Libri > Il diario del vampiro
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Autore: samy_97_    27/06/2011    1 recensioni
[Due sorelle venute dall'Italia, una rossa tutta pepe, tre bellissimi ragazzi conosciuti nella nuova scuola. Mescolate tre etti di amicizia, due d'amore, un pizzico di gelosia, e...] "La storia che mi appresto a narrarvi inizia dopo cinque anni di assoluta “sorellanza” tra me e mia sorella, precisamente il 9 Giugno dei nostri 17 anni. Destinazione Fell's Church." AGGIUNTO IL PROLOGO AL PRIMO CAPITOLO
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao =)

Finalmente gli esami sono finiti e, per festeggiare, ecco a voi un nuovo capitolo!

Ho già iniziato a scrivere il prossimo, anche se mi si è bloccata l'ispirazione. In compenso questo che vi propongo è stato molto semplice da scrivere, ed è molto ricco di avvenimenti.

Comunque vi lascio al chappy!


11.

Quando mi lasciò entrare in camera sua, non avrei mai pensato che Damon si fosse ripreso così bene.

Era tutto diverso da come era quando l’avevo trovato qualche ora prima e la cosa poteva solo farmi saltare qualche battito in più, oltre che a farmi tremendamente piacere.

Ramses II è tornato al suo antico splendore…

Damon mi guardò interrogativo e mormorò un “Grazie” ironico.

Diventai rossa come un peperone e gli porsi la bottiglia di Black Magic senza nemmeno guardarlo, poi mi girai per andarmene.

Cosa accidenti avrei potuto dirgli?

Ma, con mia somma sorpresa, lui mi prese per il polso e mi fermò.

Lo guardai negli occhi, perdendomi in quegli spicchi di cielo e aspettai che parlasse.

-Grazie.- disse e mi guardò sorpreso, come se non si capacitasse che quella parola fosse uscita dalla sue labbra. E che labbra.

-Sai che senza di te sarei morto, vero?-

Annuii.

-Sono in debito con te.-

Oh, se questo è il problema mi basterebbero solo un paio di cosucce…

-Cioè?- disse alzando un sopracciglio e sorridendo malizioso.

Merda, la verbena. Ma si può essere più cretini?

Il ragazzo davanti a me ridacchiò e mi sorrise. Piegai la testa da un lato.

-C’è qualcosa che non và?-

-No. Sei sicura di voler dormire sul divano stanotte?-

-Si, non ci sono altre stanze…- continuavo a non capire dove voleva arrivare.

Dormi con me!

Mi sussurrò nella mente girandosi. Un sorriso nacque spontaneo dalle mie labbra, felice che volesse stare ancora con me.

Certo che lo voglio.

Disse, come se quello che avevo pensato fosse un’assurdità.

Mi stesi nel letto e mi accoccolai a lui. Stavo così bene in quel momento, con Damon che mi accarezzava lentamente la schiena e che si premurava che stessi al caldo, che pensai di andarmi a prendere un caffè e di stare sveglia qualche altra ora.

Ma il sonno mi colse all'improvviso e non potei fare altro che lasciarmi andare serenamente tra le braccia di Morfeo.


♥ ♥ ♥


La mattina dopo mi svegliai con un ronzio.

Aprii gli occhi, cercando di captare da dove provenisse il rumore.

-Spegnilo...- sussurrò Damon ancora mezzo addormentato. Solo in quel momento notai che eravamo abbracciati stretti e che la mia testa era posata sul suo petto.

Arrossii, e con gli occhi cercai la fonte del ronzio che non accennava a smettere.

Solo dopo l'ennesimo mugugno del vampiro accanto a me notai che si trattava del mio cellulare così mi allungai per prenderlo.

Ovviamente, anche senza vedere lo schermo sapevo che osava chiamare a quell'ora.

