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Autore: Uvetta    30/06/2011    4 recensioni
tratto dalla prefazione:
Se la tua vita fosse stata solo un insieme di compromessi.
Se ti sembrasse di non aver mai vissuto davvero .
Se l'amore, quello vero, non ti avesse ancora trovato nel nascondiglio dove ti sei rintanato
Cosa accadrebbe se qualcuno sconvolgesse tutto questo.
Se, improvvisamente, tutto quello che non sapevate neanche di desiderare avesse finalmente un volto?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Note dell'autrice:

Intanto, come sempre, vorrei ringraziare chi ha inserito questa storia tra le preferite-seguite e da ricordare, vorrei ringraziare tantissimo chi mi ha recensito, anche se mi farebbe piacere che qualcuno in più scrivesse il suo pensiero...mi fa veramente tanto piacere leggere i vostri commenti!

Ringrazio anche chi ha letto e basta...spero di avervi incuriosito!

Posto oggi, perché questo week-end non ne ho la possibilità, così anticipo un po'!

Dunque, stiamo entrando nel vivo del racconto, qui iniziano a venir fuori un po' di “situazioni” …, ma non vi anticipo niente, vi lascio alla lettura! A proposito, il prossimo sarà un Pov. Edward...


Questa storia non ha scopo di lucro e questi personaggi non mi appartengono sono di S. Meyer.




Capitolo 4



-Basta Alice!-


-Ma dai non è possibile che tu non gli abbia detto niente...io non sarei riuscita a stare zitta come hai fatto tu!-


-Questo non fatico a crederlo...ma, purtroppo, è capitato a me ed in quel momento sono rimasta veramente senza parole- dopo circa un milione di telefonate della mia amica avevo ceduto al fatidico incontro a pranzo. Voleva sapere tutti i dettagli ed io glieli avrei forniti, omettendo completamente l'evolversi della nottata, ovviamente! Non potevo dirle che avevo abbordato suo cugino in un bar e che poi me l'ero anche portato a letto...impossibile, non ne sarei mai uscita viva!

Ci stavamo gustando due meravigliose insalate, sedute su un tavolino all'aperto di un piccolo ristorantino, era la nostra pausa pranzo ed, in fondo, era piacevole trascorrerla con lei.

Il sole iniziava a riscaldare l'aria in questo inizio di primavera ed era così raro da queste parti!


-Allora, parliamo di cose più divertenti...- eccola di nuovo all'attacco, mi faceva paura quando faceva così.


-Cosa intendi?- dissi quasi tremando.


-Cosa ne pensi di mio cugino?- oh, oh, ci siamo, come potevo credere di scamparla? Alzai un sopracciglio e la guardai con fare interrogativo.


-Dai, hai capito benissimo...non è meraviglioso? E' così dolce e soprattutto è single!- il mio sopracciglio si alzò all'inverosimile.


-Alice, a cosa stai pensando?- non volevo credere a quello che mi stava proponendo...e non sapeva quello che era già successo...immaginiamoci per un secondo che lo venisse a sapere... … …o mio Dio, meglio non pensarci, sarebbe partita in quarta.


-Beh...lo conosco da sempre, si meriterebbe di essere felice. Diciamo che la sua vita, fino ad ora, non è stata tutta rose e fiori- la sua espressione si fece improvvisamente triste, era insolito vedere Alice così, di solito sprizzava gioia e vitalità in ogni occasione.


-Cosa intendi? Nessuno può essere costantemente felice, ci sono sempre dei momenti bui da attraversare nel corso della vita- aveva stimolato la mia curiosità.


-Già, questo è vero...comunque è della vita che stiamo parlando e preferirei fosse lui a raccontarla. Se lo conoscerai, forse... - iniziò a fissare il piatto davanti a lei.


-Non penso che lo rincontrerò tanto presto!- Dire queste parole mi fece stranamente male, era come una separazione definitiva, ma non c'era niente tra noi in fondo.


-Sei sicura? A proposito...sono arrivati i risultati delle tue analisi, papà mi ha detto possiamo fissare una nuova visita. Lui pensava per domani sera a chiusura, così non avrai problemi con il lavoro. Non ho capito perché tu non l'abbia fatta con Edward...c'è stato qualche problema?- quella sera, dopo la “mancata” visita, ero fuggita dalle grinfie di Alice, senza darle tante spiegazioni, sinceramente non avevo idea di cosa inventarmi. Le avevo detto che dovevo andare comprare della roba che mi serviva urgentemente e che altrimenti avrei trovato chiuso.


-Sai come sono fatta...ho preferito aspettare il rientro di Carlisle!- era l'unica scusa che mi era venuta in mente. -Per l'appuntamento puoi confermarlo, è perfetto-, così non avrei dovuto chiedere altri permessi.


-Ok!- non sembrava molto convinta, meglio soprassedere e cambiare discorso.


-Tu e Jasper?- erano fidanzati ormai da tanto ed erano affiatatissimi, si capivano anche solo con lo sguardo, vederli insieme ti faceva capire cos'era l'amore. Una leggera invidia nacque dentro di me, e se non avessi mai incontrato qualcuno da amare così?


-Tutto ok...ovviamente!- i suoi occhi si illuminarono all'istante – sai, stiamo parlando di prendere un appartamento ed andare a convivere. Rosalie e mio fratello lo hanno già fatto, sono andati a stare a Forks.- Rose ed Em stavano insieme dal college, anche loro erano inseparabili, una leggera invidia mi invase, mi sentivo così sola in quei momenti.


