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Autore: d r e e m    29/06/2011    8 recensioni
E’ il silenzio l’unico sovrano di casa Salvatore. Unica regola: non menzionare mai ciò che è successo undici anni prima, soprattutto in sua presenza. Una storia di legami ritrovati, di ricordi amari pronti a ricomparire, di amicizie fraterne, di ferite ancora aperte, di amori pronti a tutto. Anche se urla si levano nel cuore della notte, sangue macchia le pareti delle stanze, fantasmi del passato ritornano alla luce, nessun problema: stanno bene, sono tutti felici.
Dal Prologo:
«Tu menti!» gridò e affondò le unghie sul collo della vampira che un tempo aveva amato con l’intento di farla tacere per sempre.
«So il nome-» gracchiò con quel filo di voce che le rimaneva «- so il nome della bambina».
Quelle parole scossero Stefan che lasciò subito la presa.
«Caroline, Caroline Forbes»

Dal capitolo 14:
C’era una strana sensazione che gli pervadeva il corpo - e non era solo nel sogno.
Il terreno sembrava trasudare quel siero, imbrattando di rosso tutto ciò che incontrava.
C’era un pregnante odore di ruggine tra le pareti di casa Salvatore, sui vestiti candidi di Stefan.
C’era del sangue sul collo niveo di Caroline, tanto sangue sulle labbra a mezza luna di una Katherine moderna.
E poi c’era il mostro e con esso anche la fame – di lei.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE: In questa storia verranno sfiorati alcuni temi importanti come demenza mentale, stalking e abuso di minori* . Gli avvenimenti narrati sono riportati in una realtà un po’ diversa di The Vampires Diaries dove non si sono verificati i seguenti eventi: la morte dei genitori di Elena, l’incontro di Elena con i fratelli Salvatore, la morte di Lexi, l’amicizia di Elena, Caroline e Bonnie.

(*) per abuso di minori non si intende assolutamente abuso sessuale.

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[Undici anni prima]

Caroline continua a piangere. Gli occhi gonfi e rossi per il pianto. I singhiozzi le squarciano il petto e lo stomaco sembra essersi chiuso.
Trema come una foglia in quello scantinato umido e freddo dove da qualche tempo è stata rinchiusa.
Tutto ciò che vede è
sangue. Le pareti sono macchiate di quel liquido denso che le fa arricciare il naso e le fa mancare l’aria; le mattonelle del pavimento sembrano trasudare sangue che si addensa diventando scuro, quasi nero, come inchiostro.
E lei, lei è putrida, macchiata fino ai capelli di sangue. Si rannicchia su se stessa e comincia a dondolarsi in modo continuo, quasi da automa.
Gli occhi fissi su quella porta scura, in legno di noce, dalla quale da un momento all’altro comparirà il
mostro. Spalancherà le sue fauci e la divorerà, facendole schizzare il sangue, continuando ad inondarla di quel liquido rossastro e acre che le brucia le narici peggio dell’acido muriatico.
Gli occhi di Caroline sono vigili e all’erta e ad ogni minimo rumore scatta una molla dentro di lei che la costringe ad affondare le unghie nel collo per proteggersi anche a costo di farsi male.
Ed ecco che la porta si spalanca. Caroline sgrana gli occhi e reprime un conato di vomito.
“Guarda cosa ti ho portato, piccola Care” dice allegro Stefan rigirandosi tra le mani un peluche.
Il sangue scompare, le pareti e il pavimento si puliscono da ogni sorta di impurità, la ferita sembra sanarsi.
Caroline si guarda attorno con le guance ancora solcate da lacrime e il petto scosso da sussulti. Accenna un passo, poi un altro fino a fiondarsi definitivamente tra le braccia di Stefan, trovando conforto.
Anche per quel giorno il
mostro non era tornato.

