Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: Lines    27/06/2011    2 recensioni
Cosa succederebbe se un giorno vi trovaste faccia a faccia con un tritone? Sicuramente NON la solita favola Disney! Direttamente da "il mio sogno di ieri notte", la mia prima Original :)
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una notte buia e tempestosa.
Tempestosa no, dai, diciamo molto densa, scura e fresca, ma ho sempre sognato iniziare una storia così’.
Comunque sia, quella notte, sulla spiaggia della baia di St Flowers,  Australia, una ragazza camminava su un pontile con aria sognante.
A prima vista la si poteva scambiare per uno spettro un po’ scarmigliato, il fantasma di un’annegata o qualcos’altro di altrettanto misterioso ed intrigante, poi, avvicinandosi, ci si poteva rendere conto che quella era solo una diciottenne piuttosto goffa con addosso una vecchia camicia bianca troppo larga.
I capelli mossi dal vento salmastro (no, nessun effetto Pocahontas, era semplicemente spettinata) erano castani e ribelli, gli occhi verdi e lucenti nonostante l’ora tarda; reggeva in braccio una tela da disegno e qualche colore consumato, insieme a un pennellino da quattro soldi, che trattava con amore quasi materno.
Alle sue spalle la seguiva un gattone tigrato, panciuto e tracagnotto, di quelli belli obesi e morbidi da coccolare, al cui collarino era appesa una piccola torcia portachiavi.
La ragazza si accomodo’ sul pontile, circondata da un mare nero e freddo, inospitale, con il micio acciambellato accanto, che doveva evidentemente essere abituato a quel genere di gita notturna, ed accese la sua lucina portatile puntandola bene sul disegno gia’ cominciato.
“Lo sapevo io che mi sarei addormentata, ieri notte! E’ tutta colpa tua, Oliver. Se non ti fossi messo a farmi le fusa in quel modo il mio ‘Claire de Lune’ sarebbe già completato da giorni! Rimettiamoci al lavoro e speriamo di ritrovare l’atmosfera perfetta… Ehi, lontano dal mio Rosso Tizianesco, impiastricciatore a tradimento!”
Mentre conversava animatamente con la pelosa palla di grasso, si accorse che aveva macchiato di pittura la camicia logora che indossava.
Era la preferita di suo padre, la metteva spesso, spessissimo, quelle poche volte che si incontravano. Bianca, di cotone, semplice, così grande da contenere tutta la sua enorme pancia. Aveva ancora quell’aroma di Marlboro, dopobarba, aereo e tramezzini che papà portava con sé quando tornava dal lavoro…
 Già,papà…
Erano passati ormai mesi dalla sua scomparsa, mesi da quando era entrata in depressione, mesi da quando l’avevano spedita in Australia, mesi da quando non mangiava piu’ un piatto di pasta decente.
Metteva tutto sullo stesso piano: la morte di suo padre, l’obesità incipiente del suo gatto, il Rosso Magenta che stava per finire, la mancanza di cibo decente, la scottatura perenne sulle spalle…
Le mancava l’Italia, ma non troppo.
Mentre era immersa nei suoi pensieri, la Luna splendeva come non la aveva mai vista sul mare, in lontananza si sentivano i rumori dolci dei falò che scoppiettavano e ridevano insieme ai ragazzi, Oliver giocherellava con il suo accendino e le fece venire in mente che le andava di accendersi una sigaretta.
Proprio in quel momento, l’affarino di plastica colorata finì dritto nelle profondità oceaniche con un sonoro, irrimediabile “pluff”.
“Oliver, gatto grasso e inutile! Mangia provviste a tradimento! Ladro!  Vieni qui!!”
Era solo un accendino da mezzo dollaro, ma la ragazza era famosa per le sue sfollate senza motivo.
Balzò in piedi con tutta la sua grazia elefantina e si lanciò all’inseguimento del maligno felide, che, nonostante la trippa, aveva conservato ancora qualche vaga capacità atletica.
“Aaah, se ti prendo! Ehi, Oliver, dove sei? Dannazione, gattaccio inutile! Uff, perché poi i gatti fanno sempre quello che vogliono?? Oliveeeer! Certo, perché mi risponde pure.”
Stremata per lo sforzo disumano, si fermò sul bagnasciuga per riprendere fiato. 
Vivere sulla spiaggia era una cosa meravigliosa, ogni volta lo spettacolo del mare a mezzanotte e lo sciabordio dell’acqua sugli scogli le regalava tanta emozione da toglierle il respiro.
D’un tratto, scorse, in lontananza, accasciato sulla riva, non quel ciccione di Oliver, ma quello che sembrava un..
Grandissimo tocco di australiano esanime e bisognoso di aiuto?? Oh Zio Polpetta! Chiamare aiuto, chiamare aiuto… Certo, così la respirazione bocca a bocca gliela fa un’infermierina in stile Baywatch.. Giammai!”
Pregustando già la gratitudine che quel bel pezzo di figliolo avrebbe avuto nei suoi confronti, l’impavida soccorritrice si avvicinò all’uom gentil che il crudele Fato avea sì tormentato per mari ed oceani.
“Ma che diavolo…”
Qualcosa non andava.
Il giovane, sulla ventina, capelli castani impastati di salsedine, aveva un fisico scultoreo e carnose labbra rosse, il volto incorniciato da zigomi spigolosi (e fin qui, andava piu’ che bene), ma soprattutto la colpì la presenza non trascurabile di un bellissimo paio di…branchie?!
E non solo, là dove avrebbero dovuto trovarsi due gambe toniche e muscolose,  presentava una… coda da pesce, ricoperta di squame iridescenti e cangianti alla luce della Luna.
La coda terminava in due pinne verdi e membranose,  ferite in piu’ punti, a prima vista, e non sembrava dare segni di vita, così come colui che la possedeva.
“Allora, questo deve essere uno scherzo. O sono finita in una specie di Sirenetta-Disney al contrario, o questo è volato in acqua da uno yacht dove c’era una mega festa in maschera, o sto sognando, oppure devo smetterla di ingozzarmi di pizza scongelata a notte fonda.”
Prese quella…cosa da sotto le ascelle, la trasportò vicino al pontile, la appoggiò a uno dei piloni piu’ vicini alla spiaggia, in modo che la parte “a pesce” rimanesse perlopiu’ nell’acqua, ma non si allontanò, spaventata ma tremendamente incuriosita.
“Bene. Adesso. Che fare? Magari è davvero un costume, potrei tentare di…spogliarlo?? Non sembra male come possibilità, anche se penso che…” Allungò una mano per toccare il volto perfetto di quello che pensava essere un naufrago, sfiorò con la punta delle dita le fessure sulle sue guance e sentì dell’aria che vi spirava dall’interno. Sorpresa, non sobbalzò, ma anzi con l’altro braccio fece scorrere la pelle sotto il pelo dell’acqua, sulle squame, incantata, ipnotizzata, paralizzata da tanta…bellezza?
Improvvisamente, quella cosa si rianimò, la fissò spaventata, diede un poderoso colpo di coda e le si avventò addosso, spalmandola letteralmente sul bagnasciuga.
I suoi occhi, neri, profondi come il mare, spaventosi e spaventati, si puntarono in quelli della ragazza, mentre con il corpo muscoloso batteva furiosamente l’acqua e lei stessa, ferendola alle gambe.
In quel momento, Emily capì che la sua vita, per un po’, non sarebbe piu’ stata quella di prima.
 Sempre che l’Uomo-Pesce non avesse intenzione di sbranarla.
   
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Lines