-Apri e chiudi.-

-Direi di no... è più pericoloso di te se vuole, Damon. E poi ci tengo ai timpani e anche ai nervi.-

Ascoltai la sua flebile risata e mi girai facendo in modo di essere abbracciata da dietro. Poi risposi.

-Pronto?-

-Ommioddio, hai risposto! Chiamate l'emittente televisiva! Tgcom! Buondì Kathy!-

-Ciao...-

-Il gatto ti ha mangiato la lingua?-

-No, ma tra poco lo farà a te se non la pianti. Sono le 6 e mezzo di mattina e io ieri sera mi sarò addormentata all'una, disgrazia ambulante.-

Lui ignorò la mia ultima affermazione -Allora ci voleva proprio il principe azzurro che ti svegliasse. Per il bacio, però, dovrai aspettare quando ci vedremo.-

Damon accanto a me ringhiò piano, e mi venne l'impulso di girarmi e baciarlo, ma mi trattenni. Così mi limitai ad accoccolarmi di più a lui.

-Dai, cosa vuoi? Vorrei tornare a dormire.-

-Non te lo dico!-

Restai allibita. -E allora perché cazz...pitolina mi hai svegliata, decerebrato?-

-Perché volevo metterti la pulce nell'orecchio!-

-Ma allora è vero che sei decerebrato. Buona notte.- dissi chiudendogli il telefono in faccia.

-Sapeva che prima o poi sarebbe successo.- dissi parlando tra me e me e scossi le spalle, lanciando il telefonino sul comodino.

Poi mi rigirai verso Damon che nel frattempo si era svegliato del tutto e che mi guardava con la fronte aggrottata.

Alzai le spalle e distolsi lo sguardo, notando con una certa soddisfazione che le sue braccia mi stavano ancora stringendo.

-Credo tu ti debba preparare, sono quasi le sette.-

-Tu non vieni?-

-No. Devo andare a nutrirmi, altrimenti rischio di fare del male a qualcuno.-

E hai dormito tutta la notte con me???

Non rispose alla mia domanda involontaria e continuò a fissarmi. Poi sciolse la stretta e io capii che dovevo andare.

Così mi alzai di malavoglia dal letto e andai in bagno a vestirmi, prendendo anche quella volta dei vestiti che gentilmente Elena mi aveva prestato, mettendo anche una carinissima sciarpa celeste per nascondere i segni dei morsi.

Scesi in cucina per fare colazione e notai che Violet e Alyssa mi stavano già preparando la colazione. Le ringraziai con un sorriso e mangiai in fretta. Mentre bevevo il latte sentì Elena che esclamava

-Damon!- ed esso mi andò di traverso, così iniziai a tossire come una stupida e smisi solo quando mia sorella mi diede una pacca sulla schiena.

Respirai forte, e cercai di mandare giù la saliva senza rischiare un altro attacco di tosse. Cercai di non ascoltare la conversazione di Damon ed Elena mentre finivo il latte.

-Katherine, il tuo bracciale.- disse Alyssa mentre mi legava al polso il braccialetto alla verbena.

Ero più sollevata ora che i miei pensieri erano di nuovo al sicuro, e iniziai a pensare a raffica su quello che era successo solo quella mattina.

Dio, non mi ero mai resa conto quanto bello fosse pensare senza che qualcuno ti entrasse in testa ogni volta. Capivo cosa provavano i membri della famiglia Cullen… chissà che nervi.

Uscimmo di casa in fretta e furia e ci imbucammo tutti nella macchina di Stefan, partendo sgommando.

Non so che cosa facemmo di buono per arrivare in tempo. Solo in quei momenti ringraziavo la guida di Stefan.

Per farla breve, mi addormentai per ben due volte in classe, e il tempo rimanente lo passai a fissare Stefan che cercava di farmi stare sveglia in tutti i modi.

A pranzo ero distrutta.