2.Ricomincio da t(r)e


«Vi siete mai accorti di quanto siete ridicoli?»
Erano queste le parole con cui Damon iniziò il lunedì mattina della sua ventiseiesima settimana di convivenza forzata con Stefan e Caroline.
Il fratello minore girò i pollici e abbassò adagio il giornale di Mystic Falls, inarcando un sopraciglio e attendendo che il vampiro di fronte a lui continuasse la conversazione dando delucidazioni a proposito della sua insinuazione.
Damon prese la caffettiera ancora fumante e versò il contenuto nella sua tazza di colore blu elettrico. Un risolino gli comparve in viso mentre soffiava leggermente sul caffè bollente per farlo raffreddare.
«Spiegati meglio» tentò di continuare Stefan ripiegando il giornale e prestando più attenzione al fratello che adesso sembrava non voler più continuare quella conversazione che lui stesso aveva iniziato.
«Tu e Caroline» decise di puntualizzare Damon mentre sorseggiava il suo caffè. Stavolta Stefan dovette aggrottare entrambe le sopracciglia per sottolineare il senso di confusione che gli aveva provocato l’affermazione del fratello.
Non che Damon fosse un tipo particolarmente loquace, ma ogni qual volta che si degnava di fare un’osservazione le parole che gli uscivano erano sempre le più schiette e a volte ricche di doppi sensi che quasi sempre il fratello non riusciva a comprenderle a primo impatto. Non era un caso che, tra i due, colui che aveva più successo con le ragazze fosse sicuramente il fratello dagli occhi blu.
«Andiamo Stefan! Continui a comportarti come se lei avesse cinque anni e cerchi in tutti i modi di apparire il caro e bravo ragazzo - che non sei - mentre lei è una spietata assassina, affetta da amnesia e che è letteralmente cotta di me».
Concluse Damon riponendo la tazza nel lavabo e aprendo il rubinetto per ripulirla da residui di caffè e zucchero.
«Io cerco solo di proteggerla e di indirizzarla verso una via migliore. Toccherà a lei scegliere che strada intraprendere, con o senza di me».
Damon chiuse il rubinetto e, una volta asciugatesi le mani con lo strofinaccio da cucina, pose una mano sul suo torace all’altezza del cuore.
«Che parole sagge, mi hai toccato profondamente il cuore. Visto che sono particolarmente di buon umore stamattina, eviterò di piantarti un paletto nel cuore e di svegliare la nostra dolce coinquilina».
Fece una breve pausa in cui aprì il frigorifero per preparare tutto il necessario per la colazione della loro “ospite”, così come Stefan si ostinava a chiamarla. Damon preferiva maggiormente il termine “approfittatrice” visto che viveva da loro da ben sei mesi e mezzo e non provvedeva né alla spesa né a tenere in ordine la casa.
Stefan sospirò agguantando una bottiglia di succo di frutta e versandone un po’ nel bicchiere.
«Ho una notizia che non ti farà affatto piacere: il latte è scaduto e la scatola di cornflakes che lei adora è praticamente vuota. Preparati ad una bella strigliata» lo incoraggiò il fratello dandogli un buffetto sulla spalla e sedendosi nuovamente di fronte a lui.
«Perché sono sempre io quello che ci va di mezzo?» proruppe Stefan allargando le braccia e chiedendo una risposta soddisfacente al vampiro che non fosse la banale osservazione perché io sono migliore di te.
«Hai mai provato a parlarle di sesso? Forse potresti trovare qualche compromesso, cioè siamo da sei mesi qui da soli, sarà in astinenza» disse Damon cambiando argomento e incrociando le braccia al petto, tentando di sottolineare l’evidenza a Bambi. Di tutta risposta ricevette uno sguardo torvo e agghiacciante che rese pienamente soddisfatto Damon: adorava far perdere le staffe al fratello.
«Non provare a parlare di questo davanti a lei. E’ un discorso chiuso» pronunciò severo marcando ancora di più quel suo tono gesticolando con il dito e puntandolo direttamente sul fratello trafiggendolo con gli occhi.
Stefan si alzò e con tutta fretta aprì uno sportello della dispensa sicuro di trovare un pacco di croissant pronti da infornare: erano quelli farciti con la marmellata di pesche, proprio quella che piaceva a lei. Ne aprì subito uno e lo posizionò su un piatto, impostando la gradazione del forno a microonde.
«Già come se fosse possibile chiuderlo, fratellino» ammise allungando il braccio per prendere il giornale. «Tornerai da me strisciando e io sarò lieto di scaraventarti fuori dalla finestra».
Il din del microonde coincise perfettamente con la sua affermazione e sgranò i suoi occhi azzurri aggiungendo pensieroso «ovviamente la finestra deve essere aperta, solo una settimana fa sono arrivati i vetri nuovi».

