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Autore: VeganWanderingWolf    05/07/2011    1 recensioni
«Conoscerete certamente il principio della divisione talassemica degli esseri viventi in vari regni… Ebbene, ce ne sono diverse versioni, ma una di quelle che va per la maggiore suddivide i viventi in tre gruppi: Eukarya, Eubacteria, Archeabacteria.»
(...)
«Suppongo che sappiate dell’esistenza dell’alfabeto greco… Ebbene, supponendo i viventi suddivisibili in tre regni nella classificazione, consideriamo le prime tre lettere dell’alfabeto: alfa, beta, gamma. E qual’è la quarta lettera?»
«Hem… non credo che nessuno di noi abbia mai studiato il greco…»
«(...)Comunque… un certo signore, che aveva il nome di Magnus Fendor, e che sapeva molto bene dell’esistenza di persone… come noi… definì che non potevamo essere compresi in alcuno dei tre regni che ho detto. Egli sosteneva che noi dovessimo rivendicare l’appartenenza ad un altro regno, un regno a parte del vivente. E poiché la quarta lettera dell’alfabeto greco è la delta… » l’uomo tacque e si guardò intorno, fissandoli uno per con attenzione, osservando i loro sguardi in svariati modi attenti, scettici, emozionati, curiosi, diffidenti. «Deltharus.» mormorò «Così ci definì. E fu il primo a dare un nome complessivo a tutti noi.»
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eltharus

 

 

 

 

 

 

 

 

a N. e R.,

per la pazienza con cui seguirono le sgraziate mosse di uno scribacchiatore alle primissime e spuntatissime armi, e lo assecondarono per il semplice fatto che gli erano amici; non dimenticherò.

 

a D.,

che non trovò pace, e per questo capì il mio non trovar pace meglio di chiunque altro; e mai sentimmo il bisogno di chiederne perdono; non dimenticherò.

 

a E.,

per il suo dolore, da cui cercò rifugio, prima nei cucchiaini, e quando uno d’essi la tradì, allora sulle vie del purgatorio; laddove non posso seguirla, non avrò mai il cuore di dirle di non andare, poiché forse capisco da cosa sta fuggendo; e non c’è vero rifugio; non dimenticherò.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Introduzione: Alcune note più o meno (in)utili

 

 

Questo racconto ha una sua storia particolare. È nato molti anni fa, più di dieci in effetti, ma ha avuto bisogno di molto tempo per essere preso, costruito, abbandonato e recuperato a più riprese, aggiunto di innesti e ritoccato e così via, e talvolta persino messo in discussione proprio nelle sue basi profonde. Le sue radici però sono rimaste intatte, e non hanno smesso di alimentarlo negli anni.

 

Dopo tanta convivenza con esso, ha irrimediabilmente acquisito alcune caratteristiche particolari. Ad esempio i personaggi hanno avuto molto tempo per crescere, evolversi e farsi meglio comprendere prima di tutto da me. Forse ciò sembrerà assurdo, ma già da come ne parlo, da come li penso, è evidente che hanno acquisito una dimensione tale da essere incredibilmente (per me almeno) autonomi e quasi tangibili come persone reali. Questo nonostante non prendano ispirazione da nessuna persona reale a me conosciuta. Ma nella loro dimensione letteraria hanno uno spessore d’eccezione, tant’è che relazionarsi con essi è particolarmente complesso per me. Sono, insomma, personaggi dannatamente autodidatti, nulla da dire.

 

Troverete che l’argomento principale, il nucleo della storia, non è esattamente una trovata originale. Sono ben consapevole che esistono diverse storie con un motivo conduttore del genere. Tuttavia questa idea mi è venuta prima che venissi a conoscenza di qualsiasi altra storia che ne avesse una simile, perciò non ho particolari disclaimer da fare, anche perché non ho mai letto alcun libro o storia che contenesse questo argomento, anche se, da alcune notizie, so di alcuni titoli che ne parlano.

 

Quella sorta di triangolo che sta all’inizio del titolo è una lettera dell’alfabeto greco, una delta per la precisione, che veniva pronunciata come ‘d’ nel greco antico (e con questo spero di non dire baggianate eccessive perché la mia conoscenza dell’alfabeto greco è ridotta a minimi termini). Quindi il titolo propriamente è ‘Deltharus’. Se qualcuno sta già pensando che abbia sostituito una lettera che esiste tranquillamente nella lingua italiana con una greca per puro virtuosismo devo contraddirlo/a. C’è un particolare motivo per cui ho piazzato una lettera greca, non che abbia tutta questa importanza immensa, ma si spiega all’interno della storia, quando verrà spiegato il significato della parola ‘deltharus’ naturalmente (che è una parola che ho inventato. Almeno, per quanto ne so non esiste altrove).

 

Riguardo alla “struttura” della storia, che spero sia comunque abbastanza immediatamente intuibile, chiarisco che il tutto si divide in ‘parti’, ognuna con un suo titolo, e ogni parte è suddivisa in capitoli che hanno come titolo le prime parole del loro contenuto. Dopotutto, probabilmente era già - e forse più - chiaro se non provavo malamente a spiegarlo.

 

Ribadisco che come sempre ogni commento, domanda, nota, osservazione e checchesia di altro che può venire in mente di scrivere a proposito della storia o dei suoi contenuti in senso ampio è ben gradito. Direi di aver detto tutto… perciò mi faccio da parte e inizio a raccontare. Grazie per aver avuto la pazienza di leggere queste note.

 

  
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