-Emmet si è trasferito? Quando...- adoravo suo fratello, era simpaticissimo, aveva sempre la battuta pronta.


-Già! Hanno preso una piccola villetta vicino al bosco. Sembra la casa delle favole...è carinissima! Un giorno potremo andare a trovarli, così la vedi.- il suo sorriso si allargò ancora di più.


-Certamente...fissa tu la data!- sarei stata felicissima di rivederli.


La pausa pranzo era volata, la sua compagnia era travolgente, nonostante le domande a cui non volevo rispondere, mi sentivo bene con lei. Ci salutammo con la consapevolezza che ci saremmo risentite di lì a pochi giorni per organizzare il viaggetto.


***


Eccomi qui, di nuovo alla mia visita, questa volta con Carlisle però. Ieri sera Alice me l'aveva confermata via SMS, è un tesoro!

Entrai e vedi che lei non c'era.


-Melissa...buonasera!- salutai la ragazza che mi trovavo davanti.


-Oh, signorina Swan, come sta?- oramai, dopo qualche anno, ero diventata una presenza abituale.


-Bene, grazie, ma sono certa di averti già detto di chiamarmi Bella e di darmi del - sorrideva guardando in basso


-In effetti sì, già qualche volta...ma la mia è deformazione professionale..!- si giustificò – Comunque il dottor Cullen la...ops, ti sta aspettando!-


-Così va meglio, grazie!- la salutai con un gesto e mi diressi verso lo studio.

Quello era stato l'ultimo momento spensierato di quella indimenticabile giornata.


***


Uscii di corsa da quella stanza dove avevo trascorso l'ultima ora con Carlisle, avevo bisogno di aria, mi sentivo soffocare.

Passai davanti al bancone dell'accettazione e mi sentii afferrare per un braccio.

Mi voltai.

Era lui, mi guardava con un'espressione un po' ansiosa.


-Bella che cos'è accaduto?- la sua voce calda e ferma mi scosse.


Non volevo piangere, non lì, non adesso e soprattutto non davanti a lui, ma calde lacrime rigarono le mie guance. Vidi i suoi occhi aprirsi e la sua espressione farsi più preoccupata.


-Lasciami!- fu la mia unica risposta.


-Ti prego...dimmi cos'è successo.- Insisteva.


-Dottor Edward Cullen...le ho detto di lasciare il mio braccio! Subito!- la voce era diventata fredda e tagliente, i miei occhi fiammeggianti di rabbia, il suo viso sbiancò all'istante e la sua mano si aprì.

Io fuggii verso la macchina il più velocemente possibile.


C'era un solo posto dove sarei potuta andare in quel momento e lì mi sarei diretta...



***


-Angela...ti prego aiutami!- la mia amica stava ancora digerendo la notizia che le avevo dato, ormai era più di un'ora che la stavo tartassando. Eravamo sedute nella sua cucina con una tazza di thé fumante tra le mani di ciascuna di noi.


-Sinceramente non so cosa dirti, la decisione è tua tesoro- mi fissava un po' pensierosa -ma TU come ti senti? Emotivamente intendo.-

-Mah, adesso che ne ho parlato con te un po' meglio, però non so come affrontare la cosa- mi sentivo decisamente sperduta.


-Con lui ne hai parlato?- un brivido attraversò la mia schiena.


-No, diciamo che ci siamo incrociati, ma...l'ho mandato !- ero decisamente imbarazzata dalla faccenda.


-Bella, riguarda anche lui...gliene DEVI parlare. Non è una decisione soltanto tua, almeno non del tutto. Certo avrai sempre l'ultima parola ma...- lei riusciva a vedere le cose sempre dal lato giusto, a volte mi sembrava l'impersonificazione della mia coscienza.


-Angela, praticamente non ci conosciamo, come puoi credere che a lui possa interessare una cosa del genere?- le mie insicurezze, però, venivano sempre a galla.


-Me lo hai detto tu!- alzai un sopracciglio perplessa, lei sospirò – quando mi hai raccontato il vostro incontro alla clinica- disse sicura di se.


Un fulmine illuminò la mia mente e tutta quella conversazione si rifece vivida nei miei ricordi. Aveva ragione lei, come sempre del resto, avrei dovuto parlargli.


-Giusto?- continuò, visto il mio prolungato silenzio.


Annuii guardandola negli occhi.


-Oh...dimenticavo, non preoccuparti di venire al lavoro domani, sei in ferie!-


-Grazie- abbassai, lo sguardo pensierosa.


***


Stavo parcheggiando la mia auto sotto casa, quando la figura di un uomo appoggiata al portone mi spaventò, poi lo riconobbi.

Scesi di macchina.


-Cosa ci fai qui?- perché non riuscivo ad essere un po' più gentile?


-Scusami se ti capito tra capo e collo senza preavviso, ma...- sembrava dispiaciuto, continuava a spostare lo sguardo dal mio viso al terreno.


-Come fai a conoscere il mio indirizzo?-


Improvvisamente mi fissa. I suoi occhi si fecero più scuri.


-Esiste una sua cartella clinica dettagliata allo studio e contiene anche i tuoi dati personali.-


Persi un battito del cuore, sentii il sangue abbandonare velocemente il mio viso.


-TU hai letto la MIA cartella?- chiesi incredula.


-Sì!- inclinò leggermente la testa di lato, senza spostare lo sguardo -Dobbiamo parlare!- il panico si impossessò di me....


   
 
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