Caroline dormiva tranquilla nella sua camicia da notte color pesca. L’aria fresca del mattino penetrava piano dalla sua finestra arrivando fino alla punta dei piedi fuori dal lenzuolo.
La risata sfolgorante di Damon la fece svegliare di soprassalto. Caroline si portò le mani sugli occhi ancora chiusi per poi affondarle nei capelli.
Un altro giorno alla pensione Salvatore, un altro giorno tentando di sopravvivere.
Si massaggiò le tempie premendo le dita in un movimento circolare. Si decise ad aprire gli occhi e dopo aver inspirato e espirato ripetutamente poggiò i piedi a terra con passo felino.
Si stiracchiò per bene e si avvicinò piano alla finestra, evitando accuratamente i fasci di luce che provenivano dalle fessure delle tende.
Lo odiava, il sole. Un tempo trovava piacevole il contatto con la luce del sole, rendeva più bella e liscia la sua pelle.
Katherine glielo aveva spiegato più volte di tenersi lontana dalla luce del sole e aveva pagato a caro prezzo la sua disobbedienza. Si ricordò delle sue mani ustionate e un brivido le percorse la schiena.
Scostò a malapena le tende per vedere cosa avesse procurato l’ilarità di uno dei suoi carcerieri. Notò Stefan in giardino con la maglietta sporca fango e i capelli pieni di rugiada caduta da un albero lì vicino. Quella vista le procurò un leggero sorriso che le fece dimenticare la sete che le ardeva la gola più del dovuto. Stefan si scrollò di dosso il terriccio e alzò lo sguardo incontrando quello della vampira. Si immobilizzò di colpo non sapendo cosa dire e accennò ad un leggero saluto sollevando la mano destra e abbozzando un sorriso.
«Perdente!». Damon con la sua velocità gli balzò alle spalle e lo fece ricadere nuovamente nel fango mostrando un sorriso strafottente alla ragazza del piano di sopra.
Il sole scomparve dietro una nuvola grigia e la bionda poté spalancare le tende.
«Sempre a litigare voi due eh?» chiese ironicamente, salutandoli entrambi con i gomiti poggiati alla ringhiera del suo davanzale.
«Bell’inizio di settimana» sibilò Stefan rivolgendosi al fratello assottigliando gli occhi. Poi alzò lo sguardo non essendo più di buon umore.
«La colazione è già pronta, quindi vedi di sbrigarti» sussurrò appena conscio che la vampira lo avesse sentito.
Caroline sospirò e si portò nuovamente le dita sottili sulle tempie.
Ce l’avrebbe fatta, andava tutto bene.
Si concedette una doccia in cui pulì minuziosamente ogni parte del suo corpo, cercando di eliminare ogni traccia di odore o di sangue che non fosse il suo. Uno volta che ebbe finito si spazzolò i capelli biondi che le ricadevano lisci e morbidi sulle spalle. Una breve occhiata allo specchio e fu pronta per lasciare la sua camera e raggiungere la cucina. Ricordava ancora come si era sentita in imbarazzo la prima volta quando Katherine l’aveva portata lì con soli due giorni di vita.
Qui e dove starai per un po’ di tempo, fin quando non ti sarai abituata a vivere come uno di loro” aveva detto suonando il campanello e attendendo che qualcuno al suo interno aprisse.
Caroline percorse il lungo corridoio che la portava alle scale: la sua stanza era l’ultima.
Questa è la tua stanza” le aveva gentilmente mostrato Stefan abbassando la maniglia di quella porta.
Scese le scale piano non volendo sporcare il vestito pulito e profumato.

