Arriverà
che fumo o che do l'acqua ai fiori,
o che ti ho appena detto:
"scendo, porto il cane fuori",
che avrò una mezza fetta di torta in bocca,
o la saliva di un bacio appena dato,
Lo
senti nelle inezie della quotidianità, che non ci
sarai più.
Lo
senti, che prima o poi te ne andrai.
E
che quel poi non è poi tanto lontano....
Stanotte
ti ho baciata, prima che prendessi a dormire.
Il
pensiero che era il nostro ultimo bacio, o così poteva
essere, era massacrante.
arriverà, lo farà così in fretta
che non sarò neanche emozionato...
la
morte arriva... E ti coglie velocemente, e tu non hai
il tempo di pensarci, non hai il tempo di rifletterci.
Mi
mancherete, ma vi vedrò dall’alto.
Arriverà che dormo o sogno,
o piscio o mentre sto guidando,
la sentirò benissimo suonare mentre sbando,
e non potrò confonderla con niente,
perché ha un suono maledettamente eterno:
e poi si sente quella volta sola
la viola d'inverno.
La
viola d’inverno.... Una musica soave,lontana,
malinconica.
Come
Ulisse con le sirene, quella
musica attrae...
E
la senti una volta sola, perché stai per morire.
Bello è che non sei mai preparato,
che tanto capita sempre agli altri,
vivere in fondo è scontato
che non t'immagini mai che basti
Dio,
Dromeda. L’idea di morire mi pare semplicemente
assurda, sconvolgente.
Morivano
sempre gli altri.... Ma io e te siam sempre
restati insieme, vivi, uniti.
Vivere
appare una cosa tanto ovvia, quasi banale.
Ed
ora, che sto per finir sembra tutto così... Irreale.
e
la mia passeggiata, si conclude qui.
e resta indietro sempre un discorso
e resta indietro sempre un rimorso...
Quante
cose vorrei dirti ancora, Dromeda?
Quante
cose vorrei dire ancora a Dora?
Tante,
troppe, ma non le dirò mai.
Troppi
rimpianti, troppe parole che si aggrovigliano in
noi.
Forse
tu le capirai, riuscirai a cogliere quel mio
silenzio timido e lo interpreterai nel giusto modo.
E non potrò parlarti, strizzarti l'occhio,
non potrò farti segni,
tutto questo è vietato da inscrutabili disegni,
Quante
cose non potrò far più con te, Dromeda?
E
ti vedrò, forse, da lassù. Ma non
potrò dirti niente,
non potrò farmi capire da te.
e tu ti chiederai che cosa vuole dire tutto quell'improvviso starti
intorno
perché tu non potrai,
non la potrai sentire la mia viola d'inverno.
Chissà
che pensi quando sto sempre vicino a te.
Non
vado al lavoro, ho smesso di dedicarmi a molte cose,
da solo.
Scapperò
da te, prima o poi. Dopodiché mi lascerò
uccidere....
Tu
non puoi capirmi, vero Dromeda?
Tu
non senti quel canto che risuona nelle mie orecchie,
quella dolorosa consapevolezza che mi lacera dentro.
Non
la senti, ma forse la intuisci dai miei sguardi,
dalle parole, dalle troppe premure.
E allora penserò che niente ha avuto senso
a parte questo averti amata,
amata in così poco tempo;
Dio,
Andromeda.
Solo
ora mi rendo conto di quanto tu sia stata importante
per me. Cioè, me ne rendevo conto anche prima, ma adesso...
Adesso
so che ti dovrò lasciare. Tu, i tuoi boccoli
sparsi, i tuoi occhi grandi sempre colmi di quella dolcezza frenetica,
di quella
tenerezza lieve e morbida che mi fa trasalire e sorridere.
e che il mondo non vale un tuo sorriso,
e nessuna canzone è più grande di un tuo giorno
Il
tuo sorriso.. un battito di ciglia, una goccia di
pioggia, una rosa dischiusa.
Quei
sorrisi che dispensi a tutti, senza avarizia, senza
riserbo.
Ho
imparato che un giorno trascorso assieme, Dromeda,
vale più di tutto.... Più della Guerra che
chissà se vinceremo, più della
bellezza di tutto il mondo.
e che si tenga il resto,
me compreso, la viola d'inverno.
Dio,
io mi sacrificherò per te.
Ma
tu non morire, non tu, non sciuparti.
Tu
rimani, che il mondo di te a bisogno. Tu puoi ancora
lottare, crescere quel tuo nipotino che amerai tanto.
E dopo aver diviso tutto:
la rabbia, i figli, lo schifo e il volo,
questa è davvero l'unica cosa
che devo proprio fare da solo
Morire....
morire senza di te.
Andarmene,
continuare a camminare, senza tenerti per
mano.
Abbiamo
condiviso rabbia, dolore, gioia. Ci conoscevamo
profondamente, tu ed io.
e dopo aver diviso tutto
neanche ti avverto che vado via,
ma non mi dire pure stavolta
che faccio di testa mia:
Scapperò,
Andromeda.
La
notte è lunga ed aspetterò che le tue palpebre si
abbassino. Dopodiché fuggirò via, come un
vigliacco.
Senza
dirti niente, senza avvertirti.
Ma
tu....
Tu
l’hai già capito, Andromeda.
Mi
stringi il capo fra le mani, la stringi, la mia testa.
L’appoggi sul mio grembo e sorridi.
Non
dici niente.
“tienila stretta la testa mia.”
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Note:
scusate l’intestazione della storia, non so bene come sia venuta....
Chiedo perdono in anticipo.
Non ho voluto distanziare in alcun modo canzone e testo della storia, perché... Perché sì, perché una è la cornice dell’altra, decidete voi quale.
TDedico questa storia a tutte le ragazze dello sclero potteriano e del blog.
A Calypso, che mi ha assistita nel delirio di ‘sta roba.
A Marzia e Somo, che sono tanto adorabilmente dementi.
Figurato.
Ad Alexblack, la mia vicina di casa in senso
A Veronica, che mi ha dato un supporto informatico notevole nella creazione del gruppo di msn, del blog e di tutto il resto.
A Vale, Erica, Taminia e Ferao, per cui non voglio spendere troppe parole: sono eccezionali, tutte.A
Jaybree e Roxy, di cui adoro le storie e la vena Harryhermioniana.
A Winne, a cui piace Andromeda e che mi ha ispirata per il mio contest.
A Gin, che non riesce a connettersi.
Ad Ale che forse risorge dal mare forse no.
A Martina, la mia sorellina che mi ha detto: “tanto se è tuo lo leggo.”
Ad Out, che ogni tanto si disconnette per caso.
E a chi le mie storie le commenta sempre: Sara_Marauders, di nuovo Ale, di nuovo Martina e Roxanne Potter (sempre Veronica).
A Roberta, che è l’unica pazza che ama Baglioni almeno quanto me.
Alle nuove reclute dello sclero con cui non ho ancora parlato, che ho aggiunto solo su msn, tranne con Argentlam con cui ho appena chattato or ora.
Alle due silvie, tanto diverse eppure ugualmente brave (e Lilylunapotter, guai se dici ancora che le tue storie fan schifo).
Spero piacerà a tutti, e che la leggeranno almeno metà di quelli a cui l’ho dedicata.
E spero di non aver dimenticato nessuno, che siete tanti.
Baci
Beth
Ps: ascoltate la canzone di Vecchioni, per favore che porta il titolo di questa storia.