarebbe occupata personalmente – o per altri motivi simili. La principessa apriva gli occhi e c'era il buio intorno a lei. Non tollerava la luce della luna, perciò chiudeva sempre le tende del baldacchino oltre a quelle della finestra. Neanche il più flebile spiraglio doveva entrare in quella stanza. Se avesse avuto bisogno di luce, avrebbe potuto crearla lei stessa, come aveva appena fatto. Le bastava ricordare perché quelle tende erano tirate, quello che c'era fuori, i suoi compiti, e il fuoco nasceva spontaneo dalle sue mani. E poi, con la mano libera, prendeva il pettine lasciato sotto il cuscino e cominciava a pettinarsi i capelli. Non era sempre una buona idea, perché non era pratica in quel genere di compiti. Non era lei a svolgerli, aveva servi su servi pronti a riverirla e servirla in tutto.

Ma di notte Azula si svegliava senza sapere perché. E allora anche il resto delle sue azioni perdeva il suo senso.

Il fuoco si incrementava appena quando i denti del pettine incontravano dei nodi, facendole male, e lei continuava a spingerlo verso il basso, spezzando quei capelli bellissimi. Fino a che non giungeva alla fine, fino a quando il braccio ricadeva sul cuscino.

Qualche nodo non avrebbe potuto fermare quell'azione, che già non aveva senso, e un po' di dolore poteva sopportarlo. Fintantoché era lei a crearlo, fintantoché rimaneva un segreto racchiuso tra le tende del letto, custodito solo dal fuoco.

Quando riponeva il pettine sul cuscino, il fuoco ancora vivo sulla sua mano, Azula si mordeva le labbra e cominciava a ricordare qualcosa: solo vaghe memorie, magari irreali, forse create solo dal sonno e dall'atmosfera ingannevole della notte. Le avrebbe dimenticate al mattino, al sorgere del sole.

Non era concepibile, per un dominatore del Fuoco, credere a quello che succedeva di notte. Il cielo oscuro era un nemico, nascondeva il sole, si fregiava della Luna bianca e mutevole, donando il potere all'Acqua. Perciò Azula, quando quei ricordi bugiardi tornavano a spingere contro le sue tempie come un fuoco represso, un fuoco nero da tenere a bada, spegneva le fiamme azzurre con un colpo rapido della mano. In quel momento il buio diventava più intenso che mai e le sembrava di sentire un odore dolce, intenso. Familiare.


Zio Iroh ti ha portato questo pettine d'ebano, Azula. Vuoi che pettini i tuoi capelli?

Perché non fai una treccia come quella di Ty Lee?

Saresti così bella, Azula...


L'odiava quel sorriso bugiardo. Ma lei leggeva tra le bugie. Soffriva nell'indifferenza. E non le importava del dolore.


Invece sei un mostro.

Nei tuoi capelli, nodi di bugie mai sciolti. Nei tuoi capelli, trecce invisibili si uniscono ai fili del male.

Nella tua bellezza, solo lo sguardo di un mostro da temere.


Sei nata fortunata, Azula.

Hai il potere.

L'orgoglio.


Non avrebbe ascoltato altro, neanche le voci mute che risuonavano nel sorriso bugiardo di lei e nello sguardo confuso – sciocco – di suo fratello


Sei nata grazie a me.

Hai il mio potere.

Il tuo orgoglio mi renderà grande. Ma si estinguerà, come un fuoco troppo debole.



Qualche volta, nel cuore della notte, Azula apriva gli occhi e pettinava via i ricordi che aveva rifiutato di creare e, con il fuoco azzurro del suo potere, lasciava che il suo cuore bruciasse nell'odio e nell'inganno. Il prezzo era solo il dolore di un nodo spezzato: sopportabile. Ma quanti nodi avrebbe potuto spezzare, nascondere sotto il cuscino quando spegneva la luce, prima di rimanere lei, spezzata, sotto il loro peso?


Ti voglio bene, Azula.

Occhi aperti, mano sotto il cuscino come colui che teme l'arrivo di un pericolo.

Un colpo di pettine, una scintilla di blu.

Sei un mostro.

E poi il buio.



  
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