“Avrai fame?” “Ti nutri di sangue umano?” “Da quanto tempo sei un vampiro?” queste parole si erano susseguite nella mente di Caroline: provava disgusto per ciò che era diventata e due giorni dopo la trasformazione non poteva che essere irritata e instabile dopo tutte quelle domande che le facevano ricordare il trauma che l’aveva accompagnata fin da bambina.
Un attimo prima di varcare la soglia della cucina le labbra di Caroline si tirarono innaturalmente in una sorta di sorriso radioso.
«Buongiorno» proruppe con una voce cristallina pari al suono di tante campanelle.

Damon non aveva mai avuto un istinto paterno capace di prendersi cura di altri esseri. Non era riuscito neanche a provare un vero e sincero affetto per suo fratello, sangue del suo maledetto sangue, e nonostante questo era stato costretto da Katherine a prendersi cura di quella ragazzina e a trasformare la pensione Salvatore in uno dei più alti centri di manicomio.
Caroline entrò con un sorriso disarmante e puntò subito gli occhi in quelli azzurri di Damon. Si avvicinò con grazia e schioccò un leggero bacio sulla sua guancia appena rasata.
«Buongiorno papà Damon – buongiorno mamma Stefan» ripeté il bacio anche sulla guancia del vampiro intento a posizionare piatti e bicchieri nella lavastoviglie. «Perché devo essere io la mamma?» chiese Stefan con un tono lamentoso; non che non gli piacesse essere visto sotto questo aspetto da Caroline, ma non riusciva a capacitarsi il perché continuasse a preferire Damon e la sua dieta a base di sangue umano piuttosto che lui.
«Perché sei tu quello iperprotettivo» rispose Damon accogliendo l’occhiata di assenso della vampira bionda, provocandone l’ilarità.
Si sedette poi sul tavolo dove era stata imbandita una vera e propria colazione con i fiocchi. Caroline storse il naso e trattenne un brivido di paura alla vista del frigo macchiato di rosso.
Lo stomaco le si chiuse, ma combatté il suo istinto primario, voltandosi di scatto, e ingurgitò il cibo posto sul vassoio davanti a lei, non distogliendo gli occhi da Damon che continuava a leggere il giornale.
Soffiò piano sul croissant che aveva davanti e, rottone un pezzo, lo portò alla bocca accompagnandolo con un sorso di succo di frutta.
«Oggi è proprio una bella giornata» constatò Stefan facendosi inondare da un raggio di sole che filtrava dalla finestra semiaperta.
Caroline si rabbuiò addentando con più foga il cornetto.
«Perché non posso uscire come voi?» chiese la bionda nonostante sapesse già la risposta che si trovava tutta nel luccicante anello coperto da lapislazzuli di entrambi i fratelli: un cimelio di famiglia, dicono.
«Già, stupenda per andare a caccia di qualche scoiattolo» commentò il fratello maggiore scimmiottando il vampiro vegetariano.
«Perché non fai la spesa?» chiese troncando di netto quello che poteva scaturire in uno dei soliti litigi.
«Giusto. Tesoro cosa ti va oggi, 0+ o AB?» chiese rivolgendosi dolcemente a Caroline.
«Nessuno dei due, per oggi credo di saper resistere» rispose allontanando anche il vassoio ormai vuoto, deglutendo per soffocare il fastidioso bruciore alla gola. Le avrebbe fatto bene un po’ di quello 0+. Sentii i capillari pulsare e gli occhi iniettarsi di sangue. Prese un respiro profondo e trattenne l’aria dentro i polmoni quanto più poteva. Intorno a lei sia Damon che Stefan attendevano con i nervi a fior di pelle, pronti ad intervenire alla vista di una qualsiasi reazione aggressiva. Caroline cominciò a contare. Uno, due, tre. Espirò l’aria trattenuta per troppo tempo e rilassò i muscoli facciali. Dodici,tredici, quattordici. Riaprì gli occhi e fu tutto come prima.
Gli occhi azzurri di Damon la scrutavano, ancora allarmati mentre la mano di Stefan la tratteneva da qualsiasi altra azione imprudente.
«Sto bene» decretò piano la vampira rassicurando così i due coinquilini, con la gola che ancora graffiava.