-Stefan, e se mi soggiogassi ordinandomi di stare sveglia?-

-Non so quanto funzionerebbe sinceramente. Non credo di essere al massimo delle mie forze. E poi dubito che senza una buona dormita ti passi- disse ridendo.

Mentre ci incamminavamo per la mensa presi un attimo Elena e la portai in bagno.

-Elena, c’è un problema, credo.-

-Dio, che è successo? Stai Cambiando?-

-No, non è per questo, è per… Damon. Mentre eravamo nella prigione è successa una cosa strana.-

Elena si poggiò sul lavandino. –Dimmi tutto.- disse seria.

Iniziai a raccontarle di come, dopo che ci eravamo scambiati il sangue mi avesse “baciata” e di come fossi entrata nella sua anima.

-E c’era un bambino, Elena, che diceva di chiamarsi Damon, e tremava ed era freddo. Aveva paura che lo lasciassi, suppongo, e continuava a piangere nominando “un’altra” che gli aveva promesso di aiutarlo e che poi lo aveva lasciato. Io ho cercato di stare lì con lui, ma poi Damon ha rotto il contatto e sono stata catapultata via. Non so cosa pensare.-

-Ascoltami bene, Katherine. Questa è la prova che Damon è innamorato di te. Quando lo era di me e ci baciavamo mi faceva entrare nella sua anima, e anch’io ho visto quel bambino. L’ho aiutato, ho cercato di distruggere quella gabbia in cui era rinchiusa la sua anima, ma quando è tornato Stefan non ho fatto più niente. Io amavo Damon, ma è Stefan, è sempre stato Stefan e così sarà per sempre. Mi sento tanto in colpa, ma siamo riusciti solo a dargli il calore di una famiglia. Ora tocca a te Katherine, rendilo felice.- disse prendendomi per le spalle.

-Ma come devo fare?- chiesi spaventata.

-Amalo, amalo con tutta te stessa. Come hai fatto fino ad ora e sempre di più, non illuderlo come ho fatto io. Ci fidiamo di te, sia io che Stefan.-

Annuii sincera e glielo promisi.

Presi il pranzo e spiluccai qualcosa senza mangiare seriamente, lasciando tutto il resto nel piatto. Non sapevo perché, ma avevo come una morsa nello stomaco, come se avessi dovuto fare qualcosa che non avevo fatto.

E questa morsa rimase per tutto il pomeriggio, anche quando tornai a casa per studiare.

Continuavo a pensare a quello che mi aveva detto Elena. Certo che lo amavo, così tanto intensamente che diventava struggente il desiderio di averlo a fianco a me, ed Elena diceva che era anche il contrario.

Iniziavo a crederci. Capivo che Damon era stato talmente tanto rifiutato e illuso che aveva creato come una barriera attorno a se, non facendo più entrare i sentimenti positivi. Ora quella barriera si stava sgretolando, ma lui si opponeva ancora e questo non era un bene. Volevo provare a convincerlo che non fosse un male.


Mai cambierò la pelle

non c'è vita alcuna

che plachi la mia dolce sete

E' la notte che mi chiama

Eclissi tra le dune

Le anime che spengo sono mie...


E poi, era così bello solo il pensiero che provasse qualcosa per me, che mi riscaldava il cuore di una felicità immensa.


Seguimi o uccidimi

Mille anni senza amore

Siamo un viaggio

Ombre senza sole

Seguimi o uccidimi

Siamo logica immortale

Siamo amore...


Sobbalzai quando sentii che il cellulare era il mio.

Dio, devo cambiarla questa suoneria, non posso morire ogni volta.

Guardai lo schermo del cellulare: Nicola.

-Pronto?- risposi con un sospiro.

-Kathy, non ce la faccio più, devo dirtelo!-

-Spero sia una cosa breve, perchè mi hai interrotta dai miei intelligentissimi ragionamenti.- dissi sbadigliando sonoramente.

