Principe Azzurro

Spesso, quando parliamo di autostima, la definiamo come “un’arma a doppio taglio”: se l’autostima è debole, anche la persona sarà affetta da insicurezza. Portata all’eccesso, però, il risultato che ne conseguirà sarà vanità, accompagnata spesso da arroganza ed esagerata sicurezza in sé stessi. Sicuramente io non soffro di eccesso di autostima: spesso i miei genitori ed i miei insegnanti mi chiedono perché sia diventato, tutto ad un tratto, così… pessimista. Ebbene, ciò che loro definiscono “pessimismo”, per me non è altro che una giustificata desolazione, che volte cede il posto alla disperazione, che, a sua volta, porta a chiedermi come mi possa esser mai accaduto di farmi vincere da quello che, sin dal nostro primo ed unico “incontro”, sono solito chiamare « il mio peggior nemico ».

Ma, perché voi capiate, dobbiamo tornare indietro di qualche settimana.

Mi chiamo Sam, ho quindici anni e sono innamorato praticamente da sempre di una ragazza della mia classe.

Si chiama Alice e sa essere molto strana: vive in un mondo tutto suo e si distrae con nulla durante una conversazione; spesso neanche ti ascolta e se ne va altrove a metà discorso. Parla frequentemente di animali che non esistono, come fenici, grifoni o unicorni, sostenendo di averli visti, ed una volta, durante una gita scolastica, ha lasciato dietro di sé una scia si Smarties, come Pollicino, perché desiderava attirare un cucciolo di drago disperso da quelle parti.

Tralasciando il mio dubbio sul fatto che ai draghi piacciano gli Smarties, sono invece sicuro che vi stiate chiedendo se è più folle Alice, con tutte le sue fantasie, oppure io che le do ascolto.

Nonostante le sue pazzie, però, non posso evitare di pensare frequentemente a lei, sederle più vicino possibile e parlarle ogni volta che ne ho l’occasione.

Un giorno, su consiglio – o meglio: costrizione – di un mio amico, mi gettai nella temeraria impresa della dichiarazione, ma, ahimé, quando le chiesi di diventare la mia ragazza, non ottenni il risultato che avevo a lungo sperato.

« Mi dispiace » rispose con sguardo serio. « Ma sono già fidanzata ».

Mettendo a parte l’impeto di tristezza mista ad imbarazzo, le chiesi chi mai fosse questo disgraziato – ehm… cioè, questo fortunato ragazzo.

La risposta che ottenni non fu tra le migliori.

« È il mio principe azzurro » cercai di concentrarmi sulle sue parole e non sulle scintille adoranti del suo sguardo, che mi facevano provare una violenta e pungente gelosia. « Dovrà rinunciare al suo trono per sposarmi, ma sono sicura che un giorno verrà. Non credi che sia tanto romantico? »

« Sì, certo… Romanticissimo » borbottai sarcastico, poi colsi il significato delle sue parole. « Aspetta: vuoi dire che non lo hai neanche conosciuto?! »

Alice scosse la testa. « Sicuramente verrà il giorno in cui mi porterà via con il suo cavallo bianco, però… » mormorò sognante, per poi piantarmi in asso e tornarsene in classe.

« Ma… Ma… » tentai invano di formulare un discorso decente, ma Alice era già scomparsa.

Ebbene, sono sicuro che anche voi sarete giunti alla mia stessa conclusione: come puoi non soffrire di poca autostima, se la ragazza che ami ha preferito scegliere, rispetto a te, un personaggio di fantasia?

Angolo dell'autrice:

salve a tutti! Questo racconto, scritto per un compito in classe, è il primo di una – spero lunga, dipende dall'ispirazione – serie. Ho una mezza idea di approfondirlo, ma per ora mi fermo qui.

Ringrazio chi è arrivato a leggere fino a qui e la mia amica Akatsuki95 (per gli amici Generale Panda), come sempre disponibile ad ascoltare ogni minima, pazza idea che mi passa per la mente.

Ci si vede, gente

Mongospastica96 alias Fra