Caroline si offrì di lavare le poche scodelle, visto che avrebbe avuto l’intera giornata libera e doveva impiegarla a fare qualcosa di utile: magari sport, bucato, volontariato, puzzle, il tutto rimanendo confinata all’interno della residenza Salvatore fino a quando il sole non fosse tramontato.
Congedò con un sorriso i fratelli Salvatore, entrambi usciti per occuparsi delle proprie occupazioni. Rimase sull’uscio ad osservarli sfrecciare via con le loro macchine per poi richiudere la porta.
La serratura scattò con un tonfo sordo e le labbra ritornarono piatte.
Si immobilizzò e chiuse gli occhi prendendo uno degli ennesimi respiri profondi.
Adesso era sola in casa, adesso era sola a combattere la sua paura.
Si appoggiò con mano tremante alla parete bianca camminando a passi lenti verso la cucina adesso silenziosa come non mai.
Deglutì rumorosamente per frenare il desiderio che ardente le infuriava in gola. Affacciò la testa fino a scontrare lo sguardo contro il frigorifero immacolato. Sulla maniglia una grossa macchia rossastra rovinava quel candore.
Sentii la schiena arcuarsi e una scossa elettrica scorrere lungo la colonna vertebrale.
Ce l’avrebbe fatta, andava tutto bene.
Sentii un qualcosa di viscido tra le dita.
La mano che poco prima era poggiata alla parete bianca era macchiata di sangue e così le mattonelle e i mobili della cucina. Un odore acre le arrivò alle narici e non riuscì a trattenere l’impeto furioso che sentiva scorrerle dentro, divorandola e lacerandole la gola.
Schizzò veloce nella sua camera, in cui si rinchiuse e da li non uscì fino all’arrivo di entrambi i fratelli.
Le mattonelle del pavimento erano macchiate del latte scaduto, delle uova e dei vari alimenti che si trovavano all’interno del frigorifero in cucina, divelto a metà e ormai ridotto ad un ammasso di rottami.

Andava tutto bene.

***

Salve popolo di efp,
eccomi ritornata con il secondo capitolo di questa storia assurda. La prima parte il corsivo è ovviamente il ricordo della prigionia di Caroline di cui lei però non ricorda assolutamente niente, se non che è stata rapita, ma del suo aggressore non sa niente. Mi è piaciuta la divisione tra Stefan da sobrio e il mostro: la bambina continuerà a distinguerli per ancora molto tempo prima di accorgersi che sono la stessa persona. La narrazione parte sei mesi e mezzo dopo le vicende raccontate nel prologo: Caroline si è inserita già in casa Salvatore e il trio convive a volte anche forzatamente in questa sorta di prigione-casa di cura. Ovviamente Stefan e Damon sanno perfettamente il trauma che ha subito la vampira che invece, ignara di tutto, continua a non capire da dove possa essere scaturita questa sua malattia. I dettagli verranno spiegati in seguito, ma penso già che abbiate capito cha ha a che fare con il sangue e la repulsione di quest’ultimo da parte della bionda. Ancora è tutto particolarmente confuso ma tramite flashback riuscirete a capire quali ruoli avranno alcuni personaggi, specialmente perché Caroline non sa niente del terribile errore commesso da Stefan.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e hanno aggiunto la fiction tra le preferite.
Spero che abbia stuzzicato un po’ la vostra curiosità.
Un bacio
Sil

   
 
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