-Hai dormito poco stanotte?-

-Si, ieri sera non sono mica stata spaparanzata sul divano a riposarmi. Ho avuto parecchio da fare.-

-...-

-Ehm...?-

-Lo sai che la tua frase si può fraintendere, vero?-

Arrossii, pensando con chi ero in compagnia la sera prima –Sei tu che trovi sempre i doppi sensi a tutto! Allora, cosa accidenti vuoi?-

-Tra meno di una settimana io e gli altri verremo da voi! Sai che ogni anno, per le vacanze di Natale la scuola dà dei fondi per un viaggio? Noi abbiamo chiesto di cambiare meta e, visto che il budget è minore hanno accettato! Ehi, ci sei?-

Io non avevo ascoltato nulla di quello che aveva detto, mi ero bloccata alla prima frase, anzi diciamo che mi ero letteralmente gelata sul posto.

Non mi accorsi neanche subito che c’era un picchiettare alla mia finestra di un corvo che annunciava la sua presenza. Lascio immaginare chi fosse, e quanto altro fosse il mio stato di shock tanto che non me ne ero nemmeno accorta.

-Katherine? Sei morta?-

-Tu... Voi... Ma siete tutti matti! Gli ultimi neuroni dei vostri cervelli si sono tutti suicidati in allegria? E Jessica, speravo che almeno lei avesse un pò di sale in zucca!- iniziai a passarmi agitata le mani nei capelli, mentre il corvo si trasformava in un bellissimo ragazzo con i capelli corvini e gli occhi azzurri, che piegò la testa di lato e mi guardò stupefatto.

Loro non capivano. Fell’s Church era un posto pericoloso, c’erano vampiri ad ogni angolo, in ogni strada, non era un posto sicuro.

E poi di sicuro Gisèle non sarebbe rimasta tranquilla per tanto, loro non sapevano a quali pericoli sarebbero andati incontro a braccia aperte.

E infatti non lo sapevano.

-Cioè, Fell’s Church è un posto perso nel nulla... in confronto a Londra, Parigi, Sofia, Praga, Berlino, Stoccolma,-

-Si, le so le città del mondo. Ma ormai abbiamo deciso così e non potremmo comunque cambiare idea. Ti dispiace tanto rivederci?-

-NO! E’ che... rinuncereste a una vera vacanza per noi?-

-Alessandro e Jessica si, e anche io. Ti voglio più bene di quanto credi, razza di stupida.-

Mi presi i capelli e incominciai a strattonarli alla radice dal nervoso. Come potevo fare a far cambiare loro idea?

-Ma...-

Sentì un braccio che mi circondava la vita da dietro e una mano che prese la mia tra i capelli e li salvò dalla mia stretta mortale.

Damon... pensai in un moto d’affetto. Amore.

-Scusa, mia madre mi vuole. Comunque vi richiamiamo. Ciao.-

Chiusi il telefono e lo gettai da qualche parte, per poi girarmi e buttare le braccia intorno al collo di Damon, stringendolo forte a me.

Seppellì la testa nell’incavo tra il suo collo e la spalla e inspirai a pieni polmoni il suo profumo di menta.

Sentì che mi stringeva con delicatezza.

Era lì, con me, salvo, che mi stava abbracciando, tutto il resto passava in secondo piano.

Pensai che volevo sentire anche la sua voce. -Damon?- lo chiamai.

-Dimmi.-

Ma io stetti zitta, beandomi della sua voce che, vellutata, mi entrava fino al cuore.

Poi lui mi prese per le spalle e mi staccò da lui con delicatezza, e mi guardò negli occhi, attentamente, e ancora una volta mi diede la sensazione che mi stesse leggendo fino all’anima.

Quasi non mi accorsi delle sue labbra che arrivarono alle mie fino a sfiorarle. I nostri respiri si fusero e, in un battito di ciglia, le nostre labbra erano unite.

Lui iniziò a muoverle sulle mie, ma io rimasi un attimo scioccata da quello che stava succedendo. Poi chiusi gli occhi e ricambiai con passione il bacio.

Sentii le sue mani che mi stringevano con fare possessivo e io cercai di far avvicinare ancora più i nostri corpi.

Quando ci staccammo leggermente per riprendere fiato, una cosa mi sorse spontanea.

-Ti amo.- sussurrai e subito sentì quel nodo che mi aveva accompagnata per tutta la giornata sciogliersi.

Spalancai subito gli occhi, non credendo a quello che avevo appena fatto e mi specchiai nei suoi, anch’essi spalancati e sorpresi.

Lo guardai per un momento che mi parve interminabile poi vedendo che non rispondeva chinai la testa con le lacrime che premevano per uscire.

Ero felice di aver estraniato i miei sentimenti che tenevo dentro da tanto, ma se Elena si fosse sbagliata? Se adesso lui se ne sarebbe andato, sarei morta dentro.

Ma lui non se ne andò, mi prese il mento tra le dita e, dopo avermi guardata, mi ribaciò. Il mio cuore rincominciò a battere forte, come a ricordarmi che effetto mi faceva stare vicino a lui e mi sembrò che le gambe non mi reggessero più in piedi.

Damon incrociò le braccia dietro alla mia schiena, cercando di far avvicinate ulteriormente i nostri visi e le nostre bocche, poi mi distese sul letto e si stese accanto a me continuando a baciarmi con impeto e passione.

Poi io gli offrii il collo, come se fosse una cosa che mi veniva del tutto naturale e lui ci poggiò le labbra, baciandomi come aveva fatto nella cella, ma con meno urgenza.

Pensai che mi stesse per mordere, ma lui alzò la testa e mi guardò negli occhi.

-Ne sei sicura? Questa volta non sono in fin di vita, mi sono nutrito prima.-

Lo guardai stupefatta. Non capivo perchè avesse cambiato idea all’improvviso.

Probabilmente interpretò male il mio silenzio, perchè assunse un’aria afflitta e si alzò dal letto dirigendosi verso la finestra.

-Damon no!- urlai io e feci per alzarmi, ma non mi ero accorta di essere attorcigliata tra le coperte così caddi a terra e sbattei violentemente il ginocchio emettendo un rantolo di dolore.

Cercai di rialzarmi ma prima che potessi fare un solo movimento due forti braccia mi sollevarono e mi depositarono nuovamente sul letto.

Prima che provasse a riandarsene strinsi forte tra le dita un lembo della sua camicia nera e lo portai più vicino a me.

-Tutto bene?-

-No,- gli risposi con le lacrime agli occhi –resta qui ti prego.-

Ma non era quello che volevo. –Mordimi- gli sussurrai continuando a stringere la sua camicia.

-Perchè?-

-Perchè ti amo, Damon.-

Avvicinò le sue labbra alle mie.

-Sono pericoloso Katherine.-

-Non è vero, altrimenti non ti saresti neanche posto il problema.-

Il suo viso si trasformò, come nella cella, e divenne minaccioso, cercando di incutermi paura.

Io glielo presi, così deformato, e lo portai sul mio collo premendolo. Poi sospirai, sperando che cedesse.

E infatti sentì una stilettata di dolore e poi tutto divenne meraviglioso. Le mie emozioni si fusero con le sue e sentì una valanga di sentimenti non miei che si riversavano sul mio corpo. Cercai di identificarli: gratitudine, sollievo, addirittura paura e...amore?

Quando feci questo pensiero il cuore, se possibile, aumentò ancora di più il suo ritmo forsennato. Si staccò da me, con il suo vero viso e mi guardò carezzandomi una guancia, come se fossi il più prezioso dei cristalli.

Poggiò la sua fronte sulla mia.

-Come fai ad amare un mostro come me?-

Io non risposi e mi limitai a poggiargli una mano sulla sua guancia e lui si strusciò contro, così iniziai ad accarezzarlo dolcemente, sospirando.

-Oh Damon.-

Avvicinai il suo viso al mio, lo baciai di nuovo e lui ricambiò il mio bacio. Sorrisi nelle le sue labbra stringendolo sempre più a me.

Poi lui si tagliò il collo e io iniziai a succhiare il suo sangue. Appena poggiai le labbra sul taglio sentii che gemeva estasiato e sorrisi pensando a che effetto riuscivo a fargli.

Cercai di trasmettergli in tutti i modi il mio amore e lui dovette staccarmi da se, altrimenti l’avrei dissanguato letteralmente.

Sentivo uno strano calore sullo stomaco, ma era piacevole e sapevo che era lui che me lo procurava.

Restammo a baciarci per un tempo indefinito, stesi sul letto, finchè mia sorella mi chiamò per la cena. Mi sorpresi non poco quando notai che le ore, in sua compagnia, erano passate velocemente, così mi alzai di mala voglia, e quando mi staccai da Damon sentì un dolore fisico, come se mi avessero staccato un arto, così lo ribaciai.

-Ehi, non ci vedremo solo per mezz’ora. Credi di riuscire a resistere?-

Mugugnai e uscì dalla stanza dirigendomi verso la cucina e riconoscendo che, si, avevo veramente fame. Sorrisi quando dalle scale sentii odore di pizza e mi venne l’acquolina in bocca.

Aiutai mia sorella a preparare la tavola, mettendo le pizze e la coca, poi ci sedemmo e accendemmo la tv scovando subito un film che ci piaceva molto.

Mentre mangiavo la pizza margherita, la mia preferita, mi toccavo spesso i due piccoli forellini che in teoria avrei dovuto nascondere, ma che adoravo sentire perchè erano il simbolo dell’amore di Damon. Alyssa si accorse subito che c’era qualcosa che non andava, così si alzò e mi guardò il collo. Quando notò i due fori aperti di recente le si illuminarono gli occhi e mi mimò un “Damon?” con le labbra e quando risposi affermativamente mi abbracciò forte.

Era felice per me, e pure io.

Finii con calma di mangiare, l’aiutai a spreparare e poi tornai in camera mia.

Sorpresa, notai che nel frattempo Damon si era cambiato: in quel momento indossava una specie di pigiama, color blu scuro, che gli stava d’incanto.

Mi bloccai qualche secondo ad osservarlo, restando ferma sulla porta e arrossendo.

Lui ghignò e, ironicamente, mi invitò ad entrare. Come se ce ne fosse stato bisogno. Sorrisi imbarazzata e mi chiusi in bagno, mettendomi un pigiama color indaco e legandomi i capelli in una coda alta. Poi mi lavai i denti e tornai in camera da Damon.

-Che fai?- gli chiesi alzando la voce quando vidi che stava accatastando tutti i miei libri nella scrivania, formando una torre molto instabile.

-Cerco una lettura interessante, ma a quanto pare...- disse continuando a togliere i libri dalla libreria.

-Ma li hai letti proprio tutti? In diciassette anni di vita?-

-Certo che si.- gli risposi togliendoli di mano Twilight e rimettendolo al suo posto.

-Ma che lettrice accanita...- disse malizioso mettendomi le mani sui fianchi e dandomi un leggero bacio sulla guancia, per poi staccarsi e andare ad accendere il mio IPod scorrendo le canzoni.

Il mio cuore perse un battito e lui mi si avvicinò con l’apparecchio in mano, mostrandomi lo schermo.

-Questa mi piace.- disse mostrandomi il titolo: Time of my life –Sai ballare?-

Spalancai gli occhi –No, assolutamente no-

Lui allora mi mise una cuffia sull’orecchio e l’altra se la mise lui, poi mi fece salire sui suoi piedi e fece partire la musica.


Now I've had the time of my life

No I never felt this way before

Yes I swear it's the truth

And I owe it all to you

'Cause I've had the time of my life

And I owe it all to you”


Poi Damon incominciò a muoversi a ritmo di musica, facendomi volteggiare con lui e, neanche per un attimo, i nostri occhi si separarono gli uni dagli altri.

Mi persi nei suoi occhi azzurri e per un attimo persi anche il contatto con la realtà.

Infatti mi ritrovai in una radura, con soffice erbetta e fiori di ogni tipo che avevano uno splendido odore.

Mi guardai intorno affascinata, finchè una vocina allegra non mi distolse dai miei pensieri.

Una chioma scura mi venne addosso ridente facendomi cadere a terra, poi due occhi azzurri mi guardarono e io capii dove mi trovavo.

Il piccolo Damon mi sorrise e mi passò una mano calda sulla guancia.

-Grazie!- disse felice –Grazie! Oh, come sono felice ora! Come è felice lui!-

Ridevamo tutti e due stesi sull’erba, e quando quella forza misteriosa mi staccò da lui non mi dispiacque: ora era felice e stava bene.

Tornai dolcemente alla realtà e misi a fuoco il viso del mio Damon che mi guardava con intensità.

Mi buttai subito al suo collo e lo baciai impetuosa, fino a che non mi mancò il respiro poi mi staccai e mi ritrovai sopra di lui, distesa sul letto.

Sentivo le sue mani che percorrevano tutta la mia schiena e i miei fianchi e quando si insinuarono sotto la maglia rabbrividii, intanto la bocca di Damon ricopriva sempre la mia senza lasciarmi un attimo di respiro.

Il mio cuore batteva all’impazzata e non vidi dove Damon aveva mollato il mio povero Ipod.

Dopo un po si staccò ansimante, così come me, e io lo guardai dispiaciuta che non avessimo “finito”.

-Per stasera basta così.- disse con la voce roca.

Aggrottai le sopracciglia e lui rise per la mia espressione buffa. -Dormiamo?- chiesi

-Beh, se vuoi restare sveglia tutta la notte fa pure, ma così non credo le quelle occhiaie spariranno tanto presto.-

Sbattei gli occhi e poi mi imbronciai, stendendomi di fianco a lui e dandogli le spalle.

Lui si mise a ridacchiare e mi passò un braccio attorno alla vita, facendomi arrossire.

-Lo so che non sei arrabbiata. Lo sento che effetto ti faccio... So sempre quando sei imbarazzata o il tuo cuore batte più forte. L'ho sempre saputo.-

Arrossi ancora di più -Sempre sempre?-

-Ah-ah.- rispose ancora ridendo. -Anche quando non hai voluto dirmi di chi eri innamorata. Io lo sapevo.-

-Lo sapevi o lo speravi?- gli chiesi girandomi.

-Un po tutte e due.- disse sorridendo. –Ma non ne sono stato sicuro fino a che non me l’hai detto.-

Arrossii di nuovo e nascosi la testa sul suo petto, mentre lui mi stringeva ancora di più.

-A proposito... Corvaccio malefico, sai che mi hai lasciato la cicatrice?-

Damon scoppiò a ridere di gusto e non smise per un bel po.

-Scusa, Katherine, volevo sentire che gusto aveva il tuo sangue e non ho trovato altro modo.-

Non mi dispiaceva, era, boh, come un marchio. Io ero sua e lui mio.

Ci addormentammo così, senza quasi accorgercene e io non passai mai notte più bella, se non quella, insieme al mio personale Heathcliff che mi stringeva a sè.


Bene, spero che vi sia piaciuto =)

In questo capitolo sono successe mooolte cose xD

Comunque, come sempre, ringrazio chi ha messo questa storia tra preferiti, seguiti e da ricordare.

E sopratutto ringrazio Jessalex (che purtroppo è l'unica che mi lascia una recensione =() e invito tutti gli altri a lasciare un commentino, che mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate.

Bacioni,

°°Samirina°°


  
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